Oggi mercoledì 21 novembre presso il tribunale di Torino alle ore 9. si apre il processo al Movimento NOTAV
Con questa operazione giudiziaria si cerca, ancora una volta, di dividere e intimidire un movimento popolare capace di praticare giornate di resistenza contro le imposizioni di un governo che pratica la “democrazia” attraverso l'uso di ruspe, lacrimogeni e manganelli per favorire lobby affaristiche.
Ad
oggi, due i Notav ancora in carcere e uno ai domiciliari.
L'accanimento
giudiziario del procuratore Caselli nei confronti dei Notav,
soprattutto nei confronti di Maurizio, ex militante delle Br, ci dà la
misura di come questo arresto venga continuato, non tanto per le accuse
a suo carico che sono uguali per tutti i 45 imputati (tutti gli altri
Notav inquisiti sono liberi, con il divieto in Valsusa) ma per
un'ossessione legata ancora ai tempi, ormai passati, della lotta armata
brigatista.
Le
imputazioni sono varie ma genericamente quelle di “ lesioni, resistenza
, violenza ecc”: i crimini che la magistratura e polizia utilizzano
quando attaccano per reprimere manifestazioni e scioperi, come è
avvenuto per esempio dalle mobilitazioni contro il G8 a Genova nel 2001
al “non” cantiere di Chiomonte.
Tra gli scopi
dell’inchiesta vi è il tentativo di indebolire il movimento No Tav (
visto da sempre con timore dai vari Governi e padroni ), dividere i
manifestanti in buoni e cattivi e cercare di impaurire chiunque
protesti date le ampie mobilitazioni in corso: per questo un attacco a
uno è un attacco a tutti!
Infatti, il periodo
degli arresti avviene in un momento di varie lotte nel paese: in
particolare le resistenze di operai e lavoratori, il movimento dei
cosiddetti forconi e dei pastori sardi, le manifestazioni dei
tassisti,agricoltori e vasti settori sociali contro le proposte di
strangolamento economico e tassazioni varie del Governo. Momenti di
lotta che potrebbero rafforzarsi reciprocamente ed è perciò che
attacchi repressivi come questo vorrebbero fungere da monito per
qualunque forma di dissenso scomoda. Parallelamente, inizia una
campagna politico-mediatica denigratoria e mistificatoria a senso unico
, dando spazio quasi interamente agli accusatori, contro noi
imputati-e, raffigurati-e addirittura come infiltrati nel movimento No
Tav e tesa a personalizzare insistendo sul fatto che molti-e di noi non
siamo della Valsusa e che vi sono imputazioni per fatti specifici e
circoscritti ma noi tutti sappiamo bene che “gli infiltrati” sono le
forze di polizia che hanno occupato la Valsusa e li riteniamo
responsabili della devastazione della valle e delle torture ai danni
dei manifestanti no tav.”
Dalle prime ora degli
arresti e fermi inizia una risposta in solidarietà al pesante attacco a
noi e al movimento No Tav riassunta nel bellissimo slogan: “ La Valle
non si arresta: liberi tutti “.
Dalle assemblee in Valsusa, negli spazi
sociali e nelle scuole, ai presidi fuori dalle carceri, ai cortei e
blocchi stradali in tutta Italia con alcuni casi anche all’estero.
Oltre a mostrare la vicinanza a tutti-e noi ( e non è poco) ha fatto e
continua a far rivivere le ragioni della protesta.
Da anni il movimento No Tav si batte contro questa opera costosa, dannosa, nociva e utile solo ai padroni:
la
devastazione ambientale che provocano i lavori per l’opera è enorme,tra
l’altro le montagne della zona sono amiantifere; la linea sorge sui
terreni espropriati ai contadini dove la non accettazione di
compensazioni economiche (comunque sempre al ribasso ) dei valligiani
dimostra ancora una volta la compatta contrarietà all’opera e la non
rassegnazione; la tanto propagandata necessità di una mobilità più
fluida è una finzione infatti è provato che quelle tratte viaggerebbero
a treni semi vuoti oltre che a costi enormi, mentre l’esigenza di
mobilità per i pendolari in tutto il paese rimangono come sempre
inascoltate; i fondi necessari per la realizzazione sono sottratti alla
sanità, alle scuole, al risanamento ambientale mentre vengono imposti
tagli ulteriori al sociale ( si stima che l’opera verrebbe a costare
circa 1300 euro per ogni famiglia); il tutto in un territorio sempre
più militarizzato che ricorda gli scenari propri dell’occupazione
militare nei teatri di guerra come nel moderno apartheid della
Palestina.
Nel concreto, l’ampiezza di questa
lotta continua a dimostrare che non è solo un treno in questione. Di
fatto, viene messo in discussione, nelle più svariate forme, il modello
criminale economico sociale in cui viviamo che crea guerre,miseria e
sfruttamento, razzismo, disastri ambientali ecc. Inoltre le decisioni
prese sempre sulla testa delle persone lasciando sempre più inascoltate
le esigenze reali della popolazione per garantire come sempre il
tornaconto ad una cricca di speculatori e affaristi.
Nell’infinità
di processi e forme di repressione, come le centinaia di fogli di via
che continuano ad arrivare ed attuati contro le varie forme di
resistenza in Valsusa e non solo, il 21 novembre ci sarà l’apertura del
processo ,visto da tutti-e noi come un processo politico! Abbiamo
scelto il rito ordinario e quindi di andare al dibattimento ( ad
eccezione di uno solo), per non concedere nessun arretramento sulle
nostre posizioni e motivazioni che come molti altri ci portano a
lottare con e per la Valsusa abbracciando il movimento No Tav. Siamo
consapevoli che questa posizione non beneficerà di alcuno sconto dalla
controparte, che anzi, manterrà vivo l’accanimento dimostrato fino ad
oggi. Nonostante la nostra eterogeneità ( elemento proprio delle lotte
di massa e potenzialmente una ricchezza ) e le varie “impostazioni” che
useremo in Tribunale, difenderemo il carattere unitario e condiviso di
quelle giornate e la legittimità delle varie pratiche di lotta adottate
così come ha sempre fatto il movimento No Tav.
Allo
stato attuale tre di noi si trovano ancora in stato di detenzione:
due
in carcere e uno ai domiciliari.
Queste differenziazioni e accanimenti
continui li riteniamo inaccettabili dato che le loro condotte non sono
sicuro state diverse da quelle adottate da tutti-e.
Si parte e si torna insieme!
Ora e sempre Notav! Ora e sempre resistenza!
GLI IMPUTATI E LE IMPUTATE
Il Movimento Notav ha indetto per la giornata del 21 novembre un presidio
davanti al tribunale di Torino alle ore 9
l'udienza viene subito rinviata al 21 Gennaio per dei vizi di notifica ad alcuni imputati.
RispondiEliminaDurante l’intera mattinata ci sono state numerose manifestazioni di solidarietà nei confronti di Alessio e Maurizio (ancora detenuti in carcere); ricordiamo che Maurizio Ferraris a 10 mesi dagli arresti rimane in carcere, all’età di 67 anni, perché Caselli non sopporta la sua coerenza ed il suo ruolo di militante negli anni ’70.