Riportiamo la traduzione di una lettera dal carcere di Alexey
Sutuga, antifascista russo di 26 anni attivo all’interno di ‘Autonomous
Action’ e arrestato lo scorso 17 Aprile a Mosca durante una raccolta di
fondi a sostegno degli antifascisti in carcere a cui stavano
partecipando una quindicina di attivisti.
Verso le 20.30 alcuni agenti di polizia avvicinarono il gruppo intimando a tutti i presenti di identificarsi; di fronte al rifiuto del gruppo alcuni poliziotti si scagliarono su Alexey e lo trascinarono via senza dare alcuna spiegazione.
La famiglia Sutuga non ebbe sue notizie per quasi 24 ore e solo nella serata del 18 Aprile fu reso noto che Alexey era stato portato nella prigione ‘Butyrka’ con l’accusa di aver partecipato agli scontri avvenuti nel dicembre dell’anno precedente in un locale di Mosca, quando durante un concerto punk alcuni esponenti di estrema destra che componevano la security del locale cominciarono a provocare le persone presenti al concerto, causandone l’interruzione e dando vita a dei disordini.
A rispondere delle stesse accuse era stato, poche settimane prima, anche Alexey Olesinov, un altro antifascista russo che per questo fu incarcerato per un mese. Attualmente Alexey Sutuga si trova ancora nel carcere di ‘Butyrka’ nonostante non ci sia mai stato un processo a suo carico e le indagini sembrino praticamente interrotte.
Ciao a tutti!
Ancora un altro periodo della nostra prigionia in custodia cautelare si avvicina al termine, ma sono certo che ci terranno rinchiusi qualche mese di più, anche se non ci siano emersi sviluppi importanti nel caso penale prefabbricato contro di noi.
Siete già in conoscenza sui dettagli del nostro arresto e sulle violazioni ad esso collegato, ma ora voglio condividere con voi i miei pensieri per quanto riguarda il contesto politico che circonda il nostro caso.
A mio avviso, l’obiettivo principale dell’indagine è quello di far apparire l’accusa penale di “creazione di organizzazione estremista” come azione mirata nei confronti di gruppi sociali di “fascisti, nazisti e razzisti”.
Ci sono già stati precedenti simili nei termini e le pratiche di E-Center (Centro di Controazione all’Estremismo) attorno alla Russia. L’interesse principale dell’investigatore S.I. Kochergin è quello di rivelare l’esistenza del non-esistente movimento estremista”Antifa”, e di collegare il caso contro Igor Kharchenko e quello contro di noi in un caso unico. Si tratta di un evidente sforzo da parte della polizia contro le persone con idee antifasciste. E tutto questo è sotto il controllo accurato degli ufficiali della E-center e il FSB, il cui scopo è quello di criminalizzare gli antifascisti e gli attivisti sociali.
Non è un segreto che noi incoraggiamo le persone a partecipare attivamente al movimento di opposizione, e cerchiamo di indirizzare l’opposizione alla risoluzione dei problemi sociali, una parte dei quali sono le vere ragioni del razzismo e del nazionalismo nella nostra società.
Come risultato, abbiamo visto la repressione contro gli antifascisti in tutta la Russia. Questo è il modo in cui stanno interferendo nei nostri tentativi di partecipare ai movimenti sociali.
A questo punto, è troppo presto per dire qualcosa in merito allo sviluppo del mio procedimento penale, in quanto l’indagine si è praticamente interrotta, dal momento che sono stato arrestato. In questo momento, ci stiamo semplicemente “marinando” in prigione. Sappiamo che non siamo colpevoli, perché non abbiamo provocato alcun danno alle nostre presunte vittime. Quest’ultimi non hanno trovato il coraggio di non piegarsi di fronte agli investigatori, ed hanno obbedientemente confermato le nostre fotografie prese da Internet, visto che secondo gli ufficiali della E-Center, siamo i leader del inesistente movimento “Antifa”.
Voglio inviare i miei più calorosi saluti ai miei parenti, amici e compagni dalla Russia, Bielorussia, Ucraina, Finlandia ed altri paesi in Europa e nel mondo. Grazie a tutti per il vostro sostegno e le azioni di solidarietà. Ancora una volta abbiamo ricevuto una conferma della vostra solidarietà. Vi auguro successo nella nostra lotta su tutti i fronti.
Alexey Sutuga
Verso le 20.30 alcuni agenti di polizia avvicinarono il gruppo intimando a tutti i presenti di identificarsi; di fronte al rifiuto del gruppo alcuni poliziotti si scagliarono su Alexey e lo trascinarono via senza dare alcuna spiegazione.
La famiglia Sutuga non ebbe sue notizie per quasi 24 ore e solo nella serata del 18 Aprile fu reso noto che Alexey era stato portato nella prigione ‘Butyrka’ con l’accusa di aver partecipato agli scontri avvenuti nel dicembre dell’anno precedente in un locale di Mosca, quando durante un concerto punk alcuni esponenti di estrema destra che componevano la security del locale cominciarono a provocare le persone presenti al concerto, causandone l’interruzione e dando vita a dei disordini.
A rispondere delle stesse accuse era stato, poche settimane prima, anche Alexey Olesinov, un altro antifascista russo che per questo fu incarcerato per un mese. Attualmente Alexey Sutuga si trova ancora nel carcere di ‘Butyrka’ nonostante non ci sia mai stato un processo a suo carico e le indagini sembrino praticamente interrotte.
Di seguito il testo della sua lettera:
Ancora un altro periodo della nostra prigionia in custodia cautelare si avvicina al termine, ma sono certo che ci terranno rinchiusi qualche mese di più, anche se non ci siano emersi sviluppi importanti nel caso penale prefabbricato contro di noi.
Siete già in conoscenza sui dettagli del nostro arresto e sulle violazioni ad esso collegato, ma ora voglio condividere con voi i miei pensieri per quanto riguarda il contesto politico che circonda il nostro caso.
A mio avviso, l’obiettivo principale dell’indagine è quello di far apparire l’accusa penale di “creazione di organizzazione estremista” come azione mirata nei confronti di gruppi sociali di “fascisti, nazisti e razzisti”.
Ci sono già stati precedenti simili nei termini e le pratiche di E-Center (Centro di Controazione all’Estremismo) attorno alla Russia. L’interesse principale dell’investigatore S.I. Kochergin è quello di rivelare l’esistenza del non-esistente movimento estremista”Antifa”, e di collegare il caso contro Igor Kharchenko e quello contro di noi in un caso unico. Si tratta di un evidente sforzo da parte della polizia contro le persone con idee antifasciste. E tutto questo è sotto il controllo accurato degli ufficiali della E-center e il FSB, il cui scopo è quello di criminalizzare gli antifascisti e gli attivisti sociali.
Non è un segreto che noi incoraggiamo le persone a partecipare attivamente al movimento di opposizione, e cerchiamo di indirizzare l’opposizione alla risoluzione dei problemi sociali, una parte dei quali sono le vere ragioni del razzismo e del nazionalismo nella nostra società.
Come risultato, abbiamo visto la repressione contro gli antifascisti in tutta la Russia. Questo è il modo in cui stanno interferendo nei nostri tentativi di partecipare ai movimenti sociali.
A questo punto, è troppo presto per dire qualcosa in merito allo sviluppo del mio procedimento penale, in quanto l’indagine si è praticamente interrotta, dal momento che sono stato arrestato. In questo momento, ci stiamo semplicemente “marinando” in prigione. Sappiamo che non siamo colpevoli, perché non abbiamo provocato alcun danno alle nostre presunte vittime. Quest’ultimi non hanno trovato il coraggio di non piegarsi di fronte agli investigatori, ed hanno obbedientemente confermato le nostre fotografie prese da Internet, visto che secondo gli ufficiali della E-Center, siamo i leader del inesistente movimento “Antifa”.
Voglio inviare i miei più calorosi saluti ai miei parenti, amici e compagni dalla Russia, Bielorussia, Ucraina, Finlandia ed altri paesi in Europa e nel mondo. Grazie a tutti per il vostro sostegno e le azioni di solidarietà. Ancora una volta abbiamo ricevuto una conferma della vostra solidarietà. Vi auguro successo nella nostra lotta su tutti i fronti.
Alexey Sutuga
(fonte della lettera tradotta: Contrainfo)
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