Giovanna Anelli è diventata direttore
generale di Ama dopo la bufera sul maxicontratto da 500 milioni con il
patron di Malagrotta Manlio Cerroni che è costata il posto
all’amministratore delegato Salvatore Cappello.
E ora?
«Ridurremo
notevolmente la durata del contratto a Cerroni.
Ma tutto questo lo
stiamo inserendo, d’intesa con il Comune, in un progetto strategico
basato su una presenza centrale di Ama nella chiusura del ciclo dei
rifiuti. Vogliamo realizzare una partnership pubblico-privata per la
gestione di trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti prodotti
nel comune di Roma. E così non avremo soltanto costi ma anche guadagni
e potremmo ridurre le tariffe ai cittadini». Cerroni è d’accordo? «Sono
certa che Cerroni si adatterà alle esigenze della città. Noi faremo
partire una gara per la realizzazione di questa partnership. Sappiamo
che saremo in grado di avere una sufficienza impiantistica dal 2015.
Nel frattempo a novembre ci sarà un bando di gara internazionale per
individuare soggetti in grado di garantire il trasporto e lo
smaltimento dei rifiuti in eccesso».
È vero che avete minacciato il
sequestro degli impianti? «Il gestore è privato ma ha degli obblighi
imposti dalla legge dai quali non si può sottrarre. Il rispetto spetta
alle autorità competenti». Sempre più fondamentale è la percentuale di
raccolta differenziata: a che punto è Roma? «Al momento siamo al 26% ma
nel 2008 siamo partiti dal 17%. Stiamo facendo un grande sforzo per
introdurre un progetto nel IV municipio che coinvolgerà altre 220mila
persone. Così riusciremo a rispettare il Patto per Roma, siglato dal
sindaco, dal ministero dell’Ambiente e dalla Regione, che prevede di
raggiungere il 30% entro il 2012. Alla fine del 2014 coinvolgeremo un
milione di cittadini con il porta a porta». Per fare questo progetto,
considerando il blocco delle assunzioni, avete deciso di trasformare in
full-time 1.500 contratti part-time. «Non potevamo assumere. Non
potevamo aumentare gli straordinari. Aumentare il monte ore del
personale part-time era l’unica strada». C’è la copertura economica?
«Il saldo tra costi e benefici è di 19 milioni. Per il Patto per Roma
il ministero ne ha stanziati 9 e la Regione Lazio 11. C’è una copertura
totale». La Regione non li ha stanziati, li ha messi solo in bilancio.
Visti i tempi c’è da preoccuparsi. «La Regione ha fatto una delibera,
la 406 del 2012. Ma i contributi della Regione passano attraverso il
Comune. E si sta attivando per ottenerli». Non c’è il rischio di una
nuova Parentopoli? «Questi 1.500 erano in Ama da molti anni. I più
vecchi dal 2006. E, comunque, l’azienda è serena e confida nel lavoro
della magistratura. Parentopoli è passata e, nel caso, chi ha avuto
delle responsabilità ne risponderà. Ormai abbiamo voltato pagina».
E la storia della gara d’appalto per
le divise? «Un’inchiesta in fase embrionale. Abbiamo fornito alla
guardia di finanza tutta la documentazione con la massima trasparenza
anche perché siamo convinti di aver operato correttamente. Su questi
appalti Ama ha vinto ricorsi anche in secondo grado». E la polemica
delle promozioni ai sindacalisti? «Quegli accordi sono stati siglati il
24 luglio. Io sono stata nominata il 20 settembre. E poco più di una
settimana fa l’accordo è stato disdetto. Abbiamo avviato un nuovo
corso, puntiamo sui criteri meritocratici».
È d’accordo con la scelta
di Monti dell’Ortaccio per la nuova discarica temporanea al posto di
Malagrotta? «
Non è un problema di Ama.
Spetta ad altre autorità dirci
dove portare i rifiuti».
Per Roma c’è un rischio Napoli?
«Assolutamente
no. Roma è una città pulita in linea con le altre capitali europee».
La
maggior parte dei romani non la pensa così.
«C’è molto da fare, molto
da migliorare. Ma bisogna considerare che Roma è grande tre volte New
York e dieci volte Parigi».
Qual è l’ostacolo principale per migliorare
la pulizia della città?
«Ci vuole un maggior senso civico. Dire che
Roma è sporca è facile ma Roma è una città che viene tanto sporcata,
anche dai turisti».
Tutta colpa dei cittadini?
«No, ci vuole anche un
maggior senso del dovere».
La definiscono una fedelissima di Panzironi,
le dispiace? «Non mi crea particolare imbarazzo. Ho conosciuto
Panzironi per la prima volta il 18 ottobre del 2008 quando ho sostenuto
con lui il colloquio dopo che ero stata selezionata sul mercato. Ho
lavorato per lui e per il suo successore Cappello allo stesso modo.
Sono un tecnico, lontana dai partiti».
Eppure proprio i partiti (tutti)
le stanno addosso. «Sto facendo capire alla politica di lasciarmi
lavorare. E voglio farlo capire anche ai dipendenti. Se mi seguono
possiamo cambiare davvero le cose».
smaltimento rifiuti low cost? mhhh mi sa di cazzata high risk
RispondiEliminaAhahaaha .. già già Angiolo :-(
Eliminaanche quest'altra incorruttibile "tecnica" appetitosa a tutti i vari politici probabilmente .. a mio giudizio .. sarà molto più sensibile all'odore dei soldi e .. i soldi è noto chi sia a farli girare sia come e perchè .. Qua dobbiamo stare con gli occhi ben aperti.
Cambiano le persone ai vertici (solo quando si bruciano perchè vengono denuncati da Chi li controlla .. Noi .. e guarda 'n pò Alemanno casca dalle nuvole.. ..) ma il fine ultimo resta lo stesso ed a pagarne le conseguenze saremo sempre noi Cittadini.
già già .. per la sora Tecnica il problema de Roma è la "mancanza di Doveri Civili" .. sì sì sì .. ma da parte de chi ?!