ATTENZIONE, AVVISI PER TUTTA LA CITTADINANZA:
- Domenica 23 settembre, ASSEMBLEA PUBBLICA AI FONTANILI DI CANCELLIERA, via della Torre, ore 10:30
- 29-30 settembre, DISCAMPING AL VILLAGGIO ARDEATINO, via Ardeatina km 24,500
Ama, Acea e Pontina Ambiente (società
del gruppo Cerroni) formano il Consorzio Co.E.Ma, il consorzio deputato
a costruire ancora oggi il “gassificatore” dei Castelli Romani
- Ama, vertice in Campidoglio, si punta ad un manager interno. Clicca qui.
- Rifiuti, bufera sul contratto Ama-Colari. Interviene Alemanno. Clicca qui.
- Rifiuti, De Priamo: “Blocco contratto Ama è bene per la città”. Clicca qui.
- Ama, ecco il ribaltone, via il manager Cappello. Clicca qui.
(Fonte articolo, clicca qui)
L’Ama si stava impegnando a pagare 500 milioni di euro per i prossimi
dieci anni al consorzio Colari e il sindaco di Roma non ne sapeva
nulla. Lo ha scoperto ieri mattina quando ha letto sul Messaggero il
resoconto del consiglio di amministrazione. E la notizia,
evidentemente, non gli è piaciuta affatto: dopo alcune telefonate di
fuoco, e gli attacchi dell’opposizione, ha deciso di convocare per
domani mattina i vertici dell’azienda municipalizzata «per un immediato
chiarimento». Il caso è esploso giovedì scorso durante l’ultima
riunione del consiglio di amministrazione della municipalizzata. Nella
sede di via Calderon de la barca erano presenti quattro dei cinque
componenti. Mancava soltanto Gianni De Ritis (Pdl). Tra i vari
argomenti all’ordine del giorno è spuntata l’approvazione del contratto
con Colari. A presentarla l’amministratore delegato Salvatore Cappello
che ha gestito la trattativa con il consorzio «monopolista» guidato da
Cerroni. Quando gli altri consiglieri hanno letto le clausole
contrattuali hanno alzato le barricate: l’Ama si vincolava al pagamento
di cinquanta milioni di euro l’anno, per dieci anni, a Colari per il
trattamento meccanico-biologico (tmb) dei rifiuti da conferire in
discarica. Ma non solo. In dieci anni, in cui tutto può cambiare, l’Ama
potrebbe anche riuscire a realizzare altri impianti di Tmb oltre a
quelli già esistenti al Salario e a Rocca Cencia. Impianti che quindi
potrebbero non rendere necessario il ricorso a quelli di Colari
(Malagrotta 1 e Malagrotta 2). «Come può l’Ama stabilire oggi di aver
bisogno di quegli impianti per così tanto tempo?» avrebbero chiesto i
consiglieri Teresa Fasoli (Pd) e Stefano Commini (Udc). E ancora: «Con
un contratto così vantaggioso- hanno sottolineato – si va a favorire un
soggetto che già si trova in posizione decisamente dominante rispetto
al settore in cui opera. Così si rischia di non rispettare la legge
sulla concorrenza». A sorpresa si è schierato contro l’approvazione del
contratto anche il presidente di Ama Piergiorgio Benvenuti che ha
condiviso le perplessità e ha proposto di richiedere delle consulenze
legali esterne. Soltanto a questo punto l’amministratore delegato
Cappello ha deciso di sospendere l’approvazione del contratto e di
rinviare la discussone alla prossima riunione del cda prevista per il
28 settembre. «È inammissibile – commenta il consigliere comunale del
Pd, Athos De Luca che ha presentato un’interrogazione urgente al
sindaco- che Ama stia al ricatto della Colari e stipuli un contratto
capestro di 10 anni, del valore di circa 500 milioni, con un soggetto
privato, senza fare una gara e senza aver fissato il prezzo con la
Regione». Più duro il capogruppo in Campidoglio dell’Udc Alessandro
Onorato: «Se il sindaco ne era a conoscenza si dimetta – ha commentato
– Se non lo era, prenda provvedimenti immediati e cambi
l’amministratore delegato di Ama. Non è accettabile infatti regalare
alla Colari di Cerroni un contratto per l’utilizzo degli impianti di
tmb del valore di 500 milioni e della durata di 10 anni, periodo entro
cui Roma dovrebbe diventare totalmente autosufficiente nella gestione
dei rifiuti». Onorato va oltre: «In Ama si sta per consumare l’ennesimo
blitz per piazzare altri uomini vicini al Campidoglio – denuncia –
L’azienda si sta infatti attivando per assumere due nuovi manager, uno
dei quali andrebbe a ricoprire una nuova funzione creata ad hoc
nell’ultima ridefinizione della macrostruttura: il capo della nuova
struttura denominata Relazioni Internazionali». La vicenda ha
fortemente irritato l’assessore all’Ambiente Marco Visconti ma
soprattutto il sindaco che in serata ha diramato un comunicato: «Ho
appreso questa mattina sui giornali la forma e il dettaglio della
delibera che è stata sottoposta al Cda di Ama per utilizzare i Tmb di
proprietà di società dell’avvocato Cerroni – si legge nel comunicato –
È noto a tutti che per garantire il trattamento della più alta
percentuale dei rifiuti della città di Roma e necessario attivare
subito al massimo livello tutti gli impianti disponibili, che
attualmente sono due di proprietà di Ama e due di proprietà Cerroni –
continua -. Non conosco il modo con cui l’Amministratore delegato di
Ama ha tradotto questa necessità in una forma contrattuale. Per questo
motivo ho convocato nel mio ufficio il presidente di Ama, Piergiorgio
Benvenuti e l’amministratore delegato, Salvatore Cappello, per un
immediato chiarimento».
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