Scritto da Alberto Grieco
Effettivamente non riesco ancora a capire perché bisogna incentivare la gente per fare quello che è un semplice dovere di civiltà e un segno di rispetto per tutti e per le generazioni future. Sto parlando della raccolta differenziata e del riciclo dei rifiuti. Ma i tempi sono questi, purtroppo, e far leva sul portafogli è l’unica soluzione possibile per avere risultati apprezzabili nel breve periodo. Su molti blog capita sempre
più spesso di leggere che Tizio, durante il suo viaggio all’estero,
girovagando per la città X notava per la prima volta (meraviglia!)
strade pulite prive di rifiuti abbandonati, in special modo lattine e
bottiglie di plastica. Perché? Al di là del solito mito esterofilo
(spesso vero, anche se duole ammetterlo) della superiore civiltà che
albergherebbe nei cittadini d’oltralpe, questo capita in primo luogo
perché quelle persone hanno capito che quei rifiuti hanno un valore. Lascereste per terra il vostro denaro? Bene, per i rifiuti è lo stesso ragionamento, e quanto prima lo capiamo tanto meglio sarà per noi, la nostra salute, il nostro portafogli, le nostre città e l’ambiente. Non ve ne frega niente di essere virtuosi? Fatelo per non sprecare denaro, e benvenuti nel sistema del reverse vending,
che non è altro che la possibilità di rimborsare il cittadino che
riconsegna prodotti quali lattine, bottiglie di plastica o di vetro con
moneta contante o buoni acquisto.
Ed ecco che ancora una volta, quello che all’apparenza sembra un concetto rivoluzionario è in realtà qualcosa di vecchio come il mondo, poiché si tratta del sistema del “vuoto a rendere” (anche se chiamarlo reverse vending
fa indubbiamente più figo, vuoi mettere..), un sistema che da noi
prosperava anni fa, ma che è stato dimenticato per colpa dell’avvento
della malata cultura dell’usa e getta, nata e cresciuta sull’onda dei prodotti di plastica (petrolio uber alles).
Eppure sembra sempre che si parli di cose dell’altro mondo, ci
si stupisce che all’estero il vuoto a rendere non solo non sia stato
abbandonato, ma che si sia evoluto e che addirittura funzioni. La
verità è che in Italia laddove questo servizio esiste (vedi ad es.
Piemonte e Trentino, o alcune aziende virtuose italiane del settore
come Eurven) tutt’ora si parla di
eccellenze, mentre in molti paesi europei fa parte della normale vita
quotidiana e a fare eccezione sono piuttosto coloro che non adottano
queste pratiche.
In Germania
il "pfand" (la cauzione sulle bottiglie vuote) non funziona solo nei
supermercati, ma anche nei bar/kebab/paninoteche. Inoltre quando si
comprano le bevande sull'etichetta ove è indicato il prezzo è
evidenziato il costo del contenuto e il costo del contenitore oltre il
prezzo totale. Oltre al vuoto a rendere, che sensibilizza i cittadini,
sul fronte della grande distribuzione è bastato fare una semplice legge che obbliga dal 2009 i produttori/distributori di merce confezionata a garantire la raccolta differenziata.
Capita così che dopo le casse ci sia una sorta di isola ecologica dove
smaltire gli imballaggi prima di portarseli a casa. Dovendo pagare le
società dedite allo smaltimento, le grandi catene tedesche fanno
pressione sui fornitori per quantità e qualità degli imballaggi che
vengono così ridotti al minimo possibile, alleggerendo discariche e
inceneritori.
Quello di dare un valore preciso agli imballi è un passo importantissimo per la risoluzione del problema rifiuti, primo perché se su una scatola c'è scritto il valore e se c'è qualcuno che lo corrisponde, in molti si occuperanno di raccoglierla, secondo perché i consumatori, al momento dell'acquisto, sceglieranno di certo l'imballo meno costoso, quindi le aziende produttrici si ingegneranno per forza nel fare imballi più "leggeri" possibile.
L’ideale sarebbe smettere di comprare l'acqua in bottiglia regalando soldi alle multinazionali e preferire ad essa l'acqua di rete, che costa fino a 400 volte meno ed è più controllata (l’acqua minerale NON è affatto detto che sia meglio di quella del rubinetto), o al più di acquistarla in bottiglie di vetro, che danneggiano meno l’ambiente (in Australia hanno iniziato a bandire le bottiglie di plastica).
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