Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

mercoledì 26 settembre 2012

Spagna, in migliaia assediano il parlamento di Madrid

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aggiornamento h23.30:
Nonostante la lunga giornata di assedio, le cariche e i proiettili di gomma della polizia, sono ancora migliaia le persone che manifestano, tuttora radunate in plaza Neptuno.
Le notizie più recenti riferiscono di 40 arrestati e diverse decine di feriti ma i numeri sono in continuo aumento per le frequenti cariche della polizia che per tutto il giorno ha affrontato con difficoltà e nervosismo il grandissimo numero e la determinazione delle persone scese in piazza.
Nel frattempo in tutto il paese stanno circolando gli appelli per riunirsi in grandi assemblee domani mattina e nei prossimi giorni, per dare continuità alla straordinaria mobilitazione messa in campo nella giornata di oggi.

h 21.00:Dopo numerose cariche che si sono susseguite, in piazza Neptuno rimangono decine di migliaia di manifestanti di fronte a uno schieramento della polizia. Diverse cariche continuano a prodursi a distanza di poco tempo. Numerosi risultano i feriti e gli arrestati. La piazza è ancora decisa a rimanere unita e decisa a non andare via, mentre i boati si fanno sempre più alti. L'ambiente continua a surriscaldarsi e la rabbia cresce.

h 19.15:
Le cariche sono partite in questo momento, mentre alcuni dei manifestanti cercavano di abbattere le recinzioni. La polizia aggredisce un manifestante che stava in prima fila nella manifestazione. Tensioni e cariche della polizia continuano nella zona di Neptuno.

h 19.00:
Mentre gli elicotteri sorvolano la zona e i poliziotti indossano i caschi, migliaia di persone continuano a dirigersi verso il Parlamento. Per il momento sono in circa 20mila che stanno partecipando all'assedio. Le persone si stanno posizionando intorno all'edificio.

h 18.30:
Un uomo di mezza età con una bandiera del sindacato andaluso dei lavoratori (SAT) è stato arrestato dalla polizia dopo essere salito sulla recinzione di protezione che circonda il Parlamento. A Sevilla nel frattempo, circa 3mila persone -convocate dal sindacato SAT- si sono radunate sotto il parlamento andaluso, scandendo cori al grido "O ci lasciano entrare o entriamo con la forza!". Nel frattempo circa 10mila persone continuano a raggiungere lentamente il Parlamento di Madrid.
Già dalle prime ore del mattino lo stato di allerta intorno al Parlamento spagnolo si è acceso. Un ingente schieramento di forze dell'ordine formato da si è posizionato nell'area antistante. La fotografia è chiara, il Palacio de Congresos risulta completamente blindato da 1400 poliziotti in tenuta antisommossa, da mezzi e da transenne.
C'è chi tra i politici - terrorizzati all'idea della mobilitazione convocata da giorni dalla piattaforma "en pie!" (in piedi!) e dal gruppo Azione di coordinamento per il 25S- rilasciava dichiarazioni su un tentativo di colpo di stato o paragoni simili. Sintomo di come il governo di Rajoy sia cosciente di giocare una partita non così facile, attanagliato dalla crisi e dalla popolazione ormai impaziente di subire la politica d'austerità dettata dall'emergenza.
Da vari punti della penisola iberica e da alcuni paesi d'Europa, migliaia di persone hanno raggiunto Madrid con autobus e macchine per partecipare all'appuntamento tanto atteso del 25S, molti sono stati i pullman fermati durante il tragitto, e non potevano certo mancare le identificazioni e le perquisizioni di quanti, dentro quei pullman, si recavano al concentramento. "Circondiamo il Parlamento fino a quando non si dimettono!". Con queste parole d'ordine si è dato il via alla giornata che ha previsto varie iniziative al suo interno tra cui un pranzo popolare, essemblee e azioni di vario tipo. Uno striscione con su scritto "Que se vayan todos" apre il corteo appena partito e che si sta dirigendo verso il parlamento. Molti i giornalisti che sono stati identificati prima che iniziasse il corteo. La tensione è alta per la quantità di poliziotti presenti nelle strade, tuttavia in migliaia in questo momento stanno marciando scandendo slogan di vario tipo, mentre un gruppo di manifestanti si trova già nei pressi del Parlamento.

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