Migliaia
di persone provienenti da tutta la Spagna si preparano a marciare
intorno al Congresso per chiedere nuove elezioni. Davanti a loro 1.300
poliziotti in tenuta antisommossa:
New York - Oggi
in Spagna il parlamento ha l'aspetto di una fortezza che si prepara a
difendersi dall'assalto delle forze nemiche. La polizia ha infatti
alzato le barricate prima che parta nel pomeriggio la protesta contro
la gestione maldestra della crisi economica da parte del governo
guidato dal partito conservatore di Mariano Rajoy.
Secondo le stime
la manifestazione, organizzata sotto lo slogan 'Occupy Congresso',
dovrebbe attirare migliaia di persone provienenti da tutta la Spagna.
Per contrastarli e impedire che le proteste sfocino in violenze, la
delegazione del ministero dell'Interno ha detto che 1.300 poliziotti
anti sommossa saranno schierati.
I manifestanti
hanno assicurato che non hanno alcuna intenzione di prendere d'assalto
il Congresso e ripetere quanto successo gia' ad Atene in passato, ma
che l'idea invece e' quella di marciare intorno all'edificio
legislativo in segno di protesta.
I 'ribelli'
chiedono nuove elezioni, denunciando l'esecutivo di aver impostato
misure di austerita' contrariamente alle promesse fatte in campagna
elettorale. Il partito popolare e' salito al governo piu' o meno in
contemporanea con Mario Monti, lo scorso novembre, ma al contrario del
professore della Bocconi e' stato eletto democraticamente dal popolo
spagnolo.
La Spagna sta
facendo i conti con la sua seconda fase di recessione in tre anni e con
un tasso di disoccupazione che si avvicina al 25%. Madrid ha introdotto
riforme economiche nel tentativo di convincere i suoi partner stranieri
e gli investitori nell'area euro che e' davvero determinata a ridurre
il suo deficit, che si stima sara' pari al 6,3% del Pil a fine 2012 e
al 4,5% l'anno successivo.
Le
preoccupazioni per le finanze pubbliche del paese sono evidenti ogni
volta che il Tesoro si rivolge al mercato primario per cercare di
rifinanziarsi. Al momento i tassi a dieci anni dei titoli pubblici
iberici scambiano poco sotto il 6%.
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