(Fonte articolo, clicca qui)
Il «modello Ponte nelle Alpi» si può esportare nel veronese: ne sono
convinti i sindaci di Zevio, San Giovanni Lupatoto e San Martino Buon
Albergo che sono andati a «lezione» dall’assessore all’ambiente del
comune bellunese, che da tre anni si colloca in testa alla classifica
dei «Comuni più ricicloni d’Italia» e che ha ridotto il rifiuto
«secco», quello cioè destinato alla discarica o alla termodistruzione,
solo al 5 per cento del totale. La trasferta di Diego Ruzza, Federico
Vantini e Valerio Avesani era motivata dalla volontà di toccare con
mano un modello di smaltimento dei rifiuti solidi urbani che è opposto
a quello dell’incenerimento previsto con la riattivazione di Ca’ del
Bue, l’impianto dell’Agsm contestato dai tre comuni e dagli
ambientalissti. L’incontro nel municipio di Ponte nelle Alpi era stato
propiziato dal Coordinamento dei comitati contro Ca’ del Bue,
capeggiato da Leonardo Bray. Vantini era coadiuvato da Gianni Morellato
e Loriano Tomelleri, rispettivamente amministratore unico e direttore
generale della Sgl Multiservizi, partecipata lupatotina che si occupa
di igiene ambientale e distribuzione del gas. A fine «lezione» il
sindaco Ruzza è convinto che le alternative all’incenerimento ci siano,
«visibili a soli 150 chilometri da noi. Alternative che funzionano, non
nocive, che producono risparmi enormi in termini economici e
ambientali. Mi chiedo perché queste realtà virtuose non si possano
trasferire altrove. Se ciò accadesse il Veneto potrebbe risparmiare 77
milioni di euro l’anno. Abbiamo visto un sistema di raccolta di rifiuti
molto efficiente rendendoci conto che il sistema non è impossibile da
applicare nella nostra provincia, per raggiungere gli stessi traguardi.
In un quadro normativo poco lineare, è emerso che per arrivare a certi
risultati servono scelte di coraggio, dipendenti dalla volontà di
decidere nelle sedi opportune quali strade prendere». Prima l’assessore
Ezio Orzes aveva snocciolato i punti di forza che hanno attribuito al
suo Comune la palma di massimo «riciclone»: l’efficiente gestione da
parte di Ponte Servizi, la partecipata municipale che si occupa della
raccolta; calibrare il servizio alle necessità del territorio; attivare
un ecocentro a forte differenziazione; far diventare il riciclaggio
impegno di tutti. Come? Introducendo la «tariffa puntuale», vale a dire
bollette direttamente proporzionali agli smaltimenti delle famiglie. A
Ponte nelle Alpi, insomma, vale il motto «più differenzi, meno paghi».
Così ogni residente produce solo 300 grammi di «secco» la settimana e
una famiglia composta da quattro persone paga mediamente 165 euro
l’anno, cifra ben al di sotto della media nazionale. Tutti i
contenitori dati in uso hanno un codice numerico che consente di
rilevare tipologia e numero di svuotamenti. Già in fase di raccolta la
differenziazione pontalpina raggiunge la percentuale record del 90 per
cento. Il restante 10 per cento viene recuperato a metà da Consorzio
nazionale imballaggi, e Centro riciclo di Vedelago (Treviso), che dal
secco ricava materiali usati principalmente in edilizia. «La
percentuale di rifiuto non correttamente conferito è inferiore al 2,5
per cento, nell’organico è ancora più bassa: 1 per cento. Ciò significa
che i nostri non sono rifiuti ma materiali di prima qualità», ha
insistito Orzes, elogiando il virtuosismo dei suoi concittadini. Ben
quattro, ad esempio, le navette per differenziare le plastiche di vario
tipo presenti nell’ecocentro. In termini economici, il Comune è
arrivato a risparmiare 120mila euro l’anno e le bollette sono scese del
15 per cento rispetto al precedente sistema a cassonetto. L’assessore
pontalpino ha dimensionato la preoccupazione dei sindaci legate a
difficoltà autorizzative nel trattamento rifiuti, derivanti dal piano
regionale, sostenendo che vuoti di normativa consentirebbero di
procedere purché si persegua l’interesse pubblico attraverso gestioni
efficenti. Riferendosi agli impianti a incenerimento, Orzes ha poi
osservato: «Attivare impianti del genere che inchiodino l’esistente per
periodi di 25 anni, è fuori da una realtà fatta di continue innovazioni
tecnologiche». L ’assessore ha quindi inviato i sindaci a diminuire la
dipendenza dagli impianti di smaltimento, a puntare a un’economia volta
al recupero dei materiali. Ad incontro concluso, entusiasta anche
Valerio Avesani: «Se Ponte nelle Alpi è riuscito a mettere in piedi un
ottimo progetto industriale con soli 8.500 abitanti, noi tre Comuni
dovremmo avere vita molto più facile contando oltre 50mila residenti».
Nessun commento:
Posta un commento