Pensioni da fame. |
di Gianni Lannes
10 milioni di italiane e italiani vivono al di sotto della
soglia di povertà materiale. E la schiera di chi non ce la fa aumenta sempre
più. Le tasse sono all’80 per cento. E c’è chi si suicida dinanzi al Parlamento
nell’indifferenza di questi papponi istituzionali. Le giovani generazioni non
hanno futuro economico. Eppure, dicono loro dai salotti tv al popolo bue: “fate
sacrifici”. E ancora tanti, troppo a battere le mani. Parassiti che vivono di
rendita alle nostre spalle. E nessuno si ribella. Ecco l’ultima inquietante
notizia: mentre milioni di famiglie italiane a stento arrivano alla fine della
settimana, i soliti noti mangiano a quattro ganasce il nostro sangue. In un
Paese serio, insomma, in uno Stato di diritto, si chiama furto legalizzato.
A pagare è soltanto il silente elettorato che aveva bocciato con il referendum elettorale qualsiasi elargizione di quattrini pubblici ai comitati d’affari, meglio noti come partiti, così come li aveva definiti nel 1981 Enrico Berlinguer.
A pagare è soltanto il silente elettorato che aveva bocciato con il referendum elettorale qualsiasi elargizione di quattrini pubblici ai comitati d’affari, meglio noti come partiti, così come li aveva definiti nel 1981 Enrico Berlinguer.
Pdl e Pd sgraffignano 20 milioni di euro, la Lega prende il
doppio di quanto ha speso. I rimborsi alle liste "nate e morte" per
le elezioni, da "Io amo la Lucania" di Allam a "La Puglia per
Vendola". I rimborsi elettorali.
Sono tutti contenti per avere intascato ben più di quanto hanno speso
per le elezioni regionali del 2010. E mancano all’appello ancora le prossime rate.
I dati sui rimborsi (che sono, ad oggi, i finanziamenti ai
partiti "mascherati") per il 2010 e il 2011, certificati dalla Corte
dei conti, parlano chiaro. I "big" Pdl e Pd ricevono oltre 20 milioni
di euro a testa, a fronte però di una spesa quasi identica per il Pdl e,
invece, di un bell'incasso di 6 milioni per il Pd. La Lega fa il botto: a
fronte di circa 4,5 milioni di spese accertate, incassa 9,5 milioni. Non male
anche l'Idv, mentre l'Udc è spendacciona e va in negativo.
La Corte dei conti ha formulato 133 rilievi "sia nei
confronti delle formazioni regionali o provinciali che al livello
nazionale". Insomma, qualcosa non quadra. Peraltro, 21 partiti hanno
presentato dichiarazioni sbagliate. In particolare, "in 14 casi la non regolarità
riguarda somme per le quali, alla data di chiusura dei lavori, non era stata
fornita la prova dell'avvenuto pagamento delle relative fatture". Come a
dire, prima prendo e dopo forse pago.
Ma la parte, per così dire, divertente, è ancora un'altra e
riguarda il denaro che incasseranno per 5 anni le liste approntate ad hoc per
le elezioni regionali, quindi nate e morte, che magari hanno preso una manciata
di voti, ma che hanno diritto al sacrosanto rimborso. Per esempio, la lista "Io amo la Lucania" di
Magdi Cristiano Allam ha incassato 41 mila euro a fronte di 3 mila di spese. E
poi ci sono le liste collegate al candidato, come "La Puglia per
Vendola" con un rimborso di 388 mila euro a fronte di 27 mila di spese,
oppure la lista "Scopelliti presidente" con un rimborso di oltre 400
mila euro per soli 7 mila euro di spese. Addirittura, ci sono liste come
"Alleanza di popolo", che sosteneva Caldoro in Campania, oppure "Autonomia e diritti", che
supportava Loiero in Calabria, che
non hanno dichiarato spese e hanno avuto oltre 100 mila euro la prima e 200
mila la seconda di rimborsi. Divertente per loro: per noi, assolutamente una
sconfitta di democrazia.
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