Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

mercoledì 10 ottobre 2012

Come costringere i contadini a comprare sementi ogni anno e dipendere dall'industria sementiera.

Con l’aggettivo ‘ibrido’ ci si riferisce a un particolare tipo di sementi sviluppate all’inizio del XX secolo negli Stati Uniti.  L’idea di tal...
i sementi derivò dal fallimento dell’applicazione al mais del metodo dell’isolamento delle varietà sperimentato nell’Ottocento su orzo e frumento (cfr. Crow, 1988).

Il metodo dell’isolamento consiste nel selezionare per la semina soltanto i semi delle piante migliori di una coltivazione.  In questo modo si impedisce la riproduzione delle piante meno produttive e si ottengono colture più uniformi.  Tali colture sono dette “linee pure” perché sono interamente composte da piante discendenti da un’unica madre.

Il miglioramento per isolamento, sviluppato per varietà che si autofecondano, comporta tuttavia un netto calo di produttività se applicato alle varietà a fecondazione incrociata.  Le varietà di questo tipo, ad esempio il mais, sono infatti soggette alla cosiddetta “depressione consanguinea”:  l’incrocio di genitori geneticamente simili comporta una perdita di vigore e produttività nelle piante discendenti.

I semi ibridi rappresentano una soluzione ingegnosa per aggirare tale problema.

Per produrre sementi ibride occorre innanzitutto, procurarsi due linee pure di una medesima varietà a fecondazione incrociata.  Per farlo si forza una varietà a fecondazione incrociata ad auto-fecondarsi per alcune generazioni.  Si isolano così alcune linee pure che ovviamente soffrono depressione consanguinea e sono perciò inadatte alla coltivazione.  Se però si incrociano due di queste linee pure, si ottiene una linea ibrida dotata di vigore e produttività normali e tuttavia caratterizzata da un’elevata uniformità.  Tutte le piante della coltura ibrida sono infatti figlie dei medesimi genitori e presentano quindi corredi genetici simili.

Oltre ad aggirare la depressione consanguinea, la tecnica degli ibridi produce un effetto collaterale interessante:  le cultivar ibride sono produttive soltanto alla prima generazione.

Proprio per l’uniformità genetica che garantiscono tali colture sono gravate da una depressione consanguinea di ritorno:  in un campo ibrido la fecondazione avviene tra piante sorelle e dunque inadatte a essere incrociate.

Grazie a questo effetto collaterale, le varietà ibride sono a tutti gli effetti tecnologie di restrizione dell’uso perché impongono ai contadini di comprare nuove sementi ogni anno.

 
(tratto dalla tesi di dottorato di Tommaso Venturini, Seminare Vento, liberamente scaricabile dal web)

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