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Sabato 06 Ottobre 2012 14:04
Rilasciati gli antifascisti greci
L'intervento antifascista in Grecia
è sempre più presente da quando Alba Dorata, travestiti da “comitati di
residenti e commercianti” attaccano, aiutati da bande ufficiali
statali, gli immigrati con azioni neonaziste. Contro questi attacchi
sono nate le pattuglie antifasciste.
La
notte del 15 settembre ha avuto luogo la prima moto – pattuglia,
seguita dalla manifestazione, sempre in sella alle moto, del 22
settembre nel centro di Atene. Il 30 settembre un terzo intervento
antifascista riuscì a colpire tre neonazisti che cercavano di
ostacolare il pattugliamento motorizzato nei pressi del quartiere di
Aghios Panteleimonas nel centro di Atene.
La
rivalsa non si fece attendere e verso sera la DELTA (unità della
polizia motorizzata greca) aggredì il corteo motorizzato. Gli
antifascisti vennero inseguiti e caricati, alcuni arrestati, le loro
moto sequestrate dalla polizia. Alla fine si conteranno fra gli
arrestati 15 antifascisti, portati nel commissariato di polizia di
Viale Alexandras, senza accesso ad un avvocato.
Il
giorno dopo, 1 ottobre, presso la Corte di Evelpidon in 300, fra
compagni e compagne, si radunarono in solidarietà con gli arrestati. Il
procedimento venne rinviato al giovedi seguente; in serata la polizia
effettuò nuove cariche, con inseguimenti nelle strade limitrofe,
all'interno del cortile del tribunale di Evelpidon. Molti fermi fra i
compagni, 4 si commuteranno in arresti.
I
4 compagni arrestati il 1 ottobre verranno trattenuti nella sede della
polizia fino al loro processo, mentre i 15 antifascisti arrestati il 30
settembre rimangono in detenzione all'interno del commissariato di
polizia di Viale Alexandras.
Leggi il comunicato degli antifascisti arrestati.
Poche parole dalle celle di detenzione del 7° piano del quartier generale della polizia di Atene
Anche
se sono già passati tre giorni dal nostro arresto durante il
moto-corteo antifascista della (Domenica 30/9), pensiamo che sia bene
chiarire un paio di cose anche adesso.
Dopo
un richiamo di manifestazione per Domenica 30/9, un moto-corteo
antifascista con l’affissione di manifesti ha avuto luogo nel centro di
Atene, il quale è partito da Exarchia. Questa dimostrazione è stata una
risposta ai pogrom fascisti ed agli attacchi contro gli immigrati che
si svolgono in diverse aree del centro di Atene da parte di bande
fasciste, che sono travestite da “comitati di residenti e commercianti”
e agiscono con l’aiuto di bande ufficiali statali.
In
questo momento, non siamo interessati ad analizzare o spiegare qui la
relazione data e banale dell’Alba Dorata (Chrissi Avgi) con la polizia
greca.
Subito dopo la che la
pattuglia sia stata attaccata dai (cittadini) albadorati, vi è stato un
assalto dai poliziotti della unità di polizia moto DELTA, che ha
seguito la parte posteriore del corteo, guidando anche dai vicoli
paralleli.
Alla fine 15 combattenti
antifascisti sono stati catturati, sia uomini che donne. Essi sono
stati feriti in varie parti del loro corpo, come la testa, le braccia e
le gambe, mentre i poliziotti hanno utilizzato anche pistole taser
(armi elettroshock).
Siamo stati
portati al 6° piano della questura di Atene, di fronte al Dipartimento
di protezione della costituzione dello stato, dove la notte è stata
accompagnata da percosse, minacce, tirate di capelli, e bruciature
delle squadre DELTA che hanno preso delle foto per i loro album privati
mentre ci stavano vigilando.
Minacce
come “Ora che sappiamo chi siete, vi seppelliremo proprio come i vostri
nonni durante la guerra civile” sono indicativi del terrorismo che i
cretini pretori della squadra DELTA hanno cercato di infliggere su di
noi. Nello stesso tempo, non ci era permesso di comunicare con avvocati
o medici per 19 ore consecutive. Il giorno successivo, dopo aver fatto
un trasferimento-show, al fine di prendere i nostri profili sospetti,
in ultima analisi, ci hanno portato ai tribunali della ex scuola
militare di Evelpidon.
Mentre
eravamo ancora alla corte, le forze della polizia anti-sommossa hanno
attaccato i solidali raccolti, picchiando ferocemente molti di loro.
Un
totale di 25 persone sono state arrestate, ed infine, quattro arrestati
sono stati incriminati. Dal momento del loro arresto, sono stati
trasferiti su al 6° piano della questura, dove i poliziotti hanno
attuato una tattica simile di intimidazioni, tra cui perquisizioni
umilianti.
Dopo una decisione vendicativa senza precedenti, la
detenzione temporanea dei 4 arrestati è stata prorogata per altri tre
giorni (fino il Venerdì), mentre la detenzione temporanea dei 15
arrestati iniziali è stata prorogata fino il Giovedì.
Ci
hanno portato nelle celle di detenzione al 7° piano della questura, in
un reparto sovraffollato (destinato a 30 persone, mentre al momento 80
persone “vivono” lì in condizioni incredibilmente squallide), nel
tentativo di rompere “i nostri nervi”.
Tuttavia, abbiamo incontrato una
sensazione davvero eccezionale di solidarietà da parte di persone che
sono stati “dimenticati” fino a tre mesi in questo posto.
Nel
mezzo della “crisi economica” sempre più persone sono spinti alla
povertà e alla miseria, il cannibalismo sociale viene premiato come
virtù, il fascismo sta sollevando la testa nelle nostre località e nei
quartieri, l’offensiva dello Stato è stata intensificata a tutti i
livelli, in mezzo a questo periodo, opzioni che promuovono
l’auto-organizzazione, la solidarietà, l’aiuto reciproco e l’azione
diretta sono quelli che possono non solo ostacolare la paura, che
cercano di imporre sulla nostra vita, ma porsi come la prospettiva di
una diversa organizzazione sociale.
Arrestati del 30/9 e del 1/10
Nei
giorni seguenti si tenne un'assemblea nella Scuola Politecnica per
discutere gli ultimi aggiornamenti sugli arrestati, la costruzione di
una campagna di solidarietà per raccogliere fondi per le spese legali e
la necessità di azioni future contro i neonazisti di Alba Dorata.
Il
4 ottobre i 15 arrestati vengono tradotti nel tribunale di Evelpidon
davanti al giudice istruttore, il quale nega gli arresti domiciliari in
opposizione alla richiesta fatta dai pubblici ministeri. Durante
l'udienza, reparti in tenuta antisommossa carica, in modo del tutto
gratuito, il presidio indetto dai compagni e familiari degli arrestati.
Molti feriti ma nessun fermo.
Di seguito il testo dei 15 arrestati, dal tribunale di Evelpidon
“Oggi,
lo Stato ha dichiarato guerra civile. Coloro che non sono uccisi dai
coltelli fascisti vengono mandati in prigione attraverso decisioni
giudiziarie della giunta.
Chiamiamo
i combattenti e tutti coloro che sentono che la DIGNITÀ, LA
SOLIDARIETÀ, L’UGUAGLIANZA e LA LIBERTÀ non sono parole vuote, ma un
atteggiamento di vita, di rendersi conto del momento storico in cui
viviamo e di agire di conseguenza.
Le idee non possano essere represse, né imprigionate.
I 15 arrestati, uomini e donne antifascisti/e ”
A
causa della controversia tra i pubblici ministeri e il giudice
istruttore, la causa viene portata al Consiglio giudiziario.
Nel
frattempo i 19 arrestati continuano a rimanere in stato di fermo nella
sede della polizia di Viale Alexandras.
Il
5 ottobre il Consiglio giudiziario rilascia i 19 arrestati decidendo
per gli arresti domiciliari.
Intanto il procedimento viene rinviato a
venerdì 12 ottobre.
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