- Samir Hijjawi - Tradotto da Marilena Inguì
Strade vuote… corpi ammassati nei vicoli… teste mozzate… arti amputati… neonati con la testa staccata dal corpo, adagiati sui seni di madri anch’esse senza vita… Donne incinte, dai grembi squarciati e gli intestini riversati fuori… corpi gonfi…
Qui Sabra e Shatila…
qui la morte profonda…
qui l’odore di sangue è ovunque…
qui immagini che non si dimenticano…
Qui la nuvola nera e i demoni dell’inferno più oscuro…
qui Israele, la Falange, le Forze libanesi e l’Esercito del Sud-Libano…
qui Sharon, Elie Hobeika e Sa’ad Haddad… e sotto la loro protezione Bashir Gemayel ed un gruppo di delinquenti…
qui gli assassini che non esitano ad uccidere.
Chi dice che il sangue si dimentica?…
E chi dice che il sangue dei palestinesi sia un sangue a buon mercato?…
Chi dice che 3500 palestinesi uccisi a Sabra e Shatila andranno via come il vento e saranno dimenticati?…
Quello è un sangue che resiste all’oblio… e non è l’unico, tutto il sangue palestinese resiste all’oblio poiché esso è la memoria della tristezza palestinese che accetta il dolore, da Deir Yassin, Kafr Qassem e Qibya a Tel Zaatar, Nahr al-Bared, Jenin e Gaza… Il destino dei palestinesi va da morto a morto, da sangue a sangue… dalla morte a causa dell’identità alla morte per soffocamento, per odio, per esclusione, per abolizione dei confini dalla Valle degli Scorpioni in Libia al Tanf sul confine siro-iracheno, dove anche Satana rifiuta di vivere.
Ecco il massacro di Sabra e Shatila… tre giorni, quaranta ore di massacro ininterrotto, corpi dilaniati, ventri squarciati, teste rovesciate, feti tirati via dai grembi delle madri… Quaranta ore intere senza fermare i coltelli, i proiettili ed i silenziatori… Quaranta ore che hanno immortalato tre giorni sanguinosi: 16, 17 e 18 settembre 1982… l’anno del massacro… il massacro dei palestinesi, dell’arabismo, dell’islam, della morale e dell’umanità.
Questo è il destino dei palestinesi, il cui nome è stato trasformato in un’accusa… Israele ha sterminato, ucciso, imprigionato, torturato alcuni fratelli e compatrioti per completare la sua operazione… l’operazione di sterminio e di eliminazione… Ha massacrato fino all’annientamento, promettendo ai palestinesi di colpirli sia in patria che all’estero.
Un’operazione di genocidio brutale, di odio nero, di assassinio dell’identità, perpetrato dall’esercito israeliano legittimo e dalle forze libanesi maronite e falangiste cristiane con la milizia di Sa’d Haddad. Un’operazione che non conosce che l’omicidio e la criminalità.
Racconta Amnon Kapeliuk: “Il massacro continuò per 40 ore ininterrottamente e fin dai primi momenti fu colpita una grande quantità di persone. Solo nelle prime ore i falangisti uccisero centinaia di persone, spararono su ogni cosa si muovesse, distrussero le porte delle case e diedero il colpo di grazia a famiglie intere… A volte, come se uccidere non bastasse, tagliavano membra dai corpi prima di finirli, fracassavano teste di bambini e neonati sulle pareti. Altre volte lasciavano vivo uno dei membri della famiglia uccidendo gli altri davanti ai suoi occhi affinché andasse a raccontare ciò che aveva visto e vissuto… I miliziani falangisti massacrarono solo una parte di palestinesi, mentre ad altri tagliarono lo stomaco, sparando sul resto. Tra essi c’era Zaynab, 29 anni, all’ottavo mese di gravidanza. Uccisero i suoi sette figli, poi tagliarono il suo stomaco, trascinando fuori il feto che posarono tra le braccia della madre, morta”.
I killer in seguito sono stati premiati… Sharon divenne primo ministro dell’entità israeliana ed anche Elie Hobeika fu nominato ministro, sostenuto dal regime “d’opposizione” a Damasco e alleato di Hafez al-Assad e di altri politici e uomini d’affari…
Il mondo piange giorno e notte il settembre sanguinoso degli Usamericani e ne ricorda le vittime il giorno dell’anniversario… Allo stesso tempo, i media di tutto il mondo si sono occupati pochissimo delle vittime del settembre di sangue di Sabra e Shatila. I diritti umani sono stati dimenticati anche in Belgio, dove sono state modificate perfino le leggi pur di non regolare i conti della carneficina di Sabra e Shatila… Ufficialmente la legge rimane, finché non arriva ai palestinesi e svanisce nell’aria come se non esistesse.
Non vogliamo aggiungere lamenti né rimuginare sul dolore e la tristezza. Vogliamo perpetuare la memoria dei palestinesi e degli arabi, perforata dai proiettili e dall’oblio. La memoria del popolo estirpato da ogni luogo, sia da nemici che da “amici e fratelli”… Una memoria dolorosa, che rivela una ferita sanguinante e che non smette di sanguinare… ma che si sviluppa da sofferenza in sofferenza… da Rafah nella Striscia di Gaza al campo profughi di Yarmouk a nord di Damasco, dal deserto iracheno orientale al campo “Cyber City” nella Giordania occidentale… E’ lo stesso popolo, la stessa sofferenza, lo stesso ricordo…
Il popolo palestinese ha impresso nella memoria tutto il sangue versato… perché il sangue non si dimentica mai, per quanto lungo sia il tempo trascorso.
Per concessione di Tlaxcala
Fonte: http://tinyurl.com/d6r787y
Data dell’articolo originale: 18/09/2012
URL dell’articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=8310
Strade vuote… corpi ammassati nei vicoli… teste mozzate… arti amputati… neonati con la testa staccata dal corpo, adagiati sui seni di madri anch’esse senza vita… Donne incinte, dai grembi squarciati e gli intestini riversati fuori… corpi gonfi…
Qui Sabra e Shatila…
qui la morte profonda…
qui l’odore di sangue è ovunque…
qui immagini che non si dimenticano…
Chi dice che il sangue si può dimenticare?
Chi dice che il sangue che sgorga dalle ferite e dalle anime può diventare semplicemente un ricordo?…Qui la nuvola nera e i demoni dell’inferno più oscuro…
qui Israele, la Falange, le Forze libanesi e l’Esercito del Sud-Libano…
qui Sharon, Elie Hobeika e Sa’ad Haddad… e sotto la loro protezione Bashir Gemayel ed un gruppo di delinquenti…
qui gli assassini che non esitano ad uccidere.
Chi dice che il sangue si dimentica?…
E chi dice che il sangue dei palestinesi sia un sangue a buon mercato?…
Chi dice che 3500 palestinesi uccisi a Sabra e Shatila andranno via come il vento e saranno dimenticati?…
Quello è un sangue che resiste all’oblio… e non è l’unico, tutto il sangue palestinese resiste all’oblio poiché esso è la memoria della tristezza palestinese che accetta il dolore, da Deir Yassin, Kafr Qassem e Qibya a Tel Zaatar, Nahr al-Bared, Jenin e Gaza… Il destino dei palestinesi va da morto a morto, da sangue a sangue… dalla morte a causa dell’identità alla morte per soffocamento, per odio, per esclusione, per abolizione dei confini dalla Valle degli Scorpioni in Libia al Tanf sul confine siro-iracheno, dove anche Satana rifiuta di vivere.
Ecco il massacro di Sabra e Shatila… tre giorni, quaranta ore di massacro ininterrotto, corpi dilaniati, ventri squarciati, teste rovesciate, feti tirati via dai grembi delle madri… Quaranta ore intere senza fermare i coltelli, i proiettili ed i silenziatori… Quaranta ore che hanno immortalato tre giorni sanguinosi: 16, 17 e 18 settembre 1982… l’anno del massacro… il massacro dei palestinesi, dell’arabismo, dell’islam, della morale e dell’umanità.
Un settembre nero, anzi rosso…
rosso sangue.
Questo è il destino dei palestinesi, il cui nome è stato trasformato in un’accusa… Israele ha sterminato, ucciso, imprigionato, torturato alcuni fratelli e compatrioti per completare la sua operazione… l’operazione di sterminio e di eliminazione… Ha massacrato fino all’annientamento, promettendo ai palestinesi di colpirli sia in patria che all’estero.
Un’operazione di genocidio brutale, di odio nero, di assassinio dell’identità, perpetrato dall’esercito israeliano legittimo e dalle forze libanesi maronite e falangiste cristiane con la milizia di Sa’d Haddad. Un’operazione che non conosce che l’omicidio e la criminalità.
Racconta Amnon Kapeliuk: “Il massacro continuò per 40 ore ininterrottamente e fin dai primi momenti fu colpita una grande quantità di persone. Solo nelle prime ore i falangisti uccisero centinaia di persone, spararono su ogni cosa si muovesse, distrussero le porte delle case e diedero il colpo di grazia a famiglie intere… A volte, come se uccidere non bastasse, tagliavano membra dai corpi prima di finirli, fracassavano teste di bambini e neonati sulle pareti. Altre volte lasciavano vivo uno dei membri della famiglia uccidendo gli altri davanti ai suoi occhi affinché andasse a raccontare ciò che aveva visto e vissuto… I miliziani falangisti massacrarono solo una parte di palestinesi, mentre ad altri tagliarono lo stomaco, sparando sul resto. Tra essi c’era Zaynab, 29 anni, all’ottavo mese di gravidanza. Uccisero i suoi sette figli, poi tagliarono il suo stomaco, trascinando fuori il feto che posarono tra le braccia della madre, morta”.
I killer in seguito sono stati premiati… Sharon divenne primo ministro dell’entità israeliana ed anche Elie Hobeika fu nominato ministro, sostenuto dal regime “d’opposizione” a Damasco e alleato di Hafez al-Assad e di altri politici e uomini d’affari…
Solo gli abitanti
di Sabra e Shatila hanno avuto un appuntamento con la morte.
Il mondo piange giorno e notte il settembre sanguinoso degli Usamericani e ne ricorda le vittime il giorno dell’anniversario… Allo stesso tempo, i media di tutto il mondo si sono occupati pochissimo delle vittime del settembre di sangue di Sabra e Shatila. I diritti umani sono stati dimenticati anche in Belgio, dove sono state modificate perfino le leggi pur di non regolare i conti della carneficina di Sabra e Shatila… Ufficialmente la legge rimane, finché non arriva ai palestinesi e svanisce nell’aria come se non esistesse.
Non vogliamo aggiungere lamenti né rimuginare sul dolore e la tristezza. Vogliamo perpetuare la memoria dei palestinesi e degli arabi, perforata dai proiettili e dall’oblio. La memoria del popolo estirpato da ogni luogo, sia da nemici che da “amici e fratelli”… Una memoria dolorosa, che rivela una ferita sanguinante e che non smette di sanguinare… ma che si sviluppa da sofferenza in sofferenza… da Rafah nella Striscia di Gaza al campo profughi di Yarmouk a nord di Damasco, dal deserto iracheno orientale al campo “Cyber City” nella Giordania occidentale… E’ lo stesso popolo, la stessa sofferenza, lo stesso ricordo…
Il popolo palestinese ha impresso nella memoria tutto il sangue versato… perché il sangue non si dimentica mai, per quanto lungo sia il tempo trascorso.
Per concessione di Tlaxcala
Fonte: http://tinyurl.com/d6r787y
Data dell’articolo originale: 18/09/2012
URL dell’articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=8310
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