Il ministro delle Finanze polacco, Mikolaj Budzanowski, ha annunciato
un enorme piano di investimenti per favorire lo sviluppo dei giacimenti
di gas di scisto in Polonia: 12,5 miliardi di euro
da oggi al 2020, dei quali 1,2 miliardi nei prossimi due anni. A luglio
Budzanowski aveva stretto accordi per 409 milioni di euro con cinque
società estrattive polacche.
La fretta della Polonia dipende dal fatto che il paese è
praticamente privo di gas convenzionale e da sempre lo importa dalla
Russia. Ai tempi dell’Unione Sovietica non era un problema, oggi lo è
visti i pessimi rapporti tra polacchi e russi. Gli attuali contratti di
fornitura di gas russo alla Polonia scadono nel 2022 e la speranza del
Governo è quella di vivere un boom del gas come quello americano e diventare energeticamente indipendenti.
Secondo le stime, sotto i piedi dei 38 milioni di polacchi ci sono 1.929 miliardi di metri cubi di gas non convenzionale (a fronte dei 14 miliardi di metri cubi di gas attualmente consumati ogni anno), ma per tirarli fuori bisogna dare via libera (e un bel po’ di soldi) all’industria del fracking.
Il ministro Polacco, a dirla tutta, sta giocando d’anticipo visto che non è ancora in vigore un regolamento europeo sulle estrazioni di shale gas e sul fracking. Tale regolamento, direttiva o emendamento a regolamenti già esistenti, dovrebbe arrivare nel 2013.
Nel frattempo, però, l’argomento shale gas è già caldissimo in Polonia.
Di pochi giorni fa, infatti, lo scoop del giornale Gazeta Prawna che ha scoperto un fatto inquietante: le società petrolifere attive nel fracking spiano i cittadini, i comitati e le ONG contrarie alla fratturazione idraulica degli scisti. E il Governo polacco lo sa ed è favorevole, poiché ritiene che chi non è d’accordo con le estrazioni dello shale gas sia un pericolo per la sicurezza pubblica.
quanti di quei 12,5 miliardi di euro verranno usati per continuare a spiare i cittadini con i soldi pubblici?
Secondo le stime, sotto i piedi dei 38 milioni di polacchi ci sono 1.929 miliardi di metri cubi di gas non convenzionale (a fronte dei 14 miliardi di metri cubi di gas attualmente consumati ogni anno), ma per tirarli fuori bisogna dare via libera (e un bel po’ di soldi) all’industria del fracking.
Il ministro Polacco, a dirla tutta, sta giocando d’anticipo visto che non è ancora in vigore un regolamento europeo sulle estrazioni di shale gas e sul fracking. Tale regolamento, direttiva o emendamento a regolamenti già esistenti, dovrebbe arrivare nel 2013.
Nel frattempo, però, l’argomento shale gas è già caldissimo in Polonia.
Di pochi giorni fa, infatti, lo scoop del giornale Gazeta Prawna che ha scoperto un fatto inquietante: le società petrolifere attive nel fracking spiano i cittadini, i comitati e le ONG contrarie alla fratturazione idraulica degli scisti. E il Governo polacco lo sa ed è favorevole, poiché ritiene che chi non è d’accordo con le estrazioni dello shale gas sia un pericolo per la sicurezza pubblica.
A questo punto una domanda diventa
legittima:
quanti di quei 12,5 miliardi di euro verranno usati per continuare a spiare i cittadini con i soldi pubblici?
Fonte: Energy Daily
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