Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

venerdì 26 ottobre 2012

CONDANNA A 4 ANNI DI CARCERE PER IL PIDUISTA BERLUSCONI

di Gianni Lannes

L'aspirante nuovo Presidente della Repubblica, già ex presidente del Consiglio dei Ministri,  
Silvio Berlusconi, già tessera numero 1816 della loggia massonica deviata Propaganda 2
governata da Eugenio Cefis (& mister Licio Gelli) - è stato condannato a 4 anni per frode fiscale nell'ambito del processo Mediaset.  Il presunto "socio occulto" di Silvio Berlusconi, il prenditore Frank Agrama, è stato condannato a 3 anni di carcere dal Tribunale di Milano, nel processo sulle irregolarità per la vendita di diritti televisivi e cinematografici.  
 
Berlusconi, inoltre, è stato condannato anche all'interdizione dai pubblici uffici per tre anni nell'ambito dello stesso processo. Insomma, un briciolo di giustizia terrena.  
 
Il tanto "onorevole" Berlusconi, già fodanatore di Forza Italia e poi del Pdl - rammentiamolo agli smemorati - non poteva addirittura candidarsi in ragione di una legge ancora in vigore - clamorosamente elusa dalla finta opposizione del centro sinistra - poiché titolare negli anni '90 di emittenti televisive.
 
Col meccanismo dei costi gonfiati nella compravendita dei diritti tv è stata realizzata una "evasione notevolissima".  Lo scrivono i giudici di Milano che hanno condannato fra gli altri Silvio Berlusconi a 4 anni, e che hanno letto in aula le motivazioni della sentenza "Non è sostenibile che la società abbia subito truffe per oltre un ventennio senza neanche accorgersene".  Lo sostengono i giudici nelle motivazioni della condanna a Silvio Berlusconi, definito "dominus indiscusso" della società, nell'ambito del processo Mediaset.  Sempre secondo i giudici invece c'è stato "un preciso progetto di eversione esplicato in un arco temporale ampio e con modalità sofisticate".  Silvio Berlusconi, "gestiva il sistema anche dopo la discesa in campo" politica. 

La condanna all'interdizione dai pubblici uffici per tre anni inflitta dal Tribunale di Milano a Silvio Berlusconi nel processo Mediaset non è immediatamente esecutiva, ma lo diventerebbe solo se la sentenza dovesse passare in giudicato, quindi con il terzo grado di giudizio. In questo caso, Berlusconi non potrebbe più ricoprire incarichi nè governativi nè parlamentari. 

Quasi 10 anni di indagini, ostacolate ed inframmezzate da un fiume in piena di leggi ad personam. Un'udienza preliminare convocata e continuamente aggiornata di mese in mese fino ai rinvii a giudizio nel 2006.  Quasi 6 anni di processo a singhiozzo tra richieste di ricusazione avanzate dai legali e l'istanza di astensione presentata dal giudice.  E ancora slittamenti dovuti al Lodo Alfano e al conseguente ricorso alla Consulta, richiesta di trasferimento del procedimento a Brescia, legittimi impedimenti di Silvio Berlusconi, cambi di capi d'imputazione.  

Ora Silvio Berlusconi rischia addirittura di diventare Presidente della Repubblica, a coronamento della sua folgorante carriera politica, caratterizzata, tra l'altro, dall'insabbiamento insieme al ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo (e al sodale Attanasio con la sua nave a Cetraro), del fenomeno delle navi dei veleni affondate nei mari italiani e dall'affidamento alla Ecoge, vale a dire alla 'ndrangheta, dello smantellamento della centrale nucleare di Caorso.
 

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