Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

venerdì 19 ottobre 2012

La Grecia ancora in piazza: scontri in piazza Syntagma, un morto

Durante le violenti cariche, che da diverse ore si stanno susseguendo, un uomo di 66 anni ha perso la vita.  Alla notizia, la rabbia della piazza cresce.
ore 20: Si è ormai conclusa da un paio d'ore la giornata di sciopero che ha paralizzato il paese da questa mattina.

Il secondo sciopero nel giro di poche settimane ha riconfermato l'alta partecipazione e la determinazione che hanno caratterizzato tutte le ultime mobilitazioni, portando sempre decine di migliaia di persone a convergere sotto la sede del Parlamento per gridare il proprio rifiuto alle politiche della Troika.

Nel tardo pomeriggio i sindacati hanno rilanciato per la prossima giornata di sciopero: l'appuntamento è per il 14 Novembre, data in cui si terranno manifestazioni anche in altre parti d'Europa.

ore 16.00: alcuni mezzi di informazione riferiscono che l'uomo morto nel primo pomeriggio era un lavoratore marittimo, iscritto al sindacato Pame, vicino al Partito Comunista greco (KKE). Nei momenti di più alta tensione, l'uomo è morto di infarto per l'inalazione dell'eccessiva quantità di gas lacrimogeni che saturavano l'aria della piazza. Nel frattempo, i capi di governo stanno arrivando a Bruxelles per il Consiglio Europeo che inizierà a breve.

ore 14.40: proseguono gli scontri in piazza Syntagma, dove la polizia continua a rispondere ai tentativi dei manifestanti di raggiungere il Parlamento.
Le violente cariche e l'uso spropositato dei gas lacrimogeni hanno già causato diversi feriti (alcuni gravi), mentre è di pochi minuti fa la notizia che negli scontri ha perso la vita un uomo di 66 anni.
Al momento non ci sono dettagli ulteriori sulla morte del manifestante ma la notizia ha subito portato ad un aumento della rabbia che riempie piazza Syntagma.
L'alta adesione allo sciopero, inoltre, ha causato una paralisi totali dei trasporti in tutto il paese.

ore 14: Dopo le provocazioni della polizia avvenute questa mattina, quando gli agenti hanno spezzato in due e caricato il corteo che si dirigeva verso piazza Syntagma, poco fa sotto il Parlamento si sono registrati nuovi scontri tra manifestanti e forze dell'ordine.
Alcuni gruppi hanno assaltato i cordoni posti a difesa del Parlamento, facendo pressioni sulle transenne; la polizia ha risposto ancora una volta con granate stordenti e con un uso massiccio di gas lacrimogeni che ha ben presto saturato l'aria della piazza, costringendo i manifestanti ad arretrare temporaneamente di alcuni metri.
Nel frattempo sono moltissime le persone ancora in corteo che stanno confluendo verso piazza Syntagma; le prime notizie sui numeri della partecipazione allo sciopero parlano di decine di migliaia di persone nelle strade di Atene.
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Nella giornata di ieri il Financial Times rivelava il raggiungimento di un accordo tra la Grecia e i suoi creditori internazionali sulla quasi totalità dei tagli e degli aumenti fiscali necessari per il nuovo "pacchetto" di misure di un valore 13,8 miliardi di dollari. I due punti aperti (mercato del lavoro, tagli agli stipendi dei dipendenti pubblici), verranno risolti la prossima settimana alla ripresa dei negoziati con la Troika Ue-Bce-Fmi. 

E mentre il nuovo pacchetto di austerità richiesto dai creditori internazionali si avvicina, ieri è iniziata una nuova ondata di scioperi come da preludio a quello generale di oggi, in concomitanza con la riunione dei leader europei a Bruxelles per decidere gli ulteriori tagli a salari e pensioni. Per la seconda volta in tre settimane, il popolo greco si accinge quindi a scendere per le strade. Attraverso lo sciopero oggi è prevista la paralisi dei trasporti, la chiusura di uffici pubblici, così come di negozi e banche, mentre negli ospedali lavorerà solo il personale di emergenza.

Come di consueto, intorno a piazza Syntagma sono state costruite -a protezione del Parlamento- recinzioni metalliche supplementari a quelle già utilizzate in occasioni precedenti, mentre almeno 4000 agenti dei vari corpi di polizia sono stati mobilitati.

Manifestazioni non soltanto ad Atene, ma anche in altre città della Grecia. Cortei molto partecipati si sono svolti anche a Salonicco -15mila almeno i partecipanti- e a Kavala. Il corteo più grande, iniziato questa mattina in modo tranquillo, vede la partecipazione di almeno 50mila persone in piazza. I primi incidenti si sono verificati poco fa quando la polizia ha deciso di dividere in due il grande corteo che si dirigeva verso il centro di Atene, con la testa a poca distanza da piazza Syntagma dove la polizia ha iniziato a provocare. Le prime cariche sono partite con gas lacrimogeni, dando vita a piccoli tafferugli.  Una nuova giornata di lotta è quindi iniziata ad Atene, una parte del corteo ha già raggiunto piazza Syntagma mentre il flusso di gente ci si avvicina lentamente e con non poca tensione nell'aria.


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