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Dal 1 gennaio 2010 al 30 settembre 2012 sono state 78 le inchieste relative ad episodi di corruzione connessi ad attivita’ dal forte impatto ambientale. E’ quanto emerge dal dossier ‘Corruzione, le cifre della tassa occulta che impoverisce ed inquina il paese’ presentato stamattina da Libera, Legambiente e Avviso Pubblico presso la sede della Fnsi. Le inchieste analizzate hanno riguardato il ciclo illegale dei rifiuti (dai traffici illeciti agli appalti per la raccolta e la gestione dei rifiuti fino alle bonifiche); il ciclo illegale del cemento (dall’urbanistica alle lottizzazioni, dalle licenze edilizie agli appalti pubblici); le autorizzazioni e la realizzazione di impianti eolici e fotovoltaici; le inchieste sulle grandi opere, le emergenze ambientali e gli interventi di ricostruzione. La ‘corruzione ambientale’, si legge nel dossier, nel senso del suo impatto sul patrimonio naturale, sul territorio e sul paesaggio, e’ un veleno che attraversa il Paese: sono 15 le regioni coinvolte nelle inchieste, con 34 procure impegnate, omogeneamente distribuite tra Nord (13), Centro (11) e Sud Italia (10). Il maggior numero d’inchieste, invece, si e’ concentrato in Lombardia (15) seguita a pari merito, con 8 inchieste ciascuna da Calabria, Campania e Toscana. Le persone arrestate complessivamente, per reati che vanno dalla corruzione all’associazione a delinquere, dal traffico illecito di rifuti al riciclaggio, dal falso in atto pubblico alla truffa aggravata, sono state 1.109. Il dato disaggregato per aree geografiche evidenzia da un lato il primato, per numero di arresti, delle regioni dell’Italia Nord Occidentale (esattamente 442, pari al 39,9%) e dall’altro l’incidenza rilevante delle regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), con 409 ordinanze di custodia cautelare pari al 36,9% del totale nazionale. ”Numeri – rileva il rapporto – che dimostrano quanto sia stretto il legame tra corruzione e mafie. La Calabria guida la classifica nazionale per numero di persone arrestate (224), seguita da Piemonte (210) Lombardia (209), Toscana (154) e Campania (130).
Una corruzione ambientale che miete ogni anno altre vittime”.
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Particolarmente allarmante, poi, quella che Libera, Legambiente e
Avviso Pubblico chiamano ‘corruzione ambientale’: dal primo gennaio
2010 al 30 settembre 2012 sono state 78 le inchieste relative ad
episodi di corruzione connessi ad attivita’ dal forte impatto
ambientale, che hanno riguardato soprattutto il ciclo illegale dei
rifiuti, del cemento, le autorizzazioni e realizzazioni di impianti
eolici e fotovoltaici, gli interventi di ricostruzione. La corruzione
ambientale, spiegano, attraversa l’intero Paese: sono 15 le Regioni
coinvolge nelle inchieste con 34 Procure impegnate ma il maggior numero
di inchieste e’ concentrato in Lombardia, seguita da Calabria, Campania
e Toscana. Andando a vedere il dato disaggregato per aree geografiche,
i numeri dimostrano quanto sia stretto il legame tra corruzione e
mafie. Altro dato significativo e’ quello delle tangenti sulle grandi
opere; su 33 grandi opere oggetto di indagine nel triennio 2007-2010,
il costo sostenuto dalle casse pubbliche e’ passato dai 574 milioni di
euro dell’assegnazione iniziale a 834 milioni di euro; s i tratta di un
onere aggiuntivo per i cittadini pari al 45% del valore iniziale di
aggiudicazione.
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