Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

mercoledì 3 ottobre 2012

Colombia, scontri tra venditori ambulanti e polizia. 39 arresti

Il centro della seconda città più grande della Colombia, Medellin, è stata ieri teatro di guerriglia e scontri tra venditori ambulanti e polizia. A scatenare la rabbia dei venditori ambulanti la totale assenza di diritti commerciali che da sempre li affligge.

Di fronte alla realtà colombiana nella quale milioni di persone sono disoccupate, il commercio ambulante diventa per molti l'unica alternativa di sostentamento economico, un'alternativa a cui evidentemente il governo non riesce a far fronte, anzi preferisce fare promesse senza curarsi delle conseguenze. Ieri infatti era previsto un incontro con i funzionari dell'amministrazione locale per cercare di far fronte alla situazione.

All'incontro erano presenti i venditori ambulanti, ma come in ogni beffa che si rispetti, nessun funzionario si è presentato, determinando un crescendo di rabbia.

Di fronte all'assenza più assoluta del governo locale, i commercianti sono scesi in strada in segno di protesta e hanno bloccato le vie principali della città. La risposta della polizia non ha tardato a farsi sentire e con idranti e gas lacrimogeni ha tentato di disperdere la manifestazione. Ma i venditori ambulanti, decisi tutt'altro che a tornare a casa, hanno resistito, rispondendo alla polizia.

Gli scontri sono durati per tutto il pomeriggio di ieri, tanto che il sindaco della città ha convocato un consiglio straordinario finito il quale ha confermato che 39 persone, tra quelle che hanno manifestato, sono state fermate.

Nessun commento:

Posta un commento