Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

venerdì 5 ottobre 2012

Inceneritore di Brescia sotto accusa, Arpa: “Violazioni ed omissioni”

AVVISO PER TUTTA LA CITTADINANZA: 

SABATO 20 OTTOBRE CORTEO CITTADINO CONTRO “L’INCENERITORE DEI CASTELLI ROMANI”, ORE 15:00 PIAZZA GIUSEPPE MAZZINI, 
ALBANO LAZIALE. 

SEGUIRANNO INFO PIU’ DETTAGLIATE.
 (Fonte articolo, clicca qui

Non c’è sola la fumata nera dello scorso 8 agosto nel fascicolo aperto dalla Procura di Brescia, ma è l’intera attività del termoutilizzatore sotto inchiesta. 

L’indagine scaturisce dal black-out che diede luogo alla lunga fumata scura visibile in città per un’ora, e che causò un innalzamento delle emissioni, ma prende poi in esame anche le procedure operative quotidiane dell’inceneritore sulla base della relazione Arpa presentata nei giorni scorsi agli organi competenti (Regione, Provincia, Comune, Prefettura e A2A). 

Per i pm si configura una “mancata ottemperanza rispetto a quanto indicato nell’atto autorizzativo Aia” (Autorizzazione integrata ambientale).  In particolare l’Agenzia regionale per l’ambiente avrebbe rilevato alcune mancanze da parte dell’azienda nella rilevazione dei microinquinanti sulla seconda linea del termo utilizzatore. 

“A seguito dell’incidente” si legge nella relazione, “su tutte le linee si sono verificati dei superamenti dei limiti di emissione in atmosfera per i parametri di valutazione dell’efficacia della combustione”. 

Arpa avrebbe dunque rilevato che “il blocco dell’alimentazione dei rifiuti non è stata documentata dal sistema di misura in continuo alle emissioni, per la linea 1, in quanto il segnale di chiusura non si è attivato” (violazione dell’art. 8 del D.Lgs 133/2005).  Mancherebbe poi la documentazione che attesta la messa a regime degli impianti, mentre sulla linea 2 dell’inceneritore il monitoraggio degli inquinanti è stato effettuato solo per la prima mezz’ora dall’incidente dell’8 agosto. 

Secondo quanto riscontrato dall’Arpa, la linea 2 “evidenzia un valore di diossine che è superiore di tre ordini di grandezza rispetto all’andamento registrato nelle altre due linee e rispetto all’andamento storico”.  Anche il giorno successivo alla fumata nera il monossido di carbonio è risultato essere sopra i limiti consentiti dalla legge.  Di qui il riscontro sull’inottemperanza dell’Aia.

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