Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

giovedì 28 ottobre 2010

Pontina Ambiente minaccia : "sabato chiudo la discarica di Albano Laziale"

Una dozzina di sindaci uniti scrivono al Prefetto: temono che l’azienda che gestisce i rifiuti metta in atto davvero la minaccia di chiudere la discarica di Roncigliano, se entro tre giorni non arriva un provvedimento straordinario dalla Regione che consente di allargarne in via eccezionale la capienza.

La giornata di oggi è stata a dir poco frenetica, sul fronte dei rifiuti castellani. Si è aperta con l’udienza del Tar che doveva decidere sui ricorsi contro l’inceneritore: i giudici hanno scelto di prendere tempo per esaminare più a fondo la questione ed eventualmente affidare ad un loro esperto la perizia superpartes sul progetto presentato da Coema.  Subito dopo, i sindaci che hanno presentato ricorso insieme ad altri di comuni interessati si sono riuniti d’urgenza. Ci sono sul piatto tre lettere che Pontina Ambiente (una delle parti di Coema, gestore della discarica) ha inviato negli ultimissimi giorni, dopo la manifestazione del 23 ottobre.  In sostanza, Pontina Ambiente, sollineando tra l’altro i costi aggiuntivi dovuti anche agli “sgambetti” dei comitati ambientalisti e chiedendo chi li pagherà, reclama un provvedimento urgente della Regione Lazio, altrimenti sabato, ossia tra due giorni, chiuderà la discarica. Per capire, bisogna fare un passo indietro, al dicembre 2009, quando i comitati locali fecero una visita alla discarica e controllarono le volumetrie. Per loro, il quarto, il quinto e il sesto invaso erano già oltre il limite. Partono gli esposti, che diventeranno otto nell’arco di qualche mese.  Qualche giorno dopo la visita dei comitati, la Regione invia i suoi esperti a verificare.  Ad un primo esame sembra tutto a posto, ma la Regione chiede all’azienda di produrre una perizia giurata entro pochi giorni al fine di avere una documentazione ufficiale. L’azienda ci mette un po’. La relazione dell’esperto Guido Baldi arriverà in realtà a fine maggio 2010 e senza essere “giurata”. Si dice ancora una volta che è tutto regolare, anzi, gli invasi risultano sotto la volumetria autorizzata. Nel frattempo ai primi esposti si sono aggiunti gli altri. Il 23 settembre l’Arpa compie una nuova verifica e accerta serie irregolarità: gli invasi sono troppo pieni. E’ la stessa Regione, però, a suggerire la via d’uscita: trattandosi di emergenza, si procederà ad un decreto “d’emergenza”, appunto. E’ questo che Pontina Ambiente oggi reclama. Ed è su questo che la dozzina di sindaci chiede la supervisione e l’intervento del Prefetto.

Qualcosa non torna: possibile che la Regione che accerta serie irregolarità già a monte preveda di superarle con un decreto?

Possibile che l’azienda possa fare la voce grossa e pretendere il decreto altrimenti chiude la discarica?

(Fonte articolo, Il Refuso, clicca qui)

martedì 26 ottobre 2010

Inceneritore Castelli Romani, le istituzioni a sostegno dei Cittadini

Domani udienza di merito al TAR del Lazio. I Castelli Romani chiedono la bocciatura dell’impianto Ama- Acea- Cerroni.
 
L’associazione Differenzia-ti desidera ringraziare tutti i cittadini che hanno partecipato al corteo  contro l’inceneritore dando risalto alle nostra attività di informazione e coinvolgimento civile. Ringraziamo inoltre tutti coloro che ci seguono con viva partecipazione e sensibilità. Se siamo ancora qui è grazie a voi cittadini.

La manifestazione di sabato 23 ottobre per protestare contro l’apertura dell’inceneritore di Roncigliano è stata davvero un successo di pubblico e di partecipazione, il trionfo della voce di una collettività ormai stanca di subire decisione calate dall’alto. Il bagno di folla di Albano è stata la risultante di tre anni di lavoro e sensibilizzazione del comitato “No inceneritore”, mai domo nel voler difendere il diritto alla salute della comunità. Un comitato, quello castellano, a cui nessuna istituzione (a parte qualche raro caso) all’inizio dava una lira di credibilità e al quale adesso le amministrazioni devono inchinarsi quanto a coinvolgimento e impegno sul territorio. Il riconoscimento del lavoro dell’associazione cittadina è arrivato proprio nella protesta di sabato scorso, a cui hanno partecipato fior fiori di sindaci, assessori provinciali e consiglieri regionali. 

Una valanga istituzionale, che darà senza dubbio vigore alla battaglia politica e legale che il “No Inc” e il suo rappresentante legale Castri stanno conducendo per far cambiare idea alla Regione Lazio, e che vedrà il suo culmine domani 27 ottobre con il pronunciamento del Tar del Lazio. Castellinews.it è andata tra i politici a scovare commenti eccellenti sull’iniziativa popolare, sondando umori e riflessioni. A cominciare con l’assessore della Provincia di Roma, Amalia Colaceci, una delle più sensibili alla protesta e fautrice da sempre delle istanze contro l’inceneritore: «Come sai io sono contraria da sempre all’impianto di Albano così come a quello di Colleferro. La manifestazione è un bellissimo segnale, visto lo spirito pacifico con cui è stata organizzata e le migliaia di cittadini che sono scesi in piazza. Anche Zingaretti – ha aggiunto l’avvocatessa di Genzano – è vicino alla comunità e già una volta aveva partecipato ad una iniziativa organizzata dal comitato “No inceneritore”. Soluzioni alternative? Intanto la raccolta differenziata, che è un fiore all’occhiello dell’Amministrazione provinciale e speriamo di estenderla prima o poi su tutto il territorio».  Della stessa idea anche il fresco candidato a sindaco di Marino, Ugo Onorati: «Sono d’accordo, va fatta una raccolta differenziata porta a porta ed eliminare l’inceneritore di Albano, che andrebbe inutilmente ad aggiungersi ai già due presenti sul nostro territorio e non ancora attivi come potrebbero. 

La manifestazione del comitato è un segnale forte per la Regione Lazio e per tutti coloro che hanno la responsabilità pubblica. La classe dirigente deve mettersi una mano sulla coscienza». 

Perentorio e schietto, poi, il primo cittadino di Genzano Ercolani: «Siamo fiduciosi che la questione possa essere rivista in senso positivo nella tutela del diritto alla salute dei cittadini e del territorio. Non vogliamo che nessuna decisione cali più dall’alto, sia sull’inceneritore, sia sul problema degli ospedali. Vogliamo discutere inter pares come gestire il nostro territorio, siamo duecento mila e le nostre opinioni non credo valgano meno dei potentati che circolano in giro». Accanto a Ercolani, con la fascia tricolore ha fatto bella figura il sindaco di Lanuvio Leoni, che ha riconosciuto il ruolo fondamentale dei cittadini, affinché la vicenda dell’inceneritore acquistasse peso specifico : 

«Questa è la manifestazione della gente, che vuole esprimere in prima persona quelle che sono le esigenze di un territorio. Io credo che dopo un percorso che ha visto coinvolgere gli enti locali in maniera timida nella prima fase, ha vissuto un secondo tempo più aggressivo che ha dato forza alla voce della collettività. Sarebbe davvero un peccato se la Regione Lazio non sapesse ascoltarla». Già, sarebbe davvero un peccato. Un peccato che l’avvocato Castri farà di tutto per evitarlo, nolente o volente: «Intanto facciamo presente che dopo tre anni di assemblee pubbliche e sit in, ci sono otto amministrazioni del bacino dei Castelli Romani che appoggiano esternamente il nostro ricorso al Tar. C’è grande soddisfazione per la partecipazione dei cittadini e dei numerosi rappresentanti istituzionale anche provinciali e regionali. Speriamo che il 27 ottobre il pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale sia a nostro favore». Dalle nostri parti lo sperano tutti. (Fonte:  Castellinews)

lunedì 25 ottobre 2010

i Castelli Romani hanno parlato : e dicono NO



Categoria: Notizie e politica
I Castelli Romani rispondono all’appello.

Ed è una risposta forte, massiccia e di spessore che inguaia la Regione Lazio perchè la cittadinanza di questo impianto non ne vuole proprio sapere. Migliaia di cittadini hanno sfilato nel corteo di oggi, una manifestazione civile, composta e viva come da tradizione, per un NO fermo e deciso ad un impianto speculativo, dannoso ed ancestrale che la cittadinanza rifiuta. Accanto ai cittadini dei Castelli Romani, finalmente, anche i sindaci del comprensorio che ribadiscono il proprio NO a questo impianto appoggiando i comitati direttamente al Tar Lazio. Oltre 3.000 persone, tre paesi, dieci sindaci e migliaia di altri cittadini formalmente contrari. Il Tar Lazio bocci l’impianto.



’Lotta a Roncigliano come a Terzigno’. Con questo slogan un corteo con “miglia di persone”, secondo gli organizzatori, ha sfilato per dire ‘No all’inceneritore ad Albano’. Per le strade dei Castelli Romani, ha fatto sapere il coordinamento, “ci sono stati anche i sindaci con la fascia tricolore”, e questo “è importante in vista del pronunciamento del Tar” previsto il 27 ottobre. Gli organizzatori hanno precisato che si registra “la presenza di quasi tutte le amministrazioni che hanno si sono costituite ‘ad adiuvandum’ al Tar”. A sfilare con la cittadinanza e le associazioni “quasi tutte la rappresentanze dei comuni dei Castelli”. Il corteo, partito alle 15 da Albano è arrivato a Genzano attraversando Ariccia. Anche l’Udc locale ha espresso la propria contrarietà all’impianto di Roncigliano. Il sindaco di Albano, il Pd Nicola Marini, non ha partecipato “a causa di impegni personali”, ma ha fatto sapere di essere “vicino ai cittadini per far valere le loro, e le nostre, ragioni”. Insomma, anche il Pd dice ‘no’ all’inceneritore. Da Marino hanno fatto sapere che “la coalizione di centrosinistra tutta, con una nutrita rappresentanza, ha partecipato alla manifestazione”.  A sfilare per le strade dei Castelli anche i Verdi, che con il presidente regionale Ferdinando Bonessio, chiede con insistenza “un serio piano di raccolta differenziata porta a porta”: “La Rgione Lazio deve mettere in campo una volta per tutte le risorse, i mezzi e le tecnologie per risolvere il problema dei rifiuti in maniera sostenibile – ha detto Bonessio – senza attentare alla salute dei cittadini, come si fa in tutto il resto d’europa e soprattutto senza favorire potentati economici che lucrano sulla gestione di inquinanti discariche e pericolosi inceneritori, mettendo a serio rischio le popolazioni”.  Ma il ‘no’ al termovalorizzatore è arrivato anche dai circoli di futuro e libertà di Albano, Ciampino, Velletri, Frascati, unitamente ai gruppi di Monte Porzio, Rocca di Papa, Monte Compatri, Marino, Ariccia e Ardea. Tutti esprimono la loro “contrarietà all’installazione dell’inceneritore”, ribadendo la “perplessità per le modalità con cui si è deciso, o sarebbe meglio dire imposto”, il progetto. Oltre ai finiani, hanno aderito anche i critici del Pdl: sono i sindaci di Marino e Nemi, che hanno votato delle delibere con cui hanno sancito il loro appoggio ai ricorsi al tar presentato dal coordinamento ‘no inceneritore’ contro l’impianto. Ma il fronte anti-inceneritore comincia a mostrare qualche crepa. “I comitati ‘No Inc’ di Albano ci hanno cacciato dal corteo contro l’inceneritore perché avevamo scelto di partecipare alla manifestazione con il Tricolore”, hanno denunciato i militanti di Futuro e Libertà. “Avevamo portato il Tricolore per sottolineare la necessaria trasversalità che – aggiungono – si deve raggiungere attorno a questioni come l’ambiente. I comitati di estrema sinistra, invece, ci hanno detto chiaramente che dello Stato e dei suoi simboli non ne vogliono sapere. Come se il territorio fosse solo roba loro”. “Nonostante il trattamento ricevuto – hanno aggiunto i militanti Fli dei Castelli Romani e del litorale – ribadiamo la nostra contrarietà all’inceneritore di Albano e ringraziamo le tante persone e rappresentanti istituzionali di ogni orientamento presenti al corteo che hanno manifestato solidarietà a noi e al Tricolore”. (Fonte, La Repubblica, qui)

L’eco della rabbiosa sollevazione a Terzigno rimbalza sino alle porte di Roma. E più precisamente ad Albano, dove nel pomeriggio di sabato 23ottobre circa mille cittadini hanno manifestato – in un corteo lungo la via Appia, sino a Genzano – contro l’installazione di un inceneritore di rifiuti. Una protesta che giunge il giorno dopo il sequestro, ordinato dalla procura di Velletri, di una cava a Lanuvio, sempre ai Castelli, dove sarebbero stati rilevati «valori anomali» nella lavorazione di residui nocivi. A sentire le ragioni del comitato che ha organizzato l’iniziativa di protesta ad Albano, «l’impianto, nocivo e che impoverisce le falde acquifere», sarebbe «irregolare. Infatti tra la prima e la seconda valutazione d’impatto ambientale – spiega Daniele Castri, rappresentante legale del coordinamento no all’inceneritore – è cambiato il progetto, passato da raffreddamento ad acqua ad uno ad aria. Ma per legge, nel caso di modifiche così importanti, tutte le autorizzazioni debbono essere rinnovate. Mentre così non è stato. Insomma, serve chiarezza».La data cruciale è quella di mercoledì 27 ottobre, quando il Tar del Lazio dovrà esprimersi su un ricorso presentato dalle associazioni cittadine che non voglio l’inceneritore, ancora da costruire ed autorizzato dalla giunta Marrazzo. Contrari al gassificatore sono i Verdi «perché non è stato condotto un serio studio epidemiologico e l’area dei Castelli – spiegano i consiglieri regionali Angelo Bonelli e Nando Bonessio – già affronta serie problematiche ambientali, come la scarsità delle risorse idriche e la cementificazione selvaggia». Intanto la Procura di Velletri prosegue l’ inchiesta sulla vicenda della cava di Lanuvio, trasformata da circa un anno in un gigantesco impianto per il deposito di rifiuti speciali. Per ora l’attività è sospesa e l’intera area è sotto sequestro giudiziario dopo una verifica effettuata dalla Polizia provinciale, sezione di Colleferro, che ha riscontrato alcuni valori anomali in un campione di residui di cartiera versati nell’ex cava.  (Fonte Corriere della Sera, qui)

E’ stata una manifestazione pacifica, con “un assaggio di inceneritore” nei fumi del motore del generatore elettrico che alimentava gli altoparlanti a cui si sono alternati i rappresentanti del coordinamento “No inceneritore”. Al corteo che nel pomeriggio di sabato 23 ottobre ha percorso Albano, Ariccia e Genzano per dire di nuovo no all’inceneritore, a pochi giorni di distanza dal pronunciamento del Tar sui ricorsi presentati dai “No inc”, c’erano anche tante fasce tricolori: quelle dei comuni che lo scorso agosto hanno sottoscritto un documento condiviso per richiedere al Tar la sospensiva della realizzazione dell’impianto. «Nelle ultime tre settimane molte di queste amministrazioni comunali si sono schierate ulteriormente con dei ricorsi ad adiuvandum, cioè a sostegno dei nostri», ha detto Daniele Castri, legale del coordinamento. «Per noi è un grande risultato». «Comunque si pronunci il Tar noi andremo avanti – ha detto all’altoparlante Gino, fisico, membro del coordinamento –. Non passeranno! Solidarietà alla gente di Terzigno». La manifestazione si è svolta senza incidenti. «Abbiamo stimato circa tremila partecipanti – ha continuato Castri –. È almeno il doppio degli altri cortei. La cittadinanza è sempre più sensibile all’argomento e sempre più contraria all’inceneritore». Come alternativa all’incenerimento, coordinamento e cittadini reclamano raccolta differenziata, riciclo e trattamento meccanico-biologico a freddo dei rifiuti, per recuperare il più possibile inquinando il meno possibile. (Fonte, Castellinews, qui)