Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

lunedì 30 settembre 2013

Bobina B.A.C & B.A.C Coil


Ecocreando dona al mondo questa tecnologia!

Bobina Bifiliare Chiusa Autoinduttiva 

Bifiliar Autoinductive Closed Coil

Visita il nostro FORUM 
per domande, risposte, discussioni 
 
Ogni idea è frutto di studi derivati da Nikola Tesla , Magnetismo, FluidoDinamica, ad ognuno il proprio merito e rispetto.  
Questo studio si prefigge di rendere alla portata di tutti, l'applicazione pratica dell' Energia che crea il tutto di cui l'elettromagnetismo è una manifestazione molto potente nella nostra realtà. 

Questa è la prima applicazione pratica, e la prima volta che si combinano queste tecnologie per il risparmio di energia nelle sue varie manifestazioni, e dell'acqua dell'utilizzo di tutti i  giorni, per ridurre inquinamento e costi.

 
"Perchè dal risparmio di oggi, parte l'economia delle tecnologie di domani"  Marco Cocca

"C'è vero progresso, solo quando i  vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti."  Henry Ford
 
Possibili applicazioni: 
Su tubi carburante Benzina - Diesel - GPL - Metano - Automobili - Moto - Barche - 
Scooter - Generatori Caldaie a Gas -
Forni a Gas - Fornelli a Gas

Maggior potenza, minor consumo 20-30% circa 
Fiamma e Combustione Migliorata

Un campo magnetico concentrato, prodotto dalla BOBINA BAC genera polarizzazione delle particelle di carburante e le carica positivamente, ed è in grado di bruciare più velocemente e quasi integralmente, diminuendo il consumo del carburante, e aumenta le prestazioni del motore (potenza, giri motore).
Le condizioni di combustione dalla miscela magnetizzata sono vicini a quegli ottimali, si riducono le sostanze tossiche e risulta, che da punto di vista della tutela dell’ambiente l’azione della  BOBINA BAC è simile all’azione della marmitta catalittica.  Inoltre il carburante magnetizzato non solo non si deposita sotto forma di sedimento o fuliggine su valvole, iniettori, cilindri o candele, ma le pulisce anche, dalle incrostazioni precedenti.  Di solito questo processo richiede del tempo, perciò l’efficienza ottimale, si raggiunge progressivamente.
Su Tubi portanti Acqua   
tubi impianto termosifoni   
Rubinetti  Doccie  Caldaie 
Eliminazione in parte, di depositi, odori, sapori di calcare, cloro e sostanze presenti nell'acqua.  Ciò che normalmente chiamiamo "ACQUA", è quasi sempre una 
"Soluzione di Acqua + Minerali e Metalli".
Quindi, vuol dire che nell'acqua sono sciolte altre sostanze tipo calcare , cloro , arsenico, fluoro e altro.  L'Acqua Magnetizzata, per la configurazione molecolare che assume, dagli esperimenti eseguiti sembrano dimostare la tendenza a "espellere da sè stessa"  le sostanze disciolte.  Cioè tende a rendere parte delle sostanze, INSOLUBILI, e comincia a pulire e decalcificare l'interno del tubo dove passa.  Si capisce dal fatto che si possono notare a occhio nudo, sul fondo di bicchieri e bottiglie trasparenti, residui e granellini delle sostanze addensate espulse dall'acqua. 
 
Altre info su Acqua Magnetizzata:  
Risultati ottenuti dalle 
sperimentazioni effettuate:

- riduzione del calcare 
in lavandini, lavatrici,  doccie, innaffaiatoi da giardino

- maggior assorbimento dell'acqua magnetizzata, da parte dei tessuti biologici e sintetici, con conseguenti migliori lavaggi con temperature + basse e meno detersivi.
- migliore pulizia della pelle, per la propria igiene, miglior pulizia nei lavaggi dei cibi.
Lavaggio con lavatrice
Situazione iniziale:
- lavatrice di 4 anni, lascia ancora macchie anche con additivo a base di "Ossigeno Attivo" e detersivo in capsule a 60 gradi
Successivamente:
- lavatrice lava bene, senza aloni e macchie, senza additivi, solo detersivo in capsula a 60 gradi
- dopo qualche lavaggio, i panni lavati sono piu' morbidi al tatto.
Acqua rubinetto cucina:
- l'Acqua inizialmente aveva molto calcare disciolto e il sapore non era piacevole affatto.
- dopo l'applicazione su tubo lavandino, mandata acqua fredda, si comincia sempre piu' a sentire  l'acqua "molto piu' leggera" al gusto, al palato.
- anche i cibi cotti con quest'acqua, sono piu' "digeribili", appesantiscono meno lo stomaco, a parità di quantità di cibo confronto a prima di essere preparati, lavati, puliti, cotti, con quest'acqua.
- lavaggio delle superfici senza lasciare aloni. 
- vetri e superfici + pulite e senza residui.
Veicoli a 2 - 4 ruote
- Consumo ridotto del 30% su camper  Ducato 2500 TD  Diesel anno 1984
- Consumo ridotto del 35 % su camper Ducato 2000 TD Diesel anno 1990
 
Stiamo testando ancora l'applicazionesu auto con centralina elettrica.
 
Ci possono essere risultati diversi da veicolo a veicolo, anche se stesso modello e alimentazione diversa: 1 a benzina e 1 a diesel.
Possibile anche dal fatto che utilizzino carburanti diversi con proprietà intrinseche diverse a livello molecolare atomico.
(Invitiamo anche altre persone a testare e confrontare i risultati ottenuti con Tutti, per poter migliorare ulteriormente e approfondire le ricerche)
 
 
Foto dei dispositivi sperimentali ancora durante i test, senza rivestimenti e rifiniture, che verranno applicate per i nostri associati
-
Informazioni tecniche, per chi è del settore. Brevetti e sorgenti in studio per la sperimentazione. 
Burner fuel line enhancement device
Numero di pubblicazioneUS5134985 A
Tipo di pubblicazione Concessione Numero domandaUS 07/647,330
Data di pubblicazione4 ago 1992
Data di registrazione28 gen 1991
Data di priorità28 gen 1991
Stato tariffa Scaduta
Pubblicato anche comeCA2079220A1Altri 6 »InventoriVelagapudi M. RaoAssegnatario originaleRao; Velagapudi M.
 
altre sorgenti presto pubblicate
Nel suo brevetto #512,340 , http://www.magnetricity.com/Bifilar.php

Nikola Tesla spiega che con una bobina standard di 1000 giri di filo, con un potenziale di 100 volts ai suoi capi, si ha una differenza di 0,1 Volt tra ogni giro di filo.
 
Una bobina Bifiliare simile, ha un potenziale di 50 Volts tra ogni giro di filo.  In questo caso l' Energia contenuta è una funzione del quadrato del voltaggio e l'Energia nella Bifiliare è 50x 50 / 0,1 x 0,1 = 2500 / 0,1 = Può generare 250,000 Volte piu' Energia in una bobina standard
 
La Bobina Bifiliare:

La bobina risponde 

+ veloce agli impulsi

Un campo magnetico 

+ potente prodotto

BackEMF maggiore prodotta 

quando il campo collassa

Uscita di Generatori Maggiorata


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Questi i collegamenti classici degli avvolgimenti di una bobina bifiliare standard di Nikola Tesla



Costruire la bobina B.A.C.  
Bifiliare Autoinduttiva Chiusa:

1) Tagliare 2 fili della stessa lunghezza ( almeno 2,5 metri l'uno)
 di filo elettrico di rame isolato da 1,5 mmq.
2) Avvolgere 30 giri sul tubo, senza mai far accavallare i fili, e fissare con del nastro isolante lasciando liberi al principio e alla fine almeno 10 cm di filo
Fate 3,4 giri iniziali e fissare subito con nastro.
Sarà + facile l'avvolgimento. Fissate la fine con nastro ben tirato.
3) Girare i fili verso il capo opposto fino a sovrapporli in lunghezza almeno di 5 cm.
Rimuovere con una forbice l'isolamento di plastica 
ai capi del filo per almeno 2 cm.
4) Unire assieme i 2 capi di filo  interni assieme, e i 2 capi del filo esterni assieme e nastrare il tutto.
Ulteriori di test sono da fare, come l'utilizzo di + fili, dimensione del filo maggiore o minore di 1,5 mmq, filo di acciaio isolato, filo di alluminio isolato, altri materiali e rivestimenti.
In sviluppo ulteriori miglioramenti, con altre tecnologie, frequenze di lavoro, materiali diversi, e una nuova combinazione per una soluzione con rendimenti maggiori.
 
Ecocreando sperimenta e costruisce per i suoi associati, dispositivi per l'utilizzo di questa tecnologia.
A breve l'elenco completo dei dispositivi disponibili.

La pagina verrà aggiornata con + informazioni fra qualche giorno. Grazie
 
Per Associarsi, ricevere i nostri dispositivi sperimentali, conoscere i costi e le modalità,
scriveteci a ecocreandorisparmio@yahoo.it
Marco Cocca - 26 -08 - 2013    Rome - Italy - Universe

La tribù delle noci sonanti


mercoledì 25 settembre 2013

Dichiarazione di principio – Come non pagare i debiti

di Antonino Fabio Ciaccio:   http://www.comenonpagare.com/

In questa pagina ho deciso di raccontare la storia del video che puoi vedere nella prima pagina del sito e mi rendo conto che, raccontando questa storia, racconto il manifesto del sito.

Se hai letto la mia storia, sai che realmente ho dovuto affrontare una grossa crisi finanziaria e che sono riuscito a superarla perché, invece di darmi per vinto, ho deciso di cercare una soluzione. Come sempre capita a chi cerca, ho trovato un po’ alla volta la mia strada. Il detto antico “Chi cerca, trova” non è casuale, visto che questo mi è successo proprio quando la situazione sembrava essere arrivata al punto di non ritorno e non potevo contare sull’aiuto di nessuno.

Anche tu, forse, in questo momento stai cercando la tua strada e oggi hai trovato me. Come vedi, si conferma la regola.

Qual è la lezione che si può imparare?


Adesso, però, voglio dirti un’altra cosa ancora. L’aspetto della mia esperienza che, a mio parere, potrebbe essere più importante per te è questo: se sei pronto a mettere in discussione la tua opinione, avrai la possibilità di scoprire molte soluzioni alternative per chiudere i tuoi debiti anche senza o con pochissimi soldi.

Parlo in questi termini perché a me è successo proprio questo: avevo delle credenze errate sui debiti, ma poi ho scoperto il metodo per raggiungere i miei obiettivi con i creditori… e mi sono dovuto ricredere su tutto quello che avevo pensato fino a quel momento sulle banche e sulle finanziarie.

Questo vale in generale per tutti gli aspetti della vita, ma nell’ambito degli argomenti di questo sito, ovvero riuscire a sistemare i propri debiti, posso dimostrarti che non c’è un solo modo di chiudere i tuoi debiti e l’unico modo non è dover pagare per forza tutto fino all’ultimo centesimo.

Lo ammetto, è successo anche a me di essere scettico: molti anni fa, quando ero nel pieno delle mie difficoltà economiche, ho visto un libro che parlava proprio di questo, ma ero talmente convinto che non potesse essere vero, da non decidere nemmeno di aprirlo. Per mia fortuna, nel tempo, ho capito che mi sbagliavo ed è stata la mia salvezza.

Ecco perché io ho deciso molto tempo fa che mi sarebbe piaciuto condividere ciò che stavo imparando con altre persone, in modo da potermi rendere utile con qualcosa che per me si stava rivelando di grande aiuto. Eppure non ne parlavo mai con nessuno, fino a quando non ho condiviso la mia esperienza su un forum e, successivamente, ad un raduno organizzato proprio dai membri di questo forum.

Come tutto è iniziato


L’accoglienza, se così si può dire, è stata formidabile e fin da subito sono state moltissime le persone, che mi hanno contattato in privato per ringraziarmi e per chiedermi di portare avanti la mia iniziativa. Il video che hai visto è stato registrato proprio nel corso di questo raduno.


Come iniziare a sistemare i debiti


Non si trattava di qualcosa di organizzato, anzi il mio è stato un intervento del tutto casuale in un momento in cui si era aperto questo argomento. E’ stato quando ho iniziato a parlare al microfono, che molte persone mi hanno riconosciuto come l’utente del forum.

Non mi sarei mai aspettato ciò che è successo: moltissimi mi hanno avvicinato, mi hanno chiesto la mia email, mi hanno chiesto consigli e mi hanno ringraziato… In quel momento è nato il progetto che ha dato vita al sito che stai leggendo.

Io non ho molto da dare e non sono una persona “più” speciale di altre, l’unica cosa che posso fare è condividere la mia esperienza raccontando ciò che ho fatto.

Ho ricevuto anche delle critiche


Voglio essere onesto con te fino in fondo e devo ammettere che ho ricevuto anche alcune critiche: la principale obiezione, che mi è stata fatta, è di non essere capace di guardare la cosa anche dal punto di vista del creditore… Quando ho accennato su Facebook di questa iniziativa alcuni miei amici, in privato, mi hanno raccontato la loro storia, dal loro punto di vista, ovvero da creditori che non riuscivano a farsi restituire i loro soldi.

Beh, innanzitutto voglio raccontarti un’altra cosa: una parte dei miei problemi è nata proprio nello stesso modo, ovvero con alcuni miei ex clienti che non mi hanno pagato fatture da migliaia di euro. Ecco la mia opinione in tutto questo: io ritengo sia una cosa sbagliata decidere a priori di non pagare un debito, ok? So che, forse, sembrerà strano leggere queste mie parole su questo sito, ma io non ho la minima intenzione di insegnare a tutti a contrarre dei debiti e, deliberatamente, a non restituire niente a nessuno. Questo non è corretto e non è leale! E io non sono d’accordo.

Se, però, ti trovi con le spalle al muro o se hai toccato il fondo, e non hai nessuna ragionevole speranza in cui credere, cosa ti resta da fare? Questo è ciò che è capitato a me, mi sono trovato a raschiare il fondo del barile, allora mi sono alzato in piedi e a testa alta, con dignità, ho cercato delle soluzioni dove le soluzioni non c’erano. E ho affrontato a viso aperto i miei creditori, trovando accordi con loro.

Tornando a chi mi consigliava di guardare la cosa del punto di vista dei creditori, io li ringrazio per lo spunto di riflessione, che onestamente mi è servito e dico proprio questo: io non ho bisogno di immaginare cosa si prova a non ricevere i propri soldi, perché ho provato anche a lavorare per mesi, anche la sera oltre all’orario di cena e poi ritrovarmi ad aver solo sostenuto le mie spese e… con un pugno di mosche. E non sto parlando solo di qualche migliaio di euro.

Ma a differenza di chi non mi ha restituito nemmeno un centesimo ed è sparito nel nulla, io ho provato a fare più che il massimo ed è ciò che ho offerto ai miei creditori.

Per quel che riguarda il discorso di banche e finanziarie… la musica è completamente diversa. Ti faccio solo un piccolo esempio, che cito anche nella mia guida: come si fa ad avere un debito di circa 4.900€, pagare tutti i mesi per 4 anni una rata di 147€ (per un totale di € 7.000 circa) e ritrovarsi con il debito residuo a 11.000€?

C’è qualcosa di perverso in tutto questo meccanismo e, se permetti, non ci vedo nulla di male nel trovare il modo di difendere la mia libertà da un sistema che non solo sembra studiato per macinare guadagni, ma per toglierci tutto, compresa la dignità!

Cosa ho intenzione di fare


Ciò che non potrò fare è seguire tutte le persone, ad una ad una nei loro rapporti con i creditori, perché, innanzitutto non posso esprimere dei pareri legali “ufficiali” e poi ancora prima di cominciare, ho iniziato a ricevere moltissime email o contatti su Facebook con casi privati specifici. Quindi, tutto il materiale gratuito, che trovi e troverai ogni settimana su questo sito, rappresenta il mio modo di rendermi utile. Ho creato anche una bellissima sezione per le domande e le risposte dove, oltre a me, anche altre persone possono dare il loro contributo. E, poi, c’è la mia guida in cui ho scritto tutto, ma proprio tutto quel che so sull’argomento, senza tenere nulla per me.

Ora ho scritto fin troppo e mi fermo qui. Ti auguro di fare una bella esperienza sul mio sito, ma soprattutto, sono sicuro che su queste pagine potrai trovare tanti spunti utili e concreti per poter realmente mettere una pietra sopra al tuo “periodo buio” e metterti i debiti alle spalle.

Prima di salutarti, voglio solo dirti che sia io che Elena abbiamo lavorato duro per realizzare tutto questo e ci abbiamo messo il cuore, fin dal primo momento e siamo sicuri che questo traspare leggendo la nostra guida. Per questo motivo sappiamo che sarà un lavoro che ci permetterà di renderci utili ed è un pensiero che mi fa stare veramente bene, anche perché sono sicuro, che molte persone con problemi di debiti, non sanno nemmeno da dove iniziare e non possono contare sull’aiuto di nessuno.

Cosa ti consiglio di fare


Ti invito veramente a condividere la nostra iniziativa con tutti i tuoi contatti: Facebook è ideale perché ti permette di inviare un messaggio a persone che magari nemmeno conosci, ma a cui potrai dare una grossa mano, se vedranno le pagina che stai leggendo tu. Alcuni dei miei amici hanno usato questa immagine e l’hanno salvata nelle immagini del loro diario Facebook. E lo stesso vale anche se hai un sito, sei un giornalista o un blogger. Anche se ciò di cui parlo, non riguarda gli argomenti che tratti di solito, potresti segnalare la mia iniziativa, perché purtroppo si tratta si un argomento molto trasversale, che riguarda tantissime persone (probabilmente ben più della metà delle persone che conosci).

E anche io te ne sarei immensamente grato.

Ricordati di leggere il primo modulo omaggio della mia guida e di iscriverti alla newsletter; sarà il modo migliore di avere un supporto passo passo, che ti accompagnerà fino a che avrai risolto tutto.

Alla tua felicità

UNA NUOVA ERA - NAC il tuo primo atto di sovranità

UNA NUOVA ERA il perdono del debito

N.A.C. Istruzioni Complete e Video | ComeNonPagare.com

N.A.C. Istruzioni Complete e Video | ComeNonPagare.com

Ecco perche’ i tuoi debiti non esistono | ComeNonPagare.com

Ecco perche’ i tuoi debiti non esistono | ComeNonPagare.com

domenica 22 settembre 2013

Video ECOBALLA 26 19 settembre 2013

http://www.telecountrynews.it/index.php?option=com_hwdvideoshare&task=viewvideo&Itemid=200&video_id=483

Il 40% della spazzatura urbana che finisce prima nel cassonetto e poi in discarica è costituita dal cosiddetto umido od organico.

Gli avanzi di casa come: carne, pesce, pasta, riso, le bucce della frutta , gli avanzi della pulizia della verdura; tutti gli scarti così detti organici: l’erba del prato, i fiori in fase di putrescenza, le foglie degli alberi, etc, possono essere inseriti in una compostiera con lo scopo di produrre, in circa 4 mesi, del terriccio–fertilizzante, detto anche compost.

La compostiera è un contenitore utilizzato per raccogliere la frazione organica dei rifiuti urbani durante la loro naturale decomposizione, che può essere tenuta in balcone, giardino o finestra.

Uno spreco di soldi versati direttamente nelle tasche dei soliti-noti imprenditori, certo, ma anche un grave danno per la salute e l’ambiente, perché se non adeguatamente recuperata, questa “frazione”, a contatto con le altre, diventa molto pericolosa.

Ancora peggio, certo, se questo umido o organico, anziché essere interrato, viene trattato e poi bruciato nelle cosiddette centrali a bio-massa, che di “bio”, ovviamente, non hanno davvero nulla; ne sono previste, tra l’altro, almeno tre ai Castelli Romani, una targata Volsca Ambiente e servizi spa, la municipalizzata di Albano, Velletri e Lariano. E pensare, certo, che da venerdì 25 gennaio scorso (2013) ad oggi, “grazie” al Decreto Clini/Sottile, la discarica di Roncigliano ha ricevuto, ogni giorno, 150 tonnellate di spazzatura indifferenziata proveniente da ROMA, FIUMICINO CIAMPINO E CITTA’ DEL VATICANO, per un totale (in soli otto mesi) di circa 35 mila tonnellate. Oltre alle 300 tonnellate circa al giorno, ovviamente, provenienti dai dieci comuni dei Castelli Romani (Albano, Marino, Castel Gandolfo, Rocca di Papa, Ardea, Pomezia, Ariccia, Genzano, Lanuvio e Nemi), per un totale (sempre in otto mesi) di circa 70 mila tonnellate. Totale generale: 105 mila tonnellate.

Una quantità pari ad 1/5 della capacità massima del VII invaso stimata, da progetto, in 500 mila (cinquecento mila) tonnellate, che invece dovrebbe durare ben otto anni. In soli otto mesi, quindi, abbiamo esaurito un quinto del VII invaso. Per capire ancora meglio, basta pensare che delle 105 mila tonnellate che, dal 25 gennaio scorso ad oggi, sono finite nella discarica di Roncigliano, l’umido o organico s’aggira intorno alle 40 mila tonnellate.

In attesa che la raccolta differenziata porta a porta - unica vera alternativa a discariche, inceneritori e centrali a biomassa - parta realmente in tutti e dieci i comuni dei Castelli Romani, per comprendere come funziona questo processo, semplice ed efficace, che ci permette di risparmiare soldi e di tutelare la salute umana e l’ambiente, abbiamo pensato, quest’ oggi, di sentire un residente del comune di Lanuvio, che lavora ad albano.

Un noto e stimato meccanico divenuto un vero esperto di compostaggio: GIANCARLO NARDI, eccolo qui, è tutto per voi.

sabato 21 settembre 2013

".. 2014 .. buona Catastrofe a Tutti .."

Fukushima, Tokyo ammette: 

il rischio-apocalisse è adesso

Era tutto vero: il pericolo Fukushima comincia solo adesso e il Giappone non sa come affrontarlo. Le autorità hanno finora mentito, ai giapponesi e al mondo intero: Fukushima era una struttura a rischio, degradata dall’incuria. Un impianto che andava chiuso molti anni fa, ben prima del disastro nucleare del marzo 2011. Da allora, la situazione non è mai stata sotto controllo: la centrale non ha smesso di emettere radiazioni letali. Tokyo finalmente ammette che, da mesi, si sta inquinando il mare con sversamenti continui di acqua radioattiva, utilizzata per tentare di raffreddare l’impianto. Ma il peggio è che nessuno sa esattamente in che stato siano i reattori collassati: si teme addirittura una imminente “liquefazione” del suolo.

L’operazione più pericolosa comincerà a novembre, quando sarà avviata la rimozione di 400 tonnellate di combustibile nucleare. Operazione mai tentata prima su questa scala, avverte la “Reuters”: si tratta di contenere radiazioni equivalenti a 14.000 volte la bomba atomica di Hiroshima. Enormità: bonificare Fukushima – ammesso che ci si riesca – richiederà 11 miliardi di dollari. Se tutto va bene, ci vorranno 40 anni.


da “Megachip”: le radiazioni potrebbero investire la Corea, la Cina e la costa occidentale del Nord America. Perché il peggio deve ancora arrivare: gli stessi tecnici incapaci, che hanno prima nascosto l’allarme e poi sbagliato tutte le procedure di emergenza, ora «stanno probabilmente per causare un problema molto più grande». Letteralmente: «La più grande minaccia a breve termine per l’umanità proviene dai bacini del combustibile di Fukushima: se uno dei bacini crollasse o si incendiasse, questo potrebbe avere gravi effetti negativi non solo sul Giappone, ma sul resto del mondo». Se anche solo una delle piscine di stoccaggio dovesse crollare, avvertono l’esperto nucleare Arnie Gundersen e il medico Helen Caldicott, non resterebbe che «evacuare l’emisfero nord della Terra e spostarsi tutti a sud dell’equatore». Un allarme di così vasta portata, che disorienta anche gli esperti più prudenti. Come Akio Matsumura, già consulente Onu, secondo cui la rimozione dei materiali radioattivi dai bacini del combustibile di Fukushima è «una questione di sopravvivenza umana».

Migliaia di lavoratori e una piccola flotta di gru, riferisce il “New York Times”, si preparano a «evitare un disastro ambientale ancora più profondo, che ha già reso la Cina e gli altri paesi vicini sempre più preoccupati». Obiettivo, neutralizzare le oltre 1.300 barre di combustibile esaurito dall’edificio del reattore 4. E’ come sfilare sigarette da un pacchetto accartocciato, avverte Gundersen: basta che due barre si urtino, e c’è il rischio che rilascino cesio radioattivo, xenon e kripton. «Ho il sospetto che nei prossimi mesi di novembre, dicembre e gennaio, sentiremo che l’edificio è stato evacuato, che hanno rotto una barra di combustibile, e che la barra di combustibile sta emettendo dei gas. Ritengo che le griglie si siano contorte, il combustibile si sia surriscaldato e il bacino sia giunto a ebollizione: la conseguenza naturale è che sia probabile che una parte del combustibile rimarrà incastrata lì per un lungo, lungo periodo». Le griglie sono contorte per effetto del terremoto, che ha fatto collassare il tetto proprio sopra il deposito nucleare.

«Le conseguenze – conferma il “Japan Times” – potrebbero essere di gran lunga più gravi di qualsiasi incidente nucleare che il mondo abbia mai visto: se una barra di combustibile cadesse, si rompesse o si impigliasse mentre viene rimossa, i possibili peggiori scenari includono una grande esplosione, una fusione nel bacino o un grande incendio. Ognuna di queste situazioni potrebbe portare a massicci rilasci di radionuclidi mortali nell’atmosfera, mettendo in grave rischio gran parte del Giappone – compresi Tokyo e Yokohama – e anche i paesi vicini». Secondo la “Cnbc”, il pericolo maggiore riguarda il possibile sversamento di acqua in uno dei bacini, che potrebbe incendiare il combustibile. «Un enorme incendio del combustibile esaurito – dichiara alla “Cnn” il consulente nucleare Mycle Schneider – probabilmente farebbe apparire poca cosa le attuali dimensioni della catastrofe, e potrebbe superare le emissioni di radioattività di Chernobyl di decine di volte». Una sorta di apocalisse: «Le pareti della piscina potrebbero avere perdite al di là della capacità di fornire acqua di raffreddamento, o un edificio del reattore potrebbe crollare in seguito una delle centinaia di scosse di assestamento. Poi, il rivestimento del combustibile potrebbe incendiarsi spontaneamente emettendo il suo intero accumulo radioattivo».

Sarebbe il più grave disastro radiologico mai visto fino ad oggi, conferma Antony Froggatt nel suo “World Nuclear Industry Status Report 2013”, redatto con Schneider. E per Gundersen, direttore di “Fairewinds Energy Education”, l’operazione si prospetta «piena di pericoli», e la verità è che «nessuno sa quanto male potrebbero andare le cose».

Ciascun assemblaggio di barre combustibili pesa 300 chili e misura 4 metri e mezzo. Gli assemblaggi da rimuovere sono 1.331, informa Yoshikazu Nagai della Tepco, più altri 202 stoccati nel bacino: le barre di combustibile esaurito inoltre contengono plutonio, una delle sostanze più tossiche dell’universo, che si forma durante le ultime fasi del funzionamento di un reattore. «Il problema di una criticità che colpisca il bacino del combustibile è che non la si può fermare, non ci sono barre di controllo per gestirla», sostiene Gundersen. «Il sistema di raffreddamento del bacino del combustibile esaurito è stato progettato solo per rimuovere il calore di decadimento, non il calore derivante da una reazione nucleare in corso».

Le barre sono rese ancora più vulnerabili agli incendi nel caso debbano essere esposte all’aria. Il quadro è estremamente precario: l’operazione si svolgerà sott’acqua, in un bacino all’interno di un edificio lesionato, che la Tepco ha già puntellato. «La rimozione delle barre dal bacino è un compito delicato», testimonia Toshio Kimura, ex tecnico della Tepco, al lavoro a Fukushima per 11 anni. «In precedenza era un processo controllato dal computer che memorizzava al millimetro le posizioni esatte delle barre, ma ora non se ne può più disporre: il processo deve essere fatto manualmente, quindi c’è un alto rischio che si possa far cadere e rompere qualcuna delle barre di combustibile». In più, la situazione è assolutamente instabile. Secondo Richard Tanter, esperto nucleare dell’università di Melbourne, il reattore 4 di Fukushima «sta affondando». Lo conferma l’ex premier giapponese Naoto Kan: sotto il grande deposito di combustibile atomico, il terreno è già spofondato di circa 31 centimetri.

Per tentare di stabilizzarlo e isolarlo dall’acqua, la Tepco sta considerando la possibilità di congelare il suolo attorno all’impianto. Essenzialmente, riferisce “Nbc News”, si tratta di costruire un muro sotterraneo di ghiaccio lungo un miglio, cosa che non è mai stata tentata prima: in pratica, stanno cercando di arrampicarsi sugli specchi perché non sanno come risolvere il problema. «Un altro errore che venisse fatto dalla Tepco potrebbe avere conseguenze perfino esiziali, per il Giappone», sottolinea “Japan Focus” puntando il dito contro l’azienda elettrica responsabile del disastro. La Tepco ha infatti taciuto la verità sul degrado dell’impianto prima ancora del sisma, poi ha sbagliato tutto il possibile. Il governo di Tokyo ha concluso che il disastro ha avuto “cause umane”, ed è stato provocato da una “collusione” tra il governo stesso e la Tepco, oltre che da una cattiva progettazione del reattore. Già all’indomani della tragedia, «la Tepco sapeva che 3 reattori nucleari avevano perso capacità contenitiva, che il combustibile nucleare era “scomparso”, e che non vi era di fatto alcun vero contenimento».

L’azienda, ricorda il “Washington’s Blog” ha cercato disperatamente di coprire la verità per due anni e mezzo, «fingendo che i reattori fossero in fase di “spegnimento a freddo”», e solo ora ha ammesso che da due anni sta rilasciando enormi quantità di acqua radioattiva che, attraverso le falde sotterranee, si riversano nell’Oceano Pacifico.

 La dimensione del pericolo lascia sgomenti: nessuno, al mondo, è preparato a fronteggiare una catastrofe come quella evocata dai tecnici più pessimisti. Ma l’aspetto più sinistro, forse, è proprio quello che riguarda l’informazione e l’assoluta mancanza di trasparenza: la verità è stata negata dai tecnici, minimizzata dai politici, oscurata dai media. Molti blogger hanno incessantemente rilanciato l’allarme, fino alla notizia – qualche mese fa – degli sversamenti radioattivi in mare. Solo ora – di fronte all’impossibilità di continuare a negare, alla vigilia della pericolosissima operazione di bonifica – si giunge ad ammettere tutto. Colpisce l’appello di Mitsuhei Murata, ex ambasciatore giapponese in Svizzera, che chiede che il Giappone rinunci ad ospitare a Tokyo le Olimpiadi 2020, perché non potrebbe garantire la sicurezza degli atleti. Così, il Sol Levante tramonta nella vergogna.

Costruiamo l’assedio all’austerity e alla precarietà

Verso la sollevazione generale del 19 ottobre

Assemblea di movimento – sabato 28 settembre h 10 
@ Università La Sapienza, Roma
Ogni giorno, migliaia di persone lottano in questo paese. Per arrivare a fine mese, difendere il diritto ad un tetto, affermare la propria dignità, difendere territori e beni comuni da devastazioni e saccheggi. Si tratta, il più delle volte, di percorsi separati che non riescono a tradursi in un discorso generale. Intendiamo rovesciare l’isolamento delle singole lotte e la precarietà delle nostre esistenze, per dare vita a una giornata di lotta che rilanci un autunno di conflitto nel nostro paese, contro l’austerity e la precarietà impostaci dall’alto da una governance europea e mondiale sempre più asservita agli interessi feroci della finanza, delle banche, dei potenti.

Il 19 ottobre vogliamo dare vita ad una sollevazione generale.
Una giornata di lotta aperta, che si generalizzi incrociando i percorsi, mettendo fianco a fianco giovani precari ed esodati, sfrattati, occupanti, senza casa e migranti, studenti e rifugiati, no tav e cassintegrati, chiunque si batte per affermare i propri diritti e per la difesa dei territori. Uniti contro le prospettive di impoverimento e sfruttamento imbastite dalla troika e dall’obbedienza di un governo tecnico che, tra decreti del “Fare” e “Service Tax”, favorisce i ricchi per togliere ancora di più ai poveri: barattando l’Imu con nuovi tagli alla spesa ed una nuova aggressione al diritto alla casa e all’abitare; favorendo la speculazione edilizia, il consumo di suolo e i processi di valorizzazione utili alla rendita, mentre vi sono centinaia di migliaia di case sfitte; delegando i servizi e il welfare ad una governance locale che, per far quadrare i conti aumenterà le tasse e produrrà ancora tagli e privatizzazioni. Tutto questo mentre preparano una nuova guerra “umanitaria” dalle conseguenze incalcolabili.
Contro questo orizzonte di miseria, intendiamo costruire una grande manifestazione di massa che ponga con forza la questione del reddito e del diritto all’abitare, per questo vogliamo l’immediato blocco degli sfratti, il recupero del patrimonio pubblico e la tutela della ricchezza collettiva e comune, anche per combattere la precarietà e la precarizzazione generale delle condizioni di vita e del lavoro che ci stanno sempre più imponendo.
La manifestazione del 19 ottobre giungerà al culmine di una settimana di mobilitazioni, dentro e fuori il paese: il 12 ottobre, con una giornata di lotta a difesa dei territori, contro le privatizzazione dei servizi pubblici e la distruzione dei beni comuni e mobilitazioni diffuseper il diritto all'abitare; il 15, con azione dislocate nelle città per uno sciopero sociale indetto dall’agenda dei movimenti trans-nazionali; il 18 con una manifestazione congiunta dei sindacati di base e conflittuali.

Vogliamo rovesciare il ricatto della precarietà e dell’austerity in processo di riappropriazione collettiva. Per rilanciare un movimento che affermi l’unica grande opera che ci interessa: casa, reddito e dignità per tutt*!

Assemblea “Dalla valle alle metropoli”
Venaus, campeggio di lotta no tav, 1 settembre 2013

Bandar Bush, che guida le "nostre" guerre


Un principe saudita fa e disfa da solo la politica bellica americana e di conseguenza quella occidentale, dal medioriente al Pakistan, fino alla Somalia. Un uomo da conoscere meglio.

BANDAR BUSH
Bandar Bin Sultan è stato ambasciatore saudita a Washington dal 1983 al 2005, dopo di che è diventato Segretario Generale del Consiglio di Sicurezza Nazionale e, dal 19 luglio 2012, capo dell’agenzia saudita per lo spionaggio. Nei lunghi anni trascorsi a Washington ha coltivato una profonda amicizia con la famiglia Bush, che ha accompagnato attraverso numerose guerre, beneficiato con la sua generosità e riempito di buoni consigli, fino ad essere considerato pubblicamente da G. W. Bush come un membro della famiglia e assumere il soprannome di Bandar Bush.

QUASI PRIMOGENITO
Bandar è figlio del precoce Sultan bin Abdulaziz Al Saud, uno dei sette sudairi, i figli del fondatore della dinastia, che lo ha avuto appena diciannovenne da una concubina Nato il 2 marzo del 1949 e forse anche qualche giorno prima di essere registrato ufficialmente, è stato così il primogenito, anche se il fratellastro Khalid Bin Sultan, nato il settembre successivo da madre nobile e in costanza di matrimonio gli ha soffiato il riconoscimento ufficiale. Ha così sofferto la concorrenza di 32 fratelli e sorelle avuti ufficialmente da 12 mogli ufficiali, tanto che non ha potuto vedere il padre fino all’età di 8 anni e solo qualche anno dopo la morte del nonno Abdulaziz ha potuto andare a vivere nella casa paterna insieme alla madre, all’epoca della sua nascita una popolana analfabeta, nonostante Sultan lo tenesse in buona considerazione e lo volesse con sé da tempo.

IL MITICO PADRE
Sultan ha occupato a lungo la posizione di ministro dell’aeronautica e della difesa e nella vita ha comprato enormi quantità di materiali militari, soprattutto dagli Stati Uniti, essendo un fervente filo-americano e profondamente ostile ai sovietici, nella sua visone del mondo pericolosi senza Dio. Gran parte della sua ricchezza deriva secondo la vulgata corrente dalle pesanti percentuali che ha intascato comprando aerei e sistemi d’arma in giro per il mondo, soprattutto a Washington, dove non si sono scandalizzati troppo per le tangenti che ha preteso e nemmeno per il fatto che gli ordinativi eccedessero le necessità e spesso anche il buon senso. Pare infatti che buona parte delle forniture militari una volta arrivata in Arabia Saudita giaccia eternamente nei depositi, perché mancano i soldati e le professionalità per utilizzarle, per non dire delle occasioni, visto che i sauditi fanno la guerra con i soldi e non con i battaglioni che non hanno. In compenso spendono molto per la loro manutenzione, quasi tutto il budget miliardario della difesa saudita se ne va per mantenere armi che non servono, visto che per reprimere le timide proteste i sauditi si servono del terrore e troncano con la violenza qualsiasi flebile deviazione dalla linea, e che l’intoccabilità è garantita dalla protezione americana, la migliore sul mercato.

IL CLIENTE
Con Sultan l’Arabia Saudita è diventata il primo cliente straniero per le armi americane e uno dei pochi che paghino davvero, visto che anche gli ingenti aiuti militari a paesi come Egitto, Israele, Yemen e via enumerando sono in realtà pagati con il denaro dei contribuenti americani, mentre i sauditi ci mettono del loro, hanno persino pagato cash il conto della prima Guerra del Golfo, quando papà Bush ha mandato Norman Schwarzcopf a spazzolare Saddam che si era preso il Kuwait, convinto che gli americani non avrebbero reagito. Un nemico perfetto per la sua reale inconsistenza combinata a una straordinaria incontinenza verbale che lo portava a proferire terribili minacce che tutti sapevano essere oltre le sue possibilità. Tanto utile che poi lo hanno conservato per usarlo ancora .

I CARI SAUDITI
Caratteristiche che hanno deliziato le amministrazioni americane negli ultimi decenni e che hanno procurato moltissimi amici e moltissimi dipendenti ai sauditi, sia nella politica che nell’industria americana. Solo la giustizia inglese è sembrata turbare questo idillio, cercando di condannare il principe insieme alle controparti britanniche in affari simili, una seccatura che ha fatto reagire indignata l’Arabia Saudita e Downing Street correre ai ripari per proteggere il buon nome dei Saud dalla giustizia impertinente. I sauditi hanno anche finanziato il programma nucleare pakistano e la cosiddetta “bomba atomica islamica”, sostengono o condizionano gli altri stati del Golfo e da sempre sono impegnati a portare la guerra nello Yemen Un tempo in chiave antisovietica e poi in chiave anti-qaedista, prima sostenendo il regime di Saleh, poi “accompagnando” il paese nella transizione dalla dittatura verso la democrazia mentre gli americani bombardano il paese con i droni. Un copione identico a quello visto all’opera in Afghanistan e Pakistan, al quale si può aggiungere l’ossessione anti-iraniana, la lunga guerra contro Saddam e il successivo evidente impegno per la destabilizzazione dell’Iraq e ora l’impegno in chiave non meno destabilizzante nell’ingerire nelle primavere arabe, in tutte o quasi, da quelle soffocate sul nascere dalle sorelle monarchie totalitarie, fino a quelle sanguinose di Siria ed Egitto. Non è un caso che il tiranno tunisino Ben Ali si sia rifugiato sotto le ali dei Saud ed è fin troppo evidente l’impegno dei sauditi ovunque in questi paesi, così come non può sfuggire che tale attivismo sia legittimato da un implicito mandato americano di lungo periodo, che nessuno è sembrato interessato a mettere in discussione negli ultimi due decenni, non gli europei che si sono adeguati all’andazzo in ordine sparso cercando di piluccare commesse, e ancora meno gli americani, che con Obama sono sembrati affidarsi sempre di più allo schema che prevede il mandare i sauditi più o meno allo sbaraglio, coprendo loro le spalle a distanza. Una tattica che ha i suoi pregi, tanto più se nessuno dei media discute l’idea di portare tutto l’Occidente al traino di una monarchia assoluta con i forzieri pieni di soldi e intenzioni molto meno chiare di quanto confidino certe teste fini che vivono vicino a dove cadono i soldi degli sceicchi.
Bandar Bush

BANDAR E PUTIN
Bandar Bush è riemerso quest’anno ai riflettori apparendo a Mosca. L’anno scorso lo avevano dato per ucciso in Arabia Saudita da un attentato organizzato dal governo siriano, ma si trattava di un pio desiderio. A Putin ha mostrato il suo famoso sorriso da orsacchiotto benevolo che per anni ha deliziato gli ospiti americani delle sue ville da sogno, o di quelle del babbo, che era noto per la sua corruzione, ma anche per la sua incredibile generosità e tendenza alle spese folli, e che ha disseminato gli States di borse di studio, edifici accademici e dato lavoro a moltissimi ex ufficiali governativi. Sinergie.

MISSION IMPOSSIBLE
Difficile che Bandar sia andato da Vladimir senza aver avuto il via libera di Washington, ma in un modo o nell’altro l’idea si è risolta in un flop, finendo ancora una volta per dare lustro all’immagine di Putin e peggiorare quella di Obama, una dinamica che ultimamente si è già vista. Da quello che hanno fatto trapelare i russi Bandar è andato a spiegare a Putin che in Siria una volta caduto Assad comanderebbero loro e che gli interessi russi sarebbero tutelati, che ad esempio non passerebbe quel brutto gasdotto dal Qatar diretto in Europa che a Gazprom non piace. E poi i sauditi comprerebbero un sacco di armi dalla Russia, tante in più di quelle di un enorme commessa saudita per ora congelata e che si scioglierebbe insieme alla tensione degli interessi divergenti dei due paesi sulla Siria. In alternativa Bandar ha spiegato che non ci saranno colloqui a Ginevra, perché l’opposizione non andrà, il che vuol dire che ha preconizzato la guerra a oltranza in Siria. Questa la brutale sintesi che viene da Mosca e che non ha ricevuto grandi smentite.

IL QATAR È SPARITO 
I Sauditi hanno infatti il controllo dell’opposizione armata ad Assad, rappresentano il maggior canale d’approvvigionamento bellico delle milizie islamiche animate dai rinforzi stranieri e hanno messo in minoranza i ribelli siriani diversi, curdi a parte, che sono riusciti a liberare le loro zone d’elezione. Bandar è quindi l’armiere unico della ribellione siriana dopo l’estromissione del Qatar, che poco tempo fa sembrava assurto al ruolo di top player regionale e che invece è sparito dalla scena con estrema rapidità. Cambiato lo sceicco e i ministri storici, passato il potere al figlio poco più che trentenne all’improvviso, l’emirato che aveva sponsorizzato i Fratelli Musulmani in Tunisia, Egitto e Libia e che armava i ribelli siriani, in pochi giorni si è visto tagliato fuori dalla Siria, con la compagnia di bandiera con i voli bloccati in Libia e con i soldati egiziani che sparavano sui giornalisti di al Jazeera. Quello che si dice fare il passo più lungo della gamba, eppure a giudicare dai cable di Wikileaks i Bin Khalifa al Thani erano tanto in buoni rapporti con gli americani da lasciar loro dirigere al Jazeera a bacchetta, devono aver frainteso qualche regola non scritta di un gioco che non prevedeva il loro protagonismo.

WIN PER PUTIN 
Bandar non ha impressionato Putin, che non ha certo intenzione di aprire all’ONU e a una soluzione come quella vista all’opera in Libia e che ancora meno gradisce l’idea di un bubbone di guerriglia islamica nei pressi della polveriera del Caucaso, Putin è pur sempre quello che ha rasato la capitale della Cecenia Grozny per liberarsi degli “islamici” ed è noto per voler mantenere la pulizia nel suo cortile di casa. Male l’hanno presa anche in Iraq, dove i confini con la Siria hanno portato in Iraq bande di guerriglieri sunniti delle quali non si sentiva il bisogno, portando nel paese morti e distruzione non di molto inferiori a quelle viste in Siria. La situazione è talmente grave che il governo a maggioranza sciita di al Maliki e i curdi hanno convenuto di unire le forze per provare a spazzarli via dal paese. C’è da dire che avendo alle costole anche l’esercito di Assad, e tutti i non-sunniti dell’area, Hezbollah e iraniani compresi, per le milizie d’ispirazione qaedista nell’area la situazione sembra farsi in salita, nonostante il sostegno saudita e la copertura politica di molti paesi, idealmente fermi al sostegno per la richiesta di un cambiamento di regime e solidali con la ribellione. Nessuno dei quali peraltro spenderebbe una lacrima in caso di loro annientamento.

SAUDITI CONTRO FRATELLI MUSULMANI 
C’è inoltre che, gettato il Qatar e con lui il sostegno ai Fratelli Musulmani, il progetto complessivo ha assunto tinte foschissime anche per la Turchia di Erdogan e gli altri paesi nei quai il loro progetto ha attecchito e rappresenta spesso l’unica alternativa credibile e praticabile, capace di vincere le elezioni e di provare a governare al posto di regimi totalitari o quasi in un gran numero di paesi, dal Nordafrica al Golfo. Tutti paesi nei quali la fine dei Fratelli Musulmani in Egitto avrà fatto correre brividi sulla schiena, chi dirà qualcosa se i sovrani d’Arabia, del Marocco e della Giordania spareranno sui partiti molesti o se il regime algerino regolerà le prossime elezioni con i soliti metodi?

L’ELEFANTE TRA I CRISTALLI 
Una serie d’effetti collaterali che fanno sembrare l’azione di Bandar un po’ troppo rozza per il delicato e complesso ambiente nel quale va a impattare. Soprattutto sembra in questo caso aver sottovalutato l’interesse di Putin alle sue offerte e alle sue proposte, nonostante il presidente russo gli abbia concesso quattro lunghissime ore per spiegare tutte le sue arti e offerte. Sinceramente era lecito attendersi di più da un uomo del suo calibro, ma forse la vicinanza ai Bush lo ha guastato irrimediabilmente.
AFGHANISTAN 2 - L’idea che Bandar e gli americani siano intenzionati a reprimere gli jihadisti, gli stessi armati dai sauditi, è tutta da dimostrare e Putin, visti i trascorsi e visto che non gli hanno certo chiesto il permesso prima di mettere su una guerra in un paese tradizionalmente sotto la sfera d’influenza di Mosca, ha ogni ragione per essere diffidente. Per di più Bandar sta facendo in Siria quello che hanno già fatto i sauditi in Afghanistan contro i sovietici e quanto abbia portato bene s’è visto.

L’ORRIBILE QUADRO 
A questo punto, salvo ulteriori sbandamenti, l’immagine che appare è quella di Bandar che ha assunto pubblicamente il ruolo di liberatore della Siria e di armiere della ribellione, con gli Stati Uniti a “leading from behind” (guidare da dietro), mentre i sauditi al Cairo sostengono la repressione dei generali contro i “terroristi” del partito che aveva vinto le prime elezioni libere da decenni e che hanno defenestrato. Intanto Washington e l’Europa stancheggiano o si propongono in iniziative velleitarie perché non implementate da minacce credibili, facendo quelli preoccupati per la violenza nel paese e per i massacri dei generali, di nuovo al potere con un golpe a furor di mezzo popolo e subito pronti alla strage.

SCOMMESSE DISCUTIBILI CHE NON SONO DISCUSSE 





La sensazione è che gli investimenti dei sauditi rischino di fare la fine di quelli del Qatar, anche se è altrettanto forte l’impressione che a Washington non ci sia un Piano B che prevede la messa a cuccia dei Saud, un loro sostanziale ridimensionamento e la fine dell’outsourcing a sauditi e guerriglieri wahabiti della direzione dell’impegno bellico occidentale nei paesi a maggioranza islamica. Resta che Stati Uniti ed Europa non possono far finta in eterno di credere che i sauditi perseguano gli stessi interessi dell’occidente. E nemmeno mancare ormai di riconoscere che questo eterno armare i fanatici e reprimere i moderati, non può essere la soluzione per stroncare l’islam politico o consentirgli di pascersi e ammorbidirsi tra le mollezze e gli agi della democrazia. Se qualcuno non se ne fosse accorto, i fanatici islamici negli ultimi trent’anni sono stati armati per lo più da Washington o dai suoi alleati, ottimi clienti, per carità, ma forse non abbastanza da affidare loro i nostri destini.

No Inc per Castelli in Africa 2013

Albano Villa Doria Video ecoballa 5 settembre 2013

giovedì 19 settembre 2013

SCENDIAMO IN PIAZZA CONTRO TUTTE LE DEVASTAZIONI DEL TERRITORIO


SABATO 21 SETTEBRE 2013 ORE 15:30

Da Piazza della Repubblica a Piazza SS. Apostoli. ”
SCENDIAMO IN PIAZZA CONTRO TUTTE
LE DEVASTAZIONI DEL TERRITORIO

Il 21 Settembre scendiamo in piazza per prendere una posizione nettamente critica nei confronti di un sistema socio-economico fondato esclusivamente sul profitto, variabile che fa sentire tutto il suo peso anche nei processi decisionali delle pubbliche amministrazioni locali e centrali.

Il 21 Settembre dimostriamo perché l’incapacità e la spregiudicatezza di decisori pubblici, spesso collusi con i grandi gruppi economici, non garantisce più la tutela dei Beni pubblici locali e universali, continuamente attentati da milioni di tonnellate di rifiuti di ogni genere che viaggiano per il mondo senza più sapere dove collocarli, dalla continua cementificazione che distrugge il territorio, gli spazi verdi, le campagne,spegnendo gli ecosistemi e le aree di vivibilità sociale.


Il 21 settembre manifestiamo a tutela dell’aria, delle risorse idriche, e l'acqua potabile in particolare ponendo un argine contro subdoli tentativi di un loro “esproprio” dal dominio pubblicistico a vantaggio di regimi privati oligopolistici.


Il 21 settembre dimostriamo per le strade di Roma perché il modello di sviluppo dominante nella visione politica, economica e industriale è fondato esclusivamente sull’aumento dei consumi e dei margini di profitto.
Le grandi realtà economiche controllano di fatto la gestione dei beni pubblici piegandoli ad una logica che conosce il prezzo di tutto e il valore di niente. La profonda crisi economica in corso conferma le debolezze di un sistema ispirato alla logica della crescita continua: non esiste futuro, non esiste sviluppo senza sostenibilità.

Il
21 settembre puntiamo il dito contro una amministrazione pubblica sempre più funzionale all'interesse di pochi; contro un’amministrazione che, al riparo nello stato di diritto, usa il termine “emergenza” come esimente per legittimare l’esercizio di un potere prevaricatore.


NOI rifiutiamo il concetto di emergenza 

quale unica giustificazione in materia ambientale e quale strumento per violare la volontà popolare.


NOI VOGLIAMO 

che i decisori mettano fine all'emergenza rifiuti del Lazio, promuovendo istanze e modelli propositivi fondati su schemi cooperativi ad incentivi compatibili.


NOI PRETENDIAMO 

l'apertura di un tavolo vertenziale che risolva le questioni pendenti e che ristabilisca quel giusto equilibrio decisionale - totalmente sbilanciato – sulle tematiche ambientali.


NOI RIVENDICHIAMO
  1. La cancellazione del sito di Falcognana come sostitutivo di Malagrotta
  2. La chiusura e bonifica di tutti i siti di Malagrotta;
  3. La cancellazione dell'AIA 2009 per l'inceneritore di Albano e per il 7° invaso della discarica di Roncigliano;
  4. Avendo preso atto dell'esaurimento della discarica dell'Inviolata, la chiusura del sito, il blocco dell’impianto di TMB.
  5. La revisione dei processi autorizzativi di tutte le centrali a biomasse/biogas perché escludono i/le cittadini/e dalla valutazione;
  6. La moratoria immediata dei progetti in corso di autorizzazione;
  7. La separazione di tutto quello che c'è da separare, di non produrre all'origine quello che è già rifiuto, di recuperare materia, di imporre ad ogni comune o municipio urbano di gestire in proprio l'umido prodotto, con il metodo aerobico.
  8. Il blocco dei piani di cementificazione dei territori di Roma e provincia;

NOI, Donne e Uomini del 21 settembre. MANIFESTIAMO per impedire la devastante deriva alla quale ci stanno conducendo e verso la quale sembrano rassegnate le coscienze.


NOI, Donne e Uomini del 21 settembre, LOTTIAMO e sempre lotteremo per costruire le fondamenta di un mondo diverso in cui la qualità della vita sia migliore e la biodiversità garantita.


NOI il 21 settembre SIAMO IN PIAZZA PER RIDESTARE LE COSCIENZE


Presidio No Discarica Divino Amore/Coordinamento Contro l’Inceneritore di Albano/Comitato Riciclo-Occupazione Cerveteri/Assemblea Valle Galeria/Comitato Rifiuti Zero Fiumicino/Comitato Risanamento Ambientale Guidonia/Assemblea Contro la Cementificazione Marino/CSOA La Strada/Associazione “A SUD”

lunedì 9 settembre 2013

Siria: mai come Ora .. Tutti insieme : ".. IL PROLETARIATO NON HA NAZIONE INTERNAZIONALISMO RIVOLUZIONE .."




.. ORA SEMPRE RESISTENZA .. 

perchè non abbiamo da salvare il nostro orticello (magari fosse!) ma aprire gli occhi ed ammettere coscientemente Tutti che:

NON ABBIAMO DA PERDERE CHE LE NOSTRE CATENE.

perchè la Guerra ci sarà .. non solo in Siria .. ma sarà una 3guerra mondiale purtroppo ci sarà .. è stata pianificata da decenni a mente lucida ed a tavolino. 
C'è ormai poco da credere e sperare .. nella migliore delle ipotesi .. che sia il solo frutto di una mente irrazionale folle incapace di progettulità .. i veri mandanti hanno già 'sacrificato' e additato come 'Unico Responsabile' la propria marionetta sacrificale di turno come il signor O. 

Stiamo attenti ..
la Guerra non è per loro perdita di Vite umane ma esclusivi interessi eeconomici .. e se consideriamo il dato di fatto che se gli USA possiedono solo lo 02% del petrolio .. la Siria ne ha ancora il 70% .. .. .. se non siamo stupidi possiamo spiegarlo ancora alla Popolazione il perchè uno stato (ognuno in ua Terra) non usi i suoi soldi in Sanità .. Occupazione e beni di prima necessità ma e solo in ARMAMENTI  (invece di restar a bocca aperta se ne parla un gesuita .. il Vaticano è molto forte come potenza economica mondiale .. quanto ne hanno loro .. come IOR appunto di ORO ?!!!)

PETROLIO e ORO .. stà Tutto Quà ..

non gliene fotte a NESSUNO della PACE e delle VITE UMANE ..
(anzi una 3guerra mondiale gli servirebbe eccome per depopolare il pianeta Terra senza ulterore perdita di soldi!) guardiamo piuttosto come dice Qlcn quali sono i paesi che guadagneranno (legalmente) in Armamenti nel Globo!

.. sta a noi decidere cosa essere e come morire .. come pesci fuor d'acqua o come facenti parte attiva di un auspicato Fronte di Liberazione Internazionale ? 


ps:
aooo - questa è una presa di posizione strettamente personale sulla guerra in Siria .. ma necessaria .. in quanto fermerò per protesta il blog contro ogni  Guerra!

mercoledì 4 settembre 2013

Fabrizio .. Uno di Noi

Ucciso 39 anni fa durante la "Rivolta di S.Basilio"


Il compagno FABRIZIO CERUSO vive nella memoria popolare
e in quella delle nuove generazioni.

impegnate nella riappropriazione del diritto alla casa,
al reddito, ai bisogni negati,

per farla finita con la precarietà , il proibizionismo e la repressione.

Come ogni 8 settembre a S.Basilio, dalle ore 9 c/o
la lapide di bronzo che ricorda FABRIZIO CERUSO
verrà esposta la bandiera rossa,
dove la popolazione sosta portando un fiore 
e racconta ai nipoti quela giornata di lotta, di rabbia, di sangue.

domenica 1 settembre 2013

E' l'Iran .. non la Siria .. il vero bersaglio dell'Occidente

Siria: perchè agire ora e non nel 2011? O nel 2012?
di Robert Fisk – 30 agosto 2013

Prima che inizi la più stupida guerra occidentale della storia moderna – mi riferisco, naturalmente, all’attacco contro la Siria che tutti ora dovremo digerire – andrebbe detto che i missili Cruiser che ci aspettiamo fiduciosamente spazzino via una delle città più antiche del mondo, non hanno assolutamente nulla a che vedere con la Siria.

Sono mirati a colpire l’Iran. Sono mirati ad attaccare la Repubblica Islamica ora che ha un nuovo e vivace presidente – al contrario dello svitato Mahmoud Ahmadinejad – e proprio quando potrebbe essere un po’ più stabile. L’Iran è il nemico di Israele. L’Iran è pertanto, naturalmente, il nemico degli Stati Uniti. Dunque, non c’è nulla di gradevole nel regime di Damasco. Né questi commenti scagionano il regime per quanto riguardo le gassazioni di massa. Ma sono vecchio abbastanza da ricordare che quando l’Iraq – alleato degli Stati Uniti – usò il gas contro il curdi nel 1988, non assaltammo Baghdad. In effetti quell’attacco dovette attendere sino al 2003, quando Saddam non aveva più né gas né alcuna delle altre armi che costituivano il nostro incubo. E mi capita anche di ricordare che la CIA affermò, intorno al 1988, che l’Iran era responsabile del gas usati ad Hallabjah, una palese menzogna che concentrava l’attenzione sul nemico degli Stati Uniti che Saddam stava allora combattendo per conto nostro. E migliaia – non centinaia – morirono ad Hallabjah. Ma eccoci qua! Giorni diversi, metri diversi.

E suppongo valga la pena di segnalare che quando Israele uccise sino a 17.000 uomini, donne e bambini in Libano nel 1982 in un’invasione apparentemente provocato da un tentato omicidio dell’ambasciatore israeliano a Londra da parte dell’OLP – fu il socio di Saddam, Abu Nidal, ad organizzare l’omicidio, non l’OLP, ma questo non conta oggi – gli Stati Uniti si limitarono a sollecitare entrambi gli schieramenti a usare “moderazione”. E quando, pochi mesi dopo quell’invasione, Hafez al-Assad – padre di Bashar – mandò suo fratello a Hama a spazzar via migliaia di ribelli della Fratellanza Mussulmana, nessuno biascicò una parola di condanna. “E’ la legge di Hama”, è il modo cinico in cui il mio vecchio collega Tom Friedman ha caratterizzato questo bagno di sangue. Tuttavia in questi giorni c’è in giro una Fratellanza diversa, e Obama non è stato capace di spingersi neppure a dire “bù” quando il suo presidente eletto è stato deposto.

Dunque, in nome del cielo, che cosa stiamo facendo? Dopo innumerevoli morti nell’orribile tragedia della Siria, adesso, dopo mesi e anni di prevaricazioni, ci lasciamo sconvolgere da poche centinaia di morti. Il trauma di questa guerra avrebbe dovuto spingerci ad agire nel 2011. E nel 2012. Ma adesso? Perché? Beh, sospetto di conoscerne il motivo. Penso che il feroce esercito di Bashar al-Assad potrebbe semplicemente vincere contro i ribelli che noi armiamo in segreto. Con l’aiuto dell’Hezbollah libanese – l’alleato dell’Iran in Libano – il regime di Damasco ha battuto i ribelli a Qusayr e potrebbe star per batterli a nord di Homs. L’Iran è sempre più impegnato a proteggere il governo siriano. Così una vittoria di Bashar è una vittoria dell’Iran. E le vittorie dell’Iran non possono essere tollerate dall’occidente.

E, visto che parliamo di guerra, che fine hanno fatto quegli splendidi negoziati israelo-palestinesi che John Kerry vantava tanto? Mentre esprimiamo la nostra angoscia per gli esecrabili attacchi con il gas in Siria, la terra palestinese continua a essere divorata. La politica israeliana del Likud – negoziare la pace fino a quando non resti nulla del territorio palestinese – prosegue di buon passo, ed è questo il motivo per cui si accresce l’incubo del re Abdullah di Giordania (un incubo molto più potente di quello delle “armi di distruzione di massa” che ci siamo sognate nel 2003): l’incubo che la Palestina sarà in Giordania, e non in Palestina.

Ma se dobbiamo credere alle stupidaggini che escono da Washington, Londra, Parigi e dal resto del mondo “civilizzato”, è solo questione di tempo prima che la nostra spada rapida e vendicatrice si abbatta sui damasceni. Vedere la dirigenza del resto del mondo arabo applaudire questa distruzione è forse l’esperienza storica più dolorosa che la regione deve sopportare. E la più vergognosa. Eccetto il fatto che attaccheremo mussulmani sciiti e loro alleati in mezzo agli applausi dei mussulmani sunniti. E’ di questo che è fatta la guerra civile.
Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

Fonte:  http://www.zcommunications.org/we-should-have-been-traumatised-into-action-by-this-war-in-2011-and-2012-but-now-by-robert-fisk.html

Fonte:  The Independent