Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

giovedì 27 febbraio 2014

Palestina Tv

di Rosa Schiano:
Guardate queste immagini fino alla fine, guardate e ditemi se è ancora accetabile.
Ecco come hanno bombardato l'abitazione di Moataz Washal a nord di Ramallah, uccidendolo brutalmente davanti alla sua famiglia. La sua unica colpa quella di credere nella liberazione della sua terra e di far parte del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Sono andati a prendere la sua vita nella sua casa, nel modo più inumano e crudele possibile. E guardate come arrestano suo fratello, bendandolo, trascinandolo. Questo succede quotidianamente in Palestina. Ditemi se è ancora pensabile accettare le negoziazioni, mentre sconcertante e straziante è il silenzio che ci circonda
https://www.facebook.com/photo.php?v=634326709970660&set=vb.132091353527534&type=2&theater

"Eau de Ronciglianò"


Video Ecoballa n. 43

a cura di Daniele Castri referente legale del NO-INC di Albano

“Ad Albano, per colpa della discarica di Roncigliano, si muore, ci si ammala di tumore e ci si ricovera di più che nel resto della Regione Lazio.”
“Eppure, l’Amministrazione Comunale preferisce dedicarsi alle rievocazioni storiche in costume d’epoca.”

Rimane al centro dell’attenzione e delle polemiche la discarica di Roncigliano, ad Albano Laziale, in provincia di Roma.
Proprio qui, all’ingresso del “cimitero dei rifiuti” dei Castelli Romani, lo scorso sabato 22 febbraio si è tenuto un importantissimo SIT IN, cui hanno preso parte tanti cittadini ma non l’amministrazione comunale di Albano, guidata dal sindaco in quota Pd Nicola Marini, assente ingiustificato, impegnato in una improbabile rievocazione storica. Non si tratta del remake di Ben Hur, ma della tragica realtà.
Non è bastato, per “smuovere” i nostri amministratori, il “terremoto giudiziario” che ha portato all’arresto di quello che gli inquirenti delle Procure di Roma e Velletri definiscono il “gotha” del sistema criminale che monopolizzava da decenni il ciclo dei rifiuti della Regione Lazio;
Ne, tantomeno, le recenti analisi dell’Arpa Lazio che attestano, negli ultimi 4 anni, ovvero da quando l’amministrazione è in carica, 162 gravissimi sforamenti nelle concentrazioni di veleni pericolosi per la salute umana e l’ambiente sotto le falde acquifere della discarica.
Ne, infine, i dati dell’Eras Lazio, l’accreditato studio epidemiologico della Regione Lazio che attesta, ai Castelli Romani, incidenze di mortalità, di tumori e ricoveri tra i più alti del centro Italia.
Alcuni deputati e consiglieri regionali, però, hanno invece depositato due interrogazioni rivolte sia al neo ministro dell’ambiente Gianluca Galletti, sia al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ed all’assessore ai rifiuti Michele Civita.
Ed hanno, inoltre, incontrato nei giorni scorsi, il Prefetto di Roma – ex commissario dell’emergenza rifiuti - Giuseppe Pecoraro. Sentiamo cosa hanno da raccontarci a proposito. 

piano demo - Mario Fabiani -

ALBANO ED ARDEA INVASE DI NUOVO DALLA PUZZA PROVENIENTE DALL’IMPIANTO TMB E DAL VII INVASO DELLA DISCARICA.

“Il tanfo, in questi giorni, raggiunge i centri storici dei Comuni dei Castelli Romani.”
La discarica di Albano è tornata di nuovo a puzzare in modo violento, in particolare negli ultimi giorni, probabilmente da quando nel cimitero dei rifiuti dei Castelli Romani arriva anche la “monnezza” di Civitavecchia e Monterotondo (11 febbraio). E’ per questo che ieri sera martedì 25 febbraio, intorno alle 21,00, circa 100 persone si sono radunate spontaneamente fuori i cancelli d’ingresso del sito, lungo la via Ardeatina al km 24,650. Ad arrivare per primi, subito dopo la chiamata di alcuni cittadini, la Polizia ed i Carabinieri di Albano. Dopo mezz’ora, sono giunti sul posto anche due ispettori del Dipartimento di Prevenzione, Servizio Igiene e Sanità Pubblica, della Asl Rm-H, dott.ssa Rita Abbatini e dott. Enzo Abbatini, che hanno potuto apprezzare l’olezzo insopportabile proveniente dall’impianto TMB e dal VII invaso della discarica. Nella giornata odierna stenderanno un verbale di intervento in cui, molto probabilmente, come già avvenuto nel recente passato, chiederanno all’Arpa Lazio (Agenzia Regionale di protezione ambientale), alla Provincia di Roma ed al Comune di Albano di intervenire prontamente per eseguire i controlli prescritti dalla legge.
A quell’ora, tra l’altro, era in pieno corso di svolgimento ad Albano, nell’aula consiliare di Palazzo Savelli, un consiglio comunale. Appena chiusa la seduta, intorno a mezzanotte, il sindaco Nicola Marini, il vice-sindaco e Assessore ai lavori pubblici Maurizio Sementilli, il delegato ai rifiuti Luca Andreassi ed i consiglieri Tedone ed Oroccini, dopo essere stati avvertiti telefonicamente da alcuni cittadini, e dopo l’accorato intervento in aula del consigliere Nabil Cassabgi, si sono recati sul posto. Certo che la discarica di Roncigliano dall’11 febbraio scorso, oltre alle 300 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno prodotte dai 10 comuni dei Castelli Romani (Albano, Ariccia, Marino, Rocca di Papa, Pomezia, Ardea, Castel Gandolfo, Genzano, Lanuvio e Nemi.) riceve anche circa “200 tonnellate” al giorno da Civitavecchia e Monterotondo, come dichiarato ieri sera dal delegato ai rifiuti Luca Andreassi. Per un totale di circa 500 tonnellate al giorno. 
Dopo questa ennesima emergenza igienico-sanitaria, ancora in corso di svolgimento, restano tante le competenze amministrative a carico dell’Amministrazione di Albano, guidata dal sindaco Nicola Marini, che sono e restano da tempo totalmente inevase. E’ necessario difatti, prima di tutto, portare avanti la cosiddetta Caratterizzazione Esterna ed Interna della discarica. Si tratta di analisi molto approfondite dei terreni tutto intorno e delle falde acquifere sottostanti il sito di Roncigliano. Per conoscere il livello reale d’inquinamento dell’intera area ed eseguire, subito dopo, come previsto dalla legge, una bonifica adeguata. La Giunta comunale, tra l’altro, il 7 dicembre 2012, sottoscrisse con l’Ente di Ricerca CNR una convenzione, che è costata al Comune di Albano 30 mila euro, per eseguire in soli 4 mesi, quindi entro Aprile 2013, la caratterizzazione esterna della discarica che, però, ad oggi ancora non è stata portata a termine. E’ importante, in secondo luogo, capire se l’impianto TMB della discarica di Albano - dove tutta la spazzatura in arrivo viene trattata e suddivisa in “frazioni” minori - funzioni correttamente, con un’apposita ispezione della durata di almeno due settimane, visto e considerato, non bastasse la puzza che sprigiona dall’impianto TMB e dalla vicina discarica, che il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, N.O.E., ha sollevato nella recente inchiesta sui rifiuti forti perplessità in merito. Ma serve anche, infine, procedere ad una “mappatura” volumetrica del VII invaso, per capire se al suo interno siano stati interrati - come ipotizzato dagli inquirenti delle Procure di Roma e Velletri  - anche rifiuti non autorizzati. Per prevenire fenomeni di puzza violenta, come quelli che si stanno verificando in questi ultimi giorni, che creano danni alla salute umana ed all’ambiente ma, soprattutto, per evitare che con l’esaurimento precoce del VII invaso - che avrebbe dovuto durare almeno 8 anni ed è invece quasi esaurito in appena 2 e mezzo - si arrivi, presto, alla costruzione dell’VIII invaso, a distanze dalle case ancora inferiori agli attuali 175 metri. Nella speranza che, presto, tutte le dieci Amministrazioni Comunali riescano a far partire e consolidare l’unica vera alternativa al business mortale delle discariche e degli inceneritori: 
la Raccolta Differenziata Porta A Porta.

COORDINAMENTO NO-INC DI ALBANO

venerdì 21 febbraio 2014

Video Ecoballa n. 42.

a cura di Daniele Castri - referente legale dei NO-INC

"SIT IN del comitato NO INC per sabato mattina, ore 08,00 – 13,00, davanti ai cancelli d’ingresso della discarica di Roncigliano, via Ardeatina km 24,650. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare."
“L’ipotesi di costruzione dell’inceneritore si allontana ma i problemi legati ai rifiuti, ai Castelli Romani, sono tutt’altro che risolti: inquinamento delle falde acquifere e dell’aria, sovrafatturazioni, traffico illecito di rifiuti e, soprattutto, mancanza del porta a porta."

Da martedì 11 febbraio, nella discarica di Albano (Roncigliano) arrivano anche i camion che trasportano la “monnezza” indifferenziata di Civitavecchia e Monterotondo.
Cessato l’arrivo dei rifiuti indifferenziati di Roma, Fiumicino, Ciampino e Città del Vaticano, andato avanti dal 23 gennaio 2013 al 16 gennaio 2014, un nuovo e grave rischio igienico sanitario colpisce tutto il territorio di Albano e comuni limitrofi.
Proprio in questi giorni, tra l’altro, il Tribunale del Riesame di Roma ha convalidando gli arresti domiciliari per il “patron” di Malagrotta, Manlio Cerroni, ed altri sei personaggi del mondo dei rifiuti, tra cui i due dirigenti regionali che hanno approvato il VII invaso e l’Inceneritore, Luca Fegatelli e Raniero de Filippis, il direttore di Roncigliano, Giuseppe Sicignano, l’amministratore “storico” della società Pontina Ambiente proprietaria della discarica di Albano, Francesco Rando, ed altri.
Inoltre, all’indomani della retata che ha portato all’arresto di quello che gli inquirenti considerano un vero e proprio “sodalizio criminale”, l’Arpa Lazio (Agenzia Regionale di protezione ambientale) ha reso note le analisi delle falde acquifere sottostanti Roncigliano, sostenendo che negli ultimi 4 anni le concentrazioni di veleni pericolosi per la salute umana e per l’ambiente hanno superato per ben 162 volte i limiti massimi ammessi dalla legge: benzene, cloroformio, arsenico, ferro, manganese, piombo, alluminio, nitriti, floruri. Riscontrando valori inquinanti superiori fino a 305 volte i limiti massimi ammessi dalla legge senza che nessun Ente pubblico: Comune di Albano, Provincia di Roma e Regione Lazio, siano intervenuti adeguatamente per diffidare la società di Cerroni e per imporre la successiva bonifica.
Negli stessi giorni, l’Eras Lazio - l’accreditato studio epidemiologico della Regione Lazio - ha confermato un vero e proprio bollettino di guerra, pubblicando dei dati che sembrano un vero e proprio bollettino di guerra, e disponibili anche su internet: nei dieci comuni limitrofi alla discarica di Roncigliano: si muore, ci si ricovera e ci si ammala di tumore di più che altrove.
Per questo, l’immobilismo dell’Amministrazione comunale di Albano, guidata dal sindaco Nicola Marini, diventa ancora più evidente.
L’ipotesi di costruzione dell’inceneritore, certo, si allontana ma i problemi legati ai rifiuti, ai Castelli Romani, sono tutt’altro che risolti: inquinamento delle falde acquifere e dell’aria, sovrafatturazioni, traffico illecito di rifiuti e, soprattutto, mancanza della raccolta differenziata porta a porta in tutti e dieci i comuni del bacino.
Per evitare che con l’esaurimento precoce del VII invaso (che avrebbe dovuto durare almeno 8 anni ed è invece quasi esaurito in appena 2 e mezzo) si arrivi, presto, alla costruzione dell’VIII invaso, a distanze dalle case ancora inferiori.






22-23 FEBBRAIO ANCORA IN STRADA CONTRO LE DEVASTAZIONI AMBIENTALI

Lo schifo venuto fuori con lo scandalo Cerroni ancora una volta dimostra che su diversi territori si combatte la stessa lotta contro le speculazioni legate alla gestione dei rifiuti. In 8 anni di mobilitazione popolare siamo riusciti a smascherare l’intreccio fra istituzioni e aziende. Poco importa che il nome dello speculatore di turno sia Cerroni o Caltagirone, che i politicanti che li coprono si chiamino Storace, Marrazzo, Montino, Polverini o Zingaretti, non ci fermeremo  finchè per il profitto di pochi continueranno ad essere condannati a morte interi territori.

Le mobilitazioni dovranno quindi continuare e allargarsi, raccogliamo quindi con piacere l’appello lanciato dal coordinamento dei comitati NoTAV per una giornata a sostegno della loro battaglia, Sabato 22 Febbraio, contro le demenziali accuse di terrorismo che vengono loro rivolte, per chiamare attorno a quella data i prossimi passaggi della nostra lotta:


Ad Albano
le falde acquifere sottostanti la discarica sono sempre più inquinate da ogni tipo di schifezza, mentre le esalazioni appestano l’aria in maniera insostenibile. Non contento di questo il sindaco dopo i rifiui provenienti da Roma accoglie anche quelli di Civitavecchia, con l’ultimo invaso già quasi pieno.
Nella Valle Galeria
Quanto successo negli ultimi giorni, con gli sversamenti di petrolio e di pericolosi rifiuti ospedalieri non è che l’ultimo disastro ambientale che abbiamo subito, l’ultimo che vogliamo sopportare.NO alla messa in funzione del fallimentare e inutile inceneritore di Malagrotta, nonché alla miriade di centrali a biogas sparse per il territorio forse anche nella Valle Galeria.

MANIFESTO COSTITUTIVO del FRONTE PALESTINA

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è covenuto di aderire al manifesto costitutivo del "Fronte Palestina - dalla solidarietà alla lotta internazionalista". 

Invitiamo tutte le forze di classe e antimperialiste a confrontarsi sui contenuti e sulle prospettive riportate ed eventualmente ad aderirvi, perché il rilancio della lotta internazionalista non può che avvenire con il contributo e gli sforzi di tutti e tutte.   “FRONTE PALESTINA - Dalla solidarietà alla lotta internazionalista” 

FRONTE PALESTINA 

Dalla Solidarietà alla Lotta Internazionalista

Le organizzazioni e i gruppi impegnati al fianco della Resistenza palestinese, che hanno condiviso il percorso iniziato a Milano nel giugno del 2013 e proseguito con le iniziative di settembre e ottobre a Firenze e Torino, si sono riuniti il 18 gennaio 2014 a Roma e hanno deciso di costituire il “Fronte Palestina – dalla solidarietà alla lotta internazionalista”, assumendo tale denominazione quale programma e impegno fondativo, e sottoscrivono il presente manifesto.
MANIFESTO
La Resistenza del popolo palestinese contro la colonizzazione sionista è una delle punte più avanzate nella lotta contro l'imperialismo e il sistema di sfruttamento capitalista dell'umanità.
È nostra convinzione che la solidarietà “caritatevole” nuoce alla lotta del popolo palestinese, così come agli altri popoli che lottano. Tende a creare assistenzialismo sociale e parassitismo politico, alleviando superficialmente poche sofferenze del popolo, mantenendo inalterate le cause generatrici: l'imperialismo, il colonialismo e l'apartheid.
La logica e il sistema che sono causa dell'imbarbarimento, dell'impoverimento e dell'oppressione delle classi subalterne nel mondo imperialista sono le stesse che provocano guerre nelle altre parti del globo, oppressione neocoloniale, migrazioni di popoli senza speranza, dissesto ambientale e climatico.
Da quasi cento anni sulla Palestina si concentrano tutte le più nefaste conseguenze di questo sistema. Il popolo palestinese, con la sua storica ed eroica resistenza ha sempre espresso solidarietà in una lotta internazionalista nei confronti degli altri popoli.
E' giunto il momento di ricominciare ad impegnarci apertamente al fianco della Resistenza arabo-palestinese, con le caratteristiche specifiche della nostra realtà, ma contro il medesimo nemico. Chi opprime e saccheggia in Palestina, opprime e saccheggia in Italia: i poteri e le istituzioni dominanti sono simili e a volte coincidono.
Le coordinate politiche del Fronte Palestina, sono rappresentate come segue:
  • SOSTEGNO DI CLASSE ALLA RESISTENZA PALESTINESE
    Presupposto fondamentale della lotta internazionalista è il sostegno a chi già la sta portando avanti, il primo nostro impegno è quindi rivolto alla Resistenza palestinese, a tutti coloro, organizzazioni e singoli, che resistono alla colonizzazione, ma in particolare a quelle organizzazioni che si battono per una Palestina, indipendente, indivisibile, laica e democratica.

     
  • ANTICAPITALISTI, ANTIMPERIALISTI, ANTIFASCISTI E ANTISIONISTI
    L'apartheid praticato in Palestina e la pulizia etnica del popolo palestinese da parte dell'entità sionista sono in continuità con l'invenzione delle razze superiori e inferiori del colonialismo europeo, come già furono il nazismo, il fascismo e il segregazionismo sudafricano. È la concezione stessa di un popolo eletto, superiore, che accomuna il sionismo ai fascismi che si svilupparono in Europa fra le due guerre e che ancora cercano di ottenere un consenso di massa.
    Tutte le guerre di aggressione portate avanti dal blocco Nato e dagli Usa in particolare sono volte a realizzare interessi imperialistici nei quali rientrano anche quelli specifici e generali del regime sionista. Per questo non vi può essere solidarietà al popolo palestinese che non passi anche per l'opposizione al neocolonialismo delle potenze atlantiche in Medio Oriente, Asia, Africa, Est Europa e America Latina. 

     
  • CONTRO IL SIONISMO INTERNAZIONALE
    Così come nell'ambito di un contenitore comune il fascismo, seppure nato come fenomeno italiano, si è espresso in forme diverse nelle diverse realtà e nelle diverse epoche, anche il sionismo, sorto come necessità espansionistica del capitale della borghesia europea ebraica, si è internazionalizzato per assolvere un ruolo centrale nella strategia di dominio del grande capitale internazionale, di cui rappresenta una componente specifica ma essenziale.

    In tal modo è spiegabile perché “personalità” e organizzazioni non ebraiche europee, americane e anche arabe, operanti nell'ambito delle strategie sioniste, in modo organico e condiviso, siano da considerarsi, più che collaborazioniste, sioniste esse stesse. Da qui l’impegno a lottare contro il sionismo ovunque si annidi e comunque si presenti.
     
  • CONTRO IL SIONISMO ITALIANO
    Questa ragnatela di interessi e connivenze invade gli apparati repressivi istituzionali e non, e richiede non solo di sostenere le campagne di boicottaggio ma di intraprendere anche qui una lotta affinché l'Italia intera non diventi complice più o meno consapevole della guerra e dell'oppressione contro il popolo palestinese alimentando la stessa macchina che lo reprime.

    Gli accordi fra i governi italiano e israeliano, la penetrazione economica, industriale, militare, scientifica e sanitaria del sionismo nel nostro paese, ha raggiunto livelli fino a poco tempo fa impensabili. Anche per questo smaschereremo e denunceremo tutti coloro – siano sindaci, assessori, presidenti di regioni o della repubblica - che tutelano e sviluppano, attraverso istituzioni pubbliche, gli interessi sionisti, allineandosi alla colonizzazione e all'apartheid.
     
  • PER IL DIRITTO AL RITORNO DEI PROFUGHI PALESTINESI
    Consideriamo un principio inalienabile ed irrinunciabile la piena applicazione del diritto al ritorno per tutti i profughi palestinesi, affinché possano decidere di vivere nella loro terra, la Palestina, da persone libere, assieme a coloro che già vi abitano, senza discriminazione etnica, religiosa e di classe. Condizioni queste per una vera primavera araba e di pace in tutto il Medio Oriente.
     
  • PER LA LIBERAZIONE DI TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI
    A causa della loro lotta, uomini, donne e bambini sono imprigionati, torturati e perseguitati sia nelle galere israeliane sia talvolta in quelle delle “autorità” palestinesi. Tra i prigionieri del sionismo vanno considerati l'intera popolazione di Gaza rinchiusa nella più grande prigione a cielo aperto della storia, la popolazione araba della Palestina del '48 confinata nei villaggi ghetto nell'entità sionista, i palestinesi della Cisgiordania imprigionati dietro il muro della vergogna che circonda i bantustan in cui sono costretti a vivere e i profughi palestinesi rinchiusi nei campi della miseria sparsi in tutto il Mashreq, condannati al confino e all'apolidismo da intere generazioni.
Il Fronte Palestina è un raggruppamento nazionale di tutti coloro che vogliono aderire condividendo questo manifesto come elemento programmatico unificante, che non si propone come strumento di limitazione delle iniziative locali, bensì di propulsione e amplificazione. Il Fronte Palestina individua e promuove contenuti e iniziative comuni, tesi ad ampliare lo sviluppo della lotta internazionalista nelle realtà locali e nazionali e ad agevolare la condivisione delle esperienze che ciascuno vorrà e saprà intraprendere.
Partendo da questi presupposti, il Fronte assume i contenuti del 2° Convegno sul Sionismo del 1° dicembre 2013 come base politica e punto di partenza per ulteriori elaborazioni ed approfondimenti.
Prime adesioni:
Collettivo PalestinaRossa
CSA Vittoria
Rete di solidarietà con la Palestina – Milano
Comitato Ricordare la Nakba
Collettivo Handala Salerno
CSA Jan Assen (ex Asilo Politico)
Collettivo Tazebao - per la propaganda comunista
Circolo Handalah Imperia
CAU Napoli
Centro di solidarietà Internazionalista Alta Maremma
Cantiere sociale Camillo Cienfuegos
Centro Politico 1921 – Livorno
Associazione"Versilia per la Palestina"

Prc Valle Brembana
Spazio popolare LA FORGIA
CENTRO FALASTIN – Torino

Per aderire al manifesto scrivere a: frontepalestina@autistici.org
- See more at: http://www.palestinarossa.it/?q=it%2Fcontent%2Ffronte-palestina%2Fmanifesto-costitutivo-del-fronte-palestina#sthash.csk9Hz9X.dpuf

giovedì 20 febbraio 2014

RADIO INFOAUT inizia a trasmettere!




Un nuovo strumento a servizio delle lotte e per il movimento. Da mercoledì alle ore 10:30 la redazione di INFOAUT darà inizio ad una nuova avventura collettiva per l'informazione di parte: RADIO INFOAUT comincerà a trasmettere con una lunga puntata straordinaria dedicata alla presentazione del progetto e ad approfondimenti sullo strumento radiofonico, le sue trasformazioni all'interno dei conflitti sociali e le sue potenzialità antagoniste nel web2.0.

Un link che darà accesso alle voci e ai suoni dei conflitti sociali e per i conflitti sociali. Accendendo RADIO INFOAUT dalle casse dell'impianto audio del vostro pc, o dal vostro smart phone potrete alzare il volume dello scontro al sistema capitalistico ed ascoltare e interagire con l'informazione di parte, le sue culture, le sue passioni e le sue memorie.

RADIO INFOAUT è uno strumento costruito per potenziare la comunicazione delle lotte, tra le lotte, ed è a servizio dei movimenti per trasmettere le loro verità. E' un nuovo cantiere aperto alla sperimentazione continua che vuole battere il ritmo dei movimenti, aperto ai loro mutamenti, e variazioni di tono, aperto alle potenzialità che ogni giornata di resistenza e di lotta offre a chi vuole fare informazione schierata e di parte.
Sarà possibile interagire con la redazione tramite social network con l'account facebook o twitter e prossimamente verranno diffusi anche numeri telefonici per chiamate in diretta e comunicazioni ai redattori e alle redattrici.

Mercoledì mattina alle 10:30 aggiornando la HomePage di INFOAUT potrete accendere la radio .. basterà cliccare al link in alto a destra e avvierete la connessione con il nostro mondo ad alta tensione! 

Valerio .. uno di noi


venerdì 14 febbraio 2014

da NapoIi a Roma chi lotta Non si processa!

Siamo Tutti COMPLICI e SOLIDALI


I movimenti sociaIi rispondono in piazza agi arresti avvenuti giovedì 13febbraio a Roma ed a NapoIi.  
Giovedì 13febbraio,  alle prime luci dell’alba decine di agenti si sono presentati sotto diverse occupazioni abitative per prelevare 17 attivisti a cui hanno notificato 7 arresti domiciliari e 10 obblighi di firma per aver partecipato alle giornate di lotta contro l’austerity e la precarietà dell’autunno scorso.

In particolare ai 17 attivisti viene contestata la partecipazione alla manifestazione del 31 ottobre, con capi di imputazione che vanno dall’adunata sediziosa alla resistenza pluriaggravata e perfino alla rapina.

Si è trattato di un momento di grande partecipazione popolare che, in continuità con l’assedio di Porta Pia del 19 ottobre, voleva raggiungere la Conferenza Stato-Regioni che discuteva di politiche abitative.  In particolare lo stesso ministro Lupi aveva rimandato al 31 ottobre la decisione sul blocco generalizzato degli sfratti e sulle necessità di politiche abitative pubbliche poste dai movimenti nell’incontro avvenuto al ministero delle Infrastrutture, riassumibili nello slogan “una sola grande opera: casa e reddito per tutti/e”.  L’assedio del 31 ottobre sotto a Palazzo Chigi ha ottenuto l’autorizzazione a spostarsi sotto la sede della Conferenza ma è poi stato arbitrariamente fermato e caricato a via del Tritone.  Quei momenti di tensione, che hanno visto i manifestanti tutti a volto scoperto rivendicare i propri diritti,  sono stati tradotti in un impianto accusatorio tutto politico finalizzato a criminalizzare anche preventivamente le prossime iniziative di lotta, a partire dal corteo di sabato prossimo contro il CIE di Ponte Galeria.

È chiaro che l’assenza di risposte sul piano politico e istituzionale relega le lotte ad una questione di ordine pubblico: dalle manganellate ai facchini della logistica agli arresti di oggi dei disoccupati di Napoli.

Rilanciamo da oggi l’assedio in tutte le città verso una primavera di conflitto lanciata il 9 febbraio all’assemblea nazionale.

Chiediamo l’immediata liberazione di tutti e tutte, facendo sentire la nostra rabbia sotto le prefetture e le piazze di tutte le città di Italia.
La Roma delle lotte sociali chiama tutta la città ad esprimere la solidarietà e il dissenso 


DALLA VALLE ALLA METROPOLI
LE LOTTE NON SI ARRESTANO!
TUTTE LIBERI TUTTI LIBERI
#LIBERTA’ DI MOVIMENTO
#31O C’ERAVAMO TUTT*

Movimenti sociali contro l’Austerity #19o

giovedì 13 febbraio 2014

Inquinamento industriale, il governo delle ‘grandi imprese’

Il d.lgs. n. 152/2006 individua le aree da inserire tra i “siti di bonifica di interesse nazionale” (SIN) sulla base di criteri di ordine sanitario, ambientale e sociale.
Balangero, Emarese, Casale Monferrato, Broni, Bari-Fibronit e Biancavilla, ad esempio, sono stati inseriti tra i SIN a causa della contaminazione da amianto. A questi si aggiungono altri sei siti, tra cui Pitelli, Massa Carrara, Priolo e l’Area del litorale vesuviano, dove, oltre all’amianto, sono presenti altri fattori inquinanti. Nell’insieme dei SIN contaminati da amianto, nel periodo 1995-2002, sono stati osservati 416 casi di tumore maligno della pleura in eccesso rispetto alle attese.
Ancora, nei SIN di Gela, Porto Torres, Taranto e nel Sulcis-Iglesiente-Guspinese non è esclusa la connessione tra incrementi di mortalità per tumore polmonare e malattie respiratorie e le emissioni di raffinerie, poli petrolchimici e stabilimenti metallurgici. Se si prendono in considerazione le cause connesse alle esposizioni ambientali, in tutti i SIN, si riscontrano 2.439 decessi in eccessorispetto alle attese per gli uomini e 1.069 per le donne.
Sono i risultati dello studio SENTIERI sulla mortalità in 44 Siti di Interesse Nazionale per le bonifiche (SIN), grandi centri industriali attivi o dismessi e aree oggetto di smaltimento di rifiuti industriali e/o pericolosi inseriti nel “Programma nazionale di bonifica”.
Se il quadro è questo, sarebbe logico pensare che quando si parla di SIN e di bonifiche, la ratio legis di eventuali provvedimenti normativi debba essere la tutela dell’ambiente e della salute delle popolazioni residenti.
Lo scorso dicembre, il governo ha emanato il decreto n. 145\2013 con titolo, degno di un romanzo di Jules Verne, “piano Destinazione Italia”, attualmente in fase di conversione in legge.
All’art. 4, appare, tronfio, il titolo “Misure volte a favorire la realizzazione delle bonifiche dei Siti di interesse nazionale”, al comma primo, si legge che il Ministero dell’ambiente e quello dello Sviluppo Economico possono stipulare accordi di programma con uno o più proprietari di aree contaminate o altri soggetti interessati ad attuare progetti integrati di messa in sicurezza e bonifica, nonché di riconversione industriale e sviluppo economico produttivo nei SIN; il fine dichiarato è quello di promuovere il riutilizzo di tali siti in condizioni di sicurezza sanitaria e ambientale. Il risultato concreto è invece tutt’altro; di sicuro non la tutela delle popolazioni residenti nei SIN.
Tanto per cominciare, secondo il Testo unico ambientale, art. 240, gli interventi di messa in sicurezza si differenziano in funzione del grado di inquinamento dell’area, ovviamente, poi, messa in sicurezza e bonifica, sono due cose distinte e diversi sono gli interventi che è possibile realizzare, anch’essi in funzionali al grado di inquinamento. Da tali interventi dipende la tutela di interessi fondamentali come quello della salute delle comunità residenti; dovrebbe essere compito dello Stato, quindi, stabilire se sia sufficiente la messa in sicurezza, di che tipo essa debba essere, se si debba invece procedere alla bonifica e le modalità di intervento. Nel testo normativo in esame, non v’è traccia di poteri impositivi in materia da parte dello Stato, emerge anzi un’ampia discrezionalità, quasi contrattualistica, da parte del “soggetto o proprietario” anche rispetto ai progetti di “riconversione industriale e sviluppo economico produttivo”, sui quali nulla è detto riguardo all’abbattimento degli impatti su salute e ambiente.
Gli accordi di programma saranno finanziati con “contributi pubblici e altre misure di sostegno economico finanziario disponibili” a favore delle stesse imprese che, dopo aver inquinato per decenni, prometteranno, non tanto la bonifica quanto “riconversione industriale” e nuovo “sviluppo economico produttivo”. Indipendentemente dal ruolo svolto nello stupro dei territori, dulcis in fundo, viene previsto che “l’attuazione da parte dei soggetti interessati degli impegni di messa in sicurezza, bonifica, monitoraggio, controllo e relativa gestione, e di riparazione, individuati dall’accordo di programma esclude per tali soggetti ogni altro obbligo di bonifica e riparazione ambientale e fa venir meno l’onere reale per tutti i fatti antecedenti all’accordo medesimo.” Nella stragrande maggioranza dei casi, i soggetti interessati sono colossi industriali, spesso con procedimenti giudiziari in corso proprio per le condotte inquinanti tenute nella gestione delle attività produttive. È lecito chiedersi cosa accadrà se, successivamente alla stipula degli accordi, vi saranno sentenze che accertino responsabilità degli stessi “soggetti o proprietari interessati” o se il livello reale di inquinamento dell’area venga accertato da analisi ulteriori. In questi casi il risultato delle norme in questione sarebbe un vero e proprio condono ambientale.
Non è un caso, allora, che l’iter di conversione in legge di queste norme coincida con l’esame, alla Camera dei Deputati, della riforma del codice penale in materia di reati ambientali con l’introduzione del nuovo titolo VI bis intitolato “Dei delitti contro l’ambiente” in cui dovrebbero collocarsi i reati di “inquinamento ambientale” (art. 452 bis c.p.), punito con la reclusione da uno a cinque anni e la multa da 10.000 a 100.000 euro, e quello di “disastro ambientale” (art. 452 ter), punito con la reclusione da quattro a venti anni.
I nuovi reati prefigurerebbero comunque problemi di natura giudiziale per ciò che riguarda l’accertamento del rapporto causa-effetto tra la condotta inquinante e la compromissione o il deterioramento delle matrici ambientali, in più, i risultati di processi in corso o futuri, già complessi per loro stessa natura, rispetto all’accertamento di responsabilità civili – consistenti nelrisarcimento dei danni inferti ai territori e alle comunità che li abitano – e penali vengono compromessi, si da ora, da norme il cui scopo sembra essere proprio quello di deresponsabilizzare gli inquinatori e, anzi, continuare a concedere loro fondi pubblici che li agevolino in opere di nuova industrializzazione. Ammesso, dunque, che ci sia un reale interesse alla bonifica, si intende bonificare per poi tornare ad inquinare?
L’art. 4 del decreto “destinazione Italia” risponde a logiche di carattere economico più che eco-logico e se pensiamo che tra i SIN, ad esempio, c’è Taranto, è difficile non collegare questi provvedimenti ad operazioni di lobbismo messe in campo nelle segreterie dei ministeri. Dubbio più che fondato, ad esempio, se si dà uno sguardo al rapporto di Greenpeace che fornisce un’idea sui maggiori beneficiari del sopra descritto condono. La Syndial (ex Enichem), ad esempio, controllata di Eni che ha “vertenze” aperte sulle bonifiche nei siti di Porto Torres, Priolo, Napoli Orientale, Brindisi, Pieve Vergonte, Cengio, Crotone, Mantova e Gela.
In Parlamento si percorrono dunque strade contraddittorie, per questo la vera “destinazione Italia” sembra essere una sorta di terra di nessuno in cui lasciare irrisolta una chiara ingiustizia: l’iniqua distribuzione dei rischi sanitari connessi ad un secolo di sviluppo industriale; il 60% della popolazione dei SIN appartiene a fasce svantaggiate dal punto di vista socio-economico. Alle classi sociali che più stanno pagando le conseguenze economiche della crisi, si chiede di sopportare, in termini di danni alla salute, anche il costo ambientale di un sistema economico sempre più al collasso, incapace di reggersi se non agevolato da politiche pubbliche di compressione dei diritti del lavoro e del welfare e di deresponsabilizzazione rispetto al limite ecologico. Estrattivismo e processi di deprivazione vanno ancora a braccetto.

venerdì 7 febbraio 2014

CONTINUANO GLI SFORAMENTI NELLE FALDE IDRICHE SOTTO LA DISCARICA DI RONCIGLIANO.



Dopo due anni finalmente l'ARPA ha fornito all'amministrazione e all'ASL i risultati delle analisi dei prelievi nei pozzi spia a Roncigliano. Naturalmente, noi ordinari cittadini, li abbiamo avuti a prezzo dei soliti litigi.

Risultato: due pozzi presentano il superamento dei limiti per l'alluminio, da due a quattro volte la soglia, l'arsenico e il fluoro sono costantemente sopra i massimi, in più ricompare il 1-2 dicloropr...opano al doppio del valore legale... Ce n'è abbastanza per chiudere e procedere alla bonifica dopo le molte decine di sforamenti degli anni passati. Invece no! La conferenza dei servizi, arrivata alla SUA SETTIMA CONVOCAZIONE, rimanda ancora ogni decisione persino sulla caratterizzazione interna, ci rivediamo a babbo morto! NON VA BENE.

I GIUDICI DI ROMA DICONO CHE AD ALBANO SI 'E COSTRUITO UN " SISTEMA".

Si tratta della truffa perpetrata per anni dalla PONTINA AMBIENTE ai danni dei comuni, ma in realtà dei cittadini, in soldoni, Cerroni e soci si sono fatti pagare, o riconoscere come debito, fatture per CDR non prodotto e non combusto. Quindi tutti i bilanci comunali che hanno registrato un debito per milioni di euro a favore della Pontina Ambiente non hanno fondamento, quindi tutti gli aumenti degli importi per lo smaltimento dei rifiuti: TARSU, TARES O ALTRO NON HANNO FONDAMENTO. 'E vero che le inchieste non sono giudizi definitivi, ma ce n'è abbastanza, la cosa riguarda sia la giunta Mattei che quella Marini, sarà ora che tutto il personale politico di queste amministrazioni faccia un doveroso MEA CULPA! CI SI PREPARI A CONTESTARE I DEBITI E A RESTITUIRE AI CITTADINI QUANTO DOVUTO.

GIOVEDI' 13 FEBBRAIO ASSEMBLEA PUBBLICA
 VILLAGGIO ARDEATINO ORE 21.00
alla Rosa Scarlatta
 
SABATO 22 FEBBRAIO DALLE ORE 8.00
PRESIDIO AI CANCELLI DELLA DISCARICA
di Roncigliano in Via Ardeatina Km 24,500
 
Il 22 Febbraio è anche la data indicata dal coordinamento dei comitati NoTAV per una giornata a sostegno della loro lotta contro le demenziali accuse di terrorismo che vengono loro rivolte. Crediamo che la maniera più efficace per sostenere gli sforzi degli altri comitati sia lottare contro le devastazioni ambientali e le speculazioni ovunque si presentino. Per questo il 22 Febbraio saremo in presidio per la chiusura della discarica di Roncigliano a fianco della lotta NoTAV.




.. nel frattempo .. intanto .. .. il Governo ci riprova sulle bonifiche!

L'art.4 del cosiddetto Decreto "Destinazione Italia" 145/2013 ora in conversione alla Camera - poi passerà al senato è praticamente un condono tombale per i peggiori inquinatori, anzi, pure con premio di fondi pubblici per la bonifica!

Praticamente si potranno fare accordi di programma finanziati con soldi pubblici (punto e) del comma 2 del nuovo articolo 2...52 bis) addirittura con i proprietari dei terreni dei Siti di Interesse Nazionale anche inquinatori, purchè l'inquinamento sia avvenuto prima del 2007 (cioè tutti...), vedi combinato disposto commi 4 e 5!

L'accordo di programma cancella ogni altro onere di riparazione/bonifica per i fatti avvenuti fino alla stipula dell'accordo (comma 6)!

Inoltre i nuovi impianti costruiti nei SIN e oggetto dell'accordo di programma (magari un inceneritore) saranno pure di "pubblica utilità" in automatico (comma 3).

Lo stesso centro studi della Camera, esaminato il testo, pone dubbi sul rispetto del principio "chi inquina paga" ..

Anzi, pare proprio che chi inquina venga pagato per farlo .. ..

Coordinamento NO-INC di Albano

Contaminazione delle acque sottostanti e limitrofe alla discarica intercomunale di Roncigliano (Albano Laziale)

Commentiamo i dati pubblicati dall'ARPA riguardanti la concentrazione degli inquinanti nelle falde acquifere sotto la discarica, dimostrando come sia inequivocabile che gli sforamenti ai limiti di legge siano causati dai percolati filtrati in profondità  nel terreno.

Premessa

Con nota prot. 92747 del 18/11/11 Arpa Lazio aveva comunicato alle autorità competenti, tra cui la Provincia di Roma, il superamento delle CSC (concentrazioni soglia di contaminazione) di elementi organici e inorganici nei nuovi pozzi spia della discarica di Roncigliano di Albano Laziale (piezometri C,E,F,G,H,I), rapporti di prova del 6/09/11, 8/09/11, 5/10/11.

La Provincia di Roma, sulla base della citata nota informativa dell’Arpa Lazio, ha inviato, il 18 gennaio 2012, una diffida alla Pontina Ambiente (prot. 7203/12 PT A2.7), solo in relazione ai superamenti delle CSC di sostanze organiche nei piezometri C (tribromometano e dibromoclorometano) e D (benzene), ritenendo di non poter procedere per quelle inorganiche (ferro etc.) in assenza di una caratterizzazione dei valori di fondo del sottosuolo e delle acque sotterranee.

Sta di fatto che superamenti delle CSC di sostanze organiche erano stati già riscontrati nel 2010. In quel caso nei pozzi A,B,D erano state accertate concentrazioni eccessive di cloroformio (CSC 0.15 microg/L), noto idrocarburo clorurato cancerogeno (rapporti di prova: Arpa Lazio del 08/09/10 pozzo D: 0.90 microg/L; Ecocontrol del 27/10/10 pozzo A: 0.23 microg/L; Ecocontrol del 27/10/10 pozzo B: 0.23 microg/L; Ecocontrol del 27/10/10 pozzo D: 0.23 microg/L).

In questo caso il superamento dei limiti del cloroformio in ben tre pozzi è stato confermato anche dal laboratorio di fiducia della Pontina Ambiente (Ecocontrol srl di Pomezia), senza che, tuttavia, nulla accadesse.

A seguito di questi accertamenti, nel biennio successivo (sett.2011-sett.2013) Arpa Lazio ha ritenuto sufficiente verificare l’evoluzione delle sole criticità organiche emerse nel 2011 e dunque di limitare i controlli ai soli pozzi spia C,D.

Con ciò l’Agenzia regionale ha valutato che l’inquinamento organico dell’anno precedente in altri due piezometri (A,B), interessando peraltro un idrocarburo diverso da quelli trovati l’anno dopo, non fosse un segnale della necessità di monitorare attentamente e periodicamente tutti i piezometri della discarica.

Questa scelta appare ad oggi scarsamente motivata, visto il carattere spesso discontinuo della comparsa di contaminanti organici ed inorganici nelle acque sotterranee interagenti con la discarica in oggetto, con ciò perdendo il quadro d’insieme delle possibili contaminazioni e della loro evoluzione e diffusione, soprattutto a valle degli invasi.

Non a caso nel corso del 2012, mentre Arpa Lazio monitorava intensivamente ed esclusivamente i pozzi C e D, l’Ecocontrol accertava nuove contaminazioni organiche di benzene (CSC 1microg/L) nel pozzo B (rapporto di prova del 19/01/12: 1.4microg/L) e di 1,2-dicloropropano (CSC 0.15 microg/L) nel pozzo D (rapporto di prova del 19/01/12: 0.28 microg/L) e pozzo F1B (rapporto di prova del 19/01/12: 0.28 microg/L).

Inoltre, la Asl RMH accertava la presenza di bromodiclorometano (CSC 0.17 microg/L), analogo all’alometano riscontrato nel pozzo C, in un pozzo privato (PV05) a valle della discarica (rapporto di prova del 6/11/12: 0.20 microg/L).

Ciò premesso,

a due anni dai precedenti, l’Arpa ha reso noti i controlli analitici eseguiti a settembre 2013. Gli accertamenti evidenziano la permanenza di criticità delle falde idriche interagenti con la discarica, confermando, a distanza di 20 mesi, la presenza eccessiva di 1,2-dicloropropano (rapporto di prova del 03/09/13: 0.50 microg/L) nel medesimo pozzo F1B, posto a valle di tutti gli invasi, compreso il VII°. Da notare che questa volta la presenza eccessiva è quasi doppia di quella accertata in precedenza.

Le indagini di Enti di controllo o Enti di ricerca sulla presenza ricorrente di taluni indicatori organici di contaminazione originati dalle discariche sono molteplici e concordanti. Cito, al riguardo, la relazione dell’Arpa Lazio, prot. 0099008 del 16/12/13, sulle attività eseguite nell’ambito del piano di caratterizzazione della discarica dell’Inviolata di Guidonia della società EcoItalia 87 (gruppo Cerroni) a pag.3:

«…..A valle dei deflussi idrogeologici si rilevano invece superamenti di composti organici come 1,2-dicloropropano, tribromometano…per la prima campagna e 1,2-dicloropropano, 1,4-diclorobenzene….per la seconda campagna….»

Tornando alle contaminazioni da composti inorganici ed elementi metallici, la diffida della Provincia di Roma nei confronti di Pontina Ambiente sopra citata (determinazione dirigenziale R.U, 193 del 19/1/2012) faceva riferimento esclusivamente ai superamenti di sostanze organiche «….che non possono essere in alcun modo legate alle caratteristiche naturali del suolo ma sicuramente ad attività antropìche ……con riserva di eventuale successiva, diffida a seguito del pronunciamento Regionale per quanto concerne il superamento delle sostanze dì natura inorganica».

Ora il problema è che, ferma restando la necessità di un’esauriente caratterizzazione idrogeologica esterna e interna alla discarica, il quadro e l’entità dei superamenti delle CSC di alcuni elementi metallici che emerge dai controlli dell’ultimo quadriennio (2010-2013) sono impressionanti.

Ben tredici volte il ferro ha nettamente superato il limite legale (CSC: 200μg/L) in differenti pozzi spia: B,D,E,F1B,G,H, fino a undici volte il limite, (rapporti di prova dell’Arpa 08/09/11; 05/10/11: da 1600μg/L a 1940μg/L; rapporti di prova dell’Ecocontrol del 29/01/10; 18/04/11; 31/05/11; 15/07/11; 06/09/11; 05/10/11; 19/01/12; 31/07/12: da 245μg/L a 2280μg/L), a fronte di valori accertati in pozzi privati esterni e talora interni alla discarica, di 10-20μg/L (fonti analitiche diverse, compresi Arpa ed Ecocontrol).

In assenza di caratterizzazione idrogeologica è pur vero che al momento nessun dato disponibile in letteratura segnala valori di fondo naturale di questo metallo eccedenti il limite nell’area dei Colli Albani.

Per contro è di tutto rilievo la frequenza e il tipo di presenze inquinanti metalliche dei pozzi E, F, F1B, G e soprattutto H, dove nel 2011 sono state trovate quantità molto alte di piombo, trecentocinque volte il limite (CSC:10μg/L) (rapporto di prova Ecocontrol del 31/05/11: 3050μg/L), manganese, dodici volte il limite (CSC:10μg/L) (rapporto di prova Ecocontrol del 31/05/11: 600μg/L), e nel settembre 2013 di alluminio (CSC: 200μg/L) (rapporto di prova Arpa Lazio del 04/09/13: 920μg/L), in tandem con il pozzo E (rapporto di prova Arpa Lazio del 04/09/13: 430μg/L).

E’ altamente improbabile e mai segnalato che le acque sotterranee dei colli Albani interagenti con rocce di origine vulcanica contengano piombo di origine naturale e altrettanto molto improbabile che contengano quantità così elevate di alluminio.

Viceversa il manganese, insieme ad arsenico e fluoruri rientra tra i composti che possono, in linea teorica, essere ceduti dalle rocce alle acque di falda, nondimeno la sua presenza abnorme (dodici volte sopra il limite) è di regola considerata un ulteriore indicatore di contaminazione delle falde acquifere da percolato. Soprattutto alla luce del fatto che in altri periodi nel medesimo pozzo il valore è intorno ai 20-40μg/L (es. rapporto di prova Arpa Lazio del 05/09/13).

Si porta l’attenzione sul fatto che ciò non deve stupire, visto che, salvo i casi di contaminazioni gravissime, i segnali di inquinamento organico o inorganico da percolato riscontrabili nelle acque di falda sono molto spesso discontinui in conseguenza di fattori diversi e complessi.

Il valore del ferro e del manganese come marker significativi dell’eventuale inquinamento delle acque da discariche è confermato da migliaia di studi specifici ed evidenze sperimentali nonchè certificazioni di laboratori di controllo pubblici.

Controlli analitici dell’Arpa Lazio (prot. 0050653 del 9 luglio 2010), diffusi da fonti di stampa (Corriere.it) e associazioni (Legambiente etc.) individuavano nelle acque sotterranee sottostanti la discarica di Malagrotta la presenza fuori limite, tra l’altro, dei parametri arsenico, ferro, manganese, nichel e benzene. I dati sono stati confermati nel 2011 dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).

Ancora, l’Arpa Lazio monitorando le acque dei pozzi spia della discarica dell’Inviolata di Guidonia ha trovato forti eccessi di ferro e manganese oltre a sostanze organiche clorurate.

(www. lavocedelnordestromano.it - 7 dicembre 2011)

Tali evidenze sono state successivamente confermate nella relazione della stessa Arpa, prot. 0099008 del 16/12/13, sulle attività eseguite nell’ambito del piano di caratterizzazione della medesima discarica (pag.3):

«…..L’esame della distribuzione dei risultati analitici relativi ai composti inorganici nelle acque sotterranee (fig.4) rileva una costante e diffusa presenza di manganese sopra i limiti di riferimento e una più limitata presenza di superamenti di altri metalli (ferro, nichel, piombo e arsenico…..».

Uno studio recentissimo del Politecnico di Torino a firma dei professori Giuseppe Genon, Mariachiara Zanetti e Rajandrea Sethi, depositato il 20 gennaio c.m. al Consiglio di Stato, sulle possibili origini della contaminazione delle acque sottostanti la discarica di Malagrotta è al riguardo illuminante e giova riportarne uno stralcio significativo:

«Appare evidente che i parametri di inquinamento riscontrati sono ragionevolmente attribuibili a percolato, tenendo conto che l’introduzione nella falda di materiale organico riducente…...induce nella falda stessa un fenomeno degradativo di tipo inevitabilmente anossico, capace di provocare riduzione degli elementi ossidati presenti nel terreno (ferro e manganese soprattutto) e conseguente loro lisciviazione»

Dunque, oltre all’apporto dei metalli pesanti estratti direttamente dai rifiuti depositati in discarica, il percolato stesso, grazie alle sue caratteristiche di forte aggressività riducente, è in grado di solubilizzare ulteriori forti quantità direttamente dagli strati di terreno tra l’invaso e le falde acquifere in cui si annidano tra l’altro gli ossidi insolubili di ferro e manganese.

Un altro passaggio del loro studio certifica la natura disomogenea e discontinua delle contaminazioni e soprattutto il fatto che il manganese, al pari del ferro, è considerato un parametro indicatore d’inquinamento.

«Vengono riscontrate concentrazioni di metalli anche molto elevate e disomogenee nei vari punti di indagine anche molto vicini tra loro”…….“Analoghi esempi si riscontrano per altri parametri indicatori di inquinamento (manganese, azoto ammoniacale

Il fatto che le quantità riscontrate a Roncigliano siano molto elevate non può che confermare l’origine non naturale di questi metalli.
Il parallelo aumento della conducibilità elettrica, ovvero dell’insieme di elementi in forma ionica (cationi metallici e anioni salini), è un altro indicatore del costante arricchimento delle acque di falda per effetto dell’interazione con la discarica.


Infatti nei pozzi A e B gli unici per i quali l’Arpa abbia eseguito il monitoraggio nel corso dell’ultimo decennio i valori medi e tendenziali sono in crescita. il pozzo A è passato da 560 a 746 microS/cm da maggio 2004 a settembre 2013 e soprattutto il pozzo B è passato da 611 a 1030 microS/cm nello stesso periodo, con un aumento del 68%.


25 gennaio 2014


Allegati Arpa Lazio:


Tabella 3 - Risultati analitici dei composti inorganici eccedenti i limiti di legge nelle acque sotterranee Discarica di Roncigliano Albano Laziale (RM) - (sintesi esclusi As e F)
Parametri riscontrati
Piezometro
Campagna di monitoraggio
Data

Valori limite
(Tab.2 All.5 Titolo
V parte IV
D.Lgs.152/06)
unità di
misura

valore
espresso in
μg/l
Ferro
D
Pontina Ambiente 2010
29/01/2010
200
μg/l
504
Ferro
F
Pontina Ambiente 2011
18/04/2011
200
μg/l
1625
Ferro
H
Pontina Ambiente 2011
31/05/2011
200
μg/l
600
Manganese
H
Pontina Ambiente 2011
31/05/2011
50
μg/l
600
Piombo
H
Pontina Ambiente 2011
31/05/2011
10
μg/l
3050
Ferro
G
Pontina Ambiente 2011
15/07/2011
200
μg/l
290
Ferro
B
Pontina Ambiente 2011
06/09/2011
200
μg/l
350
Ferro
G
ARPA 2011
08/09/2011
200
μg/l
1940
Ferro
E
ARPA 2011
05/10/2011
200
μg/l
1600
Ferro
H
ARPA 2011
05/10/2011
200
μg/l
1720
Ferro
E
Pontina Ambiente 2011
05/10/2011
200
μg/l
430
Ferro
H
Pontina Ambiente 2011
05/10/2011
200
μg/l
552
Ferro
H
Pontina Ambiente 2012
19/01/2012
200
μg/l
245
Ferro
F1B
Pontina Ambiente 2012
31/07/2012
200
μg/l
2280
Ferro
H
Pontina Ambiente 2012
31/07/2012
200
μg/l
1215
Alluminio
H
ARPA 2013
04/09/2013
200
μg/l
920
Alluminio
E
ARPA 2013
04/09/2013
200
μg/l
430

Tabella 4 - Risultati analitici dei composti organici eccedenti i limiti di legge nelle acque sotterranee Discarica di Roncigliano - Albano Laziale (RM)
Parametri riscontrati
Piezometro
Campagna di monitoraggio
Data

Valori limite
(Tab.2 All.5 Titolo
V parte IV
D.Lgs.152/06)
unità di
misura

valore
espresso in
μg/l
Cloroformio
D
ARPA 2010
08/09/2010
0,15
μg/l
0,90
Cloroformio
A
Pontina Ambiente 2010
27/10/2010
0,15
μg/l
0,23
Cloroformio
B
Pontina Ambiente 2010
27/10/2010
0,15
μg/l
0,23
Cloroformio
D
Pontina Ambiente 2010
27/10/2010
0,15
μg/l
0,23
Benzene
D
ARPA 2011
06/09/2011
1
μg/l
3
Dibromoclorometano
C
ARPA 2011
08/09/2011
0,13
μg/l
1,1
Bromoformio
C
ARPA 2011
08/09/2011
0,3
μg/l
1,7
1,2-Dicloropropano
D
Pontina Ambiente 2012
19/01/2012
0,15
μg/l
0,28
Benzene
B
Pontina Ambiente 2012
19/01/2012
1
μg/l
1,4
1,2-Dicloropropano
F1B
Pontina Ambiente 2012
19/01/2012
0,15
μg/l
0,28
Benzene
D
Pontina Ambiente 2012
24/01/2012
1
μg/l
1,1
Benzene
D
Pontina Ambiente 2012
02/02/2012
1
μg/l
1,3
Benzene
D
Pontina Ambiente 2012
06/02/2012
1
μg/l
2
Benzene
D
Pontina Ambiente 2012
07/02/2012
1
μg/l
1,1
Benzene
D
Pontina Ambiente 2012
08/02/2012
1
μg/l
1,1
Benzene
D
Pontina Ambiente 2012
02/03/2012
1
μg/l
1,5
Benzene
D
Pontina Ambiente 2012
07/03/2012
1
μg/l
2,4
Bromodiclorometano
PV05
ASL2012
06/11/2012
0,17
μg/l
0,2
1,2-Dicloropropano
F1B
ARPA 2013
03/09/2013
0,15
μg/l
0,5

 http://www.noinceneritorealbano.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1080:contaminazione-delle-acque-sottostanti-e-limitrofe-alla-discarica-intercomunale-di-roncigliano-albano-laziale&catid=39:letteratura&Itemid=57