Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

giovedì 28 ottobre 2010

Pontina Ambiente minaccia : "sabato chiudo la discarica di Albano Laziale"

Una dozzina di sindaci uniti scrivono al Prefetto: temono che l’azienda che gestisce i rifiuti metta in atto davvero la minaccia di chiudere la discarica di Roncigliano, se entro tre giorni non arriva un provvedimento straordinario dalla Regione che consente di allargarne in via eccezionale la capienza.

La giornata di oggi è stata a dir poco frenetica, sul fronte dei rifiuti castellani. Si è aperta con l’udienza del Tar che doveva decidere sui ricorsi contro l’inceneritore: i giudici hanno scelto di prendere tempo per esaminare più a fondo la questione ed eventualmente affidare ad un loro esperto la perizia superpartes sul progetto presentato da Coema.  Subito dopo, i sindaci che hanno presentato ricorso insieme ad altri di comuni interessati si sono riuniti d’urgenza. Ci sono sul piatto tre lettere che Pontina Ambiente (una delle parti di Coema, gestore della discarica) ha inviato negli ultimissimi giorni, dopo la manifestazione del 23 ottobre.  In sostanza, Pontina Ambiente, sollineando tra l’altro i costi aggiuntivi dovuti anche agli “sgambetti” dei comitati ambientalisti e chiedendo chi li pagherà, reclama un provvedimento urgente della Regione Lazio, altrimenti sabato, ossia tra due giorni, chiuderà la discarica. Per capire, bisogna fare un passo indietro, al dicembre 2009, quando i comitati locali fecero una visita alla discarica e controllarono le volumetrie. Per loro, il quarto, il quinto e il sesto invaso erano già oltre il limite. Partono gli esposti, che diventeranno otto nell’arco di qualche mese.  Qualche giorno dopo la visita dei comitati, la Regione invia i suoi esperti a verificare.  Ad un primo esame sembra tutto a posto, ma la Regione chiede all’azienda di produrre una perizia giurata entro pochi giorni al fine di avere una documentazione ufficiale. L’azienda ci mette un po’. La relazione dell’esperto Guido Baldi arriverà in realtà a fine maggio 2010 e senza essere “giurata”. Si dice ancora una volta che è tutto regolare, anzi, gli invasi risultano sotto la volumetria autorizzata. Nel frattempo ai primi esposti si sono aggiunti gli altri. Il 23 settembre l’Arpa compie una nuova verifica e accerta serie irregolarità: gli invasi sono troppo pieni. E’ la stessa Regione, però, a suggerire la via d’uscita: trattandosi di emergenza, si procederà ad un decreto “d’emergenza”, appunto. E’ questo che Pontina Ambiente oggi reclama. Ed è su questo che la dozzina di sindaci chiede la supervisione e l’intervento del Prefetto.

Qualcosa non torna: possibile che la Regione che accerta serie irregolarità già a monte preveda di superarle con un decreto?

Possibile che l’azienda possa fare la voce grossa e pretendere il decreto altrimenti chiude la discarica?

(Fonte articolo, Il Refuso, clicca qui)

martedì 26 ottobre 2010

Inceneritore Castelli Romani, le istituzioni a sostegno dei Cittadini

Domani udienza di merito al TAR del Lazio. I Castelli Romani chiedono la bocciatura dell’impianto Ama- Acea- Cerroni.
 
L’associazione Differenzia-ti desidera ringraziare tutti i cittadini che hanno partecipato al corteo  contro l’inceneritore dando risalto alle nostra attività di informazione e coinvolgimento civile. Ringraziamo inoltre tutti coloro che ci seguono con viva partecipazione e sensibilità. Se siamo ancora qui è grazie a voi cittadini.

La manifestazione di sabato 23 ottobre per protestare contro l’apertura dell’inceneritore di Roncigliano è stata davvero un successo di pubblico e di partecipazione, il trionfo della voce di una collettività ormai stanca di subire decisione calate dall’alto. Il bagno di folla di Albano è stata la risultante di tre anni di lavoro e sensibilizzazione del comitato “No inceneritore”, mai domo nel voler difendere il diritto alla salute della comunità. Un comitato, quello castellano, a cui nessuna istituzione (a parte qualche raro caso) all’inizio dava una lira di credibilità e al quale adesso le amministrazioni devono inchinarsi quanto a coinvolgimento e impegno sul territorio. Il riconoscimento del lavoro dell’associazione cittadina è arrivato proprio nella protesta di sabato scorso, a cui hanno partecipato fior fiori di sindaci, assessori provinciali e consiglieri regionali. 

Una valanga istituzionale, che darà senza dubbio vigore alla battaglia politica e legale che il “No Inc” e il suo rappresentante legale Castri stanno conducendo per far cambiare idea alla Regione Lazio, e che vedrà il suo culmine domani 27 ottobre con il pronunciamento del Tar del Lazio. Castellinews.it è andata tra i politici a scovare commenti eccellenti sull’iniziativa popolare, sondando umori e riflessioni. A cominciare con l’assessore della Provincia di Roma, Amalia Colaceci, una delle più sensibili alla protesta e fautrice da sempre delle istanze contro l’inceneritore: «Come sai io sono contraria da sempre all’impianto di Albano così come a quello di Colleferro. La manifestazione è un bellissimo segnale, visto lo spirito pacifico con cui è stata organizzata e le migliaia di cittadini che sono scesi in piazza. Anche Zingaretti – ha aggiunto l’avvocatessa di Genzano – è vicino alla comunità e già una volta aveva partecipato ad una iniziativa organizzata dal comitato “No inceneritore”. Soluzioni alternative? Intanto la raccolta differenziata, che è un fiore all’occhiello dell’Amministrazione provinciale e speriamo di estenderla prima o poi su tutto il territorio».  Della stessa idea anche il fresco candidato a sindaco di Marino, Ugo Onorati: «Sono d’accordo, va fatta una raccolta differenziata porta a porta ed eliminare l’inceneritore di Albano, che andrebbe inutilmente ad aggiungersi ai già due presenti sul nostro territorio e non ancora attivi come potrebbero. 

La manifestazione del comitato è un segnale forte per la Regione Lazio e per tutti coloro che hanno la responsabilità pubblica. La classe dirigente deve mettersi una mano sulla coscienza». 

Perentorio e schietto, poi, il primo cittadino di Genzano Ercolani: «Siamo fiduciosi che la questione possa essere rivista in senso positivo nella tutela del diritto alla salute dei cittadini e del territorio. Non vogliamo che nessuna decisione cali più dall’alto, sia sull’inceneritore, sia sul problema degli ospedali. Vogliamo discutere inter pares come gestire il nostro territorio, siamo duecento mila e le nostre opinioni non credo valgano meno dei potentati che circolano in giro». Accanto a Ercolani, con la fascia tricolore ha fatto bella figura il sindaco di Lanuvio Leoni, che ha riconosciuto il ruolo fondamentale dei cittadini, affinché la vicenda dell’inceneritore acquistasse peso specifico : 

«Questa è la manifestazione della gente, che vuole esprimere in prima persona quelle che sono le esigenze di un territorio. Io credo che dopo un percorso che ha visto coinvolgere gli enti locali in maniera timida nella prima fase, ha vissuto un secondo tempo più aggressivo che ha dato forza alla voce della collettività. Sarebbe davvero un peccato se la Regione Lazio non sapesse ascoltarla». Già, sarebbe davvero un peccato. Un peccato che l’avvocato Castri farà di tutto per evitarlo, nolente o volente: «Intanto facciamo presente che dopo tre anni di assemblee pubbliche e sit in, ci sono otto amministrazioni del bacino dei Castelli Romani che appoggiano esternamente il nostro ricorso al Tar. C’è grande soddisfazione per la partecipazione dei cittadini e dei numerosi rappresentanti istituzionale anche provinciali e regionali. Speriamo che il 27 ottobre il pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale sia a nostro favore». Dalle nostri parti lo sperano tutti. (Fonte:  Castellinews)

lunedì 25 ottobre 2010

i Castelli Romani hanno parlato : e dicono NO



Categoria: Notizie e politica
I Castelli Romani rispondono all’appello.

Ed è una risposta forte, massiccia e di spessore che inguaia la Regione Lazio perchè la cittadinanza di questo impianto non ne vuole proprio sapere. Migliaia di cittadini hanno sfilato nel corteo di oggi, una manifestazione civile, composta e viva come da tradizione, per un NO fermo e deciso ad un impianto speculativo, dannoso ed ancestrale che la cittadinanza rifiuta. Accanto ai cittadini dei Castelli Romani, finalmente, anche i sindaci del comprensorio che ribadiscono il proprio NO a questo impianto appoggiando i comitati direttamente al Tar Lazio. Oltre 3.000 persone, tre paesi, dieci sindaci e migliaia di altri cittadini formalmente contrari. Il Tar Lazio bocci l’impianto.



’Lotta a Roncigliano come a Terzigno’. Con questo slogan un corteo con “miglia di persone”, secondo gli organizzatori, ha sfilato per dire ‘No all’inceneritore ad Albano’. Per le strade dei Castelli Romani, ha fatto sapere il coordinamento, “ci sono stati anche i sindaci con la fascia tricolore”, e questo “è importante in vista del pronunciamento del Tar” previsto il 27 ottobre. Gli organizzatori hanno precisato che si registra “la presenza di quasi tutte le amministrazioni che hanno si sono costituite ‘ad adiuvandum’ al Tar”. A sfilare con la cittadinanza e le associazioni “quasi tutte la rappresentanze dei comuni dei Castelli”. Il corteo, partito alle 15 da Albano è arrivato a Genzano attraversando Ariccia. Anche l’Udc locale ha espresso la propria contrarietà all’impianto di Roncigliano. Il sindaco di Albano, il Pd Nicola Marini, non ha partecipato “a causa di impegni personali”, ma ha fatto sapere di essere “vicino ai cittadini per far valere le loro, e le nostre, ragioni”. Insomma, anche il Pd dice ‘no’ all’inceneritore. Da Marino hanno fatto sapere che “la coalizione di centrosinistra tutta, con una nutrita rappresentanza, ha partecipato alla manifestazione”.  A sfilare per le strade dei Castelli anche i Verdi, che con il presidente regionale Ferdinando Bonessio, chiede con insistenza “un serio piano di raccolta differenziata porta a porta”: “La Rgione Lazio deve mettere in campo una volta per tutte le risorse, i mezzi e le tecnologie per risolvere il problema dei rifiuti in maniera sostenibile – ha detto Bonessio – senza attentare alla salute dei cittadini, come si fa in tutto il resto d’europa e soprattutto senza favorire potentati economici che lucrano sulla gestione di inquinanti discariche e pericolosi inceneritori, mettendo a serio rischio le popolazioni”.  Ma il ‘no’ al termovalorizzatore è arrivato anche dai circoli di futuro e libertà di Albano, Ciampino, Velletri, Frascati, unitamente ai gruppi di Monte Porzio, Rocca di Papa, Monte Compatri, Marino, Ariccia e Ardea. Tutti esprimono la loro “contrarietà all’installazione dell’inceneritore”, ribadendo la “perplessità per le modalità con cui si è deciso, o sarebbe meglio dire imposto”, il progetto. Oltre ai finiani, hanno aderito anche i critici del Pdl: sono i sindaci di Marino e Nemi, che hanno votato delle delibere con cui hanno sancito il loro appoggio ai ricorsi al tar presentato dal coordinamento ‘no inceneritore’ contro l’impianto. Ma il fronte anti-inceneritore comincia a mostrare qualche crepa. “I comitati ‘No Inc’ di Albano ci hanno cacciato dal corteo contro l’inceneritore perché avevamo scelto di partecipare alla manifestazione con il Tricolore”, hanno denunciato i militanti di Futuro e Libertà. “Avevamo portato il Tricolore per sottolineare la necessaria trasversalità che – aggiungono – si deve raggiungere attorno a questioni come l’ambiente. I comitati di estrema sinistra, invece, ci hanno detto chiaramente che dello Stato e dei suoi simboli non ne vogliono sapere. Come se il territorio fosse solo roba loro”. “Nonostante il trattamento ricevuto – hanno aggiunto i militanti Fli dei Castelli Romani e del litorale – ribadiamo la nostra contrarietà all’inceneritore di Albano e ringraziamo le tante persone e rappresentanti istituzionali di ogni orientamento presenti al corteo che hanno manifestato solidarietà a noi e al Tricolore”. (Fonte, La Repubblica, qui)

L’eco della rabbiosa sollevazione a Terzigno rimbalza sino alle porte di Roma. E più precisamente ad Albano, dove nel pomeriggio di sabato 23ottobre circa mille cittadini hanno manifestato – in un corteo lungo la via Appia, sino a Genzano – contro l’installazione di un inceneritore di rifiuti. Una protesta che giunge il giorno dopo il sequestro, ordinato dalla procura di Velletri, di una cava a Lanuvio, sempre ai Castelli, dove sarebbero stati rilevati «valori anomali» nella lavorazione di residui nocivi. A sentire le ragioni del comitato che ha organizzato l’iniziativa di protesta ad Albano, «l’impianto, nocivo e che impoverisce le falde acquifere», sarebbe «irregolare. Infatti tra la prima e la seconda valutazione d’impatto ambientale – spiega Daniele Castri, rappresentante legale del coordinamento no all’inceneritore – è cambiato il progetto, passato da raffreddamento ad acqua ad uno ad aria. Ma per legge, nel caso di modifiche così importanti, tutte le autorizzazioni debbono essere rinnovate. Mentre così non è stato. Insomma, serve chiarezza».La data cruciale è quella di mercoledì 27 ottobre, quando il Tar del Lazio dovrà esprimersi su un ricorso presentato dalle associazioni cittadine che non voglio l’inceneritore, ancora da costruire ed autorizzato dalla giunta Marrazzo. Contrari al gassificatore sono i Verdi «perché non è stato condotto un serio studio epidemiologico e l’area dei Castelli – spiegano i consiglieri regionali Angelo Bonelli e Nando Bonessio – già affronta serie problematiche ambientali, come la scarsità delle risorse idriche e la cementificazione selvaggia». Intanto la Procura di Velletri prosegue l’ inchiesta sulla vicenda della cava di Lanuvio, trasformata da circa un anno in un gigantesco impianto per il deposito di rifiuti speciali. Per ora l’attività è sospesa e l’intera area è sotto sequestro giudiziario dopo una verifica effettuata dalla Polizia provinciale, sezione di Colleferro, che ha riscontrato alcuni valori anomali in un campione di residui di cartiera versati nell’ex cava.  (Fonte Corriere della Sera, qui)

E’ stata una manifestazione pacifica, con “un assaggio di inceneritore” nei fumi del motore del generatore elettrico che alimentava gli altoparlanti a cui si sono alternati i rappresentanti del coordinamento “No inceneritore”. Al corteo che nel pomeriggio di sabato 23 ottobre ha percorso Albano, Ariccia e Genzano per dire di nuovo no all’inceneritore, a pochi giorni di distanza dal pronunciamento del Tar sui ricorsi presentati dai “No inc”, c’erano anche tante fasce tricolori: quelle dei comuni che lo scorso agosto hanno sottoscritto un documento condiviso per richiedere al Tar la sospensiva della realizzazione dell’impianto. «Nelle ultime tre settimane molte di queste amministrazioni comunali si sono schierate ulteriormente con dei ricorsi ad adiuvandum, cioè a sostegno dei nostri», ha detto Daniele Castri, legale del coordinamento. «Per noi è un grande risultato». «Comunque si pronunci il Tar noi andremo avanti – ha detto all’altoparlante Gino, fisico, membro del coordinamento –. Non passeranno! Solidarietà alla gente di Terzigno». La manifestazione si è svolta senza incidenti. «Abbiamo stimato circa tremila partecipanti – ha continuato Castri –. È almeno il doppio degli altri cortei. La cittadinanza è sempre più sensibile all’argomento e sempre più contraria all’inceneritore». Come alternativa all’incenerimento, coordinamento e cittadini reclamano raccolta differenziata, riciclo e trattamento meccanico-biologico a freddo dei rifiuti, per recuperare il più possibile inquinando il meno possibile. (Fonte, Castellinews, qui)


venerdì 10 settembre 2010

NO INCENERITORE Raggae Sounds Night! Villa Ada Sound + Adriano Bono + Easy Roots + Red Stripes


Partecipa anche tu alla grande serata di fine estate No Inceneritore!

In vista della grande manifestazione NO INCENERITORE del 9 ottobre,

il Coordinamento No Inceneritore Albano, l’Ass. DIFFERENZIA-TI, l’Ass. Salute Ambiente Cancelliera,

hanno organizzato un nuovo grande evento!

domenica 15 agosto 2010

Il caro bollette a Roma si chiama Cerroni

Bollette care, carissime.
Due volte più salate a Roma rispetto a Parigi, Londra, Madrid.

Tre volte più alte dell’inflazione negli ultimi cinque anni.

Secondo i calcoli dei ricercatori di Confartigianato che hanno elaborato in uno studio i dati del Ministero dello Sviluppo Economico, tra giugno 2005 e giugno 2010 le tariffe di acqua, rifiuti e trasporto pubblico sono salite del 28,4%, tre volte l’inflazione e il doppio della crescita registrata in Europa.

Le differenze tra i capoluoghi sfiorano il ridicolo.

Come tassa rifiuti, per una famiglia di due adulti e un figlio che abita in un appartamento di 80 mq. si pagano (dati 2009) 276 euro a Roma, il 23,8% in più della media nazionale.

Rispetto al costo di raccolta rifiuti, Roma si contende il record dell’inefficienza con Napoli (331 euro) e con Catania (292 euro).
Roma (276 euro) ha un costo della raccolta rifiuti doppio rispetto a quello di Firenze (135 euro).

Il costo della gestione dei rifiuti di Roma (276 euro) è più alto di quello di Torino (197 euro), di Milano (210 euro), di Genova (230 euro), di Trieste e Bologna (195 euro).

Grazie al monopolio del signor Cerroni, il costo della gestione dei rifiuti di Roma (276 euro) è addirittura più alto di quello di Venezia (247 euro).

E’ semplicemente incredibile!!!

La gestione monopolistica del signor Cerroni è più costosa della raccolta dei rifiuti con le gondole???

Il costo della gestione dei rifiuti di Roma (276 euro) è più alto di quello medio del Nord (210 euro), di quello del Centro (259 euro) e, addirittura, di quello del Sud (258 euro).

Il costo della gestione dei rifiuti di Roma (276 euro) è più alto di quello di Bari (153 euro), di Messina (201 euro), di Palermo (209 euro) e di Cagliari (245 euro).

Ma come è possibile costruire un monopolio così “salato” per le tasche dei cittadini? Come è possibile imporre l’inceneritore di Albano contro la volontà della popolazione e senza alcuna gara d’appalto?
Come ha spiegato il signor Cerroni ai nostri deputati e senatori: “Io dico che ho una sorella che cucina bene le fettuccine: se non le do la farina doppio zero e le uova buone, ma il mais, lei non può prepararmele. Questo è il punto. È tutto qui”.

Oltre all’ex assessore Di Carlo (PD), anche alcuni neo-assessori del Comune di Albano Laziale possono confermare.


Il costo in euro di raccolta rifiuti Tari/Tarsu per una abitazione di 80 mq
TORINO 197
MILANO 210
GENOVA 230
VENEZIA 247
TRIESTE 195
BOLOGNA 195
FIRENZE 135
ROMA 276 NAPOLI 331
BARI 153
MESSINA 201
CATANIA 292
PALERMO 209
CAGLIARI 245

MEDIA ITALIA 223
Nord 210
Centro 259
Mezzogiorno 258

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati MSE e Unioncamere

Un po’ di rassegna stampa dopo il DIS-CAMPING di Roncigliano


Dopo la bellissima iniziativa del 6-7-8 Agosto organizzata dal Coordinamento No Inceneritore di Albano a Roncigliano, proprio di fronte al sito della discarica e del famigerato inceneritore, abbiamo raccolto un po’ di materiale web per chi avesse mancato l’evento, o semplicemente, per chi volesse rivivere quei momenti pieni di vita e di felicita’, dove famiglie, cittadini, persone di ogni tipo hanno partecipato ad uno degli eventi piu’ belli mai organizzati dal Coordinamento. Quindi:

DAZEBAO

CASTELLI NEWS

LA VOCE DI ARICCIA

IL MANIFESTO

Buona lettura & visione, e stay tuned, presto ci saranno nuove iniziative!                    DIFFERENZIA-TI staff


martedì 10 agosto 2010

Esito disCAMPEGGIO no inceneritore Castelli Romani

Chi ci avrebbe mai pensato. Fra lidi e siti in alta e bassa montagna e mari e laghi e laghetti, dove ti vanno a fare camping certi tignosi creativi riuniti in coordinamento per dire no e poi no alla costruzione dell'inceneritore nel comune di Albano? Vicino alla discarica di Roncigliano, la località che dovrebbe accogliere il nuovo mostro sputaveleno, e Cacadenari come il ciuco della favola, lì, proprio lì, fuori dai cancelli e lungo la recinzione dell'area in discussione, sono state piazzate le tende e per tre giorni si è fatto campeggio in piena regola, senza storcere il naso quando qualche folata di vento portava i miasmi dei vicini invasi in piena attività. I Carabinieri stazionavano oltre i cancelli chiusi della discarica, tranquilli e annoiati, e forse avrebbero desiderato essere dall'altra parte, dalla parte dei campeggiatori autorizzati, a sentir parlare dei guai che ci affliggono da vicino e da lontano, ma anche di proposte alternative per cui battersi. Dal bimbo in passeggino al nonno in maniche di camicia, nel DisCampeggio alle porte della discarica si potevano contare diverse generazioni che stavano lì tutte per lo stesso motivo, ovvero perché rispettano e amano la vita. Quella zona lì chi non la conosce non può immaginare quanto sia bella, colline ubertose come si diceva ai vecchi tempi con la lingua del poeta, con l'impronta di un Eden di cui solo resta la nostalgia per un ritorno che pare impossibile. Ma di che stiamo parlando, in sostanza? Presto detto: la nostra è una società che produce rifiuti più di quanti ne possa smaltire, lo smaltimento sta in mano a chi traduce la spazzatura in oro colato, le discariche bruciano tutto indifferentemente, e quando sono sature sopra ci vengono costruite macchine infernali dette termovalorizzatori che ardono e producono polveri sottili, diossine e altre sostanze tossiche, e per far questo consumano acqua, tanta acqua, tantissima acqua, e per disporre di tanta acqua oltre al normale fabbisogno si continuano a scavare pozzi sempre più in profondità, sempre più giù, fino e sotto al livello del mare, e le falde acquifere si abbassano, e nel nostro territorio a tipo vulcanico le acque pescate da questi pozzi per effetto di combinazioni chimiche sono dense di elementi tossici che non uccidono subito ma lentamente e con grazia, e quando il popolo viene a sapere – perché qualcuno più vigile si è fatto venire i dubbi che sono stati poi ampiamente confermati dagli accertamenti, e stiamo parlando del Comitato per l'acqua pubblica di Velletri – che paga una bolletta salata per un consumo d'acqua condita di manganese, arsenico, vanadio ed altri elementi chimici in dosi legalmente inaccettabili, cosa fanno i responsabili? Corrono ai ripari predisponendo l'applicazione dell'osmosi inversa, la cui procedura comporta una grossa grossissima percentuale di acqua di scarto ricca ricchissima di arsenico che è un elemento che non si distrugge nemmeno nei secoli, e questa acqua mortale se ne va nei fossi e nei terreni e se ne corre al mare, da dove poi viene ripescata quando si scavano altri pozzi. E la bolletta salata salatisssima si paga a quel punto per disporre di acqua distillata, acqua morta priva delle sue proprietà, e intanto si va al supermercato a comprare cassette d'acqua che nessuno ci garantisce potabile, e comunque contenuta nella plastica che in determinate condizioni può subire alterazioni nocive, e bene che vada solo per il consumo di acqua potabile pro–capite, facciamoci due conti, si vanno a buttare nella spazzatura 100 milioni di bottiglie di plastica al giorno. Bene, per questo e molto di più e di peggio è stato organizzato dal Coordinamento contro l'inceneritore di Albano il Campeggio "No Inc", che si è tenuto dal 6 all'8 agosto al Villaggio Ardeatino, a portata di fiuto della discarica di Roncigliano, per far presente a chi conta e a chi non conta che la situazione è grave e potrebbe peggiorare. E intanto in certi comuni i cartelli avvisano che l'acqua dei rubinetti è vietata ai minori di 14 anni. Come i film porno ed altre sconcezze. (Fonte: clicca qui)

_Una protesta, una resistenza, una festa in famiglia. E tanta informazione. Tutto questo è stato il campeggio organizzato dal Coordinamento No Inc che si è svolto dal 6 all'8 agosto fuori dai cancelli della discarica di Roncigliano nel comune di Albano. Si è parlato in questi tre giorni del nucleare, di carenza idrica e privatizzazione dell'acqua, di energia e rifiuti. Sono intervenuti per Hiroschima day venerdì 6 agosto il fisico nucleare Angelo Baracca de La Sapienza di Roma, sabato 7 per la giornata dedicata all'acqua il chimico Aldo Garofalo e il Comitato per l'acqua pubblica di Velletri, e domenica 8 mostra e dibattito sull'Energia e Rifiuti a cura del Coordinamento No In e il Comitato Risanamento Ambientale di Guidonia, tutela Valle del Sacco. La gente era tanta e non stava lì per caso, i motivi sono seri e ben presenti. C'era gente del luogo, costretta a convivere con quelli che sono i risvolti neri di una discarica nata per caso decenni or sono, sul terreno di un privato dove qualcuno cominciò a infilare senza autorizzazione rifiuti che andarono a costituire la prima palata di indecenza in una zona che meriterebbe ponti d'oro per non essere calpestata, e su quella prima infrazione si costruirono invasi su invasi senza starsi troppo a preoccupare di norme e regole, e pazienza se nelle buche non coimbentate i rifiuti andavano a cadere direttamente nelle falde acquifere, chi lo vede, chi se ne accorge, chi controlla? Ma la gente del luogo se ne accorge eccome, a proprie spese e senza poter far altro che bere o affogare, stare o cambiare residenza, lasciando magari la casa ereditata nella proprietà di famiglia, che prima della discarica era un paradiso terrestre. Ma non tutti la pensano uguale, da quelle parti: ci sono proprietari che stanno bene così, perché con la discarica quella zona lì ha avuto pure qualche vantaggio, qualche strada asfaltata e illuminata, e queste sono cose che si vedono, mentre le nano polveri non si vedono, e se si respira diossina non è che ti ammazza all'istante, e allora perché alzare tanta polvere, perché fare tanta brutta pubblicità a questa zona che poi perde valore, e si deprezza la proprietà, e questi sì che sono danni, e pure quantificabili.

La gente del luogo non è compatta nel considerare la questione inceneritore, c'è chi non lo vuole in assoluto e chi invece non è interessato nemmeno a sapere di che si tratta, cosa comporta, e perché si sta facendo tanto chiasso attorno all'argomento. E poi c'è tutta l'altra gente, nel DisCampeggio come è stato chiamato il luogo della tre giorni, ed è gente dei dintorni con interessi personali perché la discarica e l'eventuale inceneritore hanno un raggio d'azione malefico che copre vastissime zone, e c'è gente che ci viene da lontano perché contraria a questi sistemi barbari e immondi quando ci sarebbero ben altre alternative, però non altrettanto redditizie a breve termine, e qui chi sta sopra campa alla giornata e chissenefrega del domani degli altri, se pure c'è un domani. E poi ci sono i tecnici, e gli esperti, e i professionisti, tutti lì a scocciarsi il cervello per far capire a tutti che stiamo ballando l'ultimo tango su un pianeta pronto allo scoppio finale, con tutto quello che gli è stato infilato in corpo dalle guerre stellari che ogni giorno si svolgono sulla Terra per il divertimento dei nostri grandi Assassini, e chissenefrega di stermini e disastri ambientali, quelli hanno nel bunker sotto il palazzo il razzo pronto a partire per altri mondi, e c'è chi può e chi non può, ma mica sono affari loro. Cose così, si sono dette e ascoltate e riflettute e meditate durante i tre giorni di questo strano campeggio, dove si pensava anche a cucinare, sia per tenersi in piedi e in buona armonia, sia per racimolare qualche centinaio di euretti per i fondi che servono per i ricorsi al TAR, il resto è gratuito, ognuno offre la sua disponibilità in tutti i campi di competenza, qui se non ci si aiuta tra gente che sta sulla stessa barca si va a fondo, si viene calati a picco dalle grandi Ammiraglie, e chissenefrega se sopra ci stanno donne vecchi e bambini, concetto superato da tempo, non rappresenta un problema di coscienza, quale coscienza? E l'amministrazione regionale che dice?

"Li abbiamo cercati, non siamo stati ricevuti, è stato richiesto l'intervento direttamente alla Polverini e per il momento a differenza del passato non ci è stata accordata nessuna udienza. Aspettiamo ottobre, vediamo al TAR come si metterà la situazione", dice Daniele Castri, avvocato del Coordinamento No Inc, sempre in prima linea.

"Sono qui per oppormi alla costruzione di un inceneritore in questo territorio. La forza degli interessi è sicuramente superiore a tutto il resto, i soldi in ballo sono tantissimi, quindi la vedo male, decenni di malagestione, però vedere le cose andar male e non fare niente, no, una voce magari ne chiama un'altra...", dice Andrea, 27 anni, studente disoccupato.

"Sono trent'anni che vivo vicino a una discarica, penso sia ora che chiuda e si cominci a fare la differenziata. Nel frattempo ci dobbiamo sorbire la puzza che da anni ci perseguita", Patrizia, 53 anni, abitante nei pressi della discarica.

"La raccolta differenziata qui non si vuol farla veramente, è solo fumo negli occhi. Dove è partita veramente ha dato risultati insperati in poco tempo. Il porta a porta funziona, lo so per esperienza diretta, e anche se la gente non capisce certi provvedimenti si dovrebbero comunque adottare, poi la gente capirà. Io penso che in tempi brevi, due anni, avremmo dei risultati", Pasquale, 50 anni, operatore ecologico.

"Se deve partire un cantiere (per l'inceneritore, ndr) questo è il momento buono, considerando che siamo in agosto, con la gente o fuori o rilassata. Vogliamo richiamare l'attenzione, far capire che noi siamo qui, non siamo dispersi, non siamo in vacanza, e ci troveranno qui nella nostra posizione. C'è molto appoggio popolare e partecipazione in prima persona", Sergio, 53 anni, impiegato in ospedale.

Davanti all'intera situazione viene in mente lo scontro fra Golia e Davide, la forza di un gigante e una piccola pietra nella fionda. Sappiamo chi vinse. E sappiamo che la comunicazione, specialmente via internet, può essere molto più efficace di una fionda. Passiamo parola, è ora che cominci per davvero la lotta ai distruttori dell'ambiente e della vita. (Fonte: Controluce)

La verità sul fallimento degli inceneritori

48 Sindaci della Regione Lazio hanno giocato con gli inceneritori, determinando il fallimento economico del Consorzio Gaia di Colleferro.

L’elenco dei 48 Sindaci è stato, fino ad oggi, avvolto nel mistero.

Nulla su Internet. Nulla sulla stampa. Nulla sulle relazioni delle Commissioni parlamentari.

Abbiamo perciò effettuato una ricerca e di seguito pubblichiamo l’elenco degli azionisti del Consorzio Gaia (aggiornato al 2007), i protagonisti del più grande imbroglio che la storia di questo paese ricordi.

Ecco gli azionisti pubblici del Consorzio GAIA:

Comune di Acuto
Comune di Alatri
Comune di Anagni
Comune di Ariccia
Comune di Artena
Comune di Bellegra
Comune di Capranica Prenestina
Comune di Carpineto Romano
Comune di Castel Gandolfo
Comune di Castel San Pietro Romano
Comune di Cave
Comune di Colleferro
Comune di Colonna
Comune di Ferentino
Comune di Fiuggi
Comune di Frascati
Comune di Gallicano nel Lazio
Comune di Gavignano
Comune di Genazzano
Comune di Gorga
Comune di Grottaferrata
Comune di Labico
Comune di Monte Compatri
Comune di Montelanico
Comune di Morolo
Comune di Nemi
Comune di Olevano Romano
Comune di Palestrina
Comune di Paliano
Comune di Piglio
Comune di Ripi
Comune di Rocca di Cave
Comune di Rocca di Papa
Comune di Rocca di Santo Stefano
Comune di Roiate
Comune di San Cesareo
Comune di San Vito Romano
Comune di Segni
Comune di Serrone
Comune di Subiaco
Comune di Trevi nel Lazio
Comune di Valmontone
Comune di Veroli.

E’ un elenco lunghissimo ed incredibile.

Decine di comuni che giocano a fare le “belle anime” con la raccolta differenziata, ma che portano la responsabilità di un disastro economico ed ambientale di portata inaudita.

Per inseguire il sogno degli inceneritori, il Consorzio GAIA si è indebitato per circa 300 milioni di euro e, solo nel 2005, ha presentato una perdita di 122 milioni di euro.

La corsa “insensata” agli inceneritori e ai CIP6 ha di fatto provocato un vero, gigantesco disastro economico.

Il Sindaco di Roma Alemanno dovrebbe imparare: invece di fare spot commerciali pro-inceneritori dal Giappone, tra l’altro a spese dei contribuenti, dovrebbe visitare l’inceneritore di Colleferro, facendosi spiegare i bilanci del Consorzio GAIA dai carabinieri del NOE.

Peccato che anche la Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite nella gestione del ciclo dei rifiuti abbia evitato di analizzare i bilanci disastrosi del Consorzio GAIA.

I nostri deputati e senatori, da veri incompetenti, hanno omaggiato il più grande esperto del settore, il signor Cerroni, che li ha brillantemente edotti sulla gestione dei rifiuti: “Io dico che ho una sorella che cucina bene le fettuccine: se non le do la farina doppio zero e le uova buone, ma il mais, lei non può prepararmele. Questo è il punto. È tutto qui”.

Perché in questo paese la classe politica continua a prenderci in giro con gli inceneritori, ecomostri dai costi folli, e con le case da sogno (affaccio con vista sul Colosseo o su Montecarlo) acquistate/vendute a prezzi irreali?

Danilo Ballanti - su sottoterrailtreno

lunedì 9 agosto 2010

UN SALUTO DALLA VALLE:

MI HANNO BLOCCATO fb

ACEA ato2 dovrebbe pagare "una penale pari a circa 20 milioni di euro /anno".

Simulazione realizzata dalla STO: ACEA ato2 dovrebbe pagare "una penale pari a circa 20 milioni di euro /anno".
Estratto dalla relazione della Segretaria Tecnico Operativa (STO) all'ultima Conferenza dei Sindaci (5 luglio 2010).

f) Applicazione del parametro di misurazione delle prestazioni MALL
L’appendice A del Disciplinare Tecnico, allegato alla Convenzione di Gestione prevede l’attivazione da parte del Gestore del S.I.I. di appositi registri di misurazione delle prestazioni.
Tali registri sono sintetizzati in alcuni parametri calcolati su base annua con apposite formule che sono utilizzati in occasione della verifica triennale della tariffa per il calcolo del parametro MALL:

MALL = QUAL x INTV x TAN

Il MALL è pari ad un coefficiente inferiore o uguale all’unità che moltiplicato ai costi operativi
inseriti in tariffa ne conferma o ne diminuisce il valore.
Il parametro QUAL misura la qualità del servizio, il parametro INTV misura lo stato di
attuazione degli interventi, il parametro TAN deriva dall’osservazione globale degli indicatori
effettuata dal Garante Regionale del S.I.I.

- RECL è il parametro che tiene conto dei reclami presentati dall’utenza;
- CONT è un parametro che tiene conto del contenzioso tra il Gestore e gli utenti;
- INTER è il parametro che tiene conto delle interruzioni di servizio idrico;
- DIFP è il parametro che tiene conto del difetto di erogazione idrica;
- DIFF è il parametro che tiene conto del difetto di collettamento dei reflui;
- QUAP è il parametro che tiene conto della qualità delle acque potabili;
- QUAS è il parametro che tiene conto della qualità delle acque di scarico.

Fino ad ora nonostante le numerose richieste fatte dalla Segreteria Tecnico Operativa, il Gestore non ha integrato tutte le informazioni necessarie per il calcolo di tali parametri e risulta quindi impossibile, a meno di simulazioni, calcolare il valore reale del parametro MALL.

In particolare, come evidenziato nelle note inviate al Gestore mancano le informazioni
seguenti:

- il parametro RECL non è individuabile: il registro dei reclami esiste ma non contiene i dati
per l’individuazione del parametro gg (numero medio di giorni intercorrenti tra la
presentazione del reclamo e la sua evasione);
- il parametro CONT non è individuabile: non è stato predisposto il registro;
- il parametro DIFP non è individuabile: il registro del difetto di erogazione idrica esiste ma
non contiene i dati per l’individuazione del parametro DIF (ore convenzionali di riduzione),
ABDIF (numero di utenze interessate dalla riduzione), Qc (portata continua minima di
contratto), Qf (portata ridotta media nel periodo di riduzione), tr (numero delle ore di
ciascuna riduzione);
- il parametro DIFF non è individuabile: non è stato predisposto il registro.

Inoltre si ricorda che la delibera 5/08 approvata dalla Conferenza dei Sindaci del 5 dicembre
2008 al punto 6 stabilisce quanto segue:

“la prossima revisione tariffaria triennale sarà deliberata solo se il Gestore avrà provveduto a fornire i dati necessari per l’applicazione del parametro di misurazione delle prestazioni - che eventualmente potrà essere aggiornato - e per l’unificazione delle articolazioni tariffarie nell’ATO 2”.

Al fine di evitare l’inapplicazione della prossima revisione tariffaria prevista nel 2011, si
rende necessario da parte di ACEA ATO 2 S.p.A. l’attivazione dei registri mancanti e l’integrazione per quelli che risultano incompleti.

La STO ha effettuato delle simulazioni di calcolo del parametro MALL, in base alle
informazioni in possesso e in mancanza di queste effettuando delle ipotesi.

La prima simulazione è stata effettuata utilizzando per il calcolo del QUAL i parametri
calcolati sull’ATO 2 e dove mancanti inserendo come valore la media di quelli calcolati, è stato
imposto pari all’unità il parametro INTV nonostante quello calcolato risultasse maggiore ed è stato assegnato al TAN il valore massimo ammissibile.

Tale simulazione, se fosse confermata comporterebbe una penale pari a circa 20 milioni di euro/anno.

Sono state effettuate altre due simulazioni mantenendo per il calcolo del QUAL i parametri
calcolati sull’ATO 2 e dove mancanti inserendo il valore dell’ATO 4 e dell’ATO 5 ottenendo risultati aventi lo stesso ordine di grandezza.

La Segreteria presenta questa comunicazione al fine di stimolare:

- ACEA ATO 2 a fare gli sforzi necessari per migliorare gli standard dei servizi;
- ACEA ATO 2 a fornire i dati necessari;
- la presa d’atto della necessità di rivedere il metodo di calcolo della penale.

Ricordo che la procedura di calcolo di questo parametro “MALL” è contenuta nel
Disciplinare Tecnico allegato alla Convenzione di Gestione e che è stata tratta dal Disciplinare Tipo redatto nel 2000 dall’Assessorato opere e reti di servizi e mobilità della Regione Lazio e messo a disposizione della Segreteria dei cinque ATO presenti nella Regione Lazio.

Roma, 31 maggio 2010
Pubblicato da Comitato Acqua Pubblica Velletri

IL DIRITTO DI SOGNARE

"Vai a sapere come sarà il mondo dopo l’anno 2000...
Abbiamo un’unica certezza, se ci saremo ancora, saremo ormai gente del secolo passato o peggio ancora, saremo gente dello scorso millennio.
Tuttavia, anche se non possiamo conoscere il mondo che verrà,
possiamo ben immaginare come vorremmo che fosse.
Il diritto di sognare non figura fra i trenta diritti umani che le Nazioni unite proclamarono alla fine del 1948.
Ma se non fosse per "Lui"...per il diritto di sognare e per le acque con cui abbevera, gli altri diritti morirebbero di sete.

Deliriamo, allora, per un attimo ..

Il mondo, che è sottosopra, si rimetterà in piedi:
- per le strade le automobili saranno calpestate dai cani,
- l’aria sarà priva dei veleni delle macchine, e avrà solo l’inquinamento prodotto dalle paure umane e dalle umane passioni,
- la gente non sarà guidata dalla macchina, né programmata dal computer, nè comprata dal supermercato, né guardata dal televisore,
- il televisore smetterà di essere il membro più importante della famiglia e sarà trattato come il ferro da stiro o la lavatrice,
- la gente lavorerà per vivere invece di vivere per lavorare,
- in nesun paese verranno arrestati i ragazzi che si rifiutino di fare il servizio militare, bensì quelli che vogliono farlo,
- gli economisti non chiameranno "livello di vita” il livello di consumo,
né chiameranno “qualità della vita" la quantità delle cose,
- i cuochi non crederanno che alle aragoste piaccia essere bollite vive,
- gli storici non crederanno che ai paesi piaccia essere invasi,
- i politici non crederanno che ai poveri piaccia mangiare promesse,
- il mondo non sarà più in guerra contro i poveri, ma contro la povertà, e l’industria bellica non potrà far altro che dichiarare fallimento per i secoli dei secoli,
- nessuno morirà di fame, perché nessuno morirà di indigestione,
- i bambini di strada non saranno trattati come se fossero spazzatura, perché non ci saranno "bambini di strada",
- i bambini ricchi non saranno trattati come se fossero denaro perché non ci saranno bambini ricchi,
- l’istruzione non sarà privilegio di chi può pagarla
- e la polizia non sarà la maledizione di coloro che non possano comprarla,
- la giustizia e la libertà, sorelle siamesi condannate a vivere separate, si riuniranno, ben appiccicate, schiena contro schiena,
- una donna nera sarà il presidente del Brasile e un’altra donna nera sarà il presidente degli Stati uniti d’America. Una donna indigena governerà il Guatemala e un’altra il Perù.
- In Argentina, le «pazze» di Plaza de Mayo saranno un esempio di salute mentale, perché loro si rifiutarono di dimenticare ai tempi dell’amnesia obbligatoria!
- la Santa Madre Chiesa correggerà alcuni errori delle tavole di Mosè.
Il sesto comandamento ordinerà: “celebrerai il corpo”.
Il nono che diffida del desiderio, lo dichiarerà sacro
- la Chiesa detterà un undicesimo comandamento, che il Signore si era dimenticato:
“Amerai la Natura di cui fai parte”!
- tutti i penitenti saranno festanti e non ci sarà notte che non sia vissuta come se fosse l’ultima, e neppure giorno che non sia vissuto come se fosse il primo..."

Eduardo Galeano

lunedì 2 agosto 2010

BOLOGNA 2 AGOSTO: LA STRAGE E' DI STATO !!!

LA  STRAGE  E'  DI  STATO  ..  NOI  LO  SAPPIAMO  ..  NOI  NON  LO  DIMENTICHIAMO


Chi guarda anche di sfuggita una qualsiasi foto della strage di Bologna vede scavare tra le macerie non solo uomini in divisa, ma soprattutto cittadini comuni.  Chi guarda invece ogni anno il palco delle commemorazioni lo vede gremito quasi esclusivamente di alti gradi militari, fasce tricolori, abiti impeccabili di politici, burocrati, sottosegretari.
Se la strage è di Stato, i rappresentanti dello Stato non dovrebbero avere alcun diritto di parlare in piazza il 2 agosto.  Se lo Stato ha intralciato e intralcia la verità, fischiare è opportuno.  Questa piazza non è né del sindaco, né del questore, né delle istituzioni, né dello Stato, né tantomeno di un governo come quello odierno in cui siedono gli eredi della strategia fascista, piduista e stragista.

Si vuole far credere che il terrorismo sia un qualcosa di esterno senza rapporti con lo Stato e le sue strategie di potere.  Ma il 2 agosto sta a ricordarci che questo è un oltraggio alle vittime e alla verità storica: dalla strage di piazza Fontana del 1969 a quella di Bologna del 1980, l’Italia ha sperimentato dolorosamente una lunga “strategia delle stragi” condotta da uomini degli apparati più coperti dello Stato o da neofascisti da essi personalmente organizzati, indirizzati, finanziati e protetti.  Lo scopo era quello di promuovere con la violenza un clima di paura e smarrimento per scoraggiare e sconfiggere le lotte operaie e le proteste sociali.

Sono trascorsi ormai 29 anni da quando, alle ore 10.25 del 2 agosto 1980, i neofascisti dei NAR spalleggiati dai servizi segreti misero una bomba alla stazione centrale di Bologna, causando 85 morti e 200 feriti.  A tanti anni di distanza i depistaggi e l’omertà di tutti i governi hanno impedito di accertare i mandanti e di conoscere pienamente la verità.  La mano è fascista, ma anche il mandante è evidente: è lo stesso che oggi grida all’emergenza per approvare misure di stampo autoritario e razzista, è chi detiene la violenza legale degli apparati militari e di polizia, chi sfrutta lavoratori sempre più precari, chi taglia pensioni e diritti sociali per finanziare eserciti e servizi segreti.  È chi continua a nascondere la verità e a terrorizzare, in un modo o nell’altro, i propri “sudditi” con campagne di allarmismi e paura.

Ogni 2 agosto le parole e gli insulti che volano tra chi fischia e chi cerca di impedirlo testimoniano che in quella piazza si esprimono due verità differenti: quella perbenista, e talora ipocrita, delle istituzioni che parlano lungamente dal palco; e un’altra che va invece nascosta, delegittimata, impedita, fino al sequestro dei volantini e alla denuncia per “vilipendio” avvenuti nel 2007.  Da una parte, vi sono i discorsi ufficiali, tutti fondati su una netta opposizione tra democrazia e terrorismo. La democrazia sarebbe buona, accogliente, benefica, irreprensibile. Le compromissioni dello “Stato democratico” nella strage del 2 agosto vengono così o taciute o ricordate come casi episodici di “deviazioni”.  Ogni anno, da 29 anni, i familiari delle vittime bussano inutilmente alla porta dei governi più diversi per chiedere la verità sui mandanti della strage e l’abolizione del segreto di Stato.  Ogni anno il ministro di turno promette, sorride, stringe mani. Tutti sanno già che non cambierà nulla.  Da alcuni anni, poi, il Terrorista è ritratto sempre più come un “mostro”, come un agghiacciante scherzo di natura, come qualcosa di totalmente estraneo alle strategie di potere dello Stato, rimuovendo gradatamente la verità storica sullo stragismo neofascista.

È il revisionismo alla Cofferati (e scopriremo presto se anche “alla Delbono”), meno smaccato e invadente delle fandonie di Cossiga e del PDL, ma pur sempre disponibile a qualche concessione: ad esempio il primo maggio 2007 il sindaco Cofferati, a nome della città di Bologna, ha dato dal palco il benvenuto al sindacato di estrema destra UGL parlando davanti a uno striscione di solidarietà allo stragista nero Luigi Ciavardini: “Strage di Bologna: Ciavardini innocente”.  Non ha fatto una piega.  Del resto, già nel 2004 il primo discorso di Cofferati per il 2 agosto aveva ricevuto il plauso di Forza Italia e AN ..  Ma vi è un’altra verità che oggi si cerca di soffocare in ogni modo, proprio mentre ci si appella alla “memoria”.  Noi la abbiamo portata in piazza ogni anno, come abbiamo potuto, anche con i fischi.  Dalla strage di piazza Fontana del 1969 a quella di Bologna del 1980, l’Italia ha vissuto dolorosamente una lunga serie di stragi indiscriminate promosse da interi scomparti dello Stato ed eseguite da militanti neofascisti.  Fin dal principio lo scopo era quello di promuovere con la violenza un “ritorno all’ordine”.  Si voleva costringere la volontà diffusa di una diversa e più giusta organizzazione sociale di nuovo entro i ranghi oppressivi del lavoro salariato e dell’autoritarismo scolastico.  Senza più dibattiti, contestazioni, lotte, antagonismi.
A lungo preparata, la strage di Bologna fu uno di questi capitoli e la sua verità storica non può essere staccata dalla storia dello stragismo neofascista e dei suoi appoggi istituzionali di ieri e di oggi.  Ma dimenticare la specificità delle stragi di Stato pare diventato ormai un obbligo istituzionale a cui nessuno si sottrae.  Dopo il revisionismo su fascismo e Resistenza, il revisionismo sul neofascismo stragista è un passo decisivo sulla via di un nuovo regime totalitario.

Ogni anno, quello che portiamo in piazza non è solo il lutto per le stragi di Stato, ma anche il dolore perché quei morti sono serviti a costruire un mondo più ingiusto, ipocrita e violento.  Per questo finora abbiamo sempre fischiato i rappresentati delle istituzioni: e lo abbiamo appreso proprio in quella piazza, nel corso degli anni, da gente comune che sapeva che lo Stato non processa se stesso.  Quest’anno tuttavia i fischi non sarebbero bastati.  A uno Stato che, col cosiddetto Pacchetto Sicurezza, ha appena promulgato le sue nuove leggi razziali, nonché una stretta autoritaria senza precedenti nel dopoguerra, vogliamo voltare le spalle.  Mentre i papaveri si daranno in mostra davanti alla Stazione, invitiamo tutte e tutti le/i sincere/i antifasciste/i a muoversi in corteo verso Piazza dell’Unità, luogo di incontro e di amalgama di culture e storie diverse, spazio urbano dove è ancora possibile praticare sport e socializzare in libertà, dimentichi di ogni frontiera e di ogni paura, simbolo di come crediamo debba essere vissuta, da tutte e tutti, la città.

Ci saremo noi, altre realtà e singoli compagne e compagni con cui abbiamo deciso di gridare forte: 

NOI SAPPIAMO, NOI NON DIMENTICHIAMO!


                                             Assemblea Antifascista Permanente di Bologna

domenica 1 agosto 2010

On Air, su Radio Onda Rossa.

Ringraziamo Radio Onda Rossa per la disponibilita' e per tutto l'appoggio che da alla vertenza.
Alleghiamo la registrazione della puntata per chi l'avesse persa o semplicemente volesse risentirla!

No Inceneritore Albano On Air Radio Onda Rossa

Lunedi 2 agosto, conferenza sindaci dei Castelli Romani su inceneritore Albano

 

IMPORTANTE: PARTECIPARE E FAR GIRARE.
Segnaliamo a tutti i cittadini che lunedi 2 agosto ore 16:00 presso Palazzo Savelli (palazzo comunale) ad Albano Laziale, si terrà la conferenza dei sindaci del bacino Castelli Romani, incontro che verterà anche e soprattutto sulla questione discarica e inceneritore.
Segnaliamo che (FINALMENTE) la conferenza sarà PUBBLICA, ci sarà quindi la possibilità di ASSISTERE (per ragioni di praticità in questa sede non ci sarà la possibilità di intervento da parte dei cittadini) a quello che i sindaci decideranno/adotteranno o non adotteranno circa la vertenza Inceneritore Albano e connesse problematiche cone discarica ecc. ecc.
E' scontato e lo ricordiamo: i cittadini sono chiamati alla partecipazione diretta, assistendo personalmente all'incontro pubblico e controllando di persona quanto deciderà ogni primo cittadino.
Da parte dei movimenti cittadini che da oltre tre anni contrastano lo speculativo mostro AMA-ACEA-CERRONI è stata avanzata richiesta alle amministrazioni castellane di formulare un documento comune, condiviso da tutti i sindaci, in cui sia palesata richiesta di sospensiva cautelare degli effetti dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) a Renata Polverini ed alla dirigenza del dipartimento territorio della Regione Lazio - oltre ad un appoggio ad adiuvandum dei nostri 3 ricorsi al TAR Lazio.
Nella precedente conferenza dei sindaci, circa due mesi fa, gli stessi primi cittadini si sono dichiarati totalmente contrari all'inceneritore dei Castelli Romani, mentre oltre tre anni fa firmarono il documento comune col quale ne chiedevano l'installazione nel cuore del territorio castellano, appunto ad Albano Laziale su sito del monopolista dei rifiuti: Manlio Cerroni.
I cittadini sono quindi chiamati a controllare DIRETTAMENTE la posizione definitiva dei sindaci circa l'inutile e folle impianto di Albano, scelta dalla quale dipenderà il futuro del territorio e della salute di migliaia di persone tra Castelli Romani e Roma Sud.

Sveglia! Informati e non delegare, partecipa direttamente.
 

sabato 31 luglio 2010

ACQUA

domenica 25 luglio 2010

Acqua ad Albano: ancora arsenico e deroghe

Rendiamo noti alla popolazione dei Castelli Romani (e non) delle analisi a campione della zona di Albano e dintorni (Cecchina, Pavona, Ardea) sui valori di arsenico riscontrati.
Come si puo' notare ci sono svariati sforamenti nei limiti stabiliti dalle leggi. Limiti superati in modo ripetuto da anni. Limiti che ne' Acea ne' il Comune hanno ritenuto oppurtuno comunicare alla popolazione residente che utilizza l'acqua pubblica per cucinare e lavare.
Ricordiamo che l'arsenico e' un elemento particolare, molto tossico anche a bassissime concentrazioni. Il suo "consumo" prolungato puo' dare origine a malattie di vario tipo: malattie neuodegenerative (Alzahaimer, Parkinson, etc.), neoplasie, diabete, asma.
E intanto le deroghe regionali sugli inquinanti nelle nostre acque sono scadute dal 31 dicembre 2009. Si e' in attesa di un'ulteriore deroga-farsa che non fara' altro che richiamare altre deroghe infischiandosene della salute della gente.

venerdì 23 luglio 2010

La rivoluzione dell'Acqua

Un milione e quattrocentomila donne e uomini che sottoscrivono i tre referendum per la ripubblicizzazione dell’acqua rappresentano una piccola grande rivoluzione.
Come tale, provoca immediato spavento nei poteri forti e in un quadro politico-istituzionale non avvezzo all’idea che possa esistere una soggettività sociale capace di prendere parola e di progettazione autonoma.
Un primo tratto di questa rivoluzione risiede nel fatto che sul tema dell’acqua si è ormai costituito, per la prima volta dopo decenni, un vero e proprio movimento nazionale di massa.
L’Italia, come ciascuno può intuire anche ad un’ osservazione superficiale, è un Paese tutt’altro che pacificato : decine di conflitti attraversano il mondo del lavoro, la società e le realtà territoriali.
Sono esperienze dotate spesso di una fortissima radicalità ma al contempo di altrettanta frammentazione.
Dentro questo contesto, il movimento per l’acqua si colloca come una fertile anomalia : estremamente reticolare e radicato nei territori, su questo humus ha saputo costruire e vivificare nel tempo –dalla legge d’iniziativa popolare alla campagna referendaria, passando per due grandi manifestazioni nazionali- una forte vertenza nazionale, capace di incidere sull’agenda politica del Paese.
Il secondo tratto risiede nel non negoziabile contrasto con il pensiero unico del mercato : dopo due decenni di egemonia della cultura dell’impresa sulla società e la vita delle persone, il movimento per l’acqua costruisce una mobilitazione densa non per ottenere qualche riduzione del danno, bensì per affermare la totale fuoriuscita dell’acqua e dei beni comuni –essenziali alla vita- dal gorgo delle Società per Azioni comunque delineate. E per affermarne la riappropriazione sociale e una gestione pubblica e partecipata dalle comunità locali.
O la Borsa o la vita, per dirla senza perifrasi.
Il terzo tratto nasce dalla straordinaria domanda di democrazia e di protagonismo sociale che questo movimento ha messo in campo e ha saputo intercettare : le donne e gli uomini che hanno profuso energie, in ogni comitato nato nella più grande metropoli così come nel più piccolo paese di montagna, e i cittadini corsi a frotte a firmare affermano la straordinaria volontà di decidere tutte e tutti in prima persona su ciò che a tutti appartiene. Per la qualità della vita nel presente oggi e una possibilità di futuro per le future generazioni.
Da questo punto di vista, il referendum è uno strumento ma anche un fine in sé, in quanto afferma il principio che su beni essenziali alla vita come l’acqua nessuna delega è autorizzata e la decisione deve appartenere a tutte e tutti.
Da ultimo, ma non per importanza, emerge il tratto di laboratorio di democrazia e partecipazione che il movimento per l’acqua ha saputo costruire in quasi un decennio di esperienza. Il costante rapporto fra locale e globale, l’approccio inclusivo verso le più diverse culture e provenienze, il metodo del consenso come elemento costitutivo di tutti processi decisionali fondamentali, hanno fatto di questa esperienza un interessante laboratorio di formazione collettiva, di saperi condivisi, di redistribuzione della conoscenza.
Un laboratorio perfettibile, ma sufficientemente attrezzato da consentire al movimento dell’acqua, a differenza di altri luoghi di costruzione dell’opposizione sociale e politica, di evitare una delle conseguenze più nefaste del degrado della politica : la nascita dei populismi, che, anche nelle loro versioni più avanzate, costruiscono appartenenza sull’elemento simbolico della personalizzazione.
Al contrario, nel movimento per l’acqua l’appartenenza nasce dalla condivisione del tema e di una piattaforma valoriale, culturale e politica che si fonda su obiettivi di radicale trasformazione della democrazia nel senso della partecipazione sociale.
Sono queste alcune delle caratteristiche che, nel determinare il successo della campagna di raccolta firme, mettono in campo un potenziale di cambiamento di grande fertilità sociale.
Un popolo che riprende collettivamente parola è molto più pericoloso di un popolo che cerca di volta in volta qualcuno a cui affidarsi.
Sarà un autunno caldo per la battaglia dell’acqua.
Sapremo rinfrescarci in primavera con una marea di SI alla riappropriazione sociale dell’acqua.

Marco Bersani
Attac Italia

mercoledì 21 luglio 2010

Lazio: riciclo, questo sconosciuto!

Sono arrivati i risultati del XV rapporto sulla raccolta differenziata di carta e cartone diffusi da COMIECO, il Consorzio nazionale per il recupero ed il riciclo degli imballaggi a base cellulosica.
Negli ultimi dieci anni il progresso è sostanziale. “Dal 1999 al 2009” osserva Piero Attoma, presidente del consorzio, “la differenziata di carta e cartone è cresciuta da 250mila a oltre tre milioni di tonnellate”. La qual cosa significa che “in valori assoluti, sono state avviate a riciclo 23,3 milioni di tonnellate di materiale”.
Il tema del riciclaggio dei materiali di consumo sta acquisendo una sempre crescente importanza nelle agende politiche, soprattutto in periodi, come quello attuale, in cui si tenta, a fronte di una crisi globale,  di limitare le inefficienze economiche. In effetti, ragionando concretamente su alcuni dati che la COMIECO mette a disposizione,  veniamo a sapere che ogni cittadino italiano consuma oltre 540 kg di rifiuti urbani. Se consideriamo che la raccolta  e lo smaltimento di un kg di questi rifiuti può arrivare a costare alla collettività qualcosa come 25 centesimi al Kg, giungiamo facilmente ad intuirne  un gravoso impatto sulle casse dello Stato. Si tratta dunque di avviare necessarie politiche di trasformazione che comportino un cambiamento radicale nel paradigma del consumo. In termini pratici ciò  significa, da una parte insegnare al cittadino i giusti stili di consumo, in una battaglia palingenetica che deve raggruppare gli sforzi anche degli altri consorzi di packging (come la CONAI). D’altra parte bisogna diffondere il più possibile l’utilizzo di materiali riciclati , in maniera da renderli  preponderanti nella realizzazione degli imballaggi.


Passi in avanti se ne stanno compiendo. La raccolta differenziata di carta e cartone è cresciuta nel 2009 del 5.2%. Sono state raccolte oltre 3 milioni di tonnellate di cellulosici (500mila in più del 2008) pari a 52,6 chilogrammi di media pro capite (2,7 kg in più rispetto al 2008). E, sebbene si debba tener conto che la crisi ha ridotto i consumi, non va dimenticato che il tasso di riutilizzo ha superato l’80%. In definitiva siamo  già a buon punto se consideriamo che  quattro imballaggi di cellulosa su cinque sono stati avviati al riciclo.
E tuttavia stiamo ancora parlando di uno sviluppo che si realizza a macchia di leopardo.  “Il dato relativo alla carta e al cartone” spiega il d.g. COMIECO Carlo Montalbetti,  “conferma il trend di crescita generale della raccolta differenziata (+4 per cento), anche se alcune realtà come Calabria e Sicilia non solo non registrano aumenti, ma anzi palesano  un evidente arretramento”.

A destare preoccupazione è inoltre la condizione della nostra regione che, con un aumento del riciclo di cellulosici  inferiore al 2%, ha registrato una crescita pari a  “meno della metà del balzo registrato su scala nazionale. Vuol dire che forniremo ai romani un decalogo” precisa sempre il d.g. Montalbetti, “ma bisognerà lavorare anche sulla logistica, in modo da tenere il servizio in ordine”.

Se tutto procederà secondo le intenzioni,  si produrrà un vantaggio sensibile anche per le casse municipali, negli ultimi tempi sempre più colpite dai tagli in finanziaria.  La COMIECO ha infatti versato, nello scorso anno,  quasi 100 milioni di euro ai comuni italiani. Ma ha fatto anche di meglio: “grazie ai risultati sulla raccolta differenziata” si legge in un comunicato del consorzio “si è evitata la costruzione di ben 196 nuove discariche, 26 solo nel 2009 con un beneficio complessivo in termini economici pari a 300 milioni di euro. Complessivamente,  tra il 1999 al 2009  si parla di 3 miliardi risparmiati in costi evitati di discarica, nuovi posti di lavoro e  benefit ambientali dovuti alle minori emissioni”.

Un motivo in più per proseguire la giovane, ma efficace pratica della raccolta differenziata. (fonte articolo qui)

Trattato ACTA finalmente pubblico, una prima vittoria ma molte le questioni aperte

http://www.mikejr1.es/portal/images/stories/images/anti_acta.jpg

Da circa un'ora è stato messo online dalla Commissione Europea un draft (qui il PDF) dell'Anti-Counterfeiting Trade, il temuto accordo internazionale (fino ad ora mai pubblicato ufficialmente) che rischia di restringere ulteriormente le libertà in Rete e per rendere pubblico il quale anche Agorà Digitale era intevenuta con una interrogazione presentata dal Senatore Marco Perduca.   Leggendo il draft ci si accorge che sono ancora aperte numerosissime possibilità (identificate con delle parentesi quadre), e questo renderà complessa l'analisi del documento, a cui si può prendere parte in questo workspace.
Per ora ci si può associale alle affermazioni di Jérémie Zimmermann, co-fondatore di La Quadrature du Net,   "questa pubblicazione mostra quanto efficacie può essere una forte mobilitazione di cittadini in tutto il mondo. Le indiscrezioni avevano mostrato che ACTA poteva ostacolare la libertà d'espressione, l'accesso alle medicine e l'innovazione nella società della conoscenza globale.   

Questa pubblicazione ufficiale ci indica che in effetti è così. Dobbiamo fermamente rifiutare che dei rappresentanti non eletti possano per conto loro ideare delle politiche che hanno un impatto così critico su elementi così fondamentali per la società"

Agorà Digitale inizi una campagna di Pirateria della Trasparenza e Civil Hacking

[dal blog di Luca Nicotra, segretario di Agorà Digitale]

Se l'obiettivo è quello di passare dal supplicare trasparenza all'imporre trasparenza, la “pirateria della conoscenza” è possibile con tre strumenti: posta elettronica certifica, firma digitale, e richieste di accesso agli atti.

Questa la proposta che ho appena proposto per una futura iniziativa comune tra Agorà Digitale e Radicali Italiani su radicali.ideascale.com, il forum digitale dove dirigenti e attivisti stanno iniziando a discutendo strategie e prospettive.
La potete anche votare all'indirizzo http://radicali.ideascale.com/a/dtd/43777-9024
Il mio ragionamento parte dagli scogli su cui si è incagliata l'iniziativa radicale sull'anagrafe pubblica degli eletti che hanno reso ancora più evidente la difficoltà radicale di coinvolgere i cittadini senza accesso prolungato all'informazione e poi di fronte agli attriti e all'impenetrabilità stupida del potere.
Sono segretario di Agorà Digitale, associazione che lotta per affermare libertà individuali attraverso le nuove tecnologie. Ma sono anche un radicale. Quindi so bene che anche la trasformazione tecnologica è soggetta ai meccanismi del potere. Inutile girarci attorno: l'era digitale ci ha promesso una rivoluzione di trasparenza e di partecipazione che non sta arrivando. La Rete ha rivoluzionato i nostri rapporti sociali, il nostro modo di lavorare, il nostro modo di cercare notizie e informazioni. Ma appena si passa dagli individui ai sistemi di potere, la trasparenza, la disintermediazione, la semplicità dei rapporti tipici del mondo digitale, scompaiono, o, se ci sono, sono estremamente selettivi, disinnescati nel loro potere dirompente.
Il nuovo non passera quindi da un potere salvifico di Internet. Passerà forse dall'intelligenza di usare gli strumenti giusti, facendo lotte possibili, con le energie e il tempo che ciascuno di noi ha. Ed è con queste forze reali che possiamo cominciare a strappare documenti e informazioni importantissime dai cassetti degli amministratori e dalle mani dei nominati. Riversandoli nella Rete. Questa sarà la nostra pirateria.
È la ragionevolezza ad imporcelo. È con un atto di pirateria che Rita Bernardini, attraverso uno sciopero della fame faticosissimo, ha permesso di rendere pubbliche le spese segrete del parlamento, svelando a giornali e una parte di opinione pubblica dati sconosciuti e in molti casi “criminali” come li definì Pannella (vedi su: http://servizi.radicalparty.org/freshinstall/cameraspese/tutte )
In concreto gli strumenti che propongo sono tre.
  1. Posta elettronica certificata. Dietro questo nome terribile e tecnicista, c'è la possibilità di trasformare ogni email in una visita agli sportelli delle amministrazioni locali. Di comprimere in pochi istanti, click, le ore passate in fila o rimbalzato da un ufficio all'altro e a inseguire orari impossibili. Uno strumento pensato dall'amministrazione soprattutto per rendere la macchina burocratica più leggera (speriamo), ma che, quasi involontariamente, diventa il luogo dove ci possiamo infilare per esigere trasparenza e legalità.
  2. Sono numerosi i fogli da firmare quando ci si reca allo sportello. Perciò il secondo strumento di cui ci dobbiamo dotare è quello della firma digitale. Un apparecchio che collegato ad un computer permette di sottoscrivere documenti con pochi passi, alla velocità di un “Mi piace”, per quanti conoscono Facebook. Ma con un valore del tutto equivalente a quello di una firma autografa. La posta elettronica certificata, e ancora di più la firma digitale sono poco diffusi e di difficile reperimento. Ma con poche decine di euro, a meno della metà del costo di mercato, Radicali Italiani e Agorà Digitale hanno la possibilità di fornire ad ogni attivista questo piccolo ma sostanziale equipaggiamento tecnologico.
  3. L'“accesso agli atti”, lo strumento legale tramite il quale è possibile per un cittadino richiedere all'amministrazione pubblica documenti che legittimamente ritiene di essere interessato a conoscere. Strumento quasi inutilizzato per la burocrazia e la non conoscenza che lo circonda.
Per una email certificata con in allegato una richiesta firmata digitalmente di accesso agli atti ci vogliono pochi minuti. La nostra pirateria sarà quella di prenderci i documenti e i dati con cui ci sarà risposto e di renderli pubblici. E di denunciare per inadempienza la pubblica amministrazione in tutti i casi in cui questa non risponda. Anche con azioni collettive.
A quali informazioni possiamo accedere?
Solo per fare qualche esempio.
  1. A tutte le informazioni ambientali e con quelle documentare gli scempi sul territorio.
  2. Alle spese patrimoniali, ai redditi e alle spese elettorali dei consiglieri comunali, provinciali e regionali.
  3. A tutti gli iscritti alle liste elettorali, cioè dei cittadini che hanno diritto al voto.
Ma sta ai cittadini, agli attivisti ed ai dirigenti radicali, comprendere le priorità e la forma per poterci accedere.
Sembra complesso, come si può fare?
La gestione dei riferimenti di legge è ostica anche per i radicali di maggiore esperienza. Per questo è necessario che Radicali Italiani e Agorà Digitale forniscano delle procedure facilitate che permettano a chiunque di procurarsi con poche decine di euro posta elettronica certificata e firma digitale, e di realizzare in pochi click i documenti per le nostre visite “virtuali” agli uffici comunali.
Come valorizzare questa lotta?
Le strade possibili sono limitate solo dalla fantasia. Si chiama civil hacking la capacità di utilizzare le tecnologie per rendere i dati intuitivi e fruibili. Starà ai cittadini, agli attivisti, ad Agorà Digitale e Radicali Italiani saperli utilizzare in modo efficace.

martedì 20 luglio 2010

MARAZZO TORNA: farà inchieste per RAI TRE ..

| 19 luglio 2010 at 22:49 | Tag: Piero Marrazzo | Categories: Inceneritore Albano, Rassegna Stampa
 
Può sempre condurre inchieste su finte emergenze rifiuti e inceneritori autorizzati a ferragosto nella Regione Lazio. 

Dovrebbe saperne qualcosa.

Piero Marrazzo vuole tornare a fare il giornalista. E presto, il desiderio dell'ex governatore del Lazio, costretto alle dimissioni dopo lo scandalo su droga e trans, diverrà realtà. 



Lo rivela Nino Rizzo Nervo intervenendo nel programma televisivo di Klaus Davi in onda su YouTube. «Marrazzo tornerà a realizzare documentari e inchieste, ma la sua intenzione non è quella di tornare a condurre» ha precisato il membro della Commissione di Vigilanza della Rai.  «Ho incontrato Marrazzo, credo tre volte, negli ultimi mesi - racconta Rizzo Nervo -.  Conoscevo ed ero amico anche di suo padre insieme al quale ho più volte lavorato sulle inchieste di mafia quando vivevo a Palermo.  Piero è un bravissimo giornalista.  Quando ero direttore del TG3, unificato con la TGR, lo nominai caporedattore regionale a Firenze e risolse una situazione difficile.  No, non tornerà a condurre.  La sua vicenda personale lo ha molto provato, ma vuole giustamente tornare a fare il giornalista. Ha delle ottime idee sulla realizzazione di alcune inchieste e pensa anche alla realizzazione di alcuni documentari e ne ha già parlato con il direttore di Raitre».  (Fonte articolo, clicca qui)

sabato 17 luglio 2010

LA DIOSSINA UCCIDE ! .. bloccato l'inceneritore di Lecce



Con una disposizione del 18 giugno, numero di protocollo 53205, la Provincia di Lecce, tramite il Servizio Ambiente e Polizia Provinciale ha immediatamente diffidato e sospeso dall’autorizzazione all’esercizio l’impianto di termodistruzione di rifiuti speciali e sanitari di proprietà della Biosud srl, sito in Contrada Mazzarella, a cinque chilometri da Surbo e venti da Lecce, gestore di un business che si aggira intorno ai due milioni e mezzo di euro.

Il motivo di questo provvedimento drastico sta nella lettura dei dati allarmanti che l’Arpa ha rilevato in un controllo a bocca di camino del 27 novembre 2009: una concentrazione di diossine totali pari a 13,70 ng TE/Nmc (nanogrammi per metro cubo), ben centotrenta volte superiore al limite di nanogrammi previsto per metro cubo, cioè 0,1.  La Biosud deve rispettare questo limite perché soggetta al Decreto legislativo 133 del 2005, che recepisce le norme europee riguardo ai valori limite delle emissioni in atmosfera per gli inceneritori.

Il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’ Asl di Lecce ha inoltre trasmesso al servizio della provincia un provvedimento del 17 giugno nel quale è sottolineato l’evidente pericolo per la salute pubblica e si richiede la sospensione immediata fino a quando l’azienda non avrà disposto il necessario adeguamento di impianti per rientrare nella normalità.

Preso atto di tali provvedimenti, la Provincia si è appellata al decreto legislativo 152 del 2003 che prevede appunto la diffida e la sospensione da parte dell’autorità competente. 

Cancerogeno: questo è il simbolo associato a sostanze che, come la diossina, sono sicuramente cancerogene per l’uomo.

In attesa di ascoltare la dirigenza della Biosud, che avrebbe dovuto consegnare memorie e osservazioni entro il 28 giugno, si sa che l’Arpa è stata formalmente invitata proprio nei giorni scorsi a effettuare nuove analisi.
Ma sorge una domanda, cui speriamo di ricevere risposta. 

E (sper)giuriamo di essere davvero sorpresi. Consideriamo un fatto: la Biosud esiste ormai da anni sul territorio vanta di avere un servizio efficientissimo di rilevamenti e analisi, fornito dal Consorzio interuniversitario nazionale “La chimica per l’ambiente”, meglio noto come Inca, un consorzio fondato da cinque poli universitari, quello del Salento,quello veneziano della Ca’ Foscari, quello della Tuscia di Viterbo, quello di Milano e quello di Firenze. 

Un consorzio in cui confluiscono finanziamenti pubblici, ministeriali, destinati anche alle attività di ricerca. Come mai c’è stato bisogno dell’intervento dell’Arpa per segnalare questa pesante infrazione?

Se è vero che l’azienda provvede ora che è stata tirata per il bavero a rimodernare e adeguare gli impianti, come possiamo continuare a dar credito e fiducia a chi ci rassicura di non avere la testa fra le nuvole di diossina? (Andrea Aufieri, Peacelink) .  Fonte articolo, clicca qui.

DIFFERENZIA-TI

mercoledì 14 luglio 2010

Lazio in ritardo (sempre di più!) sulla raccolta differenziata

Un bando di gara pubblico per individuare il sito alternativo alla discarica di Malagrotta: è questa una delle ipotesi allo studio della Regione Lazio, che in autunno porterà in commissione Ambiente il nuovo piano dei rifiuti. «Abbiamo anche pensato alla possibilità di mettere a bando pubblico l’individuazione del sito alternativo a Malagrotta», ha annunciato il presidente Renata Polverini, che ha subito precisato: «Stiamo valutando se questo crea un allungamento dei tempi che non potremmo sostenere anche perché Malagrotta è satura e noi abbiamo il dovere di individuare un sito alternativo». Intanto, sulla scelta dell’area che dovrà ospitare la nuova discarica si dovrà pronunciare il Campidoglio. «Il Comune di Roma deve indicare un sito e poi fare le valutazioni con noi», ha ribadito il presidente che ha negato che la scelta sia già caduta su Allumiere. «Per ora la Regione non ha avuto comunicazioni formali da parte del Comune – ha spiegato -. Non appena il Comune ce lo comunicherà, valuteremo».
L’unica cosa certa al momento sembra la costruzione di un nuovo termovalorizzatore, che si andrà ad aggiungere a quelli di Colleferro, San Vittore, Malagrotta e Albano Laziale. «Allo stato delle cose – ha affermato Polverini – stiamo lavorando al quinto impianto. Naturalmente il progetto si inserisce nel piano più generale dei rifiuti quindi bisogna anche tener presenti le percentuali imposte dalla normativa nazionale rispetto alla raccolta differenziata. Percentuali che per la nostra regione è impossibile raggiungere nei tempi e con le modalità imposte e che comunque rimetterebbero in discussione gli impianti della nostra regione».
Per la costruzione dell’impianto di Albano, tuttavia, si dovrà attendere la decisione del Tar che si pronuncerà a ottobre. E nel caso in cui dovesse arrivare il via libera, i lavori dovrebbero essere portati a termine entro il 2013. Il presidente della Regione ha poi ricordato che sono «in corso l’ampliamento di San Vittore che si completerà entro la metà del 2011 e la realizzazione della seconda linea del gassificatore di Malagrotta, prevista in funzione per la stessa data».
Diverso il caso dell’impianto di Colleferro. «Il Consorzio pubblico che gestiva gli impianti è stato posto in amministrazione controllata – ha affermato la presidente -. Il commissario, dopo aver avviato una prima gara per l’individuazione dell’assuntore, andata deserta, sta oggi provvedendo alla dismissione dei beni, inclusi gli impianti di termovalorizzazione».
Per quanto riguarda invece la raccolta differenziata la Polverini ha tenuto a precisare che «i paramentri previsti dalla normativa nazionale (60 per cento) per il Lazio oggi sono assolutamente irraggiungibili». A chi le chiedeva, poi, se il nuovo piano dei rifiuti rivedrà al ribasso la percentuale della differenziata ha risposto: «Questo non dipende da noi. C’è una normativa nazionale. In queste ore stiamo lavorando anche in conferenza Stato regioni con il ministro dell’ambiente. Comunque già ieri la città di Roma ha detto che raggiungerà il 25 per cento e non quello che prevede la normativa nazionale». Fonte articolo qui

martedì 13 luglio 2010

Rifiuti, Noe sequestra discarica nel frusinate: 14 fermati



I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (Noe) della capitale stanno sequestrando la discarica di Cerreto nel comune di Roccasecca (Frosinone) e eseguendo 14 misure cautelari emesse dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere per reati che vanno dal traffico illecito di rifiuti, al falso ideologico, alla truffa. Lo riferiscono una fonte del Noe e una fonte della procura di Santa Maria Capua Vetere, aggiungendo che la società che gestisce la discarica, oggetto d’indagine, ha smaltito rifiuti speciali, e in alcuni casi tossici, in impianti del centro-sud autorizzati ad accogliere rifiuti, ma non speciali né tossici, grazie alla falsificazione di documenti. Il Noe, che ha operato in sette regioni (Lazio, Campania, Marche, Umbria, Toscana, Puglia e Abruzzo), ha eseguito 14 ordinanze di custodia cautelare di cui quattro in carcere.  (Fonte, clicca qui)
Una vasta operazione ambientale è in corso nel frusinate ed in altre regioni italiane. I carabinieri del Nucleo operativo ecologico della capitale stanno sequestrando la discarica di Cerreto nel comune di Roccasecca, utilizzata per stoccare i rifiuti dei 91 comuni che compongono la provincia di Frosinone. L’inchiesta vede coinvolte decine di persone. Quattordici gli arresti eseguiti dal Noe dei carabinieri in tutta Italia, per concorso in traffico illegale di rifiuti speciali e tossici e falso.  Il blitz dei militari, coordinati dal capitano Ultimo Sergio Di Caprio è scattato in 7 regione (Lazio, Campania, Marche, Umbria, Toscana, Puglia e Abruzzo. Quattro gli arresti nel Lazio, tre a Frosinone e una a Viterbo. A coordinare le indagini la Procura di Santa Maria Capua Vetere con il pm Guarriello e il gip Baldassarre. (Fonte: La Repubblica)
I fanghi dei rifiuti che avrebbero dovuti essere trattati secondo le norme di legge, venivano sparsi nei terreni delle campagne del Casertano. E’ quanto emerge dall’indagine dei carabinieri del Noe in 7 regioni con 14 arresti. In particolare, un’impresa di Gricignano d’Aversa (Caserta) aveva l’incarico di ritirare i liquami presso le abitazioni prive di collegamenti alle fogne. Gli stessi liquami avrebbero dovuti essere trattati e inertizzati ma i fanghi, secondo quanto emerge dall’indagine, venivano gettati nelle campagne del Casertano.  (Fonte: Ansa)
Lazio/rifiuti: FDS chiede di verificare le scorie inquinanti a Malagrotta
Il Gruppo della Federazione della Sinistra alla Regione Lazio ha presentato questa mattina un’interrogazione urgente all’Assessorato regionale all’Ambiente e Sviluppo Sostenibile per verificare la presenza di scorie inquinanti all’interno del perimetro della discarica di Malagrotta.
Ivano Peduzzi e Fabio Nobile, capogruppo e consigliere Fds, segnalando la denuncia dei comitati cittadini delle zone confinanti con la discarica, chiedono all’Assessore regionale Mattei di ”conoscere dove siano state sinora smaltite le scorie dell’impianto romano e dove ne e’ previsto il futuro smaltimento, se la caratterizzazione di tali scorie viene effettuata da un laboratorio ‘terzo’ e quali siano i risultati delle analisi”. Chiedono inoltre ‘’se in considerazione della pericolosita’ per la salute dei cittadini non sia necessario procedere alla chiusura dell’impianto”.  (Fonte articolo, clicca qui)

lunedì 5 luglio 2010

Chi pagherà le Follie del signor Cerroni?

Il giorno 15 giungo 2010 la Commissione Parlamentare sulle attività illecite nella gestione dei rifiuti ha invitato in audizione il signor Cerroni.
Il signor Cerroni ha riportato, alla Commissione parlamentare, una notizia importantissima e riservatissima: “Io dico che ho una sorella che cucina bene le fettuccine: se non le do la farina doppio zero e le uova buone, ma il mais, lei non può prepararmele. Questo è il punto. È tutto qui”. Va sottolineato che, terminata l’audizione, la Commissione parlamentare ha sentitamente ringraziato il signor Cerroni.   Oltre alle fettuccine della sorella, il signor Cerroni ha deliziato la Commissione con gli spaghetti (“quando facevamo tutto noi, si mangiavano spaghetti la mattina sulle strade di Roma”).
Abbiamo poi potuto ammirare le competenze tecniche del signor Cerroni, competenze che gli permettono di eludere qualsiasi gara di appalto e di andare direttamente a trattativa rigorosamente privata.
Di seguito riportiamo il Cerroni pensiero sugli inceneritori; “Ma non dimenticate che avevamo dodici inceneritori del tal quale a Rocca Cencia e a Ponte Malnome. Quando allora c’era la scafatura, da febbraio ad aprile, cioè quando i piselli e le fave le donne li facevano in casa, noi, per far funzionare i forni, dovevamo dare olio combustibile, petrolio, perché il potere calorifico di quei rifiuti non consentiva la combustione”.  Chiusa la lezione culinaria su fettuccine, spaghetti, fave e piselli, la Commissione parlamentare si è interrogata sulla mancanza di CDR nel Lazio e sulla effettiva necessità di tanti inceneritori (Colleferro, San Vittore, Malagrotta ed Albano).

Il signor CERRONI ha così risposto: “Quando il cerchio sarà chiuso e, probabilmente, si farà la raccolta differenziata, non al 50/60 per cento, come dicono, ma solo al 35 per cento, noi dovremo importare i rifiuti, perché non ce li abbiamo”.
E se manca il CDR, cosa ci faremo dell’inceneritore di Albano?
Il signor CERRONI ha così risposto: “Funzionerebbe anche con il rifiuto talquale, che però non produce energia, e si dovrà cambiare l’autorizzazione”.
Questo si ripercuoterà sul costo dei rifiuti ai cittadini?
Il signor CERRONI ha così risposto: “Con l’incenerimento tal quale, i costi sono da 200 a 300 euro, mettiamocelo bene in testa tutti”.
Il tutto è semplicemente folle: per far funzionare 12 linee di inceneritori, la regione Lazio dovrà importare rifiuti dalle altre regioni e, forse, anche dall’estero !!!
Le follie del signor Cerroni e del suo immenso impero, garantito dall’assoluto monopolio e da una classe politica completamente asservita, ci costano già oggi molto care: dal rapporto ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) risulta che il Lazio ha i costi e le tariffe più alte d’Italia (163 euro è il costo totale per abitante), di gran lunga superiore alle altre regioni (Campania 127 euro, Veneto 109 euro, Lombardia 100 euro, Friuli 94 euro).

Considerato che nel Lazio già manca il CDR da bruciare, gli inceneritori dovranno bruciare il tal quale e i costi esploderanno a 300 euro, mettiamocelo bene in testa tutti !!!  Chi pagherà le follie del signor Cerroni?

Sulla base del federalismo fiscale saranno i cittadini del Lazio a pagare a piè di lista le spese folli del signor Cerroni e della banda dei Cerroni Boys (Marrazzo, Alemanno, ACEA, AMA, Di Carlo, Robilotta, Mattei, Zaratti, ecc.).

Il Ministro Tremonti ha iniziato la Relazione del Governo alle Camere sul Federalismo Fiscale con il seguente pensiero: “come e perché l’albero della finanza pubblica è diventato un albero storto”.
Nella Regione Lazio, purtroppo, non c’è più alcun albero della finanza pubblica, ci sono solo le “idrovore” e la fallimentare gestione della sanità e dei rifiuti nel Lazio sono solo la punta di un iceberg.

Leggi tutto il testo dell’audizione.