Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

domenica 15 agosto 2010

Il caro bollette a Roma si chiama Cerroni

Bollette care, carissime.
Due volte più salate a Roma rispetto a Parigi, Londra, Madrid.

Tre volte più alte dell’inflazione negli ultimi cinque anni.

Secondo i calcoli dei ricercatori di Confartigianato che hanno elaborato in uno studio i dati del Ministero dello Sviluppo Economico, tra giugno 2005 e giugno 2010 le tariffe di acqua, rifiuti e trasporto pubblico sono salite del 28,4%, tre volte l’inflazione e il doppio della crescita registrata in Europa.

Le differenze tra i capoluoghi sfiorano il ridicolo.

Come tassa rifiuti, per una famiglia di due adulti e un figlio che abita in un appartamento di 80 mq. si pagano (dati 2009) 276 euro a Roma, il 23,8% in più della media nazionale.

Rispetto al costo di raccolta rifiuti, Roma si contende il record dell’inefficienza con Napoli (331 euro) e con Catania (292 euro).
Roma (276 euro) ha un costo della raccolta rifiuti doppio rispetto a quello di Firenze (135 euro).

Il costo della gestione dei rifiuti di Roma (276 euro) è più alto di quello di Torino (197 euro), di Milano (210 euro), di Genova (230 euro), di Trieste e Bologna (195 euro).

Grazie al monopolio del signor Cerroni, il costo della gestione dei rifiuti di Roma (276 euro) è addirittura più alto di quello di Venezia (247 euro).

E’ semplicemente incredibile!!!

La gestione monopolistica del signor Cerroni è più costosa della raccolta dei rifiuti con le gondole???

Il costo della gestione dei rifiuti di Roma (276 euro) è più alto di quello medio del Nord (210 euro), di quello del Centro (259 euro) e, addirittura, di quello del Sud (258 euro).

Il costo della gestione dei rifiuti di Roma (276 euro) è più alto di quello di Bari (153 euro), di Messina (201 euro), di Palermo (209 euro) e di Cagliari (245 euro).

Ma come è possibile costruire un monopolio così “salato” per le tasche dei cittadini? Come è possibile imporre l’inceneritore di Albano contro la volontà della popolazione e senza alcuna gara d’appalto?
Come ha spiegato il signor Cerroni ai nostri deputati e senatori: “Io dico che ho una sorella che cucina bene le fettuccine: se non le do la farina doppio zero e le uova buone, ma il mais, lei non può prepararmele. Questo è il punto. È tutto qui”.

Oltre all’ex assessore Di Carlo (PD), anche alcuni neo-assessori del Comune di Albano Laziale possono confermare.


Il costo in euro di raccolta rifiuti Tari/Tarsu per una abitazione di 80 mq
TORINO 197
MILANO 210
GENOVA 230
VENEZIA 247
TRIESTE 195
BOLOGNA 195
FIRENZE 135
ROMA 276 NAPOLI 331
BARI 153
MESSINA 201
CATANIA 292
PALERMO 209
CAGLIARI 245

MEDIA ITALIA 223
Nord 210
Centro 259
Mezzogiorno 258

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati MSE e Unioncamere

Un po’ di rassegna stampa dopo il DIS-CAMPING di Roncigliano


Dopo la bellissima iniziativa del 6-7-8 Agosto organizzata dal Coordinamento No Inceneritore di Albano a Roncigliano, proprio di fronte al sito della discarica e del famigerato inceneritore, abbiamo raccolto un po’ di materiale web per chi avesse mancato l’evento, o semplicemente, per chi volesse rivivere quei momenti pieni di vita e di felicita’, dove famiglie, cittadini, persone di ogni tipo hanno partecipato ad uno degli eventi piu’ belli mai organizzati dal Coordinamento. Quindi:

DAZEBAO

CASTELLI NEWS

LA VOCE DI ARICCIA

IL MANIFESTO

Buona lettura & visione, e stay tuned, presto ci saranno nuove iniziative!                    DIFFERENZIA-TI staff


martedì 10 agosto 2010

Esito disCAMPEGGIO no inceneritore Castelli Romani

Chi ci avrebbe mai pensato. Fra lidi e siti in alta e bassa montagna e mari e laghi e laghetti, dove ti vanno a fare camping certi tignosi creativi riuniti in coordinamento per dire no e poi no alla costruzione dell'inceneritore nel comune di Albano? Vicino alla discarica di Roncigliano, la località che dovrebbe accogliere il nuovo mostro sputaveleno, e Cacadenari come il ciuco della favola, lì, proprio lì, fuori dai cancelli e lungo la recinzione dell'area in discussione, sono state piazzate le tende e per tre giorni si è fatto campeggio in piena regola, senza storcere il naso quando qualche folata di vento portava i miasmi dei vicini invasi in piena attività. I Carabinieri stazionavano oltre i cancelli chiusi della discarica, tranquilli e annoiati, e forse avrebbero desiderato essere dall'altra parte, dalla parte dei campeggiatori autorizzati, a sentir parlare dei guai che ci affliggono da vicino e da lontano, ma anche di proposte alternative per cui battersi. Dal bimbo in passeggino al nonno in maniche di camicia, nel DisCampeggio alle porte della discarica si potevano contare diverse generazioni che stavano lì tutte per lo stesso motivo, ovvero perché rispettano e amano la vita. Quella zona lì chi non la conosce non può immaginare quanto sia bella, colline ubertose come si diceva ai vecchi tempi con la lingua del poeta, con l'impronta di un Eden di cui solo resta la nostalgia per un ritorno che pare impossibile. Ma di che stiamo parlando, in sostanza? Presto detto: la nostra è una società che produce rifiuti più di quanti ne possa smaltire, lo smaltimento sta in mano a chi traduce la spazzatura in oro colato, le discariche bruciano tutto indifferentemente, e quando sono sature sopra ci vengono costruite macchine infernali dette termovalorizzatori che ardono e producono polveri sottili, diossine e altre sostanze tossiche, e per far questo consumano acqua, tanta acqua, tantissima acqua, e per disporre di tanta acqua oltre al normale fabbisogno si continuano a scavare pozzi sempre più in profondità, sempre più giù, fino e sotto al livello del mare, e le falde acquifere si abbassano, e nel nostro territorio a tipo vulcanico le acque pescate da questi pozzi per effetto di combinazioni chimiche sono dense di elementi tossici che non uccidono subito ma lentamente e con grazia, e quando il popolo viene a sapere – perché qualcuno più vigile si è fatto venire i dubbi che sono stati poi ampiamente confermati dagli accertamenti, e stiamo parlando del Comitato per l'acqua pubblica di Velletri – che paga una bolletta salata per un consumo d'acqua condita di manganese, arsenico, vanadio ed altri elementi chimici in dosi legalmente inaccettabili, cosa fanno i responsabili? Corrono ai ripari predisponendo l'applicazione dell'osmosi inversa, la cui procedura comporta una grossa grossissima percentuale di acqua di scarto ricca ricchissima di arsenico che è un elemento che non si distrugge nemmeno nei secoli, e questa acqua mortale se ne va nei fossi e nei terreni e se ne corre al mare, da dove poi viene ripescata quando si scavano altri pozzi. E la bolletta salata salatisssima si paga a quel punto per disporre di acqua distillata, acqua morta priva delle sue proprietà, e intanto si va al supermercato a comprare cassette d'acqua che nessuno ci garantisce potabile, e comunque contenuta nella plastica che in determinate condizioni può subire alterazioni nocive, e bene che vada solo per il consumo di acqua potabile pro–capite, facciamoci due conti, si vanno a buttare nella spazzatura 100 milioni di bottiglie di plastica al giorno. Bene, per questo e molto di più e di peggio è stato organizzato dal Coordinamento contro l'inceneritore di Albano il Campeggio "No Inc", che si è tenuto dal 6 all'8 agosto al Villaggio Ardeatino, a portata di fiuto della discarica di Roncigliano, per far presente a chi conta e a chi non conta che la situazione è grave e potrebbe peggiorare. E intanto in certi comuni i cartelli avvisano che l'acqua dei rubinetti è vietata ai minori di 14 anni. Come i film porno ed altre sconcezze. (Fonte: clicca qui)

_Una protesta, una resistenza, una festa in famiglia. E tanta informazione. Tutto questo è stato il campeggio organizzato dal Coordinamento No Inc che si è svolto dal 6 all'8 agosto fuori dai cancelli della discarica di Roncigliano nel comune di Albano. Si è parlato in questi tre giorni del nucleare, di carenza idrica e privatizzazione dell'acqua, di energia e rifiuti. Sono intervenuti per Hiroschima day venerdì 6 agosto il fisico nucleare Angelo Baracca de La Sapienza di Roma, sabato 7 per la giornata dedicata all'acqua il chimico Aldo Garofalo e il Comitato per l'acqua pubblica di Velletri, e domenica 8 mostra e dibattito sull'Energia e Rifiuti a cura del Coordinamento No In e il Comitato Risanamento Ambientale di Guidonia, tutela Valle del Sacco. La gente era tanta e non stava lì per caso, i motivi sono seri e ben presenti. C'era gente del luogo, costretta a convivere con quelli che sono i risvolti neri di una discarica nata per caso decenni or sono, sul terreno di un privato dove qualcuno cominciò a infilare senza autorizzazione rifiuti che andarono a costituire la prima palata di indecenza in una zona che meriterebbe ponti d'oro per non essere calpestata, e su quella prima infrazione si costruirono invasi su invasi senza starsi troppo a preoccupare di norme e regole, e pazienza se nelle buche non coimbentate i rifiuti andavano a cadere direttamente nelle falde acquifere, chi lo vede, chi se ne accorge, chi controlla? Ma la gente del luogo se ne accorge eccome, a proprie spese e senza poter far altro che bere o affogare, stare o cambiare residenza, lasciando magari la casa ereditata nella proprietà di famiglia, che prima della discarica era un paradiso terrestre. Ma non tutti la pensano uguale, da quelle parti: ci sono proprietari che stanno bene così, perché con la discarica quella zona lì ha avuto pure qualche vantaggio, qualche strada asfaltata e illuminata, e queste sono cose che si vedono, mentre le nano polveri non si vedono, e se si respira diossina non è che ti ammazza all'istante, e allora perché alzare tanta polvere, perché fare tanta brutta pubblicità a questa zona che poi perde valore, e si deprezza la proprietà, e questi sì che sono danni, e pure quantificabili.

La gente del luogo non è compatta nel considerare la questione inceneritore, c'è chi non lo vuole in assoluto e chi invece non è interessato nemmeno a sapere di che si tratta, cosa comporta, e perché si sta facendo tanto chiasso attorno all'argomento. E poi c'è tutta l'altra gente, nel DisCampeggio come è stato chiamato il luogo della tre giorni, ed è gente dei dintorni con interessi personali perché la discarica e l'eventuale inceneritore hanno un raggio d'azione malefico che copre vastissime zone, e c'è gente che ci viene da lontano perché contraria a questi sistemi barbari e immondi quando ci sarebbero ben altre alternative, però non altrettanto redditizie a breve termine, e qui chi sta sopra campa alla giornata e chissenefrega del domani degli altri, se pure c'è un domani. E poi ci sono i tecnici, e gli esperti, e i professionisti, tutti lì a scocciarsi il cervello per far capire a tutti che stiamo ballando l'ultimo tango su un pianeta pronto allo scoppio finale, con tutto quello che gli è stato infilato in corpo dalle guerre stellari che ogni giorno si svolgono sulla Terra per il divertimento dei nostri grandi Assassini, e chissenefrega di stermini e disastri ambientali, quelli hanno nel bunker sotto il palazzo il razzo pronto a partire per altri mondi, e c'è chi può e chi non può, ma mica sono affari loro. Cose così, si sono dette e ascoltate e riflettute e meditate durante i tre giorni di questo strano campeggio, dove si pensava anche a cucinare, sia per tenersi in piedi e in buona armonia, sia per racimolare qualche centinaio di euretti per i fondi che servono per i ricorsi al TAR, il resto è gratuito, ognuno offre la sua disponibilità in tutti i campi di competenza, qui se non ci si aiuta tra gente che sta sulla stessa barca si va a fondo, si viene calati a picco dalle grandi Ammiraglie, e chissenefrega se sopra ci stanno donne vecchi e bambini, concetto superato da tempo, non rappresenta un problema di coscienza, quale coscienza? E l'amministrazione regionale che dice?

"Li abbiamo cercati, non siamo stati ricevuti, è stato richiesto l'intervento direttamente alla Polverini e per il momento a differenza del passato non ci è stata accordata nessuna udienza. Aspettiamo ottobre, vediamo al TAR come si metterà la situazione", dice Daniele Castri, avvocato del Coordinamento No Inc, sempre in prima linea.

"Sono qui per oppormi alla costruzione di un inceneritore in questo territorio. La forza degli interessi è sicuramente superiore a tutto il resto, i soldi in ballo sono tantissimi, quindi la vedo male, decenni di malagestione, però vedere le cose andar male e non fare niente, no, una voce magari ne chiama un'altra...", dice Andrea, 27 anni, studente disoccupato.

"Sono trent'anni che vivo vicino a una discarica, penso sia ora che chiuda e si cominci a fare la differenziata. Nel frattempo ci dobbiamo sorbire la puzza che da anni ci perseguita", Patrizia, 53 anni, abitante nei pressi della discarica.

"La raccolta differenziata qui non si vuol farla veramente, è solo fumo negli occhi. Dove è partita veramente ha dato risultati insperati in poco tempo. Il porta a porta funziona, lo so per esperienza diretta, e anche se la gente non capisce certi provvedimenti si dovrebbero comunque adottare, poi la gente capirà. Io penso che in tempi brevi, due anni, avremmo dei risultati", Pasquale, 50 anni, operatore ecologico.

"Se deve partire un cantiere (per l'inceneritore, ndr) questo è il momento buono, considerando che siamo in agosto, con la gente o fuori o rilassata. Vogliamo richiamare l'attenzione, far capire che noi siamo qui, non siamo dispersi, non siamo in vacanza, e ci troveranno qui nella nostra posizione. C'è molto appoggio popolare e partecipazione in prima persona", Sergio, 53 anni, impiegato in ospedale.

Davanti all'intera situazione viene in mente lo scontro fra Golia e Davide, la forza di un gigante e una piccola pietra nella fionda. Sappiamo chi vinse. E sappiamo che la comunicazione, specialmente via internet, può essere molto più efficace di una fionda. Passiamo parola, è ora che cominci per davvero la lotta ai distruttori dell'ambiente e della vita. (Fonte: Controluce)

La verità sul fallimento degli inceneritori

48 Sindaci della Regione Lazio hanno giocato con gli inceneritori, determinando il fallimento economico del Consorzio Gaia di Colleferro.

L’elenco dei 48 Sindaci è stato, fino ad oggi, avvolto nel mistero.

Nulla su Internet. Nulla sulla stampa. Nulla sulle relazioni delle Commissioni parlamentari.

Abbiamo perciò effettuato una ricerca e di seguito pubblichiamo l’elenco degli azionisti del Consorzio Gaia (aggiornato al 2007), i protagonisti del più grande imbroglio che la storia di questo paese ricordi.

Ecco gli azionisti pubblici del Consorzio GAIA:

Comune di Acuto
Comune di Alatri
Comune di Anagni
Comune di Ariccia
Comune di Artena
Comune di Bellegra
Comune di Capranica Prenestina
Comune di Carpineto Romano
Comune di Castel Gandolfo
Comune di Castel San Pietro Romano
Comune di Cave
Comune di Colleferro
Comune di Colonna
Comune di Ferentino
Comune di Fiuggi
Comune di Frascati
Comune di Gallicano nel Lazio
Comune di Gavignano
Comune di Genazzano
Comune di Gorga
Comune di Grottaferrata
Comune di Labico
Comune di Monte Compatri
Comune di Montelanico
Comune di Morolo
Comune di Nemi
Comune di Olevano Romano
Comune di Palestrina
Comune di Paliano
Comune di Piglio
Comune di Ripi
Comune di Rocca di Cave
Comune di Rocca di Papa
Comune di Rocca di Santo Stefano
Comune di Roiate
Comune di San Cesareo
Comune di San Vito Romano
Comune di Segni
Comune di Serrone
Comune di Subiaco
Comune di Trevi nel Lazio
Comune di Valmontone
Comune di Veroli.

E’ un elenco lunghissimo ed incredibile.

Decine di comuni che giocano a fare le “belle anime” con la raccolta differenziata, ma che portano la responsabilità di un disastro economico ed ambientale di portata inaudita.

Per inseguire il sogno degli inceneritori, il Consorzio GAIA si è indebitato per circa 300 milioni di euro e, solo nel 2005, ha presentato una perdita di 122 milioni di euro.

La corsa “insensata” agli inceneritori e ai CIP6 ha di fatto provocato un vero, gigantesco disastro economico.

Il Sindaco di Roma Alemanno dovrebbe imparare: invece di fare spot commerciali pro-inceneritori dal Giappone, tra l’altro a spese dei contribuenti, dovrebbe visitare l’inceneritore di Colleferro, facendosi spiegare i bilanci del Consorzio GAIA dai carabinieri del NOE.

Peccato che anche la Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite nella gestione del ciclo dei rifiuti abbia evitato di analizzare i bilanci disastrosi del Consorzio GAIA.

I nostri deputati e senatori, da veri incompetenti, hanno omaggiato il più grande esperto del settore, il signor Cerroni, che li ha brillantemente edotti sulla gestione dei rifiuti: “Io dico che ho una sorella che cucina bene le fettuccine: se non le do la farina doppio zero e le uova buone, ma il mais, lei non può prepararmele. Questo è il punto. È tutto qui”.

Perché in questo paese la classe politica continua a prenderci in giro con gli inceneritori, ecomostri dai costi folli, e con le case da sogno (affaccio con vista sul Colosseo o su Montecarlo) acquistate/vendute a prezzi irreali?

Danilo Ballanti - su sottoterrailtreno

lunedì 9 agosto 2010

UN SALUTO DALLA VALLE:

MI HANNO BLOCCATO fb

ACEA ato2 dovrebbe pagare "una penale pari a circa 20 milioni di euro /anno".

Simulazione realizzata dalla STO: ACEA ato2 dovrebbe pagare "una penale pari a circa 20 milioni di euro /anno".
Estratto dalla relazione della Segretaria Tecnico Operativa (STO) all'ultima Conferenza dei Sindaci (5 luglio 2010).

f) Applicazione del parametro di misurazione delle prestazioni MALL
L’appendice A del Disciplinare Tecnico, allegato alla Convenzione di Gestione prevede l’attivazione da parte del Gestore del S.I.I. di appositi registri di misurazione delle prestazioni.
Tali registri sono sintetizzati in alcuni parametri calcolati su base annua con apposite formule che sono utilizzati in occasione della verifica triennale della tariffa per il calcolo del parametro MALL:

MALL = QUAL x INTV x TAN

Il MALL è pari ad un coefficiente inferiore o uguale all’unità che moltiplicato ai costi operativi
inseriti in tariffa ne conferma o ne diminuisce il valore.
Il parametro QUAL misura la qualità del servizio, il parametro INTV misura lo stato di
attuazione degli interventi, il parametro TAN deriva dall’osservazione globale degli indicatori
effettuata dal Garante Regionale del S.I.I.

- RECL è il parametro che tiene conto dei reclami presentati dall’utenza;
- CONT è un parametro che tiene conto del contenzioso tra il Gestore e gli utenti;
- INTER è il parametro che tiene conto delle interruzioni di servizio idrico;
- DIFP è il parametro che tiene conto del difetto di erogazione idrica;
- DIFF è il parametro che tiene conto del difetto di collettamento dei reflui;
- QUAP è il parametro che tiene conto della qualità delle acque potabili;
- QUAS è il parametro che tiene conto della qualità delle acque di scarico.

Fino ad ora nonostante le numerose richieste fatte dalla Segreteria Tecnico Operativa, il Gestore non ha integrato tutte le informazioni necessarie per il calcolo di tali parametri e risulta quindi impossibile, a meno di simulazioni, calcolare il valore reale del parametro MALL.

In particolare, come evidenziato nelle note inviate al Gestore mancano le informazioni
seguenti:

- il parametro RECL non è individuabile: il registro dei reclami esiste ma non contiene i dati
per l’individuazione del parametro gg (numero medio di giorni intercorrenti tra la
presentazione del reclamo e la sua evasione);
- il parametro CONT non è individuabile: non è stato predisposto il registro;
- il parametro DIFP non è individuabile: il registro del difetto di erogazione idrica esiste ma
non contiene i dati per l’individuazione del parametro DIF (ore convenzionali di riduzione),
ABDIF (numero di utenze interessate dalla riduzione), Qc (portata continua minima di
contratto), Qf (portata ridotta media nel periodo di riduzione), tr (numero delle ore di
ciascuna riduzione);
- il parametro DIFF non è individuabile: non è stato predisposto il registro.

Inoltre si ricorda che la delibera 5/08 approvata dalla Conferenza dei Sindaci del 5 dicembre
2008 al punto 6 stabilisce quanto segue:

“la prossima revisione tariffaria triennale sarà deliberata solo se il Gestore avrà provveduto a fornire i dati necessari per l’applicazione del parametro di misurazione delle prestazioni - che eventualmente potrà essere aggiornato - e per l’unificazione delle articolazioni tariffarie nell’ATO 2”.

Al fine di evitare l’inapplicazione della prossima revisione tariffaria prevista nel 2011, si
rende necessario da parte di ACEA ATO 2 S.p.A. l’attivazione dei registri mancanti e l’integrazione per quelli che risultano incompleti.

La STO ha effettuato delle simulazioni di calcolo del parametro MALL, in base alle
informazioni in possesso e in mancanza di queste effettuando delle ipotesi.

La prima simulazione è stata effettuata utilizzando per il calcolo del QUAL i parametri
calcolati sull’ATO 2 e dove mancanti inserendo come valore la media di quelli calcolati, è stato
imposto pari all’unità il parametro INTV nonostante quello calcolato risultasse maggiore ed è stato assegnato al TAN il valore massimo ammissibile.

Tale simulazione, se fosse confermata comporterebbe una penale pari a circa 20 milioni di euro/anno.

Sono state effettuate altre due simulazioni mantenendo per il calcolo del QUAL i parametri
calcolati sull’ATO 2 e dove mancanti inserendo il valore dell’ATO 4 e dell’ATO 5 ottenendo risultati aventi lo stesso ordine di grandezza.

La Segreteria presenta questa comunicazione al fine di stimolare:

- ACEA ATO 2 a fare gli sforzi necessari per migliorare gli standard dei servizi;
- ACEA ATO 2 a fornire i dati necessari;
- la presa d’atto della necessità di rivedere il metodo di calcolo della penale.

Ricordo che la procedura di calcolo di questo parametro “MALL” è contenuta nel
Disciplinare Tecnico allegato alla Convenzione di Gestione e che è stata tratta dal Disciplinare Tipo redatto nel 2000 dall’Assessorato opere e reti di servizi e mobilità della Regione Lazio e messo a disposizione della Segreteria dei cinque ATO presenti nella Regione Lazio.

Roma, 31 maggio 2010
Pubblicato da Comitato Acqua Pubblica Velletri

IL DIRITTO DI SOGNARE

"Vai a sapere come sarà il mondo dopo l’anno 2000...
Abbiamo un’unica certezza, se ci saremo ancora, saremo ormai gente del secolo passato o peggio ancora, saremo gente dello scorso millennio.
Tuttavia, anche se non possiamo conoscere il mondo che verrà,
possiamo ben immaginare come vorremmo che fosse.
Il diritto di sognare non figura fra i trenta diritti umani che le Nazioni unite proclamarono alla fine del 1948.
Ma se non fosse per "Lui"...per il diritto di sognare e per le acque con cui abbevera, gli altri diritti morirebbero di sete.

Deliriamo, allora, per un attimo ..

Il mondo, che è sottosopra, si rimetterà in piedi:
- per le strade le automobili saranno calpestate dai cani,
- l’aria sarà priva dei veleni delle macchine, e avrà solo l’inquinamento prodotto dalle paure umane e dalle umane passioni,
- la gente non sarà guidata dalla macchina, né programmata dal computer, nè comprata dal supermercato, né guardata dal televisore,
- il televisore smetterà di essere il membro più importante della famiglia e sarà trattato come il ferro da stiro o la lavatrice,
- la gente lavorerà per vivere invece di vivere per lavorare,
- in nesun paese verranno arrestati i ragazzi che si rifiutino di fare il servizio militare, bensì quelli che vogliono farlo,
- gli economisti non chiameranno "livello di vita” il livello di consumo,
né chiameranno “qualità della vita" la quantità delle cose,
- i cuochi non crederanno che alle aragoste piaccia essere bollite vive,
- gli storici non crederanno che ai paesi piaccia essere invasi,
- i politici non crederanno che ai poveri piaccia mangiare promesse,
- il mondo non sarà più in guerra contro i poveri, ma contro la povertà, e l’industria bellica non potrà far altro che dichiarare fallimento per i secoli dei secoli,
- nessuno morirà di fame, perché nessuno morirà di indigestione,
- i bambini di strada non saranno trattati come se fossero spazzatura, perché non ci saranno "bambini di strada",
- i bambini ricchi non saranno trattati come se fossero denaro perché non ci saranno bambini ricchi,
- l’istruzione non sarà privilegio di chi può pagarla
- e la polizia non sarà la maledizione di coloro che non possano comprarla,
- la giustizia e la libertà, sorelle siamesi condannate a vivere separate, si riuniranno, ben appiccicate, schiena contro schiena,
- una donna nera sarà il presidente del Brasile e un’altra donna nera sarà il presidente degli Stati uniti d’America. Una donna indigena governerà il Guatemala e un’altra il Perù.
- In Argentina, le «pazze» di Plaza de Mayo saranno un esempio di salute mentale, perché loro si rifiutarono di dimenticare ai tempi dell’amnesia obbligatoria!
- la Santa Madre Chiesa correggerà alcuni errori delle tavole di Mosè.
Il sesto comandamento ordinerà: “celebrerai il corpo”.
Il nono che diffida del desiderio, lo dichiarerà sacro
- la Chiesa detterà un undicesimo comandamento, che il Signore si era dimenticato:
“Amerai la Natura di cui fai parte”!
- tutti i penitenti saranno festanti e non ci sarà notte che non sia vissuta come se fosse l’ultima, e neppure giorno che non sia vissuto come se fosse il primo..."

Eduardo Galeano

lunedì 2 agosto 2010

BOLOGNA 2 AGOSTO: LA STRAGE E' DI STATO !!!

LA  STRAGE  E'  DI  STATO  ..  NOI  LO  SAPPIAMO  ..  NOI  NON  LO  DIMENTICHIAMO


Chi guarda anche di sfuggita una qualsiasi foto della strage di Bologna vede scavare tra le macerie non solo uomini in divisa, ma soprattutto cittadini comuni.  Chi guarda invece ogni anno il palco delle commemorazioni lo vede gremito quasi esclusivamente di alti gradi militari, fasce tricolori, abiti impeccabili di politici, burocrati, sottosegretari.
Se la strage è di Stato, i rappresentanti dello Stato non dovrebbero avere alcun diritto di parlare in piazza il 2 agosto.  Se lo Stato ha intralciato e intralcia la verità, fischiare è opportuno.  Questa piazza non è né del sindaco, né del questore, né delle istituzioni, né dello Stato, né tantomeno di un governo come quello odierno in cui siedono gli eredi della strategia fascista, piduista e stragista.

Si vuole far credere che il terrorismo sia un qualcosa di esterno senza rapporti con lo Stato e le sue strategie di potere.  Ma il 2 agosto sta a ricordarci che questo è un oltraggio alle vittime e alla verità storica: dalla strage di piazza Fontana del 1969 a quella di Bologna del 1980, l’Italia ha sperimentato dolorosamente una lunga “strategia delle stragi” condotta da uomini degli apparati più coperti dello Stato o da neofascisti da essi personalmente organizzati, indirizzati, finanziati e protetti.  Lo scopo era quello di promuovere con la violenza un clima di paura e smarrimento per scoraggiare e sconfiggere le lotte operaie e le proteste sociali.

Sono trascorsi ormai 29 anni da quando, alle ore 10.25 del 2 agosto 1980, i neofascisti dei NAR spalleggiati dai servizi segreti misero una bomba alla stazione centrale di Bologna, causando 85 morti e 200 feriti.  A tanti anni di distanza i depistaggi e l’omertà di tutti i governi hanno impedito di accertare i mandanti e di conoscere pienamente la verità.  La mano è fascista, ma anche il mandante è evidente: è lo stesso che oggi grida all’emergenza per approvare misure di stampo autoritario e razzista, è chi detiene la violenza legale degli apparati militari e di polizia, chi sfrutta lavoratori sempre più precari, chi taglia pensioni e diritti sociali per finanziare eserciti e servizi segreti.  È chi continua a nascondere la verità e a terrorizzare, in un modo o nell’altro, i propri “sudditi” con campagne di allarmismi e paura.

Ogni 2 agosto le parole e gli insulti che volano tra chi fischia e chi cerca di impedirlo testimoniano che in quella piazza si esprimono due verità differenti: quella perbenista, e talora ipocrita, delle istituzioni che parlano lungamente dal palco; e un’altra che va invece nascosta, delegittimata, impedita, fino al sequestro dei volantini e alla denuncia per “vilipendio” avvenuti nel 2007.  Da una parte, vi sono i discorsi ufficiali, tutti fondati su una netta opposizione tra democrazia e terrorismo. La democrazia sarebbe buona, accogliente, benefica, irreprensibile. Le compromissioni dello “Stato democratico” nella strage del 2 agosto vengono così o taciute o ricordate come casi episodici di “deviazioni”.  Ogni anno, da 29 anni, i familiari delle vittime bussano inutilmente alla porta dei governi più diversi per chiedere la verità sui mandanti della strage e l’abolizione del segreto di Stato.  Ogni anno il ministro di turno promette, sorride, stringe mani. Tutti sanno già che non cambierà nulla.  Da alcuni anni, poi, il Terrorista è ritratto sempre più come un “mostro”, come un agghiacciante scherzo di natura, come qualcosa di totalmente estraneo alle strategie di potere dello Stato, rimuovendo gradatamente la verità storica sullo stragismo neofascista.

È il revisionismo alla Cofferati (e scopriremo presto se anche “alla Delbono”), meno smaccato e invadente delle fandonie di Cossiga e del PDL, ma pur sempre disponibile a qualche concessione: ad esempio il primo maggio 2007 il sindaco Cofferati, a nome della città di Bologna, ha dato dal palco il benvenuto al sindacato di estrema destra UGL parlando davanti a uno striscione di solidarietà allo stragista nero Luigi Ciavardini: “Strage di Bologna: Ciavardini innocente”.  Non ha fatto una piega.  Del resto, già nel 2004 il primo discorso di Cofferati per il 2 agosto aveva ricevuto il plauso di Forza Italia e AN ..  Ma vi è un’altra verità che oggi si cerca di soffocare in ogni modo, proprio mentre ci si appella alla “memoria”.  Noi la abbiamo portata in piazza ogni anno, come abbiamo potuto, anche con i fischi.  Dalla strage di piazza Fontana del 1969 a quella di Bologna del 1980, l’Italia ha vissuto dolorosamente una lunga serie di stragi indiscriminate promosse da interi scomparti dello Stato ed eseguite da militanti neofascisti.  Fin dal principio lo scopo era quello di promuovere con la violenza un “ritorno all’ordine”.  Si voleva costringere la volontà diffusa di una diversa e più giusta organizzazione sociale di nuovo entro i ranghi oppressivi del lavoro salariato e dell’autoritarismo scolastico.  Senza più dibattiti, contestazioni, lotte, antagonismi.
A lungo preparata, la strage di Bologna fu uno di questi capitoli e la sua verità storica non può essere staccata dalla storia dello stragismo neofascista e dei suoi appoggi istituzionali di ieri e di oggi.  Ma dimenticare la specificità delle stragi di Stato pare diventato ormai un obbligo istituzionale a cui nessuno si sottrae.  Dopo il revisionismo su fascismo e Resistenza, il revisionismo sul neofascismo stragista è un passo decisivo sulla via di un nuovo regime totalitario.

Ogni anno, quello che portiamo in piazza non è solo il lutto per le stragi di Stato, ma anche il dolore perché quei morti sono serviti a costruire un mondo più ingiusto, ipocrita e violento.  Per questo finora abbiamo sempre fischiato i rappresentati delle istituzioni: e lo abbiamo appreso proprio in quella piazza, nel corso degli anni, da gente comune che sapeva che lo Stato non processa se stesso.  Quest’anno tuttavia i fischi non sarebbero bastati.  A uno Stato che, col cosiddetto Pacchetto Sicurezza, ha appena promulgato le sue nuove leggi razziali, nonché una stretta autoritaria senza precedenti nel dopoguerra, vogliamo voltare le spalle.  Mentre i papaveri si daranno in mostra davanti alla Stazione, invitiamo tutte e tutti le/i sincere/i antifasciste/i a muoversi in corteo verso Piazza dell’Unità, luogo di incontro e di amalgama di culture e storie diverse, spazio urbano dove è ancora possibile praticare sport e socializzare in libertà, dimentichi di ogni frontiera e di ogni paura, simbolo di come crediamo debba essere vissuta, da tutte e tutti, la città.

Ci saremo noi, altre realtà e singoli compagne e compagni con cui abbiamo deciso di gridare forte: 

NOI SAPPIAMO, NOI NON DIMENTICHIAMO!


                                             Assemblea Antifascista Permanente di Bologna

domenica 1 agosto 2010

On Air, su Radio Onda Rossa.

Ringraziamo Radio Onda Rossa per la disponibilita' e per tutto l'appoggio che da alla vertenza.
Alleghiamo la registrazione della puntata per chi l'avesse persa o semplicemente volesse risentirla!

No Inceneritore Albano On Air Radio Onda Rossa

Lunedi 2 agosto, conferenza sindaci dei Castelli Romani su inceneritore Albano

 

IMPORTANTE: PARTECIPARE E FAR GIRARE.
Segnaliamo a tutti i cittadini che lunedi 2 agosto ore 16:00 presso Palazzo Savelli (palazzo comunale) ad Albano Laziale, si terrà la conferenza dei sindaci del bacino Castelli Romani, incontro che verterà anche e soprattutto sulla questione discarica e inceneritore.
Segnaliamo che (FINALMENTE) la conferenza sarà PUBBLICA, ci sarà quindi la possibilità di ASSISTERE (per ragioni di praticità in questa sede non ci sarà la possibilità di intervento da parte dei cittadini) a quello che i sindaci decideranno/adotteranno o non adotteranno circa la vertenza Inceneritore Albano e connesse problematiche cone discarica ecc. ecc.
E' scontato e lo ricordiamo: i cittadini sono chiamati alla partecipazione diretta, assistendo personalmente all'incontro pubblico e controllando di persona quanto deciderà ogni primo cittadino.
Da parte dei movimenti cittadini che da oltre tre anni contrastano lo speculativo mostro AMA-ACEA-CERRONI è stata avanzata richiesta alle amministrazioni castellane di formulare un documento comune, condiviso da tutti i sindaci, in cui sia palesata richiesta di sospensiva cautelare degli effetti dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) a Renata Polverini ed alla dirigenza del dipartimento territorio della Regione Lazio - oltre ad un appoggio ad adiuvandum dei nostri 3 ricorsi al TAR Lazio.
Nella precedente conferenza dei sindaci, circa due mesi fa, gli stessi primi cittadini si sono dichiarati totalmente contrari all'inceneritore dei Castelli Romani, mentre oltre tre anni fa firmarono il documento comune col quale ne chiedevano l'installazione nel cuore del territorio castellano, appunto ad Albano Laziale su sito del monopolista dei rifiuti: Manlio Cerroni.
I cittadini sono quindi chiamati a controllare DIRETTAMENTE la posizione definitiva dei sindaci circa l'inutile e folle impianto di Albano, scelta dalla quale dipenderà il futuro del territorio e della salute di migliaia di persone tra Castelli Romani e Roma Sud.

Sveglia! Informati e non delegare, partecipa direttamente.