Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

martedì 29 novembre 2011

da Qui messere si domina la Valle .. InFuturiamoLa: La Cassazione stabilisce che la tassa sui rifiuti solidi urbani non è dovuta. Dovranno essere restituiti 10 anni di imposizioni non dovute.

da Qui messere si domina la Valle .. InFuturiamoLa: La Cassazione stabilisce che la tassa sui rifiuti solidi urbani non è dovuta. Dovranno essere restituiti 10 anni di imposizioni non dovute.

La Cassazione stabilisce che la tassa sui rifiuti solidi urbani non è dovuta. Dovranno essere restituiti 10 anni di imposizioni non dovute.

PDF Stampa E-mail
La Cassazione ha finalmente stabilito che la tassa sui rifiuti solidi urbani è di fatto una tassa e non una tariffa e di conseguenza non doveva essere applicata l'iva su relativo importo.
Pertanto tutti gli utenti hanno diritto al rimborso del 10% per i 10 anni retroattivi degli importi pagati ma non dovuti.

Inoltre, controllando sul sito "Federconsumatori", si evince che chi richiede il rimborso (che come al solito arriverà lentamente ma arriverà) bloccherà anche di fatto l'iva sulle prossime fatture.

Chi non lo farà si troverà a continuare a pagare tutto come prima perché, come capita solo in Italia, i cittadini come gli anziani o le fasce meno protette che non sono a conoscenza dei loro diritti. 
non potranno fruire "in automatico", ma solo se se ne accorgono e ne fanno richiesta.

Pertanto, ritenendo di fare cosa gradita, alleghiamo il modulo che contiene le modalità per la compilazione.

Tutti sono invitati a far girare questa comunicazione perché, come spesso avviene, delle notizie veramente utili i mezzi di comunicazione non ne parlano a sufficienza.


******************************************

Spett.le Comune di________________________
Via _________________________________
_________________________________

Spett.le_________________________________
Via _________________________________
_________________________________

Raccomandata A/R
(Compilare a seconda di chi vi ha fatturato la TARSU/TIA: Comune, Gestore privato o azienda municipalizzata)

Oggetto: richiesta di rimborso dell'IVA relativa al pagamento della Tassa di Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani.

Il/la sottoscritto/a ............................................., nato/a a .................................................. il ../../...., 
C.F.: ............................................... e residente in .................................., Via ........................... numero ... CAP ........., in qualità di: proprietario/affittuario dell'immobile sito in .................., Via ................. n. ..., iscritto al Catasto del Comune di .........................., Sezione ...., Foglio ...., Pratica ..................;

PREMESSO CHE

ha regolarmente corrisposto per i/il suddetti/o immobili/e la TARSU comprensiva di Iva al 10%, come da fatture allegate alla presente.
Con la Sentenza numero 238/2009 la Corte Costituzionale nel rilevare la natura tributaria di TARSU e TIA, in particolare: "7.2.3.6. - [...] Non esiste, del resto, una norma legislativa che espressamente assoggetti ad IVA le prestazioni del servizio di smaltimento dei rifiuti [...]. Se, poi, si considerano gli elementi autoritativi sopra evidenziati, propri sia della TARSU che della TIA, entrambe le entrate debbono essere ricondotte nel novero di quei «diritti, canoni, contributi» che la normativa comunitaria (da ultimo, art. 13, paragrafo 1, primo periodo, della Direttiva n. 2006/112/CE del Consiglio del 28 novembre 2006; come ribadito dalla sentenza della Corte di giustizia CE del 16 settembre 2008, in causa C-288/07) esclude in via generale dall'assoggettamento ad IVA, perché percepiti da enti pubblici «per le attività od operazioni che esercitano in quanto pubbliche autorità» ha di fatto inequivocabilmente escluso l'imponibilità ai fini IVA di codesta Tassa o Tariffa.

Ne consegue che l'Iva addebitata al sottoscritto e documentata dalle fatture in allegato risulta indebitamente corrisposta quindi

CHIEDE

1.     Il rimborso di quanto versato e non dovuto come da tabella riepilogativa allegata, con riferimento agli ultimi dieci anni, oltre agli interessi legali decorrenti dal giorno dei singoli pagamenti;
2.     l'immediata cancellazione dalle future fatture e dai ruoli della suddetta voce nonché la comunicazione alla società di riscossione ai fini dell'eventuale sgravio.
Si rimane in attesa di un Vostro riscontro, entro e non oltre novanta giorni dal ricevimento della presente, con l'avvertimento che, decorso inutilmente tale termine, il sottoscritto si vedrà costretto ad adire la competente Autorità Giudiziaria per la tutela dei propri diritti.
La presente vale ad ogni effetto di legge quale formale diffida e messa in mora, anche ai fini interruttivi della prescrizione.
In fede,                                                           _______________________________________

Riepilogo Fatture:

Anno
Fattura n.
Importo totale fattura
IVA versata
Totale IVA versata

Allegati:
-        copia fattura n.                del ../../........;
-        copia fattura n.                del ../../........;
-        copia fattura n.                del ../../........;
-        copia fattura n.                del ../../........;
-        copia fattura n.                del ../../........;
-        copia fattura n.                del ../../........;
-        copia fattura n.                del ../../........;
-        copia fattura n.                del ../../........;
-        copia fattura n.                del ../../........;
-        copia fattura n.                del ../../.........

da Qui messere si domina la Valle .. InFuturiamoLa: E se invece delle banche salvassimo la gente?

da Qui messere si domina la Valle .. InFuturiamoLa: E se invece delle banche salvassimo la gente?

E se invece delle banche salvassimo la gente?

Non c'è nessuna crisi - La parabola del contadino e dello speculatore - Byoblu Claudio Messora Finanza Economia Politica monetaria

Bloomberg ha svelato che la Fed ha "pompato" liquidità per 7700 miliardi di dollari (*) nel complesso, a tutte le istituzioni bancarie americane, per superare la crisi. Cioè, hanno premuto un tasto e hanno creato valore dal nulla. Lo hanno fatto di nascosto, per non allarmare i mercati. Così mi sono chiesto cosa sarebbe successo se tutti quei soldi, anziché darli alle banche, li avessero dati alla gente. In fin dei conti era la gente a non riuscire a pagare il mutuo, mica le banche.

In america ci sono più o meno 528 milioni di persone. Sono quasi 15 mila dollari a testa. Pochini. Però il ragionamento, fatto così, non fila, perché stiamo dando 15 mila dollari anche ai neonati. Allora ragioniamo sul numero di famiglie, che sono circa 115 milioni. Fanno 67 mila dollari a nucleo familiare. Già meglio. Con 67 mila dollari regalati, anzi "pompati", una famiglia può avviare un'attività in proprio, lavorare e dare lavoro, facendo ripartire il volano dell'economia.

Se poi restringiamo la "pompa" alle sole famiglie in crisi, coinvolte nei maledetti subprime, allora capite che la crisi sarebbe stata risolta in quattro e quattr'otto.

Ma soprattutto: la gente ora avrebbe una casa e, molto probabilmente, un lavoro.


                                              Già, ma così poi sarebbero fallite le banche...


E se invece delle banche, iniziassimo a salvare la gente? - Byoblu Claudio Messora Finanza Economia Politica monetaria FED Bloomberg FMI Crisi Subprime Mutui

(*): da Milano Finanza:
« Nel recente Global Financial Stability Report, il Fondo Monetario Internazionale ha aggiornato a 4.100 miliardi di dollari l’entità delle svalutazioni del totale delle istituzioni finanziarie su scala mondiale per il periodo 2007-10. Le perdite si riferiscono al totale delle istituzioni finanziarie. Limitando l’analisi alle sole banche, il Fondo stima perdite per il periodo 2009-10 di poco più di 1.600 miliardi di dollari, di cui più di un terzo nell’Eurozona (poco più di 900 miliardi di dollari ovvero quasi 700 miliardi di euro, l’8% del Pil nominale).»
 Ma allora, se il totale delle istituzioni finanziarie ha perso 4100 miliardi, e per di più su scala mondiale, allora questi 7700 miliardi che la Fed ha dato alle banche nella sola america, a chi sono andati?

Cioè, in parole povere: chi si è fottuto almeno 3600 miliardi di dollari?

venerdì 18 novembre 2011

E' nato il governo Viky .. .. ..

Marco Cedolin
Sta insediandosi proprio in queste ore il nuovo governo di occupazione, presieduto da Mario Monti, novello Presidente del Consiglio con delega al ministero dell'Economia e composto da 16 ministri, rigorosamente tecnici.
Tutti, Monti compreso, mai eletti dagli italiani e deputati a portare avanti un programma di governo imposto nei dettagli dalla BCE e mai sottoposto al vaglio degli elettori, che a suo tempo votarono i programmi di Berlusconi e Veltroni, di natura profondamente diversa, se non antitetica, rispetto a quello che verrà realizzato nei prossimi mesi.
 
Dovrebbe essere chiaro a tutti che non si tratta di un ribaltone, bensì di un'azione estremamente più grave, consistente nell'esautorare completamente il popolo dal diritto di scegliere chi lo governerà e sulla base di quale programma espliciterà il proprio mandato.
 
In tutta evidenza chiaro non lo è dal momento che i cittadini e le cosi-dette parti sociali, anziché trovarsi in strada con il forcone, sono comodamente seduti a guardare la TV o impegnati a tentare di conquistare la benevolenza del nuovo padrone, ragione per cui ci sembra giusto constatare la morte cerebrale intervenuta per asfissia del mito della democrazia.
 
La lista dei ministri scelti da Monti, che in queste ore sta tenendo banco su giornali e TV, risulta molto oculata e dimostra chiaramente come ci si trovi davanti ad un progetto costruito nel tempo con cura certosina e non certo ad una squadra improvvisata dal professore nel corso dell'ultimo paio di giorni....

Le personalità ed i curriculum sono estremamente rilevanti, così come scientificamente studiata appare la collocazione dei singoli nei vari ministeri.

Ministro della Difesa, nella persona di Giampaolo di Paola, sarà un soldato (ammiraglio) di lungo corso, uomo di spicco della Nato e organizzatore di quasi tutte le missioni di guerra italiane all'estero.

Ministro degli Esteri, nella persona di Giulio Terzi, già ambasciatore a Israele e Washington, sarà un uomo molto vicino all'amministrazione USA, ma anche con lunghe esperienze in seno alla Nato e all'ONU.

Ministro della Giustizia, nella persona di Paola Severino, specializzata nella difesa di personaggi illustri, anche qualora indifendibili, come ad esempio Romano Prodi, Caltagirone e Geronzi, nonché molto vicina agli ambienti dell'università Luiss, sarà un avvocato di grande peso, certo gradito a chiunque perori la "giustizia del portafoglio".

Ministro dell'istruzione, nella persona di Francesco Profumo, sarà un ingegnere molto vicino al PD, ad Unicredit, a Pirelli e al sole 24 Ore.

Ministro degli Interni, nella persona di Anna Maria Cancellieri, sarà un prefetto in pensione che ha vissuto una lunga carriera da commissario straordinario fra l'Emilia e la Lombardia.

Ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture, nella persona di Corrado Passera, sarà un banchiere fino a ieri ad di Intesa, da sempre vicino a De Benedetti e al gruppo Repubblica.

Ministro per gli Affari Europei, nella persona di Enzo Moavero Milanesi, sarà un giudice già in squadra con Monti presso la UE, ai tempi consigliere dei poco rimpianti governi Amato e Ciampi negli anni 90.

Ministro del Welfare, nella persona di Elsa Fornero, sarà un'economista specializzata nella "riforma" delle pensioni, con carriera in Intesa San Paolo, già editorialista del sole 24 Ore e moglie di Mario Deaglio, economista ed editorialista della Stampa.

Ministro della Coesione territoriale (che roba è?) nella persona di Fabrizio Barca, sarà un economista che ha saputo spendersi fra il MIT, la Stanford University e la Bocconi.

Ministro della Salute, nella persona di Renato Balduzzi, sarà un giurista esperto in sanità che già lavorò per Rosy Bindi e con il governo Prodi.

Ministro della Cooperazione internazionale, nella persona di Andrea Riccardi, sarà uno storico già fondatore della comunità di Sant'Egidio.

Ministro alle politiche Agricole e forestali, nella persona di Mario Catania, uomo da sempre impegnato a Bruxelles, con carriera inossidabile in grado di sopravvivere eternamente all'alternanza fra Prodi e Berlusconi.

Ministro del Turismo e dello sport, nella persona di Piero Gnudi, sarà un commercialista consigliere di amministrazione di Unicredit e membro dell'Aspen Institute, ex presidente di Enel ed ad di IRI, di RAI holding e di Astaldi.

Ministro dell'Ambiente, nella persona di Corrado Clini, sarà un medico del lavoro, sostenitore del protocollo di Kyoto e della crescita verde, frequentatore di Harvard e membro dell'Agenzia europea dell'ambiente.

Ministro per i Beni culturali, nella persona di Lorenzo Ornaghi, sarà l'ex Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, presidente dell’Agenzia per le Onlus.

Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, sarà l'immarcescibile Antonio Catricalà, fino ad oggi (da tempi immemorabili) garante della concorrenza e del mercato.

Curriculum senza dubbio inossidabili, competenza nei singoli campi fuori discussione, conflitti d'interesse con banche, multinazionali, nazioni straniere, chiesa e organizzazioni di vario genere, così tanti da travalicare qualsiasi pudore, ecco dunque la squadra "vincente" di Mario Monti.
 
Una squadra che al di là di qualsiasi considerazione impone una domanda su tutte. Dal momento che il popolo italiano non ha mai delegato questi 17 "eroi" a governarlo, quale autorità (alle spalle di Napolitano) ha dato loro il potere per farlo? E con quale mandato imporranno le proprie decisioni a chi non li ha scelti e fino a ieri magari neppure li conosceva?
 
Misteri di una democrazia in stato di decomposizione, dove si può amministrare una banca fino al giorno prima e la mattina successiva salire al governo senza essere stati eletti, per ritrovarsi a legiferare in tema di economia, naturalmente con la massima onestà e per il bene del paese, ma quale paese?
 

http://ilcorrosivo.blogspot.com/
http://marcocedolin.blogspot.com/
http://ariachetira.blogspot.com/

Miscellaneous >> Archives >> International organizations

Rotation criterias

Organization-Mission >> Operational level >> Rotation criterias

The rotation in the key positions between the 6 countries will apply as follows :
  FR IT POR NL SP ROU
2005-2007 CDR/ACOS LOG COS ACOS PL&POL D-CDR ACOS OPS ----------------
2007-2009 ACOS OPS CDR/ACOS LOG COS ACOS PL&POL D-CDR ----------------
2009-2011 D-CDR ACOS OPS CDR COS ACOS PL&POL ACOS LOG
2011-2013 ACOS LOG D-CDR ACOS OPS CDR COS ACOS PL&POL
2013-2015 COS ACOS PL&POL ACOS LOG ACOS OPS CDR D-CDR
2015-2017 CDR COS ACOS PL&POL D-CDR ACOS LOG ACOS OPS
2017-2019 ACOS OPS ACOS LOG D-CDR ACOS PL&POL COS CDR
2019-2021 D-CDR CDR ACOS OPS ACOS LOG ACOS PL&POL COS

ma quali Black-bloc !! sono gli EGF

European Gendarmerie Force
European Gendarmerie Force

The Commanders >> Commander CV

Curriculum Vitae
Cornelis Pieter Christofor (Kees) KUIJS LLD
Colonel NL Royal Marechaussee
Born:                10 October 1958 in Anna Paulowna, The Netherlands.

Previous position (2009 - 2010): Commander Special Police Department EULEX-Kosovo
Previous position (2008): Senior Policy-advisor Department of General Policy Affairs in the Ministry of Defence at The Hague [political and policy advisor for the Minister of Defence and Secretary of Defence, preparation and personal advising the Minister for the weekly cabinet meeting, written correspondence with parliament]
Previous position (2003-2007): District Commander Royal Marechaussee [member of the Management Board Royal Marechaussee and Commanding Officer for all Marechaussee-duties in initially the provinces Noord-Holland / Utrecht and at the Dutch Antilles (Caribbean)(800 personnel), and later in the 6 north-east provinces in The Netherlands (1100 personnel)]
Relevant functions and side functions:

2003 Appointed (honorary) judge in the criminal courts in Hertogenbosch (NL), side function during 2 days each month.
1993 - 2007 NL Disaster Victim Identification Team (R.I.T.), team leader technical identification. Side function, operated in several victim identification operations in The Netherlands and commanded 2 identification operations abroad (Bali bomb incident, Tsunami Thailand).
1998 - 2002 Head of Police Amsterdam Airport Schiphol [commanding officer responsible for aviation security, police functions and criminal investigations at Amsterdam Airport Schiphol] (800 personnel and 1100 civil security personnel).
1996 - 1998 Commander Criminal Investigations Department at Amsterdam Airport Schiphol
1995 - 1996 Commander Central Criminal Investigations Services Royal Marechaussee
1994 - 1996 Liaison officer / police advisor at the Prosecutors Office in Haarlem on behalf of the police duties and criminal investigations at Amsterdam Airport Schiphol.
1992 - 1995 Operations officer [coordination marechaussee-operations in The Netherlands and abroad, Staff-officer Special Police Units (snipers and close combat units), coordination special and large scale police operations, coordination international police operations].
International experiences:
2009 - 2010 Head of Special Police Department EULEX-Kosovo; Commanding officer of EULEX special police units: 4 CRC companies, Intervention Group, Close Protection Unit, Surveillance Unit, K9 Unit, EOD Unit and Logistic Support Unit. In total 650 international (EU) police officers.
2004 - 2005 Team leader and national representative in the international Thailand Tsunami Victim Identification operation.
2002 Team leader and national representative in the international disaster victim identification operation at the Kuta bomb incident in Bali, Indonesia.
2001 Preparation and execution of aviation security inspections in India, Indonesia and Thailand.
1993 - 1994 Preparation Danube operation (West European Union) in Romania and Hungary.
Education and training:
1976 - 1980 Royal Military Academy at Breda: military training, military studies, sociological and psychological studies
1988 Army Staff-college at The Hague, graduated, judicium “recommended
1990 - 1992 University of Amsterdam, study Dutch Law (completed in just 2 years and 15 days), graduated propaedeuse, judicium “Cum Laude“; master degree in Dutch Law (Mr., LLD)
1998 Cranfield University (Shrivenham UK): International Aviation Security Course
1999 NL Fire Brigade Academy: Disaster Management
2006 - 2007 NL Police Academy: Training course in Personal and Functional Integrity (LPFI)
2007 NL Defence Academy: Top Management Course Ministry of Defence (LTD)at the Clingendael Institute in The Hague
2008 NL Police Academy: Philosophy and excellence in organisations: “Aristotle and Master ship”
Military carrier:
1976 Cavalry Cadet, Royal Military Academy at Breda
1980 Commissioned as Second Lieutenant 43 Tankbataljon in Germany
1984 Commissioned as Lieutenant Royal Marechaussee
1984 Captain
1991 Major
1998 Lieutenant-Colonel
2003 Colonel

The EGF Commanders

1. From 25/01/2005 to 26/06/2007
Brigadier-General Gerard DEANAZ

Brigadier-General Gerard DEANAZ
(French Gendarmerie)

2. From 26/06/2007 to 25/06/2009
Colonel Giovanni TRUGLIO
Colonel Giovanni TRUGLIO
(Italian Carabinieri)

3. From 26/06/2009 to 28/06/2011
Colonel Jorge ESTEVES
Colonel Jorge ESTEVES
(Portuguese GNR)

4. From 29/06/2011
Colonel Cornelis Kuijs
Colonel Cornelis Kuijs
(The Netherlands Royal Marechaussee)
  

Polverini, il regalo copia incolla

 

ATTENZIONE: RIATTIVATA LA NEWSLETTER DEL SITO DIFFERENZIATI.ORG. Chi vuole può andare a fondo pagina ed inserire la propria e-mail per rimanere informato circa appuntamenti e notizie riguardanti la vertenza Albano.
> OGGI 17 NOVEMBRE ORE 17 PIAZZA DELLA COSTITUENTE ALBANO LAZIALE, PRESIDIO CITTADINO.
_(Fonte articolo, clicca qui). Un’area vincolata. Che il re dei rifiuti Manlio Cerroni vuole trasformare in una discarica. E dalla regione arriva il permesso. Che ricopia frase per frase proprio quello che scriveva Cerroni. L’ultima gaffe – chiamiamola così – della governatrice. Un regalo al re dei rifiuti romani Manlio Cerroni? L’esposto non lo dice esplicitamente, ma la documentazione spedita da Angelo Bonelli, leader dei Verdi e consigliere regionale del Lazio, alla Procura di Roma è un atto di accusa contro la governatrice Renata Polverini. Nel Lazio, a causa della saturazione della discarica di Malagrotta, proprietario Cerroni, si stanno cercando alternative. Tra le aree individuate dal prefetto Giuseppe Pecoraro, nominato dal governo commissario straordinario per i rifiuti del Lazio, una si trova a Riano e appartiene allo stesso Cerroni. Proprio su quest’area si è aperto un giallo. Nel 2009 Cerroni la propose alla Regione come nuova discarica con uno studio della sua società Colari, ma la Regione bocciò l’idea perché la zona era vincolata. Dopo due anni ecco un sorprendente lasciapassare, proprio grazie al parere positivo fornito da uno studio uscito dagli uffici della Polverini. Che però, contesta Bonelli, riprende «ampie parti dello studio Colari» di Cerroni, «facendo un copia-incolla di frasi e paragrafi con gli stessi errori di battitura». I dettagli della scopiazzatura sono elencati nell’interpellanza che lo stesso Bonelli ha presentato alla presidente Polverini e che ha poi trasmesso alla procura della Repubblica. Qualche perla tra i tanti copia-incolla denunciati da l leader dei Verdi: a pagina 24 dello studio della Regione e a pagina 9 dello studio Colari, «si indicano le stesse distanze sbagliate dalle abitazioni: 2,5 km che in realtà sono 700 metri»; a pagina 24 dello studio della Regione e a pagina 9 dello studio Colari si ritrovano gli stessi errori di battitura; sempre a pagina 24 del documenta regionale e a pagina 131 del documento Colari si ritrova lo stesso paragrafo. I sospetti di Bonelli sono pesanti. E senza tanti giri di parole li mette nero su bianco nella stessa interpellanza alla Polverini, nella quale, non senza una punta di ironia, chiede alla governatrice se non ritiene che «la procedura adottata per la redazione dello studio preliminare della Regione «possa aver procurato vantaggi economici a società riconducibili a determinati imprtenditori operanti nel settore dello smaltimento dei rifiuti». Cioè, Cerroni.

Associazione Differenziati

mercoledì 16 novembre 2011

Draghi e Napolitano devono essere arrestati e processati !!

Lo so che non è bello  scrivere certe cose, quando tra pochissimo avremo la rosa dei nuovi ministri :            14 MINISTRI+ 3 MINISTRE nuove di zecca in Italia al governo*** 8 DONNE + 7 DONNE + 3 DONNE IN SARDEGNA...faranno il digiuno a rotazione e si aggiungono alle altre sette, di cui tre dell’Irs che da una settimana si nutrono con acqua e frutta e dormono in due roulotte. Sono lavoratrici autonome e dipendenti, mogli di artigiani vessati da Equitalia, spesso con case e aziende all’asta a causa degli studi di settore per cui gli affari sono uguali da nord a sud. Sardegna compresa .. persone nuove di zecca, quasi vergini della politica, solo tecnici…quasi che essere tecnici vira in   sinonimo di onestà. In ogni caso mi sembra che tra tante chiacchiere si possa dare anche la parola a uno come Paolo Barnard.
Chiede di citarlo, penso che possa ritenersi soddisfatto, anche se il trampolino non è dei più noti, ma è vero .. su questo Paolo Barnard, e chi ci legge, può contarci. Nessuno ci paga.

Non siamo stati noi, non siete Stato voi. Non sono stato io. Sarà stata la Gatta Mammona.


I golpisti finanziari che hanno terminato la nostra democrazia dopo 63 anni di vita sono stati condotti al Palazzo italiano da Mario Draghi e dal Group of Thirty. Ad attenderli dentro il Palazzo vi era Giorgio Napolitano, da 35 anni uomo di punta in Italia del Council on Foreign Relations degli USA e amico delle loro multinazionali, come da lui stesso dichiarato molti anni or sono su Business Week.
Si consideri quanto segue:
1) La sovranità legislativa italiana, quella economica ed esecutiva, già compromesse dai Trattati europei e dall’Euro (si legga Il Più Grande Crimine 2011), sono state terminate del tutto. Ciò è evidente persino nei titoli del Corriere di questi giorni, non c’è bisogno di leggere Barnard o altri. 2) Le misure di austerità – si legga la rapina della pubblica ricchezza e del futuro di milioni di famiglie italiane attraverso un collasso pilotato dell’economia che tali misure portano senza dubbio – non hanno ora più ostacoli, e sono espressione del volere di poteri finanziari non eletti dagli italiani. Il Parlamento non ha avuto voce in capitolo, ha dovuto obbedire di corsa, cioè è stato esautorato di fatto da forze straniere. 3) Saranno decenni di sofferenze e lacrime e sangue per i cittadini, un impoverimento mai visto dal 1948 e tanti morti anzi tempo a causa della demolizione dei servizi. I punti 1, 2 e 3 formano i contenuti sufficienti per un’accusa di alto tradimento della patria da parte di Mario Draghi e di Giorgio Napolitano, che devono essere incriminati e arrestati. Se pensate che questa sia retorica di un esagitato, si legga la letteratura economica americana sulla crisi dell’Eurozona per fugare ogni dubbio, e si visiti l’Irlanda o la Grecia, vittime prima di noi di questi golpisti. Questo è un colpo di Stato.
Mario Draghi è membro del Group of Thirty (GOT), dove la sua presenza segna il più scandaloso conflitto d’interessi della storia italiana, alla luce del disastro democratico che stiamo vivendo (prendano nota i demenziali travagliati dipietrosi che per anni sono corsi dietro al conflitto d’interessi del presunto ladro di polli e hanno ignorato quello dei veri ladri planetari). Il lavoro dell’eccellente Corporate Europe Observatory ha denunciato il GOT e ciò che vi accade. Fondato nel 1978, è una lobby dove impunemente i grandi banchieri si mischiano a pubblici funzionari di altissimo livello. Ecco i principali membri: Jacob A. Frenkel, di Jp Morgan Chase – Gerald Corrigan, Managing Director del Goldman Sachs Group – Jacques de Larosière, Presidente del Gruppo UE sulle risposte alla crisi finanziaria – William C. Dudley, ex Goldman Sachs oggi alla Federal Reserve di NY – Mervyn King, governatore della Banca Centrale d’Inghilterra – Lawrence Summers, ex ministro del Tesoro USA, oggi al Bilderberg Group – Jean-Claude Trichet, uno dei padri dell’Euro, ex governatore della BCE – David Walker Senior Advisor, Morgan Stanley International – Zhou Xiaochuan, governatore Banca Centrale Cinese – John Heimann, Istituto per la Stabilità Finanziaria – Shijuro Ogata, Vice Presidente, Commissione Trilaterale – inoltre vi sono passati Tommaso Padoa-Schioppa (ex Min. Finanze) e Timothy Geithner (attuale Min. Finanza USA). Ripeto: Draghi ne è membro oggi.
Cioè, in esso si mischiano i lobbisti della finanza bancaria più criminosa della Storia e i pubblici controllori delle medesime banche.
Mario Draghi arriva alla BCE fra il 31 ottobre e il primo novembre. Il colpo di Stato finanziario contro l’Italia si svolge nella settimana successiva, il governo eletto ne è spazzato via. Mario Draghi poteva fermare la mano degli speculatori golpisti semplicemente ordinando alla BCE di acquistare in massa i titoli di Stato italiani. Infatti tale acquisto avrebbe, per la legge basilare che li regola, abbassato drasticamente i tassi d’interesse di quei titoli, il cui schizzare in alto a livelli insostenibili  stava portando l’Italia alla caduta nelle mani degli investitori golpisti. Essi sarebbero stati fermati, resi inermi di fronte al fatto che la BCE poteva senza problemi mantenere a un livello basso costante i tassi sui nostri titoli di Stato. Ma Mario Draghi siede alla BCE e non fa nulla. Non siate ingannati dalla giustificazione standard offerta per questo rifiuto di acquistare titoli italiani da parte della BCE. Vi diranno che le è proibito per statuto, ma non è vero: infatti clausole come la SMP Bond Purchases lo permettono, e anche le regole sulla stabilità finanziaria del trattato d Maastricht, come scritto di recente da Marshall Auerback e da altri. Draghi poteva agire, eccome.
Risultato: il golpe. Da ora le elite finanziarie sono col loro aguzzino Mario Monti al governo a Palazzo Chigi. Fine della democrazia italiana fondata nel 1948. Comandano i mercati, non il Parlamento.
Tutto ciò è stato ampiamente discusso da Mario Draghi con i suoi camerati al Group of Thirty, secondo un copione che trapelava da anni sulle pagine della stampa finanziaria anglosassone. Silvio Berlusconi era stato avvistato più volte dell’esistenza di quel copione: “L’Italia ha problemi gravissimi, ha bisogno di una iniezione di libero mercato con riforme economiche neoliberali… fra cui ridurre le tasse, tagli all’impiego pubblico e alle pensioni, rafforzare il settore dei servizi privati, e rendere più facili i licenziamenti”, cioè esattamente quello che sta accadendo in queste ore nelle riforme che il golpe ci ha imposto, facendosi beffe, come già detto, del Parlamento non più sovrano. La prescrizione in corsivo è del Neoliberista fanatico Alberto Alesina nell’Aprile del 2006. Lo stessa anno in cui Draghi prendeva il comando della Banca d’Italia, dopo aver lasciato la banca d’investimento più criminosa del mondo, Goldman Sachs, in cui resse una posizione di comando nel settore Europa proprio mentre la Goldman aiutava la Grecia a truccare i propri conti pubblici nel 2002. Draghi mentì negando di essere stato in carica a Golman Sachs nei mesi della truffa, ma fu smascherato dalle audizioni del Senato USA, nientemeno.
Tornando al golpe. Le conseguenze sociali, le sofferenze per milioni di italiani per decenni, la scure che si abbatte sul futuro dei nostri piccoli, sui pochi preziosi anni che rimangono agli anziani indigenti, sull’ambiente, e sulla democrazia, saranno tragici. Nell’ordine di migliaia di volte peggiori di qualsiasi danno le mafie regionali abbiano mai potuto infliggere all’Italia, e col concreto pericolo di prostrarla per intere generazioni.

Alla luce di tutto ciò, e mentre si fatica a non emigrare di fronte all’idiozia epica di masse di italiani che festeggiano l’arrivo dei golpisti (sic), è doveroso chiedere l’incriminazione e l’arresto per alto tradimento di Mario Draghi e di Giorgio Napolitano in quanto cittadini italiani. Prego quindi l’eventuale giurista che leggesse queste righe di informarmi sulla procedura per inoltrare una denuncia in tal senso. Se, come temo, essa non esiste, nulla cambia della sostanza morale di quanto scritto.

p.s. Prego i diversi colleghi che usano in Tv, ai dibattiti o in radio i fatti che scopro e denuncio, di almeno citarmi come fonte. Grazie.

Fonte :  canale YouTube "paolobarnardclips" ..  http://www.youtube.com/watch?v=wpzGgo1XZRo&feature=colike


Articolo di Doriana Goracci su : www. reset.italia.net

lunedì 14 novembre 2011

Permacoltura .. per un futuro ecosostenibile .. fuori dalle leggi dei mercati

Per uscire dalla dipendenza energetica ed informativa della società dei consumi, vera causa della fame e delle guerre nel mondo e delle gravissime conseguenze per l' Uomo come per l' Ambiente,         è necessario cambiare punto di vista ed aprire la mente ad un approccio pratico e globale per costruire una Società più Equa e Rispettosa della Individualità dei singoli:

..  per l' Utilizzo Sostenibile della Terra e delle sue vere ed uniche Ricchezze, i suoi Frutti ..

La Permacultura è un processo integrato di progettazione che dà come risultato un ambiente sostenibile, equilibrato ed estetico.

Applicando i principi e le strategie ecologiche si può ripristinare l'equilibrio di quei sistemi che sono alla base della vita.

La Permacultura è la progettazione, la conservazione consapevole ed etica di ecosistemi produttivi che hanno la diversità, la stabilità e la flessibilità degli ecosistemi naturali.


La Permacultura è essenzialmente pratica e si può applicare a un balcone, a un piccolo orto, a un grande appezzamento o a zone naturali, così come ad abitazioni isolate, villaggi rurali e insediamenti urbani.

Allo stesso modo si applica a strategie economiche e alle strutture sociali.

La Permacultura si può definire una sintesi di ecologia, geografia, antropologia, sociologia e progettazione.

Permacultura: agricoltura permanente per una cultura permanente. Una cultura umana non può sopravvivere a lungo senza la base di una agricoltura sostenibile e una gestione etica della terra.

Permacultura: pensare sentire inventare progettare il nostro essere integrati nel mondo. Disegnare il proprio sistema di vita, la propria casa, il territorio che la circonda, in modo armonico, in modo consapevole. Consentire al proprio essere nella vita di pensarsi da sé, non di essere pensato da altri. Sostituendo al dominio l'ascolto, alla violenza la curiosità, alla fretta la speranza.

Permacultura è la progettazione di una interazione consapevole ed efficiente fra l'uomo e l'ambiente.

Permacultura è ecologia coltivata.

La Permacultura è la progettazione e la gestione ecosostenibile e integrata degli insediamenti umani e produttivi nel territorio agro-ambientale.

La Permacultura non è una serie di teorie o metodi, ma un modo di pensare, in maniera sempre nuova e flessibile.

ORIGINI  ..  Come nasce  .. .. ..

 
Bill Mollison, l'ideatore della permacultura, è nato a Stanley, un piccolo villaggio di pescatori in Tasmania, nel 1928. Come tutti gli altri abitanti del suo paese, ha imparato a fare ogni sorta di lavoro necessario per la sopravvivenza: pescare, coltivare, cacciare, lavorare il metallo, fare il pane, realizzare abiti, scarpe, mobili, abitazioni...

All'età di circa 28 anni passava tutto il suo tempo in montagna o nel mare. Pescava e cacciava per vivere. Fu soltanto negli anni '50 che iniziò a osservare che alcune parti del mondo in cui viveva stavano sparendo. I pesci e le alghe vicino alla costa a scarseggiare. Grandi aree del bosco iniziarono a morire. Fino ad allora non si era mai accorto di quanto fosse affezionato a tutto quello che lo circondava, innamorato del suo paese.

Dopo molti anni, lavorando come scienziato del CSIRO (sezione di osservazione della vita silvestre e nel dipartimento della pesca, iniziò a protestare contro i sistemi industriali e politici che, secondo la sua visione, stavano distruggendo il mondo circostante.

Ben presto si accorse però che l'opposizione non avrebbe portato da nessuna parte e per due anni si ritirò dalla società per non perdere altro tempo in sterili contrapposizioni. Decise di ritornare solo se avesse trovato qualcosa di molto positivo, qualcosa che avrebbe permesso a tutti di vivere senza arrivare al collasso totale dei sistemi biologici.

Nel 1968 iniziò a insegnare all'Università della Tasmania e insieme a David Holmgren nel 1974 mise a punto un sistema di agricoltura sostenibile, basata sulla coltivazione consociata di alberi perenni, arbusti, erbacee (legumi e "malerbe"), funghi e tuberi. Per questo metodo coniò la parola "permacultura". Passarono molto tempo a concettualizzare i principi della permacultura e a costruire un orto ricco di specie diverse. Questa ricerca culminò nella pubblicazione del libro Permacultura 1 nel 1978, al quale seguì l'anno dopo Permacultura 2.

La reazione del pubblico alla permacultura fu varia. La comunità dei professionisti del settore si sentì oltraggiata, perché si erano combinate insieme agricoltura, silvicoltura e allevamento degli animali e tutti coloro che si consideravano specialisti del loro campo si sentirono offesi. Invece la reazione popolare fu molto diversa. Molta gente stava pensando nella stessa direzione. Erano insoddisfatti del modo in cui veniva praticata l'agricoltura e stavano cercando sistemi ecologici naturali.
Come si è sviluppata  .. .. ..
 Negli anni '70 Mollison vedeva la permacultura come un insieme sinergico di piante e animali, in relazione con gli insediamenti umani, che puntava soprattutto all'autoapprovvigionamento della famiglia e della comunità, tutt'al più uno sbocco commerciale per quello che poteva eccedere le necessità di questo sistema.

Inevitabilmente, la permacultura è arrivata a significare di più che autosufficienza per l'alimentazione della famiglia. L'autosufficienza non è possibile se la gente non ha accesso alla terra, all'informazione e alle risorse economiche. In questo modo, negli anni più recenti la permacultura ha iniziato a occuparsi delle strategie legali e finanziarie appropriate, includendo strategie per l'accesso alla terra, strutture contrattuali e di autofinanziamento a livello regionale. E' così diventata un sistema umano globale.

Nel 1979 Mollison rinunciò all'incarico di professore e decise di non fare nient'altro che provare a convincere la gente a costruire buoni sistemi biologici. Progettò alcune proprietà sulla base dei principi di Permacultura e sopravvise per un po' di tempo pescando e coltivando patate.

Nel dicembre del 1981 il libro Permaculture I ha ricevuto a Stoccolma il Premio Nobel alternativo della Right Livelihood Foundation.
Sempre nel 1981 si diplomarono i primi allievi di un corso di progettazione standard in permacultura e anche loro iniziarono a progettare sistemi di permacultura in Australia. Nel 1991 il numero dei diplomati era arrivato a 4000 in tutto il mondo, tutti impegnati in qualche forma di lavoro ambientale e sociale.

In Europa sono nate Accademie di Permacultura da diversi anni in Germania e in Gran Bretagna, e da qualche anno in Spagna. La più numerosa è quella britannica che conta oltre 900 membri e nel 1999 ha rilasciato il 70° Diploma. 

 I Principi Etici  .. .. ..


  • Prendersi cura della terra
  • Avere cura delle persone
  • Limitare il nostro consumo alle nostre necessità per condividere in maniera equa e solidale le risorse della terra
 I Principi per la Progettazzione  .. .. ..
 
Elenchiamo qui una breve sintesi dei principi che costituiscono le linee guida per la progettazione in permacultura. Le loro applicazioni e interazioni costituiscono la materia di studio dei corsi teorico-pratici che vengono organizzati ormai da moltissimi anni in tutto il mondo e da qualche anno anche in Italia.
  • Lavora con e non contro
  • Tutto influenza tutto: individua le relazioni funzionali fra i vari elementi
  • Rifletti prima di agire e fai il minimo cambiamento per ottenere il massimo risultato
  • Gli errori sono occasioni per imparare
  • Ogni elemento in un sistema naturale svolge molte funzioni, cerca di sfruttare tutte le potenzialità di ogni elemento
  • Ogni funzione può essere esercitata da più elementi. Progetta in modo che tutte le funzioni importanti possano essere svolte anche quando qualche elemento non funziona.
  • Il tutto è più della somma delle parti
  • Ogni problema contiene in sé la soluzione: trasforma i limiti in opportunità
  • Favorisci la biodiversità: progetta in modo da aumentare le relazioni fra gli elementi piuttosto che il numero di elementi
  • Minimizza l'apporto di energia esterna, progettando sistemi che sfruttano le risorse presenti in loco, ricicla e riutilizza il più possibile
  • Pianifica gli sviluppi futuri                                                                                                            Applicazioni  .. .. .. Ci stiamo spingendo verso i limiti fisici della Terra. Non possiamo continuare a produrre inquinamento, soddisfare la nostra fame di energia e materie prime al ritmo attuale, perché stiamo consumando risorse non rinnovabili.

    La permacultura offre un approccio alla gestione del territorio in cui le funzioni degli animali, delle piante, delle persone e della Terra sono riconosciute e integrate per massimizzare i risultati e realizzare ambienti umani sostenibili.

    Si può quindi applicare a tutte le attività umane e ha trovato finora la sua massima espressione nella realizzazione di eco-villaggi.

    Trattandosi di un'integrazione di tutti i campi dell'umana conoscenza, vi si può accedere come architetti, geometri, progettisti, così come da agronomi, agricoltori, insegnanti, economisti, biologi, medici, ecologisti, falegnami, impiegati, operai... la sinergia di conoscenze ed estrazioni culturali diverse permette di costituire gruppi di lavoro molto costruttivi e fecondi di soluzioni creative applicabili nei campi più disparati. 

    Chi ne ha parlato  ..  Quali sono le esperienze Italiane  ..  Tutti i segreti della permacoltura

    .. .. ..  da  "La casa sui campi"  -  dicembre 1997  -  di  Patrizia Sarcletti :

    Un orto-giardino molto produttivo e che richieda poco lavoro, dove gli equilibri della natura vengano rispettati: non è un'utopia ma l'obiettivo della permacultura, per la quale l'unico vero limite alla produttività è la vostra capacità di immaginazione.

    Certo sarebbe bello poter vivere in un ambiente intatto, una sorta di paradiso terrestre dove esista già tutto quel poco di cui si ha bisogno senza dover lavorare e faticare. Se l'umanità non è ancora riuscita a realizzare questo grande sogno, anche a causa delle nostre sempre maggiori esigenze, almeno nell'orto e nel giardino possiamo tentare di ricreare una sorta di Eden dove tutto "funzioni" e produca anche senza il nostro continuo intervento, senza troppa fatica e senza un grande consumo di energia, nel massimo rispetto degli equilibri della natura.
    E' questo appunto l'obiettivo della permacoltura, creare sistemi e cicli ecologici permanenti a basso input di energia e in grado di automantenersi.

    "..  Agricoltura permanente  .."  .. .. ..

    Il termine di "permacoltura" deriva dall'inglese "permanent agriculture" che in italiano significa "agricoltura permanente". Questo modello di agricoltura è stato sviluppato intorno al 1978 da Bill Mollison in Australia.
    Dopo aver praticato i più disparati lavori, studiato psicologia e pianificazione ambientale, Mollison si dedicò allo sviluppo del concetto di permacoltura, compiendo numerose ricerche soprattutto tra gli aborigeni.
    Il suo modello di permacoltura è ispirato a sistemi naturali pluridimensionali, come la foresta e il pensiero di fondo è quello di assumere come misura della produzione le modalità di produzione della natura.
    Questo concetto è stato poi successivamente elaborato in Germania presso l'Istituto per la permacoltura a Berlino e nel 1981 Mollison ricevette come riconoscimento il Nobel "alternativo".
    Più che essere un nuovo metodo ecologico di coltivazione, la permacoltura va intesa come un sistema di progettazione, ideazione, utilizzo ed interazione dei vari elementi dell'agricoltura e del paesaggio agrario (agricoltura, orticoltura, zootecnia, foresticoltura, utilizzo delle acque e pianificazione del paesaggio, progettazione delle città, architettura e risorse energetiche) con l'obiettivo di creare dei sistemi che siano produttivi ma al tempo stesso ecologici e stabili, ovvero in grado di automantenersi e rinnovarsi nel tempo, senza impiego di fonti energetiche non rinnovabili.
    Ciò implica ovviamente un rifiuto totale di qualsiasi tipo di monocoltura, dato che proprio le monocolture agricole, come quelle economiche, sono destinate a durare poco e possono essere tenute in vita solo con un forte apporto esterno di energie non rinnovabili.

    Stabilità e Flessibilità  .. .. ..

    Spiegare in poche parole cos'è la permacoltura non è semplice: diciamo che la permacoltura si orienta alla natura, ma più che di copiare dalla natura si tratta di comprendere le complesse relazioni ed interazioni all'interno di un sistema e di guidare intelligentemente le forze della natura in modo da rafforzare e sostenere quei processi produttivi che ci interessano.
    Conseguenza logica di questo pensiero è lo sviluppo progressivo (dell'orto/giardino come delle coltivazioni più vaste) verso il modello "foresta", perché tutti i metodi corretti di utilizzazione del suolo, di interazione/relazione fra le piante e l'adozione di un sistema multi-dimensionale portano infine sempre ad un modello simile a quello del bosco.
    Ciò non significa lasciar inselvatichire un ambiente ma ad esempio applicare la dimensione verticale tipica della foresta per incrementare la produttività dello spazio, scegliere piante in modo che in ogni stagione vegeti e fruttifichi qualcosa, sistemarle in modo da sfruttare al meglio tutte le situazioni (ombra, forte insolazione, freddo, caldo, ecc.)
    Il concetto di agricoltura eco-compatibile di Mollison propone ovviamente anche l'autosufficienza che è il presupposto per una maggiore decentralizzazione ed autonomia, che in generale dovrebbero portare ad un miglioramento complessivo della qualità della vita.

    Permacultura nell' orto-giardino  .. .. ..

    Per attuare la permacoltura non è necessaria una grande esperienza nella coltivazione, né un vasto appezzamento. Si tratta invece soprattutto di acquisire nuove prospettive e anche un mini giardino può allora trasformarsi in un biotopo diversificato e pulsante di vita e contribuire così al miglioramento dell'ambiente in cui viviamo, persino nelle squallide periferie delle città.

    Così anche la pendenza di un giardino può divenire vantaggiosa se la si sfrutta adeguatamente. La progettazione di una permacoltura richiede perciò che si mappino e valutino forma e pendenza dell'appezzamento, insolazione, direzione del vento, ombreggiamento, disponibilità idriche.

    Lo spazio verrà quindi strutturato con sentieri, siepi, per creare piccole nicchie chiuse e riparate, utilizzando piante che su diversi piani svolgano multifunzioni e servano da spalliere, come riparo dal vento e dal sole o dalla vista, ma contribuiscano al tempo stesso alla consociazione e diversificazione delle specie, che portino frutti per l'uomo e gli animali, offrano nettare agli insetti.

    Il primo obiettivo di un orto-giardino che si autorinnova e rispetta le risorse è comunque quello di assicurare la salute e fertilità del suolo, perché solo in tal caso la produzione è il risultato naturale di un sistema lussureggiante. Non si deve dimenticare che ogni frutto, ogni ortaggio raccolto è fertilità rubata al terreno e che è assolutamente necessario restituire al suolo i rifiuti organici.
    Di qui il ruolo fondamentale del compostaggio, della pacciamatura e dei sovesci, ma anche delle aiuole a cumulo e aiuole rialzate.

    Lavorare meno  .. .. ..

    Particolarmente interessante è l'approccio della permacoltura con l'energia, lavoro umano compreso. L'orto a permacoltura deve essere altamente produttivo ma al tempo stesso richiedere meno lavoro ed impegno possibile.
    Questo può sembrare contraddittorio, ma esistono molte tecniche che permettono di raggiungere questo obiettivo. Si tratta di sviluppare nuove idee o adattare esperienze già fatte alla propria situazione e ai propri bisogni.

    Cercare di ridurre il lavoro nel proprio orto non è solo una soluzione per chi non ha voglia di lavorare. E' invece un segno del rispetto per la natura, proprio perché di norma i danni ecologici all'ambiente sono sempre il risultato di interventi umani.

    La permacoltura tende a ridurre l'entità del lavoro manuale, anche dando la preferenza alla coltivazione di piante pluriennali o che si autodisseminano o che si autopropagano e che non rendono necessari interventi come ad esempio la lavorazione del terreno. Il concetto insomma è quello di seminare e trapiantare il meno possibile, evitando i lavori inutili e risparmiando energia (ad esempio la coltura degli asparagi verdi). Essenziale in tal senso anche il ruolo delle piante selvatiche normalmente considerate "infestanti" che, oltre ad essere spesso commestibili, vengono considerate degli "accumulatori dinamici" capaci di ripristinare la fertilità del terreno.

    Più Creativi  ..  Più Felici  .. .. ..

    Applicare il concetto di permacoltura nel proprio orto-giardino significa anche fare il primo passo nella limitazione dei propri consumi e gestire la propria vita in un modo semplice, più creativo e indipendente.
    L'orto e il giardino devono diventare un'occasione per esprimere noi stessi, devono essere fonte di piacere, una sorta di terapia che ci permetta non tanto di "fare", quanto piuttosto di "essere".

    Inutile dire che anche l'estetica di un orto-giardino concepito in questo modo cambia totalmente, perché non c'è posto per un ordine convenzionale e sterile, imposto ad una natura che continua a ribellarsi.

    La bellezza allora si manifesta non in un ordine freddo e prestabilito dall'uomo, quanto piuttosto nell'abbondanza dei colori, forme, odori, luci ed ombre, contrasti che intrecciano il tessuto fertile della natura incontrollata e libera di esprimersi.
    L'applicazione del concetto di permacoltura richiede capacità critica ma soprattutto creatività e sviluppo di un pensiero originale e personale, dato che non esistono ricette pronte, in particolare per l'ambiente europeo e italiano dove la permacoltura è ancora poco conosciuta.

    Chi volesse pertanto avventurarsi per questa strada dovrà fare esperienza a proprie spese, ma niente paura, perché secondo Mollison, l'unico vero limite alla produttività è la nostra capacità di immaginazione.

    questo articolo è tratto da "La casa sui campi", n.12-1997. 
    Per informazioni: www.gce.it - tel. 051-62267

    da  "AAM terra nuova"  ..  di  Ernesto Screpanti  -  Falce e Rastrello  -
    "..  dalla Rivoluzione del Filo di Paglia  ..  alla RiCreazione del Mondo  .."  
    La Terra fà Tutto, tu devi solo cercare di non ostacolarla, e quando vuoi farla servire ai tuoi scopi devi cercare di aiutarla  .. .. ..

    Immaginate una comunità di liberi e uguali, piccola quanto basta per rendere inutile la delega di ogni potere, e tanto grande da evitare la divisione del lavoro. Tutti sono dediti alle stesse mansioni, a turno o tutti insieme. All’alba nei campi a zappare, nel pomeriggio carpenteria e pittura. Tutti cucinano e lavano i piatti. Tutti si occupano dei bambini. Alla sera si leggono poesie e si discute di filosofia. La notte, passeggiate lungo il mare.

    Il luogo è un paesaggio incantato. Una valle lunga e stretta, monti di fiaba che stringono un ruscello irruente. Sui fianchi terrazzati dei rilievi, a mezza costa, lunghe file di ulivi e viti, e folti frutteti misti a orti disordinati, vezzeggiati dal sole. Più su, boschi di pini e cerri secolari. Ma a prima vista non si distingue chiaramente dove finisce l’opera dell’uomo e dove comincia quella della natura, tanto caotiche sembrano le colture arboree curate dalla comunità. In mezzo a questo splendore di verde e di luce sorge un agglomerato abitativo che sembra uscito da un’illustrazione turistica del Tibet.

    Torri alte e strette, addossate le une alle altre come a sorreggersi per sfidare i secoli. Mura di pietra grigia e tetti rossi e neri di coppi e di ardesia. Dalle piccole finestre quadrate sventolano panni stesi al sole di cento colori, come bandiere di libertà.
    Un posto così esiste. Si chiama Torri Superiore. E sorge ai confini tra l’Italia e la Francia, vicino a Ventimiglia, cinque chilometri dal mare e tre ore di ascesa per il Monte Gran Mondo.
    Vi giungo alle due del pomeriggio di una calda giornata di agosto e mi accoglie il sorriso angelico di Cristina. C’ero andato sotto la spinta di una curiosità scientifica. A Torri Superiore, infatti, si è svolto quest’anno il primo corso italiano di permacoltura. Cos’è la permacoltura? Ancora non l’ho capito bene, ma ora vi racconto quello che ho afferrato. Intanto devo subito dire che esistono due scuole di pensiero, quella di Fukuoka e quella di Mollison, e solo la seconda si chiama "permacoltura". La prima preferisce parlare di "agricoltura naturale". Di questa vi dirò innanzitutto, se non altro perché Fukuoka è stato il primo a lanciare la sovversiva idea.

    Prima parte:  l' Agricoltura naturale  .. ..  dice il saggio: 
    "Questo metodo contraddice completamente le moderne tecniche agricole: butta tutte le conoscenze scientifiche e l’agricoltura tradizionale direttamente fuori della finestra. Con questo modo di coltivare che non usa né macchine, né alcun concime preparato e nessun prodotto chimico, è possibile ottenere una produzione uguale o superiore a quella della media azienda moderna".
    Caspita! - mi sono detto, — come è possibile? L’agricoltura precapitalistica usava molta terra, molto lavoro e poco capitale, e produceva poco e male. Poi, l’avvento del capitalismo ha portato un aumento dell’intensità d’uso del capitale (trattori, concimi chimici e antiparassitari micidiali), ottenendo in questo modo un aumento della produttività del lavoro e della terra.
    Ecco cosa ci dice la teoria economica: per ridurre l’intensità d’impiego e aumentare la produttività di un fattore produttivo, ad esempio terra o lavoro, bisogna aumentare l’intensità d’impiego di almeno un altro fattore, ad esempio il capitale. È una norma fisica, prima ancora che economica, e deriva dalla seconda legge della termodinamica. L’entropia fa sì che non si può ottenere il più dal meno. Fukuoka invece pretende proprio questo: meno lavoro, meno capitale, meno terra e, ciononostante, più prodotto. Come è possibile?  -  continuavo a chiedermi  -   sta barando? La risposta che mi sembrava di aver trovato nei libri del guru giapponese era ancora più sorprendente della domanda. 
    Non esistono solo tre fattori produttivi - terra, lavoro e capitale - ma quattro. Così, basta aumentare l’impiego del quarto fattore, per ottenere un aumento della produttività degli altri tre. 

    Ma qual era il quarto fattore? E perchè l'agricoltura moderna lo ignorava?

    Fukuoka era uno scienziato che aveva studiato e sperimentato in laboratori agricoli per agenzie governative giapponesi. Un giorno, stanco e deluso dal mondo, aveva mollato tutto e si era dato al bighellonaggio. Aveva continuato a vagare tra i monti e le campagne del Giappone in cerca di qualcosa che non sapeva cosa fosse. Finché ebbe una sorta d’illuminazione: "L’umanità non sa assolutamente nulla. Nessuna cosa ha valore in se stessa e ogni azione è inutile, senza senso […] ogni comprensione o sforzo umano è senza importanza" (ivi, p. 33).
    Tragica rivelazione, ma quanto liberatrice! Infatti "tutto ciò che mi aveva dominato, tutte le angosce, scomparvero come sogni e illusioni e una cosa che si potrebbe chiamare ‘natura vera’ se ne stette lì davanti rivelata" (ivi, p. 38). Allora decise di tornare al lavoro dei campi. Ma ora, non più dominato dall’hubris tecnologico, bensì alla ricerca di "un modo simpatico e naturale di coltivare che si risolvesse nel rendere il lavoro più facile invece che più duro. ‘E se si provasse a non fare questo? E si provasse a non fare quest’altro?’ […]
    Alla fine arrivai alla conclusione che non c’era alcun bisogno di arare, alcun bisogno di dare fertilizzanti, alcun bisogno di fare il composto, alcun bisogno di usare insetticidi" (ivi. P. 43). Proprio così, una rivolta contro dell’entropia! Tornò al campicello del vecchio padre e, lottando contro le sue resistenze, decise di non potare più gli alberi, non concimarli, non trattarli chimicamente, insomma, di lasciar fare la natura.
    Dopo quattro anni l’agrumeto era morto. E capì che non bastava lasciar fare la natura. Bisognava prima liberarla. Secoli e secoli di agricoltura intensiva, di monocoltura, di distruzione degli insetti e dell’humus naturale del terreno, di produzione per il profitto, di concimazioni chimiche, di selezione artificiale delle specie, avevano alterato l’intima struttura della terra e la vita di ciò che vi brulica e vi vegeta sotto e sopra. La "natura vera" non esisteva più, era stata distrutta dal capitalismo. Bisognava dunque ricrearla. Si mise all’opera pazientemente.
    Sperimentò, inventò, seminò, raccolse. Successi e fallimenti si susseguirono senza apparente logica. 
    Ma lui insistette.
    Ora non sto a farvela troppo lunga. Ma alla fine la vinse. Ottenne quello che voleva. Oggi la sua fattoria è visitata da scienziati e agrimensori di tutto il mondo. Si è sparsa la voce, e una processione di scettici si reca ogni anno a vedere questo miracolo della pratica del Mu.
    Fukuoka ha ricreato la ‘natura vera’. Nella sua fattoria alberi e ortaggi crescono rigogliosi e mescolati in disordine come in una foresta. La terra non viene lavorata con l’aratro. Le erbacce crescono insieme ai fagioli e ai cavoli, assistendoli nella lotta contro i parassiti. I ragni contrastano gli insetti nocivi. Le piante si sono autoselezionate e vivono in un ambiente di stabile riproduzione. Molti semi cadono naturalmente in terra e naturalmente si riproducono.
    L’uomo li assiste seminando durante la raccolta. Il concime viene fornito da anatre e galline che pascolano felicemente sui campi. Libellule e farfalle, api, talpe e lombrichi, lucertole e rane, si danno tutti da fare, lavorando liberamente, per liberare l’uomo dal lavoro. Il riso, principale prodotto della fattoria, viene coltivato in alternanza con cereali invernali, in modo semplice e rilassante: si getta il seme a spaglio e si sparge la paglia. Si raccoglie usando un falcetto. Nient’altro. "Questo è l’ecosistema del campo di riso in equilibrio. Le popolazioni di piante ed insetti qui mantengono fra loro dei rapporti stabili. Non è raro che qualche malattia delle piante venga a devastare questa regione, lasciando intatti i raccolti dei miei campi" (ivi, p. 57) "Mi ci sono voluti più di trent’anni per arrivare a questa semplicità" (ivi, p. 69).
      
    L'agricoltura naturale di Fukuoka è basata su quattro principi fondamentali:   

  • nessuna lavorazione del terreno,
  • nessun concime chimico né composto preparato,
  • nessun diserbo né con l’erpice né coi diserbanti
  • nessuna dipendenza da prodotti chimici.  
  • Ma c’è ovviamente molto di più. C’è una filosofia della vita che rifiuta di vedere nel lavoro un mezzo per la massimizzazione dei profitti, e che insiste nel veder nell’unione dell’uomo con la natura un fine valido in sé. Una filosofia della vita per cui la vita non è lotta, non è fatica, non è un mezzo, è un fine. 
  • La pratica del Mu è stata sviluppata nello zazen.
  • Un monaco chiese al maestro Chao-Chou (778-897) se i cani avessero la natura buddhica. 
    Lui rispose: "Mu!" Che significa? Nulla, in entrambi i significati. 
    La sillaba viene pronunciata interiormente negli esercizi di respirazione durante la meditazione. 
    La dottrina sottesa viene dal taoismo, ed è una filosofia del "non fare", del "lasciar fare".
    Recita una poesia dello Zenrin: Sedendo quietamente, senza far nulla, Viene la primavera, e l’erba cresce da sé. Lasciando fare l’essere che è il nulla si scopre che tutto è come deve essere. "In definitiva, il fattore più importante non è la tecnica colturale, ma piuttosto lo stato d’animo di chi coltiva" (ivi, p. 69). Dove - va da sé - non si tratta di coltivare solo la propria terra, ma la propria vita. Eccolo il quarto fattore produttivo. L’"agricoltura" naturale è una tecnica a bassa intensità di terra, di capitale e di lavoro, e ad alta intensità di Mu. Cioè, non è una tecnica, ma un modo di essere. E mi rendo conto che sarà difficile convincere i miei colleghi economisti.

    Seconda parte  ..  Permacultura

    Richard è un americano di origine irlandese, un omaccione flemmatico ma entusiasta, occhi blu-mare da sognatore, ricci capelli neri, rughe del sorriso intorno agli occhi e alle labbra e solchi profondi sulla fronte. È un cinquantenne, e si vede subito che deve avere fatto molte rivoluzioni e fronteggiato molte sconfitte. Immagino che sia passato per più di una comune hippy e corso le sue easy riders, nei tempi migliori. E mi sembra naturale che infine si sia placato nella filosofia della falce e rastrello, essendo partito da sogni più audaci.
    Oggi lavora, o meglio, vive, in una fattoria sui Pirenei, dove pratica una permacoltura estrema, ultima rivolta anarco-individualista contro un mondo globalizzato dalle schiere poliziesche del buon senso utilitarista. Ines, la sua compagna, è una donna senza età. Potrebbe essere sua figlia o sua sorella. Neri capelli ondulati e luminosi, pettinati a tempesta. Occhi scuri, profondi e penetranti, da strega. Travolgente il corpo flessuoso, scrigno di una sensualità controllata. È una spagnola vivace e dinamica, parla musicalmente, si muove come danzando. Quando ti guarda diritto negli occhi perdi la concentrazione. Il suo sorriso è una grazia che ti sobilla. Ines e Richard ci istruiranno sulla permacoltura, in questo corso di quindici giorni a Torri Superiore.
    Corso intensissimo, otto ore al giorno, senza tregua, con brainstorming ed esercitazioni pratiche negli orti della comunità. Si parla in una lingua franca incredibile, un miscuglio di inglese, spagnolo e italiano, e molte gesticolazioni, diapositive e pacche sulle spalle. Tutti si esprimono come meglio credono. Tutti ci capiamo al volo. Mettono subito in chiaro, i due attardati figli dei fiori, che loro appartengono alla scuola di Bill Mollison. Bene, proprio quello che cercavo. La risposta ai miei dubbi scientifici che avevo trovato nei libri di Fukuoka mi aveva affascinato, ma non convinto del tutto: come potevo tradurla in una funzione di produzione? come formalizzare il fattore Mu? come definire le derivate prime dello stato d’animo, la loro produttività marginale? Troppo lontana dalla nostra mentalità occidentale è la filosofia del "non fare".
    E la risposta me la danno subito, Ines e Richard, senza che io debba neanche porre la domanda, già dalla prima lezione: 

    Permacultura è design  ..  what?  ..  Progettazione

    Bene. Mi piace. Comincio a capire. Mentre Fukuoka si concentra sull’essere, su come rapportarsi alla natura dopo che questa è stata ricostituita e liberata dalle devastazioni dell’agricoltura hi-tech, Mollison si concentra sul fare, sul come liberare la terra, su come ricreare un ambiente autosufficiente e capace di autoriproduzione.
    Permacoltura significa permanent culture. E’ un metodo di conduzione agricola che mira a creare nel podere un ecosistema capace di equilibrio stabile e duraturo, che possa riprodursi senza bisogno dell’intrusione umana. Non che l’uomo non debba intervenire, ma deve farlo sapendo che tutto influenza tutto e quindi deve operare con umiltà, lavorando con la natura, non contro, amandola, non violentandola. Deve rapportarsi alla terra come la parte al tutto, non come il padrone al servo. 
    Le colture devono essere permanenti anche nel senso che devono puntare soprattutto su piante perenni e arboree di molte qualità diverse, mescolate tra loro in modo da aiutarsi nella difesa dai parassiti.
    L’orto si fa nel frutteto. Le piante annuali vengono in parte mandate in fiore in modo che possano riprodursi spontaneamente. Le erbacce vanno tenute sotto controllo, ma solo con la pacciamatura, e solo all’epoca della semina degli ortaggi.
    Quando questi saranno cresciuti, allora non avranno più competizione dalle erbacce, le quali anzi si renderanno utili, non solo perché mantengono umida la terra, ma anche per la loro capacità di disorientare e disperdere i parassiti, e attrarre gli insetti che uccidono quelli più tenaci. Inoltre, col loro ciclo di vita e di morte, servono a formare parte dell’humus che concima naturalmente.
    Va da sé che l’aratro è proibito, così come lo è ogni prodotto chimico. Parte del concime può essere fornito dagli animali, che devono essere usati secondo precisi tipi e quantità definiti in proporzione all’estensione del terreno.
    Tutto viene riciclato, anche le acque scure, che verranno rese riutilizzabili per l’annaffiatura; anche il calore del sole, per scaldare l’acqua e alimentare il forno solare; anche il vento, per produrre elettricità; e anche la merda, con cui si può produrre metano e concime 

    La Progettazione dunque mira ad aiutare la Natura a ritrovare sè stessa.
    Ed è basata su sei principi fondamentali : 

    1) pianificare in altitudine, cioè tenere conto delle caratteristiche degli eventuali dislivelli del terreno, in funzione dell’uso delle acque, del riciclo delle risorse, degli accessi alle zone, dei fattori climatici 
    2) rispettare le strutture, tutto in natura essendo regolato da pattern, rispetto ai quali dobbiamo adeguarci, usandoli senza contrastarli 
    3) lavorare con elementi multipli, ovvero attivare molti elementi per svolgere ogni singola funzione (dopo vi spiego meglio di che si tratta);4) individuare i settori, che sono coni di superficie del podere definiti da particolari caratteristiche climatiche (provenienza del vento, irradiamento solare etc.);  
  • 5) definire le zone, le quali sono aree concentriche del podere che regolano il raggio dell’azione umana (c’è la zona in cui si vive, intorno alla casa, quella in cui si lavora, quella dedicata al pascolo, quella della silvicoltura e infine, se possibile, quella in cui predomina la natura selvaggia).    
  • 6) massimizzare l’effetto confine, in altri termini, dal momento che le linee di margine tra due zone diverse tendono a produrre caratteristiche proprie che sfruttano il meglio delle zone stesse, bisogna costruire molti margini;
  •   Non sperate che vi spieghi tutto. Bill Mollison ci ha scritto tre libri, per diverse centinaia di pagine. 
    Io miro solo a stuzzicarvi la curiosità. Il quarto principio però mi ha colpito particolarmente, 
    e voglio cercare di spiegarvi, e spiegarmi, perché. 

    Lavorare con elementi multipli vuol dire che se vuoi raggiungere uno scopo, non devi usare solo un mezzo, ma diversi. Proprio il contrario di quanto prescrive l’economia ortodossa, che vuole farti massimizzare i profitti minimizzando i costi. Perché questo apparente spreco di risorse? Perché tu non massimizzi niente. Non fai niente. La terra fa tutto, tu devi solo cercare di non ostacolarla, e quando vuoi farla servire ai tuoi scopi devi cercare di aiutarla. E siccome non sai molto, procedi sempre a tentoni. E devi dare molto per ottenere poco. Dice il sessantottino: l’80% delle tue aspirazioni è facile da ottenere, il 20% è molto costoso. Beato lui. Si vede che è americano. Comunque, a quel 20% conviene rinunciare.
    Perché? E qui mi sorprende con una citazione da Pavese: - Perché lavorare stanca. - Il permacoltore non massimizza, si accontenta. - Tutto qua? — No, c’è dell’altro.

    Regole di condotta :
     
    Ci sono tre regole di condotta che costituiscono, per così dire, i fondamenti etici e politici della permacoltura. E sono:

    a) prendersi cura della terra,
    b) prendersi cura della gente,
    c) condividere le risorse.
     
    La permacoltura è basata su un’etica della responsabilità, verso la natura e verso gli altri. E le tre regole si sostengono a vicenda, l’una implicando l’altra. La gente è sostenuta dalla terra, e non può vivere bene se non se ne prende cura. E la terra è coltivata dalla gente. Non puoi coltivarla bene se la gente è costretta al lavoro salariato, cioè è ridotta a mezzo per raggiungere un fine quale che sia.
    E se gli esseri umani non sono un mezzo, ma un fine, allora devi condividere le risorse. Non più padroni e operai, ma uomini liberi. Non competizione, ma cooperazione.
    La permacoltura è refrattaria al capitalismo. Puoi fare profitti con l’agricoltura biologica (specialmente ora che va molto di moda), con quella sinergica, con quella biodinamica, ma non con quella basata sul principio del "non fare".
    Il punto è che tra gli output della produzione rientra il godersi la vita. Lavorare poco, lavorare bene, lavorare con gusto. Dunque non c’è solo un altro fattore produttivo, accanto al capitale, alla terra e al lavoro. C’è anche un secondo output, accanto al prodotto lordo: la qualità della vita.
    E infine scopri che l’input, quel nuovo input, lo stato d’animo, coincide con questo output. Potrebbe sembrare strano che l’agricoltura naturale di Fukuoka venga assimilata alla permacoltura di Mollison.
    Che rapporto ci può mai essere tra la pratica del Mu e quella del design? Il Mu porta al "non fare", il design a creare. Cosa ci può essere di più contrastante ? Il primo è il prodotto di una "religione" immanentista che vede nel lavoro dei campi una forma di meditazione predisponente all’abbandono dell’uomo verso un essere che si confonde col nulla. Il secondo sembra piuttosto una manifestazione di quell’orgoglio prometeico che spinge l’azione umana a riprodurre l’atto di creazione divina. Il permacoltore non si contenta di liberare e ricostruire la terra, vuole addirittura ricostruire le relazioni sociali, riformare l’uomo.
    Eppure, se facciamo lo sconto all’ideologia, ci accorgiamo che entrambi i metodi mirano allo stesso scopo: la ricreazione del mondo.
    Sì, è l’ora della ricreazione. 


    Questo articolo è stato pubblicato su "AAM terra nuova"   ( ..  degue  ...)