Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

domenica 22 giugno 2014

Un intero popolo sotto assedio per 3 ragazzi dispersi

  si chiama Apartheid (o Israele)

La verità è che ci son tre ragazzi scomparsi, probabilmente rapiti. La verità è che son coloni israeliani, giovani coloni israeliani: e questo comporta che siano degli occupanti per scelta. Comporta la decisione di vivere in un territorio occupato e in una guerra permanente da loro guerreggiata a cemento armato, insediamenti, muri e ovviamente piombo.

Essere coloni, ovviamente per scelta come tutti lo sono, comporta (dovrebbe comportare, se il mondo fosse più giusto e razionale) un elevato rischio quotidiano: d’altronde vivi in terra d’altri, bevi acqua d’altri, espropri case d’altri, seghi colline d’altri, sradichi alberi d’altri e così via,
fino al loro quotidiano tuffo in piscina. 

E’ l’abuso degli abusi, la violenza delle violenza: l’esser coloni israeliani.
Ma torniamo ai fatti: ci son 3 ragazzi scomparsi mentre facevano l’autostop.
C’è il precedente storico di Shalit, che però era un soldato, che rimase anni nelle mani dei suoi rapitori palestinesi, nella Striscia di Gaza.
Un ragazzo tornato a casa comunque, non ce lo dimentichiamo.

Dal momento in cui questi ragazzi son scomparsi la Cisgiordania è tornata ai tempi di Sharoniana memoria: sembra di essere nel 2002.

Le retate son costanti, gli arresti son ovunque: i campi profughi vivono continue scorribande e occupazioni dell’esercito israeliano.

I numeri parlano chiaro e fanno venire una grande impotente rabbia:
Ci sta Ammar Arafat (19 anni) del campo profughi di Jalazon (Ramallah) e poi c’è Mahmoud Jihad Muhammad Dudeen che di anni ne aveva 13 e che ieri è stato ucciso, colpito in pieno petto, nel villaggio di Dura (in questo caso vicino ad Hebron).

L’operazione “brother’s keeper” ha già fatto due giovanissimi morti e centinaia di arresti.

Il campo profughi di Dheishe ha visto l’irruzione anche nel centro culturale Ibdaa dove a decine son stati portati via incapucciati e da dove è stato sequestrato tutto il materiale tecnologico e l’archivio cartaceo.

Hanno arrestato anche chi era stato appena liberato dopo 30 anni di detenzione, come Isa Abdel Rabbo, che fino a poco tempo fa aveva il triste record di esser il palestinese più anziano nelle mani degli israeliani. E’ stato rilasciato dopo un lungo interrogatorio.

Ovviamente nel frattempo siamo al quinto raid aereo su Gaza, che quelli non fanno mai male no?

Ci son tre ragazzi rapiti, tre coloni rapiti in pieno regime di Apartheid:
e c’è un intero popolo sotto scacco, con i cecchini fuori la porta, con la porta che salta con l’esplosivo, con arresti di massa senza senso, con devastazione di case, centri culturali e tutto quel che passa sotto i loro anfibi o cingoli.

Sarà la solita storia per molti, 
ma noi non smettiamo di urlarvela in faccia,
che almeno la verità buchi le vostre orecchie.

FUORI TSAHAL DAI CAMPI, LIBERTA’ PER TUTTI I PRIGIONIERI.

LIBERTA’ IMMEDIATA PER I 196 BAMBINI PALESTINESI DETENUTI 
NELLE CARCERI ISRAELIANE

PALESTINA LIBERA!

LA PALESTINA E' SOTTO ATTACCO

Appello urgente alla Solidarietà Internazionale!

Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina chiede con urgenza a tutti i sostenitori e gli amici della Palestina, al popolo palestinese in tutto il mondo, alle nostre comunità palestinesi e alle persone in tutto il mondo in esilio e nella diaspora di scendere in piazza e di agire in risposta agli attacchi da parte dell’occupazione in corso e alle atrocità contro quasi tutte le città, i paesi, i campi profughi e i villaggi della Cisgiordania e di Gaza.

Ovunque le strade sono piene di jeep e veicoli blindati e di soldati armati per uccidere, i cieli pieni di elicotteri Apache e F-16 che minacciano di far piovere morte sulla nostra gente. La scorsa settimana le forze di occupazione hanno intensificato la loro guerra contro il popolo palestinese, ecco una lista dei crimini:
  • l'uccisione proprio oggi del ragazzo di 13 anni Mahmoud Jihad Dudeen a Dura fuori da Al-Khalil, colpito al petto, l'uccisione di Ahmad Sabarin, 20 anni, del campo profughi Jalazone;
  • la sparatoria e il ferimento di numerosi palestinesi in tutta la Cisgiordania e Gaza, tra cui il ferimento dei giovani palestinesi Yazan Yacoub, 17 anni al torace, nel campo profughi di Qalandiya e di Amir Sa'dy Saleh, anche lui 17 anni, a Jenin;
  • le invasioni massicce e le razzie, l'invio di migliaia di soldati di occupazione ad al-Khalil, Ramallah, Nablus, Jenin, Betlemme, Gerusalemme, Qalqilya, l’area di Salfit e l’assedio delle città, dei villaggi e dei campi profughi, che sono stati particolarmente presi di mira con invasioni di massa e violenti attacchi;
  • le violente invasioni di case e gli arresti di massa di centinaia di palestinesi tra cui studenti, attivisti, parlamentari, leader politici e la presa di mira di ex prigionieri politici per ri-arrestarli e molestarli, compresa la cattura di 51 ex prigionieri liberati nello scambio di prigionieri del 2011 e un fallito tentativo di arrestare Samer Issawi, ex prigioniero in sciopero della fame.
  • la demolizione di case palestinesi, lasciando sempre più famiglie senza casa;
  • la violenza crescente e dilagante dei coloni e gli attacchi contro i palestinesi e le terre palestinesi in tutta la Cisgiordania;
  • il bombardamento e distruzione di Gaza da parte di aerei da guerra dell’occupazione;
  • la chiusura, il coprifuoco, i posti di blocco e le restrizioni di movimento imposti ai palestinesi;
  • l'invasione dell’Università di Birzeit e gli arresti di studenti, assedi di varie organizzazioni della società civile e anche associazioni di beneficenza.
Questa brutale violenza da parte dello stato coloniale di apartheid razzista, delle sue forze armate e dei suoi coloni è in aumento giorno dopo giorno. La tortura dei prigionieri palestinesi è ormai ufficialmente sanzionata e il sangue palestinese scorre per le strade di Gaza e della Cisgiordania, e la gioventù palestinese viene calpestata sotto le ruote delle jeep dell'esercito invasore.
Questi crimini incontrano un opprimente silenzio internazionale e una totale complicità. I palestinesi continuano a resistere, a protestare, a vivere, a lottare, nonostante l'aggressione che minaccia la loro esistenza quotidianamente, nonostante la complicità e il tradimento di funzionari dell'Autorità Palestinese che continuano a impegnarsi nella cooperazione di sicurezza con l'occupante, che sta conducendo una guerra ai campi profughi, alle città e ai villaggi palestinesi.


Gli Stati Uniti, il Canada e l'Unione Europea hanno continuato a procedere come se nulla fosse e non hanno sollevato un singolo grido di protesta o di preoccupazione - al contrario, gli Stati Uniti continuano a spedire ogni giorno 10 milioni di dollari di aiuti per lo più militari verso lo stato di occupazione. È chiaro come siano partner a pieno dell'occupazione nella guerra in corso contro il popolo palestinese.
In un gesto particolarmente assurdo e offensivo lo stato di occupazione è stato eletto vice-presidente della quarta commissione delle Nazioni Unite - presentando i problemi della decolonizzazione e dei diritti dei rifugiati palestinesi, che l'occupante stesso ha negato negli ultimi 66 anni - mentre allo stesso tempo è impegnato in questo assalto coloniale, brutale e totale alle vite palestinesi.
La perpetrazione di tutto questo non può essere consentita in totale silenzio. Poco è stato ascoltato da parte dei mass media internazionali. Le organizzazioni internazionali che cercano di difendere i diritti umani - in particolare il Comitato Internazionale della Croce Rossa che testimonia quotidiane violazioni contro i prigionieri palestinesi - devono parlare e terminare il loro dannoso silenzio. La voce del popolo deve essere ascoltata.

Per l’ennesima volta è ora che i movimenti popolari del mondo scendano in piazza per esprimere la loro solidarietà con la Palestina e chiedere la fine della complicità in corso dei funzionari internazionali e il supporto verso l'occupante. I palestinesi stanno resistendo - ma l'immagine della gente in solidarietà proveniente da tutto il mondo, in piedi accanto a loro, sarà incoraggiante e darà forza al popolo palestinese, nella sua lotta contro un occupante crudele.

Vi invitiamo ad agire ora, oggi, con urgenza per sostenere il popolo palestinese sotto attacco. Il silenzio deve finire:
  1. Intensifichiamo il boicottaggio! L'arma critica di isolamento internazionale degli occupanti deve essere intensificata. Boicotta "Israele" a livello culturale, accademico ed economico. Esporre e colpire le corporazioni - come G4S - la cui tecnologia viene utilizzata per la guerra contro il popolo palestinese.
     
  2. Scendete nelle strade! Marciate, manifestate, rompete il silenzio negli spazi pubblici per chiedere la fine di questi attacchi. Parlamenti e governi devono essere ritenuti responsabili per la loro complicità.
     
  3. Occupate e fate chiudere i consolati e le ambasciate dell’occupazione. Queste ambasciate e consolati stanno liberamente operando in tutto il mondo, mentre i palestinesi stanno soffrendo arresti di massa, il coprifuoco, la chiusura e le uccisioni. Non dovremmo lasciare che lo stato di occupazione continui ad agire indisturbato per il mondo.
La solidarietà dei popoli del mondo con la Palestina e le nostre lotte collettive per affrontare il sionismo e l'imperialismo sono sempre stati una fonte di forza, mentre affrontiamo il brutale occupante. 


Questa è una situazione di emergenza. E’ ora di agire!


sabato 14 giugno 2014

RI-PET: Kondenskompressor, La tecnica di irrigazione a goccia

RI-PET: Kondenskompressor, La tecnica di irrigazione a goc...:

Vista la crescita costante della popolazione, l'acqua dolce sta diventando sempre più scarsa, una frazione importante di questa viene ut...

Per la difesa dei territori dalle devastazioni ambientali .. Contro le vecchie e nuove lobby


La connivenza e le complicità che hanno permesso agli affaristi senza scrupoli, che utilizzano i rifiuti come fonte di profitto privato, si trovano oggi sotto accusa per i disinvolti ed illegittimi comportamenti che hanno danneg...giato la nostra regione riempiendola di buche, inceneritori, impianti inutili e dannosi e distruggendo habitat, interi territori, la vivibilità delle varie comunità locali. Ma nuovi affaristi sono già pronti a prendere il loro posto: sono i biogassisti, favoriti da normative compiacenti che regalano denaro pubblico a chi brucia rifiuti per produrre energia elettrica o metano.
Come funghi, nei vari territori, infischiandosene dei danni all'ambiente ed alla salute, stanno infatti sorgendo impianti “a biomassa” che, incentivati dallo Stato (con il prelievo sulla bolletta elettrica pagata dagli utenti, camuffato da “aiuto alle rinnovabili”), amplificano rinnovano i pericoli per i nostri già martoriati territori.
Molte comunità locali si stanno già mobilitando contro le nuove devastanti minacce, pur continuando a lottare contro le Amministrazioni regionali e comunali che sono alla costante ricerca di nuove nuovi siti sui quali posizionare a discariche e/o di impianti a cui sarebbe totalmente inutile ricorrere se si facesse una “normale” raccolta differenziata dei rifiuti “porta a porta”.
E' evidente che le decine e decine di impianti a biomassa (per la produzione di energia), che sono in via d'autorizzazione in tutta la regione, sono pronti a trattare o bruciare i rifiuti per favorire gli affari privati della nuova lobby, dominata da colossi come l'ACEA e favorita dai partiti di governo. Molte popolazioni sono sul piede di guerra (e qualcuna da decenni...) e sono sempre più solidali, organizzate, determinate a difendere i propri territori dalle vecchie e nuove devastazioni ambientali.

Per informare le popolazioni ed organizzare queste lotte,
il Coordinamento dei Comitati Rifiuti-Energia del Lazio
chiama i cittadini, le associazioni, i comitati a partecipare

all'Assemblea del 14 giugno a Cerveteri (ore 17.30, davanti al Granarone)

e del 28 giugno a Gallicano nel Lazio (ore 16,30 presso il Centro Anziani)


CON L’ADESIONE DI :
NO DISCARICA CERVETERI-COMITATO RIFIUTI ZERO FIUMICINO-COORDINAMENTO RIFIUTI ZERO LAZIO-C.R.A. GUIDONIA E FONTE NUOVA-COMITATO BRACCIANO STOP DISCARICA-COMITATO NO BIOGAS TARQUINIA-SALVIAMO BRACCIANO-COMITATO DI ZONA BORGO SAN MARTINO-ASSOCIAZIONE NAZIONALE TERRA NOSTRA-COORDINAMENTO CONTRO L’INCENERITORE DI ALBANO-COMITATO PER GALLICANO-COMITATO RIFIUTI ZERO GENAZZANO-
PARTECIPERANNO I COMITATI NO BIOGAS PROVINCIA DI GROSSETO –

Coordinamento dei Comitati Rifiuti-Energia del Lazio 


.. intanto oggi .. l'Assemblea Pubblica a Cerveteri, al Granarone, per discutere su Biogas, Biomasse, Discariche e Inceneritori ha visto una grande partecipazione dei comitati che lottano sul territorio.

Albano Laziale, polizia di stato individua una discarica abusiva di 50.000 metri quadrati

(Fonte articolo, Agenzia parlamentare, clicca qui)

Si è conclusa lo scorso fine settimana con la scoperta di una discarica abusiva di materiali pericolosi e di scavo, un’ indagine nell’area di Santa Palomba, durata alcune settimane.

Gli investigatori del Commissariato di Albano, diretti dal Dr. Massimo Fiore, sono entrati alle prime luci dell’alba in un fondo agricolo sulla Via Ardeatina, dove è stata scoperta una discarica abusiva, recintata e non visibile dall’esterno.

Il terreno privato di circa 50 mila metri quadrati, è situato in zona industriale ove l’elevato transito di mezzi pesanti non aveva nemmeno insospettito i residenti.

L’intervento ha permesso di sorprendere sul fatto gestore e gli operai della discarica mentre sversavano sul terreno i materiali di scarto, terra e calcinacci dove sono stati trovati: asfalti, guaine, plastiche, pneumatici, oli , e altro materiale per il quale è in atto un accertamento in merito alla conservazione ed il trattamento.

Tutta l’operazione è stata filmata dai poliziotti nascosti tra la vegetazione circostante. La tempestività dell’intervento ha permesso di identificare anche l’autista del camion che scaricava sul terreno.

Dai primi riscontri l’illecita attività di conferimento dei materiali potrebbe essere iniziata da oltre un anno. L’intera proprietà è stata sottoposta a sequestro penale, cosi come decine di mezzi meccanici (escavatori, ruspe) presenti nell’area.

Otto persone sono state denunciate alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri in ordine alla violazione della legge sui reati ambientali, – discarica abusiva, smaltimento di rifiuti pericolosi – certificazioni false – tra cui anche i titolari di ditte subappaltatrici di lavori di scavo per conto di società di servizi.

Colleferro, brucia la discarica di Colle Fagiolara, paura e disagi

Comunicato stampa di “Retuvasa” 
(Rete per la tutela della Valle del Sacco). 
Clicca qui

(Fonte articolo, Cinque, clicca qui) Colle Fagiolara in fiamme. Attorno alle 15 e 15 una grossa nube di fumo bianco e nero si è levata dalla discarica di Colleferro scatenando subito la reazione dei cittadini residenti. Il fumo ha raggiunto le case e da qui sono partite le prime chiamate ai vigili del fuoco. Ancora sconosciute le cause dell’incendio. Sul posto due camion dei vigili del fuoco e la protezione civile. E’ stato completamente domato l’incendio che si è verificato questo pomeriggio, alle ore 15, nella discarica di Colle Fagiolara. Nell’arco di meno di due ore la situazione si è normalizzata grazie al pronto intervento dei vigili del fuoco che sono accorsi subito insieme alle altre forze di intervento del territorio. “Ringrazio tutti quanti si sono prontamente mobilitati – dice il sindaco Mario Cacciotti che si è recato immediatamente sul posto – riuscendo così facilmente a tenere sotto controllo la situazione. Oltre alle autobotti del Comune, che abbiamo subito messo a disposizione dei vigili, anche alcuni privati hanno offerto le loro per avere un’ulteriore quantità di acqua a disposizione. L’episodio – spiega – si è verificato in una parte vecchia della discarica dove c’è esclusivamente materiale inerte, non più utilizzata ormai da anni. Le fiamme, perciò, non hanno interessato sostanze particolarmente nocive come percolato od altro”. Insieme a vigili del fuoco, carabinieri, polizia, protezione civile, polizia municipale, sono naturalmente giunti sul luogo i responsabili della società che gestisce le attività della discarica, il direttore di Lazio Ambiente dott. Conte, l’Ing. Galuppo, il responsabile della discarica dott. Capriotti e il dott. Blasetti della Asl locale. Per accertarsi dell’accaduto sono giunti anche diversi consiglieri di maggioranza e opposizione. Anche se la situazione è stata ormai risolta, a titolo precauzionale il sindaco ha chiesto al dott. Carruba, dell’Arpa Lazio, l’immediato monitoraggio del territorio. Per quanto riguarda le cause dell’incendio si stanno vagliando tutte le ipotesi. Al momento, tuttavia, la più accredidata sembra quella dovuta ad un’autocombustione generatasi in seguito ad alcuni lavori effettuati da una ruspa sulla zona in questione. La Regione Lazio ha autorizzato la realizzazione di un impianto di trattamento dei rifiuti urbani in località Colle Fagiolara, nei pressi della discarica, dell’Istituto Professionale Parodi Delfino e del monumento naturale La Selva di Paliano. Il progetto risale al 2010 ed è finalizzato al trattamento di 125.000 tonnellate di rifiuti ogni anno. La materia prima in entrata, l’immondizia indifferenziata, subisce una serie di procedure (vagliatura, essiccamento, ecc.) che conducono alla produzione di frazione organica stabilizzata, combustibile da rifiuti e scarti di lavorazione. La Regione Lazio cerca di portare avanti, sotto il falso nome di TMB, la costruzione di un impianto di produzione di combustibile da rifiuti destinato ad alimentare nei prossimi anni con materia prima a basso costo i due inceneritori di Colleferro, che stanno attraversando una fase di difficoltà economica. Parallelamente, il nuovo impianto produrrà frazione organica stabilizzata destinata alla discarica di Colle Fagiolara, da tempo destinata alla chiusura. Una scelta di continuità con la vecchia amministrazione Polverini, che non mira a risolvere il problema del ciclo dei rifiuti ed ad eliminare i vecchi impianti che già tanti danni hanno arrecato alla popolazione ed al territorio (come certificato dallo studio epidemiologico E.R.A.S.) bensì a mantenere la situazione attuale, a condannare Colleferro a città laziale dei rifiuti, centro di smaltimento dell’immondizia di Roma Capitale e dintorni. Una scelta che non possiamo condividere, perché tiene in vita un sistema malato, attorno al quale è in corso un processo penale al Tribunale di Velletri (oggi nuovamente rinviato) e che frena la rinascita di Colleferro e della Valle del Sacco, per motivi puramente economici e speculativi.

5 giugno .. Roma .. iniziato il processo, tutti contro l’ex ras della monnezza

(Fonte articolo, Osservatore Laziale e Castelli Notizie, clicca qui e qui). 

ATTENZIONE, RASSEGNA STAMPA COMPLETA DI IERI 5 GIUGNO 2014 A QUESTO LINK. BUONA LETTURA.

Il Comune di Genzano ha chiesto la restituzione integrale delle somme versate nel periodo 2006-2012 alla soc. Pontina Ambiente, per un totale di circa 10 milioni di euro più interessi. Si apre un altro capitolo di una storia dal cupo rimbombo kafkiano, che si auspica non resti incompiuta. Giovedì 5 luglio, prima udienza del processo a Manlio Cerroni patron di Malagrotta e ad altri cinque suoi fidi impegnati nella gestione dei rifiuti, e Bruno Landi ex presidente della Regione Lazio. In questa prima fase sono state raccolte dai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Roma – presieduta da Piero De Crescenzo – una valanga di richieste di costituzione civile, presentate da istituzioni, comuni, associazioni e semplici cittadini, mentre pare non sia stata fatta analoga richiesta da parte della Provincia di Roma, ma si sia costituito per essa Paolo Izzo, patrocinato dall’avvocato Rossodivita. I difensori hanno chiesto per i loro assistiti la revoca delle misure cautelari, così che gli imputati non si trovino costretti al soggiorno obbligato o a doversi recare a firmare il registro dei sorvegliati. Il processo riprenderà il 23 giugno, per la valutazione delle richieste di costituzione di parte civile e l’ammissione delle prove, poi ci sarà l’interruzione per le vacanze e si riprenderà a settembre, e di udienza in udienza si arriverà a Natale e a Capodanno e per l’anno nuovo Dio provvede. Riferito il più o meno risaputo, riportiamo quanto ci è stato rilasciato da un cittadino facente parte del Coordinamento No Inc, presente alla prima udienza: «Giovedì 5 giugno 2014 alle ore nove alla prima sezione del tribunale di Roma c’è stata la prima udienza contro Cerroni ed i suoi “fedelissimi” e Fegatelli e De Filippis per la parte pubblica, in quanto ex dirigenti della Regione Lazio, coinvolta nell’ “affare monnezza”. C’è stata la costituzione di parte civile come parte lesa di un nutrito gruppo di cittadini residenti nelle immediate vicinanze della discarica di Roncigliano e che sono coloro che direttamente da oltre 30 anni subiscono gli effetti mortiferi della stessa. Si sono costituiti alcuni comuni, in particolare Ariccia, Genzano, Albano insieme a Castel Gandolfo, poi sono iniziate le sorprese: si sono costituiti altri comuni come Marino, Ciampino, Nemi, Velletri, Rocca di Papa, e associazioni come Legambiente e il WWF, la Regione Lazio (!), il Comune di Roma, un singolo cittadino come rappresentante della Provincia di Roma e una miriade di altri, motivo per cui il Pm del procedimento ha chiesto un rinvio per lo studio delle carte processuali. Ma dov’era tutta questa gente, queste Amministrazioni ed Enti, questi ecologisti di professione che da sempre pescano nel torbido, mentre Cerroni e la sua banda da 30 anni a questa parte facevano il bello e il cattivo tempo sullo smaltimento dei rifiuti, devastando ed inquinando territori e falde acquifere, facendo pagare prezzi salatissimi in termini di salute e di condizioni igenico-sanitarie e di tariffe applicate ai comuni e di conseguenza ai cittadini, visto che i comuni stessi (Albano Laziale ne è l’esempio eclatante) hanno pagato o si sono indebitati zitti e buoni, rifacendosi sulle tariffe applicate ai cittadini, in ossequio al patron Cerroni? Noi la maggior parte di tutti questi non li abbiamo mai visti nei tanti anni di lotta e di battaglia anche legale che ci hanno visto protagonisti, con decine di manifestazioni, centinaia di assemblee, presidi e iniziative di vario genere, decine di azioni legali compiute tutte a nostre spese. Oggi spuntano come funghi a reclamare un risarcimento e una visibilità che non gli appartiene. Per ritornare all’udienza gli imputati, attraverso i loro avvocati, hanno chiesto che venga chiuso il procedimento a loro carico perché, sintetizzando, dicono che vista l’età avanzata della maggior parte di loro, ciò impedirebbe a priori la reiterazione del reato! Ma hanno proprio una bella faccia tosta! Quello che hanno messo su è un vero e proprio impero di tipo dinastico che ha mille tentacoli e mille addentellati con la compiacenza trasversale di troppa fetta di politici ed amministratori ed ora tentano di buttarla sul patetico! Per concludere, la prossima udienza è convocata per il 23 giugno (poi è stato fatto un calendario da settembre a gennaio) e il giudice ha detto che vista la quantità di persone interessate presto tenterà laddove possibile, di farsi concedere l’aula Occorsio per le prossime udienze». Si riporta inoltre qui di seguito anche il comunicato del Comune di Genzano di Roma, costituitosi parte civile:
Nel corso della prima udienza del procedimento penale nei confronti di Manlio Cerroni, il Comune di Genzano di Roma ha depositato questa mattina presso il Tribunale penale di Roma l’atto di Costituzione di parte civile al fine di difendere i diritti lesi dei cittadini e di ottenere un risarcimento sia per i danni patrimoniali subiti dall’Amministrazione comunale che per i danni non patrimoniali. Il Comune di Genzano ha chiesto infatti la restituzione integrale delle somme versate nel periodo 2006-2012 alla soc. Pontina Ambiente, per un totale di circa 10 milioni di euro più interessi. Agli imputati viene infatti contestato il reato di frode nelle pubbliche forniture in quanto nell’esecuzione dell’appalto per lo smaltimento dei rifiuti, avviando a termo valorizzazione un quantitativo annuo di CDR inferiore a quello dichiarato ed incrementando unilateralmente la tariffa per la termo distruzione anche sul quantitativo di CDR mai prodotto o comunque mai combusto, avrebbero commesso frode nell’esecuzione dell’appalto, conseguendo nel periodo 2006-2012 una indebita percezione di oltre 10 milioni di euro. «A questo – spiega il Sindaco Flavio Gabbarini – vanno poi aggiunti i danni non patrimoniali subiti dalla città e dai cittadini di Genzano, quantificati in circa un milione di euro: parliamo di danni di carattere ambientale, danni igienico-sanitari accertati dalla Asl e dal rapporto ‘Epidemiologia, rifiuti, ambiente, salute nel Lazio – Eras Lazio’ nel raggio di 5 km dall’impianto di Roncigliano, senza contare il gravissimo danno all’immagine della città e delle istituzioni».

23 giugno Tutt* a P.le Clodio - Rm -

Contro Cerroni & soci 
in Sostegno dei Cittadini costituitesi parte civile 
 

.. dal 5 giugno è stato aperto il processo a Cerroni ed i suoi boys ..

È solo la prima parte di un percorso giudiziario che ha origine dalla falsa valutazione ambientale per l'inceneritore di Albano ottenuta dall'allora assessore Di Carlo in collaborazione con i dipartimenti regionali - territorio - energia.

I trenta esposti penali presentati del coordinamento contro l'inceneritore sono la base di questa inchiesta che investe tutto il meccanismo di fatturazione del trattamento dei rifiuti.

Si tratta, sia della truffa dell'interramento di CDR fatto passare per 'combusto', sia dell'ordinaria sovraffatturazione, per coinvolgere l'intero rapporto tra pubblica amministrazione e concessionario.

Venticinque cittadini di Cancelliera, Villaggio Ardeatino, Valle Gaia, Montagnano si sono costituiti parte civile insieme all'associazione Salute e Ambiente di Cancelliera e all'associazione Contro le Nocività di Marino.

Abbiamo sostenuto con circa 250 euro a testa le sole spese di cancelleria e balzelli legali dei nostri benemeriti avvocati, ma ciò ha prosciugato nuovamente la nostra cassa. Siamo perciò costretti a rinviare ancora l'azione popolare e tutte le cause civili connesse. Per questo continueremo a chiedere sottoscrizioni fino al Discamping del prossimo luglio e oltre.

Con soddisfazione notiamo che il comune di Genzano si è costituito con i nostri avvocati.

Altri comuni, come Ariccia, si sono presentati con richiesta autonoma, ma si sono resi disponibili a coordinarsi. Non così il comune di Albano che si è costituito con lo studio Paparo-Pietrosanti concedendo una parcella di 15mila euro a costoro che in passato hanno difeso gli interessi di ACEA, socio al 33% di COEMA consorzio dell'inceneritore di Cerroni.

Abbiamo assistito ad un triste spettacolo: si sono costituiti parte civile la regione Lazio che concesse tutte le autorizzazioni a Cerroni; il WWF che dopo un primo momento fece intervenire i propri legali, che hanno sopratutto chiesto parcelle, piuttosto che sostenere concretamente l'opposizione popolare e essere poi coinvolti con l'unico loro rappresentante locale, in piccole operazioni clientelari dell'assessorato all'Ambiente del comune di Albano.

Incredibilmente poi, abbiamo assistito alla richiesta di parte civile di Lega Ambiente nazionale e regionale che nessuno ha mai visto nei trascorsi sette anni di mobilitazione.
La stessa Lega Ambiente che sostiene oggi tutta la velenosa e profittevole filiera delle centrali biomasse e bio-gas; catastrofe attuale e prossima futura.

Per non parlare del Ministero dell' Ambiente....

Saremo presenti a questo processo già calendarizzato fino al gennaio 2015
Già il prossimo 23 giugno alle ore 14.00 ci sarà la nuova udienza per verificare quante parti civili resisteranno alle opposizioni che le difese di Cerroni presenteranno.

Abbiamo già visto che avvocati e amici di Cerroni continuano a mostrarsi arroganti e sprezzanti delle istanze popolari. Vanno impediti questi atteggiamenti.

Rimane la discarica, il VII invaso continua ad avvelenare aria e acqua, le conferenze di servizi sugli sforamenti dei pozzi spia sono interrotte; solo adesso la Provincia commissariata annuncia la misura delle volumetrie, attendiamo infine una qualsiasi decisione del comune di Albano; altro che costituzione di parte civile!

In autunno ci sarà il processo ordinario e allora parleremo di Guidobaldi, Zagaroli, Ermolli, Marrazzo, Hermanin, etc. 

Non aspetteremo la conclusione di questo processo: l'inceneritore è sepolto, va chiusa ancora la discarica, andranno rifatti tutti i conti delle tariffe imposte alla cittadinanza in questi anni.


COORDINAMENTO 
CONTRO l' INCENERITORE di ALBANO

http://www.noinceneritorealbano.it/ 

Ascoltate Quì l'intervento radiofonico di Daniele 
(referente legale del NO-INC)  
dagli 87.900 MHz di ROR !!!

https://ia902509.us.archive.org/11/items/ror-140609_1738-impatto/ror-140609_1738-impatto.ogg


Quì potrete invece vedere l'intervista-video fatta da Rai 3 a Daniele Castri sui Rifiuti ed in Tutela del Nostro Territorio per '.. buongiorno Regione ..'