Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

sabato 28 aprile 2012

Roma, 5 maggio: manifestazione cittadina

https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash3/p480x480/524662_291394484281854_100002339139631_703562_1565572730_n.jpg IN DIFESA DELL'ACQUA E DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI PER I DIRITTI DEI LAVORATORI E LA DEMOCRAZIA ROMA NON SI VENDE! SABATO 5 MAGGIO MANIFESTAZIONE CITTADINA PARTENZA PIAZZA VITTORIO ORE 15.00 Come associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali abbiamo deciso di costruire una serie di mobilitazioni e, per Sabato 5 Maggio, un grande corteo per fermare la vendita di ACEA, il progetto di holding e il fallimentare bilancio di Alemanno. * * * Nonostante il voto referendario di oltre 26 milioni di persone – fra loro, 1.200.000 cittadini romani - il Sindaco Alemanno vuole vendere un ulteriore 21% delle quote pubbliche di Acea. Vuole fare cassa per coprire i buchi di bilancio provocati dalla sua stessa mala gestione. Vuole privatizzare la gestione di un bene essenziale, nonostante e contro la volontà dei cittadini. Vuole pregiudicare il futuro della città, dei suoi beni comuni e dei suoi servizi pubblici. Tutte e tutti insieme dobbiamo impedirlo! Per questo chiamiamo le donne e gli uomini di questa città ad una grande mobilitazione per l’acqua, per la difesa dei servizi pubblici locali e dei diritti dei lavoratori, per la democrazia. *** ".. si scrive Acqua ma si legge Democrazia .." ***

Spot 5 Maggio, Roma non si vende!

'Sporchi da morire' di Carlucci mette sotto accusa gli inceneritori

Tutto ciò che viene bruciato diventa invisibile, trasformandosi in polveri tanto più nocive quanto più sono sottili, e sono tanto più sottili quanto più è alta la temperatura alla quale si inceneriscono i rifiuti. "Difficilmente le nuove generazioni ci perdoneranno per ciò che stiamo facendo loro". Con questa frase nella testa lo scrittore e giornalista Carlo Martigli va alla ricerca delle risposte alle domande che fanno da filo conduttore al documentario di Marco Carlucci, "Sporchi da morire", da domani in 'doppia' distribuzione, sala e home video contemporaneamente, con proiezioni tradizionali e serate-evento in tutta Italia allo scopo di informare la cittadinanza sulla questione inceneritori. E' vero che gli inceneritori fanno male? Quali sono i rischi concreti per la salute? Quali le possibili alternative? Interviste, filmati, reportage esclusivi tra Italia, Stati Uniti, Francia, Inghilterra e Austria compongono questo documentario che è anche un progetto di partecipazione al quale hanno aderito 35.000 persone (i cui nomi scorrono tutti nel corso del film) e che si avvale della consulenza e partecipazione attiva di Stefano Montanari e Antonietta Gatti, ricercatori e studiosi di patologie causate dalle nano-particelle derivanti dagli inceneritori, polveri di dimensioni così microscopiche da poter "entrare all'interno dei globuli rossi e delle cellule che, prolificandosi, possono far entrare in contatto le nano-particelle con il Dna, provocandone la rottura e, quindi, la possibile insorgenza di cancro e di tutta una serie di patologie importanti", spiegano i due ricercatori nel documentario". Si spiegherebbe così anche perché "di cancro si muore sempre meno, ma ci si ammala sempre di più", spiega Montanari fornendo due dati oggi, nel corso dell'anteprima del documentario al Cinema L'Aquila di Roma : "fino al 2011 avevamo il record di incremento dei cancri infantili: +1,9% l'anno, percentuale che a Brescia, dove c'è l'inceneritore piu' grande d'Europa, sale al 4%. A marzo 2011 è stata pubblicata la nuova statistica secondo la quale siamo passati dall'1,9% all'8% di aumento annuo". La tesi del documentario "Sporchi da morire" è che tutto ciò che viene bruciato diventa invisibile, trasformandosi in polveri tanto più nocive quanto più sono sottili, e sono tanto più sottili quanto più è alta la temperatura alla quale si inceneriscono i rifiuti. Come dire: non vediamo più i rifiuti, ma li respiriamo (un inceneritore medio, si racconta nel documentario, immette nell'aria mediamente 200 composti chimici). Motivo per cui gli Stati Uniti non costruiscono più impianti di questo genere dal 1995. In California si punta tutto su riciclaggio e compostaggio; San Francisco è già al 70% di differenziata, così come Palo Alto. Ma anche in Italia qualche modello a cui guardare c'è: la nostra San Francisco si chiama Vedelago, il cui impianto di riciclaggio differenzia producendo anche granulato a matrice plastica, che poi viene immesso nel mercato in quanto materia prima seconda. Il docuementario si avvale dei contributi di numerosi esperti del settore, tra questi da Paul Connet, teorico della strategia "Zero Rifiuti"; Patrizia Gentilini, oncologa e membro dell'associazione Medici per l'Ambiente; i sindaci delle città virtuose della Silicon Valley, Palo Alto e Barkeley; il sindaco di San Francisco Gavin Newson; il biologo Gianni Tamino e il medico oncologo dell'Isde Valerio Gennaro; Dick Van Steenis che ha mappato la ricaduta dell'inquinamento sui bambini inglesi e i rappresentanti di comitati e associazioni internazionali.

Assemblea pubblica sab 28 aprile Albano

Sabato 28 aprile Piazza S.Pietro Albano ore 17.00 ASSEMBLEA PUBBLICA Per impedire l’apertura del cantiere Inceneritore-Cerroni Per chiudere la discarica di Roncigliano Ill grande corteo dello scorso 14 aprile ha confermato la vasta opposizione popolare alla pretesa AMA ACEA CERRONI di installare nel centro dei Castelli romani un impianto che provocherà un ulteriore collasso di falde idriche già ampiamente compromesse, che ammorberà l’aria con centinaia di tonnellate di ossidi, acidi, diossine e nanoparticelle. La manifestazione ha già dato una risposta alla vergognosa sentenza del consiglio di stato ancora una volta piegato ad interessi antipopolari; si tratta ora di rendere concreta la nostra opposizione.Sono già ripresi trasporti di materiali funzionali al cantiere, mentre il ministro Clini si sta attivando per garantire a Cerroni le centinaia di milioni di credito bancario necessari all’ investimento anche senza i soldi dei CIP 6. Per di più il ministro ha annunciato a giorni un decreto con cui verrà istituita la nuova categoria dei COMBUSTIBILI SOLIDI SECONDARI, cioè il CDR più copertoni, car-fluff ed altro, da utilizzare liberamente in cementifici, termoelettriche e inceneritori. Grande è la gioia degli imprenditori almeno pari alla nera infamia di questo provvedimento. PREPARIAMOCI ALLORA A FORTI INIZIATIVE SUL CANTIERE DI RONCIGLIANO. Mentre continuiamo ad agire sul piano tecnico giuridico, sia amministrativo che penale, più di un P.M. sta indagando sulle stranezze con cui il Consiglio di Stato ha risuscitato per la terza volta il cadavere dell’inceneritore, pretendiamo che le amministrazioni dei comuni dei Castelli che fino ad ora hanno seguito le nostre azioni, più o meno controvoglia, assumano in proprio un ruolo attivo in questa vicenda. Il sito di Roncigliano sede ultratrentennale di discarica, ha provocato un indiscutibile danno ambientale. Spetta al sindaco di Albano requisire il sito a garanzia della salute di tutti i cittadini. Coordinamento contro l’inceneritore di Albano

Dal Parlamento europeo indicazioni contro l'incenerimento dei rifiuti

Si tratta della relazione sulla revisione del sesto programma d'azione in materia di ambiente e la definizione delle priorità per il settimo programma e di quella sulla ''Strategia europea per la biodiversità 2020'' che contengono il divieto di incenerimento dei rifiuti a vantaggio del riciclaggio e indicazioni a tutela della biodiversità dal sito http://www.adnkronos.com Passano al Parlamento europeo due importanti rapporti su ambiente e biodiversità: si tratta della relazione sulla revisione del sesto programma d'azione in materia di ambiente e la definizione delle priorità per il settimo programma e di quella sulla ''Strategia europea per la biodiversità 2020'' che contengono il divieto di incenerimento dei rifiuti a vantaggio del riciclaggio e indicazioni a tutela della biodiversità. Nel testo che detta le linee guida del Settimo programma sull'Ambiente si legge che la Commissione deve prevedere ''obiettivi di prevenzione, riutilizzo e riciclaggio più ambiziosi, tra cui una netta riduzione della produzione di rifiuti, un divieto di incenerimento dei rifiuti che possono essere riciclati o compostati''. Per quanto riguarda invece il rapporto sulla biodiversità, con l'approvazione del rapporto dell'eurodeputato Alde Gerben-Jan Gebrandy si sottolinea il bisogno di un maggior impegno a livello europeo per fermare la perdita di biodiversità entro il 2020, compiendo passi quali il restauro degli ecosistemi danneggiati e il rafforzamento della protezione di specie animali e habitat minacciati. Tra i provvedimenti più urgenti, un'attività di pesca e agricoltura sostenibili e lo stop allo sfruttamento indiscriminato di foreste e territorio. Si tratta di ''misure concrete per arrestarne la perdita", commenta il parlamentare europeo Andrea Zanoni (Italia dei Valori), sottolineando che "i rifiuti devono diventare una risorsa". "Adesso la Commissione segua la linea indicata dal Parlamento e compia azioni concrete per salvaguardare la biodiversità, proteggere l'ambiente e chiudere una volta per tutte con pratiche obsolete e pericolose come l'incenerimento dei rifiuti'', aggiunge l'erodeputato commentando l'approvazione dei due rapporti da parte dell'Aula di Strasburgo. "L'Europa può e deve giocare un ruolo chiave nella protezione della biodiversità e nella lotta ai fenomeni che minacciano anche la nostra salute come l'incenerimento dei rifiuti - aggiunge Zanoni - La nuova strategia di ripresa economica Ue presentata a Strasburgo va nella direzione giusta. Mi auguro che anche il governo italiano voglia seguirne le indicazioni, in merito a green economy, salute e nuove tecnologie, alla lettera''.

giovedì 26 aprile 2012

Barnard: Evadere le tasse di Monti è un dovere civico

.. paolobarnard.info – Evadere le nuove tasse di Monti è un dovere civico. Pagarle è favoreggiare un crimine 26 aprile 2012 Primo assunto : il governo di Mario Monti è illegittimo e criminoso, essendo frutto di un Golpe Finanziario che ha sospeso la democrazia parlamentare in Italia. Il prelievo fiscale di un governo golpista è illegittimo di per sé. (*) Secondo assunto : il prelievo fiscale del governo Monti è uno STRUMENTO CRIMINOSO mirato a distruggere il tessuto economico dell’Italia secondo un piano ordito da elite tecnocratiche Neoclassiche, Neomercantili e Neoliberiste che su di esso profittano, e che fu imposto ai cittadini nel corso della creazione dell’Eurozona, anch’essa strumento di spoliazione illegittima dei popoli europei per il profitto esclusivo di quelle elite. (**) Terzo assunto : acconsentire e piegarsi a un siffatto strumento criminoso è inaccettabile, significa favoreggiamento. Quarto assunto : con l’entrata dell’Italia nell’Eurozona e con la ratifica nazionale del Trattato di Lisbona – entrambe le cose avvenute SENZA ALCUNA CONSULTAZIONE del popolo sovrano – lo Stato italiano ha perduto la sua moneta sovrana (Lira). Gli è quindi negata la possibilità di emettere senza limiti teorici una propria moneta per finanziare la spesa corrente, e ciò lo pone, al pari di tutti i Paesi della zona Euro, nella scandalosa condizione di doversi approvvigionare di moneta Euro indebitandosi coi mercati di capitali privati, che ricevono gli Euro dalla BCE direttamente all’emissione. Ne deriva che oggi con l’Euro lo Stato italiano TASSA i cittadini e aziende fino all’esasperazione PER RIPAGARE I DEBITI che contrae coi mercati di capitali privati per far fronte alle spese correnti, i quali mercati poi usurano lo Stato con tassi d’interesse impossibili, facendo PROFITTI favolosi. Questo drenaggio fiscale insostenibile sta distruggendo l’economia e i risparmi degli italiani, ma si ribadisce che esso NON è un accidente di percorso. E’ al contrario parte del piano di profitti criminosi di cui all’assunto 2, e sta causando letteralmente la rovina di almeno un’intera generazione di connazionali destinati a sofferenze inaccettabili nel presente e nel futuro. Quinto assunto: il prelievo fiscale criminoso di cui sopra è stato criminosamente istituzionalizzato con la modifica dell’articolo 81 della Costituzione italiana – pareggio di bilancio in Costituzione – ottenuto nel corso del Golpe Finanziario sotto la MINACCIA ESTERNA dei mercati dei capitali che sono in grado di paralizzare l’intera Funzione Pubblica italiana negandogli arbitrariamente la moneta Euro di cui essa ha assoluto bisogno. Il parlamento italiano non ha avuto alcun potere di dissenso, pena appunto la distruzione dall’esterno della nostra economia, ed è di fatto esautorato (Golpe). Sesto assunto: si ricorda, in quanto cruciale per quanto poi si va a proporre, che l’istituto del prelievo fiscale in REGIME DI SOVRANITA’ MONETARIA (la Lira) non è MAI servito a finanziare la spesa dello Stato. Va compreso che il prelievo fiscale è effettuato su denaro che lo Stato ha emesso PER PRIMO perché solo lo Stato può creare la moneta. Per cui risulta un contro senso pensare che lo Stato possa spendere solo dopo aver prelevato da cittadini e aziende il denaro che lui stesso emette in origine. Ne consegue che il pagamento delle tasse NON è nato come obbligo di cittadini e aziende per permettere allo Stato di funzionare, ed è assurdo quindi che lo Stato li tassi a sangue con quel pretesto. Infatti proprio la natura stessa delle tasse, in regime di sovranità monetaria, dovrebbe permettere allo Stato di ARRICCHIRE la cittadinanza perseverando in una spesa statale SUPERIORE alla tassazione, e non di impoverire la cittadinanza. Ne deriva inoltre che lo Stato italiano della Lira era teoricamente nella posizione di poter liberamente alleggerire la pressione fiscale nel caso in cui l’economia del Paese tendesse a una recessione. Ma a causa del criminoso disegno dell’Eurozona di cui sopra e all’assunto 4, oggi lo Stato deve proprio attingere da cittadini e aziende con ampi e crescenti prelievi fiscali (le Austerità) per far fronte al suo fabbisogno. Ciò inevitabilmente deprime l’economia in un circolo vizioso micidiale di deflazione dei redditi, quindi crolli aziendali, quindi disoccupazione, quindi ammortizzatori sociali alle stelle, quindi esborsi statali improduttivi e quindi ancor più tasse per farvi fronte, e sofferenze sociali inaccettabili. Tutto ciò aggravato da fatto di essere stato voluto a tavolino dalle elite Neoclassiche, Neomercantili e Neoliberiste per il fine di distruggere la sovranità democratica negli Stati del sud Europa imponendovi povertà di massa, su cui essi speculano immense fortune. Un crimine sociale di proporzioni storiche. Dunque, QUESTA tassazione del governo Monti è non solo distruttiva, ma è anche ILLEGITTIMA IN QUANTO CRIMINOSA, e ci è inflitta da una struttura monetaria e da Trattati europei che CI SONO STATI IMPOSTI CON L’INGANNO E SENZA ALCUNA CONSULTAZIONE DEL POPOLO SOVRANO. Si badi bene: .. NON E’ COLPA DELLE FAMIGLIE DI QUESTO PAESE SE I GOVERNI TECNICI DEGLI ANNI ’90, DA AMATO A PRODI A D’ALEMA, E I PRESENTI TECNICI AL GOVERNO, IMPONENDOCI L’EURO CI HANNO MESSO CON L’INGANNO NELLE CONDIZIONI ASSURDE E SOCIALMENTE MICIDIALI DI DOVER NOI CITTADINI FINANZIARE LA SPESA DELLO STATO CON LE TASSE SUL NOSTRO RISPARMIO Date per assodate, cioè frutto di indagini e di lavoro accademico autorevole (**), le nozioni di cui sopra, risulta che è dovere di cittadini e aziende italiani opporsi con ogni mezzo a questo crimine. Questo Golpe Finanziario, che usa quel prelievo fiscale illegittimo come arma di distruzione economica, viene condotto dal governo illegittimo in carica con la collusione persino della più alta carica dello Stato. Diventa così lecito per i cittadini e aziende organizzarsi in una resistenza civica che preveda disubbidienze a tutto campo, e che si fermi solo di fronte alla scelta della violenza. Per tutto quanto sopra, con particolare riferimento alla tassazione devastante del governo Monti, invito i cittadini consapevoli dei danni epocali e delle sofferenze per generazioni che questo sistema criminoso ci impone, a DELEGITTIMARE il prelievo fiscale criminoso di questo governo rifiutandosi apertamente di pagare il prelievo fiscale quando esso raggiunge e supera il livello complessivo del 40% del PIL italiano. Ecco la spiegazione: Il disegno devastante dell’Eurozona, come già detto, ci impone il pareggio di bilancio, che significa che lo Stato spenderà per noi 50 e ci toglierà 50. A noi rimane zero in tutti i settori, dei servizi essenziali ai mancati aumenti di reddito, impoverendoci in massa con le conseguenze che già sono drammatiche oggi. Noi ci ribelliamo a questa condizione di cui non abbiamo colpa, e che è a favore solo delle speculazioni di elite private. Noi rivendichiamo il diritto di pagare MENO TASSE di quanto il governo spenda per noi. E poiché il livello di spesa del governo oggi è del 49,8% del PIL, noi rivendichiamo il diritto di pagare in tasse non più del 40% del PIL. Ciò sulla base del fatto che la spesa/tassazione dello Stato deve esistere e ha un senso SOLO SE MIRATA AL BENESSERE E AL PROGRESSO DEI SUOI CITTADINI E AZIENDE, non al loro impoverimento criminoso, QUINDI CI DOVRA’ DI NORMA ESSERE PIU’ SPESA DELLO STATO CHE TASSE. Come fa quindi il cittadino ad eseguire questa intenzione? Ecco come: I cittadini e aziende infliggeranno al governo illegittimo e golpista di Mario Monti una autoriduzione del prelievo fiscale a random, con ogni mezzo disponibile non violento, come forma di RESISTENZA PASSIVA CIVICA al piano criminoso di cui sopra, fino a portare il Paese all’impossibilità di ottenere il pareggio di bilancio, il che costringerà finalmente la nazione all’uscita forzata dalla camicia di forza dell’Eurozona (default), che è l’unica strada per recuperare la SOVRANITA’ MONETARIA, che sottrarrà l’Italia al piano criminale delle elite e la salverà dalla catastrofe. La fattibilità e la VIRTUOSITA’ di tale default è supportata da ampia letteratura accademico/scientifica. (**) Conclusione: LE TASSE FACENTI PARTE DELLE AUSTERITA’ CHE MARIO MONTI, GIORGIO NAPOLITANO E MARIO DRAGHI CI INFLIGGONO PER FINI CRIMINOSI SONO ILLEGITTIMI STRUMENTI DI SPOLIAZIONE DELLA DEMOCRAZIA E DEL POPOLO SOVRANO, E NON VANNO PAGATE. 6523974165770261697 1874181425021308758?l=argentofisico.blogspot Barnard: Evadere le tasse di Monti è un dovere civico Barnard: Evadere le tasse di Monti è un dovere civico Incoming search terms: * monti e le tasse * evadere le nuove tasse di monti è un dovere civico * le tasse di monti * monti e tasse * non pagare le tasse di monti * tasse di monti

IMU: LA CATASTROFE IN NUMERI

I NUMERI DELL’IMU; RAGIONIAMOCI SU INSIEME: - Gettito aggiuntivo previsto teorico dell’ IMU nel 2012: 11 miliardi di Euro - Minore PIL previsto a causa dell’incremento fiscale IMU: 0,8% (circa 12 miliardi di Euro) - Minore gettito causato dal decremento del PIL: 5 miliardi di Euro - Gettito aggiuntivo reale dell’ IMU nel 2012: 6 miliardi di Euro - Valore complessivo Immobili e Risorse Pubbliche (Stima Edoardo Reviglio MEF): 600 Miliardi - Svalutazione complessiva Immobili e Risorse Pubbliche stimabile: 60-120 miliardi di Euro (tra il 10% ed il 20%) - Valore complessivo Immobili e Risorse Private: 5.000 Miliardi - Svalutazione complessiva Immobili e Risorse Pubbliche stimabile: 500-1.000 miliardi di Euro (tra il 10% ed il 20%) CONCLUSIONI L’aumento IMU causa: - crea gettito aggiuntivo reale per soli 6 miliardi di Euro per lo Stato - distrugge 60-120 miliardi di Euro di valore di Patrimonio Pubblico, - distrugge 500-1.000 miliardi di Euro di valore di Patrimonio Privato, - fa Calare il PIL di 12 miliardi (causando incremento debito). Direi geniali i nostri governanti; dei veri volponi….

lunedì 23 aprile 2012

sabato 21 aprile 2012

Comunicato stampa Assemblea dei Sindaci del 17 aprile 2012

.
.

I video dell’assemblea di venerdì 13 aprile 2012 a Genzano tra Comuni, cittadini e comitati

PARTE 1 http://youtu.be/KcZYqmmTcpI
PARTE 2 http://youtu.be/FdAPbNEM7bw
PARTE 3 http://youtu.be/x8TDOQf9zhY
PARTE 4 http://youtu.be/9lLBV9nw9zI
PARTE 5 http://youtu.be/5beeHKpzJ_4                                                                .
.

Comunicato stampa Assemblea dei Sindaci del 17 aprile 2012

La conferenza dei Sindaci dell’Ato (provincia di Roma) ha approvato martedì scorso la delibera sulla modifica della tariffa dopo il referendum del 12 e 13 giugno. Paradossalmente, di fronte ad un impegno solo formale di eliminare la remunerazione del capitale investito, l’Ato ha riconosciuto alla multinazionale Acea più di un miliardo di euro di profitti per i prossimi anni di gestione ed uno scandaloso aumento delle bollette per tutti i cittadini della provincia di Roma. Non solo. Il voto è avvenuto quando nella sala erano presenti meno di una ventina di rappresentanti dei 112 comuni della provincia, violando, almeno politicamente, il principio del numero legale. Subito dopo il voto i rappresentanti di alcuni comuni - tra i quali Genzano e Velletri - hanno chiesto all’assessore Michele Civita di verificare il numero legale. La risposta fornita è stata sorprendente: basta che sia presente Roma perché il voto sia valido. Occorre ricordare che il rappresentante del Comune di Roma è titolare del 51% delle azioni di Acea, trovandosi, così, nell’imbarazzante posizione di controllore e controllato.
Dietro l’annuncio della Provincia - che aveva comunicato di voler recepire il risultato del referendum - si cela in realtà una sorta di bluff, che garantirà ad Acea non solo la salvaguardia degli utili milionari, ma anche un aumento della tariffa dell’acqua. 
Secondo la delibera votata l’azzeramento della “remunerazione del capitale investito” riguarderà solo gli investimenti decisi dopo il referendum di giugno. In teoria sembra una decisione di buon senso, ma, come è noto, il diavolo si nasconde nei dettagli. Nel pacchetto degli “investimenti” già fatti c’è poco meno di un miliardo di euro di capitalizzazione iniziale di Acea. Un valore che venne stabilito prima della firma della convenzione, avvenuta nel 2002, che comprende un teorico valore di mercato del settore acqua della multinazionale romana. Ebbene quella cifra verrà integralmente riportata anno dopo anno, sommandosi agli investimenti deliberati prima del giugno 2011, generando un sette per cento di utile - ovvero proprio quella remunerazione del capitale che il referendum ha abrogato - altissimo, che corrisponde a circa il 18% della bolletta dell’acqua. Questa cifra non viene neanche sfiorata dalla proposta di delibera, che sostanzialmente non cambia nulla rispetto alla tariffa del sistema idrico integrato. Altro che accoglimento del risultato dei referendum… Questa manovra garantirà ad Acea circa 1,32 miliardi di euro di remunerazione del capitale fino al 2024.
Si tratta, dunque, di un’operazione di marketing, una sorta di cipria che si vuole spacciare ai sindaci come una decisione rivoluzionaria. 
Dobbiamo in ogni caso accogliere positivamente l’avvio del coordinamento politico tra i sindaci dell’Ato 2, promosso dal sindaco di Genzano, che sta cercando di rompere quello strano triumvirato, composto da Acea, la provincia e il comune di Roma. In un momento delicato come questo, quando la giunta Alemanno si prepara all’ulteriore cessione di quote di Acea, l’opposizione dei comitati e delle amministrazioni comunali più sensibili è un presidio democratico essenziale per la difesa dei beni comuni.
A riguardo riteniamo che la richiesta d'incontro con il Sindaco Alemanno avanzata dal Presidente Zingaretti congiuntamente a tutti i sindaci dell'ATO2 Lazio centrale debba avere come obiettivo quello di far revocare all'amministrazione capitolina la scelta scellerata di vendita del 21% delle proprie quote in discussione nei prossimi giorni in consiglio comunale. 
Vogliamo infine esprimere la nostra solidarietà all’assessore ai beni comuni di Velletri Sergio Andreozzi, pesantemente insultato - alla fine della conferenza - da un dirigente di Acea. Il rappresentante del comune di Velletri era stato probabilmente ritenuto “colpevole” di “lesa maestà” per aver chiesto la verifica del numero legale. Anche per questo si scrive acqua e si legge democrazia.
Coordinamento comitati acqua pubblica Castelli romani
http://comitatoacquavelletri.blogspot.it/

martedì 17 aprile 2012

Democrazia commissariata

Le cariche contro i manifestanti ad Albano, in piazza contro l'inceneritore e la discarica, mostrano il volto di un sistema che blinda la partecipazione democratica e criminalizza la richiesta di democrazia che viene dal basso

Emiliano Viti

La crisi e le politiche di austerity oltre a impoverire e ad abbassare la qualità della vita, stanno assumendo un altro risvolto: il commissariamento di ogni istanza democratica, oltretutto se basata sulla partecipazione diretta. Per cui rientra nella normalità far commissariare alcuni stati, vedi la Grecia, oppure militarizzare territori come la Val Susa.
La crisi di un'economia basata solo sul profitto svuota ogni strumento democratico disponibile a singoli, organizzazioni, associazioni per far valere le proprie ragioni. Le vertenze ambientali ne sono un esempio. Dal 21 Luglio 2011, data in cui si è ufficializzata la vittoria referendaria contro la gestione privatistica dell’acqua e per la ripubblicizzazione dei servizi locali, i consigli di amministrazione delle varie Spa violano continuamente quella che è ormai legge dello Stato. Sulle vertenze riguardanti impianti devastanti come discariche, inceneritori, turbogas ogni volta che il Tar ne blocca la realizzazione, scatta la macchina perversa del Consiglio di Stato, che ribalta sentenze, addensando sempre di più il dubbio di essere strumento in mano ai poteri forti e non invece un organismo super partes a garanzia dei diritti di tutti.

Anche nella Regione Lazio per la vicenda del piano regionale dei rifiuti sta emergendo il solito copione. Il forte immobilismo delle amministrazioni locali su differenziata, isole ecologiche, servizio porta a porta, ci sta portando a una nuova emergenza. Eppure l’abbiamo imparato, con gli stati di emergenza si riescono a imporre scelte scellerate. L’abbiamo visto a L’Aquila dopo il terremoto, l’abbiamo visto in Campania, sempre per la questione rifiuti.

Sabato 14 Aprile, ad Albano, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha di fatto sbloccato il cantiere per l’inceneritore, c’è stata, nonostante tutto, una grande partecipazione popolare. Uno schieramento fatto di comitati locali - Malagrotta, Fiumicino, Cerveteri, Valle del Sacco - reti sociali, movimenti di lotta per la casa, collettivi studenteschi. Un fronte ampio in grado di esprimere con chiarezza la propria contrarietà al piano regionale dei rifiuti, oggi in mano al Ministro Clini su cui pende la scelta della nuova discarica di Roma. Tutto questo ha dato tremendamente fastidio. Così, puntuale, è scattata la repressione e la criminalizzazione. Un ingiustificato spiegamento di Polizia e Carabinieri ha provocato, come esito finale del corteo, cariche a freddo e rastrellamenti gratuiti. Il bilancio finale è stato di oltre trenta persone identificate e uno studente minorenne in stato di arresto. Solo il senso di responsabilità dei manifestanti ha evitato conseguenze ben peggiori. Il tutto si è concluso comunque con una grande assemblea popolare dei partecipanti al corteo per rilanciare le prossime mobilitazioni e per ragionare su un piano regionale dei rifiuti alternativo, partecipato e in grado di evitare lo sperpero di denaro pubblico. L’impianto di Albano infatti costerebbe 400 milioni di euro. Con gli stessi soldi quanti posti di lavoro si potrebbero creare? Forse oggi sta diventando una colpa il solo porsi le domande giuste.

lunedì 16 aprile 2012

Corteo Cittadino No-Inc di Albano del 14 aprile

la nostra calma e serenità in evidente contrasto con l'ingiustificata irrequietezza delle forze del disordine, mentre attendevamo che arrivasse la coda del corteo .. ..

..
.

Comunicato stampa post corteo 14 aprile

Lunedì 16 Aprile 2012 11:34

Sabato 14 Aprile è stata una grande giornata di partecipazione, di mobilitazione e di lotta. Le strade di Albano si sono riempite di cittadini, comitati di quartiere, rappresentanti dei Comuni dei castelli romani, collettivi studenteschi e reti sociali che si battono su tutto il territorio laziale contro un piano regionale dei rifiuti basato su discariche e inceneritori. È stata la risposta migliore a chi da giorni dava definitivamente persa una battaglia che nonostante la sentenza del Consiglio di Stato ha dimostrato tutta la sua vitalità e determinazione a continuare il percorso fin qui intrapreso. Per tutto il corteo molti sono stati gli interventi e le testimonianze di chi vive intorno a Roncigliano: lo scempio del settimo invaso, l'allargamento della discarica, l'inquinamento delle falde acquifere. La volontà popolare lo ha ribadito ancora una volta: basta con discariche e inceneritori, né qui né altrove, differenziata subito e netta contrarietà al piano regionale dei rifiuti proprio in questi giorni al centro del dibattito con l'intervento dello stesso ministro Clini. Lo stesso che aveva anticipato la sentenza del Consiglio di Stato che sbloccava l'inceneritore di Albano.

Purtroppo prima che l'assemblea conclusiva del corteo iniziasse, le migliaia di persone che man mano arrivavano a Piazza Mazzini, hanno trovato un ingiustificabile schieramento di forze dell'ordine, come sin dalla prima mattinata per tutte le strade di Albano. In prossimità di Villa Doria, quando il corteo continuava il suo percorso, è partita una carica delle forze dell'ordine, tra l'altro creando panico e paura. Una signora, a cui va tutta la nostra totale solidarietà, ha avuto una frattura alla caviglia. Oltre a numerosi contusi.

Come se non bastasse, l'ingiustificato nervosismo delle forze dell'ordine si è manifestato anche a conclusione del corteo. Mentre quattro studenti, di cui due minorenni, stavano tornando a casa, sono stati fermati e aggrediti dalla Digos di Roma, con la giustificazione di un normale controllo. In realtà la reale intenzione era mettere in stato d’arresto uno dei due studenti minorenni, a loro dire responsabile di aver lanciato pietre contro le forze dell'ordine e responsabile del ferimento di un agente.
Il tutto si è consumato sotto gli occhi increduli di tanti cittadini di Albano. Un presidio spontaneo sotto il commissariato di Albano per richiedere l'immediato rilascio dello studente, dopo pochi minuti si è trasformato in una nuova caccia ai manifestanti. Quasi trenta membri del nostro coordinamento sono stati accerchiati da blindati di Polizia e Carabinieri per poi essere identificati. Anche alcuni giornalisti presenti, hanno ricevuto lo stesso trattamento e alla fine la Polizia ha confermato l'arresto per uno dei due ragazzi minorenni fermati, in attesa del processo che dovrebbe tenersi mercoledì.

Inoltre è da sottolineare come la stampa, nella giornata di Domenica, abbia diffuso in modo uniforme le stesse notizie, prese direttamente dalle veline della Questura, riportando anche gli stessi errori.
Nessuno di noi ha mai pensato di fare una marcia di almeno 5 kilometri verso "la Nettunense".
Solo chi non conosce il nostro territorio può scrivere queste cose! La risposta è chiara. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato il segnale è quello di creare intimidazione e paura. Si cerca così di criminalizzare chi si batte a difesa del proprio territorio, dipingendolo come chissà quale pericoloso sovversivo. Oggi l'unica colpa che abbiamo avuto è stata quella di aver manifestato ancora una volta con determinazione contro la devastazione ambientale, a difesa della salute e dell'ambiente di tutti noi.
Continueremo a lavorare e ad informare la cittadinanza come sempre, attraverso ricorsi legali, assemblee, sit-in, per bloccare la folle costruzione dell’inceneritore di Albano.
LIBERI TUTTI!!


Coordinamento contro l'inceneritore di Albano

Inceneritore di Albano, scontri con la Polizia. Quarantatre denunciati e sette feriti | Andrea Palladino | Il Fatto Quotidiano

Inceneritore di Albano, scontri con la Polizia. Quarantatre denunciati e sette feriti | Andrea Palladino | Il Fatto Quotidiano

Carica della polizia al corteo no inc

Ieri si è tenuto un partecipatissimo corteo contro l'inceneritore ad Albano. Una volta arrivati a P.zza Mazzini, punto presunto conclusivo della manifestazione, il corteo ha proseguito spontaneamente la manifestazione lungo via Olivella. Il video che segue riporta come è partita la carica della Polizia ai danni dei manifestanti: a freddo, completamente senza motivo.


venerdì 13 aprile 2012

Corteo sabato 14 Aprile

Il consiglio di stato con una sentenza tutta politica ha ribaltato le delibere del TAR che bloccavano il progetto dell'inceneritore. Il contenuto è gravissimo: i comitati non hanno la legittimità di ricorrere, le decisioni sono totalemnte delegate ai governanti, le popolazioni non possono decidere sul proprio futuro e sulla propria vita.
NON FACCIAMOCI CALPESTARE.

Corteo NO Inceneritore,
Sabato 14 aprile h. 15:30,
Partenza da Piazza Mazzini, Albano.

Chi venisse da Roma può prendere il treno delle 14:06 dalla stazione termini per Albano o arrivare in macchina percorrendo la via Appia.

Il corteo si terrà indipendentemente dalle condizioni meteo,
data l'impossibilità da parte della CoEMa di accedere ai fondi CIP6 ci sarà tempo per ulteriori proteste,
ora è necessario dare una risposta immediata a chi ci vuole passivi/e a subire le decisioni di chi specula sulla nostra pelle.

leggi i volantini di lancio:
(1) argomentazioni generali
(2) commento alla sentenza (3) i 26 punti contro l'inceneritore


sabato 14 aprile - 15.00 Piazza Mazzini - Albano

giovedì 12 aprile 2012

‘L’Inceneritore antepone i profitti di pochi ai diritti di tutti’

In mattinata i militanti del No Inc di Albano si sono recati presso la sede della Pontina Ambiente, la ditta del magnate dei rifiuti Manlio Cerroni, per ribadire la loro contrarietà alla costruzione dell’inceneritore più grande d’Europa nella zona dei Castelli Romani. “Abbiamo voluto recapitare un chiaro messaggio alla ditta – fanno sapere i militanti -, vale a dire che nonostante la vergognosa sentenza del Consiglio di Stato la popolazione dei Castelli romani è disposta con ogni mezzo necessario a bloccare la costruzione di un’opera assolutamente inutile, sia da un punto di vista tecnico, che economico e ambientale. Quattro anni di mobilitazione e di lotta ci hanno convinti del fatto che con i 400 milioni di euro di fondi pubblici dei CIP 6 anziché spenderli per le discariche e gli inceneritori della Pontina Ambiente si potrebbe porre in essere una gestione dei rifiuti basata sulla riduzione, il riuso e il riciclo. Con il costo annuo di un inceneritore (20 milioni di euro), che dà lavoro a 60 persone, ci si pagherebbero 400 addetti per la raccolta differenziata porta a porta. Così come in Val di Susa, anche ai Castelli Romani ribadiamo dunque la netta contrarietà ad un’opera che antepone i profitti di pochi ai diritti di tutti e gli interessi di una classe politica agli interessi ed ai bisogni reali di chi abita questi territori. Per questo motivo chiamiamo ad una mobilitazione permanente che vedrà nella manifestazione di sabato 14 per le strade di Albano un momento centrale, durante il quale dimostreremo tutta la determinazione di chi sa, a prescindere da assurde decisioni, sia giuridiche che politiche, di stare dalla parte giusta! Sabato 14 aprile, il Corteo no inceneritore partirà da Piazza Mazzini, Albano, a partire dalle 15.

mercoledì 11 aprile 2012

vedere pagina 8 del 'caffè' - stampa locale

Blitz di militanti NO-INC nella sede della ditta di Cerroni

Perchè NO !!!

_Perchè opporsi all’inceneritore dei Castelli Romani voluto da Manlio Cerroni e da buona parte della politica regionale e capitolina? Prima di leggere ogni aspetto sotto riportato va compreso che questo impianto è stato promosso (unilateralmente) dal consorzio Co.E.Ma soltanto perchè la contribuzione pubblica CIP 6 permette con gli stessi inceneritori una speculazione nazionale che invece, ad esempio, non è contemplata con metodiche sostenibili come i centri di riciclo. Questo impianto non risponde a nessun carattere di necessarietà o di emergenza, è speculativo perchè fa perno sulla disposizione truffa targata CIP 6. Ecco i “no” uno per uno:

  • Perchè la termocombustione dei rifiuti a 1500° produce nanoparticolato pm 2,5 o < altamente cancerogeno e NON confinabile
  • Perchè l’impianto produce diossina che, lo ricordiamo, è bioaccumulabile
  • Perchè Piero Marrazzo ha autorizzato l’impianto con un decreto di pubblica utilità derivante da una finta emergenza rifiuti creata ad hoc. Con tale decreto è stato possibile snellire l’iter autorizzativo dell’impianto e saltare passaggi fondamentali per la tutela e la garanzia del territorio e della salute dei cittadini
  • Perchè non esiste gara d’appalto, la costruzione dell’impianto (350 mln di Euro PUBBLICI) è stata assegnata per mezzo di contrattazione privata
  • Perchè da progetto l’impianto incenerirebbe CDR, il famigerato Combustibile da Rifiuto. Il Cdr è composto da carta, plastica, legno e derivati. In pratica si incenerirebbero le materie prime derivanti dalla raccolta differenziata. Non solo, il CDR rappresenta il materiale nobile impiegabile nei processi di riciclo A FREDDO con impatto zero e recuperabili a ciclo infinito. Perchè allora bruciare CDR?
  • Perchè l’incenerimento dei rifiuti provoca esponenzialmente in aree molto vaste l’aumento considerevole di sarcomi (+ 900%), malformazioni fetali e malattie cardiovascolari
  • Perchè emette furani e gas acidi
  • Perchè siamo al paradosso dei paradossi, dove il folle impianto di incenerimento voluto dal Co.E.Ma sarebbe edificato a soli due chilometri di distanza dal costruendo Policlinico Ospedaliero dei Castelli Romani, questa è pianificazione urbanistica!
  • Perchè lo studio epidemiologico condotto dalla ASL RM E del Prof. Perucci è uno studio che definire indecente è un eufemismo
  • Perchè l’impianto è stato chiesto unilateralmente da un privato alla Regione Lazio e non risponde a necessità pubbliche della comunità
  • Perchè la VIA positiva (che ha seguito quella negativa) poggia su aspetti completamente lacunosi come il passaggio del raffreddamento da acqua ad aria (impossibile)
  • Perchè i 350 mln di Euro pubblici derivanti dalla legge truffa CIP 6 (prelievo del 7% di ogni nostra bolletta ENEL che invece di essere destinata alle forme rinnovabili viene dirottata agli inceneritori) che spetterebbero al consorzio CO.E.MA (Cerroni, Ama, Acea) previo avvio del cantiere entro il 31/12/2008 sono stati accaparrati con 200 (miseri) metri di recinzione metallica maldestramente innalzati il 28/12/2008 come finto avvio cantiere dell’impianto. Fate attenzione alle date!
  • Perchè il Lazio non dispone di CDR da bruciare nelle quantità descritte dal vergognoso piano Marrazzo e quindi l’impianto rischia di bruciare rifiuti tossici come accaduto a Colleferro o addirittura “tal quale”
  • L’impianto, dati i valori di CDR regionale descritti invece dal capitano del NOE, Pietro Rajola Pescarini alla Commissione parlamenteare sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, sarebbe soltanto un impianto speculativo
  • Perchè l’impianto sarà a conduzione privata ma costruito con la truffa di stato CIP 6 (da molti definita: strumento per la diossina di stato), soldi pubblici per costruire l’impianto di un privato e consentire a questi di rivendere i miseri 20 Mw di energia prodotta a prezzi tre volte maggiori rispetto a quelli di mercato (alla faccia dell’energia libera e gratuita)
  • Perchè il sistema CIP 6 più bruci più guadagni espone i cittadini a rischi incalcolabili come è accaduto a Colleferro, tutto ciò che si può bruciare si brucia,quanto accaduto al consorzio GAIA insegna
  • Perchè l’impianto consumerà quantità di acqua non compatibili con la crisi idrica dei Castelli Romani se non con un ulteriore impatto sulla residua potabilità delle acque
  • Perchè i Castelli Romani vivono da cinque anni in regime di deroga sulla potabilità di inquinanti disciolti nelle acque erogate ai cittadini
  • Perchè l’impianto sfrutta la tecnologia fallimentare Thermoselect
  • Perchè a fronte dei dati di CDR si inizia a dire che l’impianto brucerà tal quale indifferenziato, di tutto
  • Perchè utilizzerà ammoniaca
  • Perchè insieme al tal quale verrà bruciato carbone per tenere alte le temperature di combustione (carbone che ricordiamo essere radioattivo)
  • Perchè l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), in pratica l’ultimo atto per far partire il cantiere dell’impianto, è stata firmata da Piero Marrazzo in pieno “inverno lavorativo”, il 13 agosto 2009 con cittadini e comitati ancora al tavolo. Questo nonostante ci fossero state rassicurazioni volte a fermare temporaneamente l’iter autorizzativo dell’impianto e, invece, guardacaso la firma giunge poche settimane prima che esplodesse lo scandalo che ha travolto l’ex governatore
  • Perchè poggia su un sito (discarica) di tal quale trentennale ed esaurita che ha provocato distorsioni sanitarie gravissime a tutti i Castelli Romani in quanto in alcuni invasi non si conosce neanche cosa sia stato interrato. Nonostante ciò i comuni del bacino propendono comunque per l’ampliamento della discarica ormai entrata dentro abitazioni e vigneti doc
  • Perchè l’incenerimento dei rifiuti ha bisogno di nuove discariche: una per la restante parte di rifiuti non bruciati ed una per le ceneri, classificate come rifiuti pericolosi di primo tipo
  • Perchè le emissioni dell’impianto per l’andamento comprovato dei venti riguarderebbero tutti i paesi a monte, circa 250.000 persone coinvolte direttamente
  • Perchè l’impianto verrebbe collocato nel mezzo dell’area di pregio DOC dei vini dei Castelli Romani a neppure 50 metri da interi vigneti
  • Perchè l’Unione Europea dispone il principio di interferenza per impianti di categoria insalubre come gli inceneritori se collocati all’interno di contesti agroalimentari di pregio come il nostro: Doc, Dop, Igp, Igt
  • Perchè esistono alternative ad impatto zero e con costi sostanzialmente inferiori come: raccolta differenziata porta a porta, Tmb, compostaggio, trattamento rifiuti a freddo, politiche volte alla riduzione e al riuso dei rifiuti
  • Perchè la direttiva 2001/77/CE non considera i rifiuti come fonte meritevoli di contributi pubblici come avviene invece in Italia, così da mettere il nostro Paese sotto osservazione proprio perchè ELARGISCE CONTRIBUTI PUBBLICI (CIP 6) AGLI IMPIANTI DI INCENERIMENTO RIFIUTI contro le disposizioni UE
  • Perchè l’impianto consumerà più energia di quella che produrrà (20 Mw) e anche per tale motivo non rientrerebbe neppure nella procedura truffa CIP 6

_La Regione Lazio, in quanto promotore mediato del quarto impianto di incenerimento/smaltimento rifiuti nella Regione e terzo termocombustore nella sola provincia di Roma, ha offerto nel tempo risposte seriamente lacunose alle richieste dirette, mediate, o indirette avanzate da cittadini, comitati e associazioni direttamente coinvolti dalle esternalità negative di qualsivoglia natura derivanti dall’impianto di gassificazione.

In particolare:

- Utilizzo di carbon coke:

Regione Lazio e Co.E.Ma parlano di un possibile utilizzo di metano al posto di carbon coke, non suffragando tale risposta con documentazione tecnica e citando paradossalmente come esempio l’impianto di termovalorizzazione di Colleferro (ad oggi con tutta probabilità ancora sotto sequestro).

- Elementi chimici di risulta post combustione/Emissione di nanopolveri cancerogene, furani, diossine, ceneri, lave, ossidi di azoto, zolfo, carbonio e affini:

La Regione Lazio ed il Co.E.Ma non offrono risposte adeguate citando i valori di emissione del simile gassificatore di Malagrotta e non riportando le criticità tecnologiche e di emissione presenti in altri impianti europei con medesima tecnologia e già soggetti a chiusura. La Regione Lazio ed il consorzio Co.E.Ma non offrono risposte circa le diossine, sostanze bioaccumulabili per le quali non valgono riferimenti e soglie.

- Compatibilità dell’impianto con la crisi idrica dell’area Castelli Romani:

Regione Lazio e Co.E.Ma non rispondono in alcun modo al merito della problematica sollevata asserendo che l’impianto di gassificazione sarà mutato progettualmente con apposito raffreddamento ad aria. Regione Lazio e Co.E.Ma ignorano e non spiegano nessun aspetto o dato che tale modifica può comportare a livello di emissioni inquinanti. Il consorzio deputato alla costruzione dell’impianto inoltre, ignora e non menziona l’aspetto che un tale cambio progettuale potrebbe comportare la non legittima assegnazione dei fondi pubblici CIP 6 originariamente previsti per un altro tipo di impianto (ad acqua). Regione Lazio e Co.E.Ma non citano che tale tecnologia/impianto in virtù della nuova metodica di raffreddamento non risulta brevettato ed è quindi di chiara natura sperimentale/prototipale.

- Tecnologia Thermoselect:

L’ente Regione e consorzio incaricato con decreto di pubblica utilità sostengono che l’impianto non utilizza la tecnologia di combustione Thermoselect (con passate criticità) ma citano una non meglio precisata tecnologia di combustione giapponese. L’Ente Regione non illustra e non spiega l’eventuale legame azionario o di cessione/acquisto di brevetti e/o partecipazione di controllo incrociate tra le varie società del settore al fine di dipanare qualsiasi dubbio sull’origine e sugli effettivi passaggi proprietari della tecnologia di combustione.

- Emissioni del futuro impianto che per l’andamento dei venti investiranno principalmente i paesi a monte della discarica e del gassificatore di Roncigliano con effetti su migliaia di cittadini:

Regione e consorzio eletto non rispondono nel merito e citano semplicemente/paradossalmente le distanze regionali previste (dato con tutta probabilità non veritiero e non aderente al tipo di richiesta formulata) tra discarica e centro abitato. La Regione Lazio, l’Arpa e lo studio epidemiologico del dott. Perucci non citano in modo compiuto gli effetti del particolato ultrafine.

- Roncigliano, area agricola di pregio come da P.R.G. Comunale e non area industriale:

La Regione non risponde nel merito e cita l’assenza del vincolo paesaggistico nell’area.

- L’impianto produce una quantità irrisoria di energia:

Regione Lazio e Co.E.Ma rispondono, paradossalmente, che la nomenclata “Centrale Elettrica alimentata a gas di sintesi derivato da CDR” non verrebbe edificata per produrre energia elettrica. Tale affermazione dovrebbe comportare ovvie ricadute sulla procedura di assegnazione dei CIP 6.

- Impianto non sottoposto a gara d’appalto:

La Regione Lazio risponde candidamente che l’impianto è stato infatti proposto da un privato unilateralmente e non menziona neppure il decreto di pubblica utilità di Piero Marrazzo.

- Forzature molteplici nell’iter autorizzativo dell’impianto:

La Regione Lazio sostiene in sintesi che non risultano forzature nonostante, in primis, le date delle autorizzazioni suonino piuttosto atipiche. La Regione Lazio non fornisce spiegazioni sulla compatibilità di tale infrastruttura invasiva con il vicino e futuro centro ospedaliero dei Castelli Romani.

- Inquinamento dell’area, con particolare accento alle falde idriche, imputabile alla discarica gestita dalla Pontina Ambiente S.r.l. e precedenti condanne:

Regione e consorzio eletto rispondono paradossalmente che l’inquinamento non riguarda il possibile gassificatore ed eludono in ogni ambito il merito di quanto posto.

- La Regione Lazio ignora ogni dato circa la criticità ambientale dell’aria e dell’acqua pur di autorizzare l’impianto e cita dati ARPA non veritieri e in contrasto con le deroghe di potabilità che la stessa regione autorizza.

- Mutazione del sistema di raffreddamento dell’impianto:

Regione Lazio e Co.E.Ma sostengono con piglio che l’acqua può essere sostituita dall’aria senza creare alcun problema.

Circa l’aspetto concernente il profilo economico e la completa non economicità per le tasche dei cittadini di un tale impianto, Regione e Consorzio Co.E.Ma rispondo che l’intera filiera dei rifiuti è a carico del cittadino ed evitano così ogni merito di confronto economico soprattutto con altre realtà.

Sotto altri aspetti sollevati da cittadini e associazioni e qui non menzionati l’Ente Regione Lazio ed il Co.E.Ma non forniscono garanzia alcuna e risposte degne di attenzione nei meriti sopra esposti in più punti.

Iniziative NO TAV a partire dall'11 Aprile


E' chiaro ormai che la lotta NO TAV è la lotta di Tutti coloro che si battono CONTRO la devastazione del territorio, contro la definitiva trasformazione in merce delle nostre vite.

Le ragioni NO TAV si trovano in ogni ospedale che chiude, nei finanziamenti negati all’istruzione, in ogni pezzo di terra ceduto alla cementificazione, in ogni persona che perde la casa, nella libertà di licenziare regalata ai padroni, in ogni persona privata della libertà.

Il 27 febbraio scorso Luca, un amico e compagno, ha rischiato di morire nel tentativo di intralciare l’esproprio delle terre della Maddalena. In quell'occasione hanno occupato militarmente un altro pezzo di terra, l’hanno cintata con reti, jersey e filo spinato.

Il prossimo mercoledì 11 aprile gli ufficiali giudiziari ratificheranno l’esproprio delle terre dei valsusini. Un’ipocrisia legale sancirà così l’allargamento del cantiere e da quel giorno le ditte potranno cominciare di fatto i lavori.

Sarà una settimana in movimento per portare la valle in città, una settimana di lotta contro quelle politiche speculative che stanno trasformando ogni pezzo di mondo in un’occasione per fare profitti.

Una possibilità per connettere le resistenze che si stanno opponendo a questi folli progetti: dall’esperienze di autogestione degli orti urbani, ai comitati contro le discariche e gli inceneritori, dalle lotte contro la cementificazione selvaggia, all’ occupazione di spazi contro le speculazioni.

Mercoledì 11 Aprile
dalle 17 a Piazzale Tiburtino: presidio informativo/crativo in solidarietà con la Val di Susa in lotta.

Giovedi 12 Aprile
dalle 18 presso il presidio NO TAV: incontro con i comitati territoriali della provincia di Roma contro inceneritori e discariche.

Venerdi 13 Aprile
dalle ore 18 presso il presidio NO TAV: incontro con le esperienze di lotta contro la cementificazione nei quartieri di Roma.

Sabato 14 Aprile
dalle ore 10 presso il presidio NO TAV: tutti e tutte insieme al Corteo ad Albano per dire NO alla sentenza del consiglio di stato che di fatto autorizza la costruzione dell'inceneritore.

Domenica 15 Aprile
dalle 12 presso il presidio NO TAV pranzo sociale e alle ore 15 incontro con gli/le abitanti della Val di Susa.

Ancora una volta, la val di Susa è ovunque.

A SARA' DURA

Assemblea NoTAV di Roma

La Via Crucis della mondezza ad Albano Laziale


ATTENZIONE. SABATO 14 APRILE CORTEO CITTADINO NO INCENERITORE CASTELLI ROMANI, LA CITTADINANZA TUTTA E’ CHIAMATA ALLA MOBILITAZIONE. ORE 15:30 DA PIAZZA MAZZINI, ALBANO LAZIALE. (Fonte articolo, clicca qui) Paolo Simonini del coordinamento Rifiuti zero per il Lazio è al quinto giorno dello sciopero della fame. Non importava che domenica ricorresse la celebrazione della Pasqua e molte famiglie fossero riunite intorno la tavola; a stomaco vuoto lui portava la “croce della mondezza” nelle piazze dei paesi considerati idonei ad ospitare nuove discariche dopo la chiusura di Malagrotta. Sabato a Pizzo del Prete, domenica a Riano, Corcolle ed Albano, a Pasquetta a Malagrotta: un tour di protesta tra i luoghi individuati dal Ministero dell’Ambiente nel Piano Regionale dei Rifiuti. La manifestazione dopo questo percorso tornerà davanti al Ministero in attesa delle decisioni del ministro Corrado Clini sul nuovo sito che sostituirà “l’ottavo colle”. Un percorso, per esibire nelle piazze la preoccupazione per l’ambiente e la salute, per manifestare l’insofferenza verso discariche ed inceneritori come uniche soluzioni possibili al problema emergenza rifiuti nel Lazio e per ribadire che la raccolta differenziata porta a porta, la riduzione dei rifiuti e il riciclo sono la via maestra per evitare l’emergenza. “Sono salito sulla croce per esprimere la mia preoccupazione e lottare per il futuro dei miei figli – ha dichiarato Paolo Simonini –. Ogni giorno un cittadino salirà sulla croce per protestare contro la costruzione di nuove discariche e inceneritori su tutto il territorio del Lazio. La “croce della mondezza” è il simbolo di tutti quei cittadini che da tempo si ritrovano crocifissi dalla vertenza sui rifiuti del Lazio e che chiedono al Ministro Clini di attuare la strategia rifiuti zero. Ridurre, differenziare e riciclare: questo è ciò che chiediamo al ministro Clini, alla Regione, al Comune di Roma. Il mio sciopero della fame durerà fino a giovedì 12, non posso rassegnarmi, senza combattere”. A ribadire la loro contrarietà alla politica delle discariche e degli inceneritori, anche il coordinamento dei “No Inc” di Albano con Daniele Castri e Simone Carabella, che hanno chiamato nuovamente a raccolta i cittadini sabato 14 Aprile per protestare contro la sentenza espressa dal Consiglio di Stato il 22 marzo scorso, con la quale sono state sbloccate le procedure per la realizzazione dell’inceneritore di Albano.

I CITTADINI IN CROCE PER LA MONDEZZA. SALVIAMO IL TERRITORIO

Paolo Simonini di Pizzo del Prete, coordinatore di Rifiuti 0 del Lazio, è salito sulla croce, sotto il comune di Albano, nel giorno di Pasqua, dopo 5 giorni di digiuno, per sottolineare la sofferenza delle persone e del territorio che subiscono le "violenze ambientali" dovute ad una cattiva e poco lungimirante gestione dei rifiuti.
La croce ha un significato di sofferenza, senza implicazioni religiose e come dice Paolo Simonini "siamo cittadini in croce e con la minaccia della distruzione dell'ambiente e della nostra salute soffriamo come ha sofferto Cristo sulla croce".
Anche Simone Carabella, per rappresentare la sofferenza dei cittadini e del territorio dei Castelli è salito sulla croce. (sul prossimo numero di ECO 16 (in uscita il12 aprile) un'intervista a Simone.

Sotto il video con intervista a Paolo Simonini.
IL 14 APRILE PER PROTEGGERE L'AMBIENTE DALLA DISCARICA DI RONCIGLIANO E DALLA COSTRUZIONE DELL'INCENERITORE TUTTI I CITTADINI SONO CHIAMATI A SCENDERE IN PIAZZA AD ALBANO PER MANIFESTARE IL PROPRIO DISSENSO.

lunedì 9 aprile 2012

Open Data Journalism

venerdì 13 aprile alle ore 11 Gian Antonio Stella terrà una lectio magistralis aperta al pubblico in occasione del lancio della scuola di giornalismo open data.

Alla presentazione interverrà anche Lorenzo Benussi, consulente del ministro dell’Istruzione Francesco Profumo e rappresentante del Miur al gruppo di lavoro e-government e open data dell'Agenda digitale italiana, e Gianni Betto, direttore del Centro d'ascolto dell'informazione radiotelevisiva.

L'evento si svolgerà a Roma presso la Domus Talenti, in via delle Quattro Fontane 113.

La sempre maggiore disponibilità di dati in formato digitale richiede ai giornalisti e a quanti si occupano a vario titolo di comunicazione la capacità di divulgarli a un pubblico più vasto.

Per farlo sono necessarie nuove competenze che vanno dalle tecniche di visualizzazione alla statistica, dalle procedure e tecnologie per l'acquisizione di database alla loro corretta lettura e trattamento.

La scuola - un progetto congiunto di Agorà digitale, l'Associazione di giornalismo investigativo e Radio Radicale - mira alla formazione di un nuovo profilo professionale in grado di rispondere a tutte le esigenze di un settore innovativo del panorama informativo in grande espansione in tutto il mondo.

www.opendatajournalism.it

Non è un caso che il governo Monti abbia creato 6 gruppi di lavoro sull'Agenda digitale, uno dei quali riguarda proprio "E-government e Open data", mentre la prossima edizione del Forum della Pubblica amministrazione sarà interamente dedicata al tema dell'Open government.

Sembra quindi diffondersi l'esigenza di reporter e comunicatori in grado di ottenere e accedere ai dati di interesse pubblico in formato aperto e utilizzare le tecniche del DataJournalism al fine di produrre reportage, analisi giornalistiche, dossier e infografiche.

Tra i docenti del corso vi sono i nomi di punta del giornalismo digitale e delle professionalità statistiche e informatiche tra cui: Simon Rogers, editor del Guardian data blog, Elena Egawhary della BBC News, Mario Tedeschini Lalli, vice-responsabile Innovazione e Sviluppo del Gruppo Editoriale L’Espresso, Gian Antonio Stella, editorialista del Corriere della Sera, Marco Lillo, giornalista di inchiesta de il Fatto Quotidiano, Donato Speroni, curatore del blog numerus su Corriere.it e docente di economia statistica alla scuola di giornalismo di Urbino, Alberto Zuliani Ordinario della Sapienza di Roma, Vittorio Zambardino, giornalista, Ernesto Belisario, avvocato esperto di diritto delle nuove tecnologie e molti altri.

Le iscrizioni sono aperte fino al 14 aprile 2012

www.opendatajournalism.it


--
Luca Nicotra
Associazione Agorà Digitale

sabato 7 aprile 2012

'Policlinico Castelli Romani' nella stessa area dell' Inceneritore - manca il Cimitero

L’inceneritore di Albano… bloccato da una pietra?

_ATTENZIONE. SABATO 14 APRILE CORTEO CITTADINO NO INCENERITORE CASTELLI ROMANI, LA CITTADINANZA TUTTA E’ CHIAMATA ALLA MOBILITAZIONE. ORE 15:30 DA PIAZZA MAZZINI, ALBANO LAZIALE.

_(Fonte articolo, clicca qui, articolo di Maria Lanciotti) Che tempismo! Subito della sezione del Consiglio di Stato (presidente Stefano Baccarini, relatore Vito Poli, componenti Raffaele Prosperi, Carlo Saltelli e Francesco Caringella) che ha dato di fatto il via libera alla costruzione dell’inceneritore di Albano, si è inaugurato ‘ipso facto’ il Policlinico dei Castelli con la tradizionale posa della prima pietra (in realtà la seconda) da parte della governatrice del Lazio Renata Polverini. E fu qui che cadde l’asino. Perché non è pensabile, non è ammissibile, che possano convivere nella stessa area il Policlinico dei Castelli e l’inceneritore di Cerroni. Quando il Consiglio di Stato si è pronunciato così infaustamente, forse nessuno dei suoi membri ricordava che c’era da anni questo progetto nell’aria, una specie di cattedrale nel deserto che pare più un miraggio che una reale possibilità, da realizzare comunque in tempi sconosciuti e con modalità ignote. Ci sarebbero diverse decine di motivi – ben documentati ed elencati dagli esperti – per opporsi alla costruzione del mastodontico inceneritore tanto agognato dai già troppo celebrati speculatori del settore uniti in sodalizio, ma tutto decade di fronte a quella prima pietra su cui si fonderà l’imponente struttura sanitaria che andrà a sostituire la maggior parte degli ospedali dei Castelli, se non tutti, che fino ad oggi hanno rappresentato una eccellenza nel campo. Di fronte ad un motivo così grave si dovrà rivedere tutta la situazione, o si rinuncia al Policlinico o all’inceneritore, ma tutte e due le cose nella stessa zona non ci possono proprio stare e questo lo capisce anche un bambino e non può certo sfuggire alla popolazione tutta e a chi la governa. Sabato 7 Aprile, sabato santo, alle ore 17, presso piazza Don Fabrizi a Genzano (o in caso di maltempo nell’adiacente auditorium comunale) da non perdere l’assemblea pubblica cui interverranno esponenti del Comitato No Inc, del Comitato No debito, il noto giornalista ed ex europarlamentare Giulietto Chiesa, il comico Paolo Pesce ed un gruppo di percussionisti africani. Sarà l’anticipazione del Grande Corteo Contro l’Inceneritore in programma per sabato 14 aprile alle ore 15,30 a Piazza Mazzini ad Albano.

venerdì 6 aprile 2012

Comunicato No Inc corteo 14 Aprile

FERMIAMO L’ INCENERITORE DEI CASTELLI ROMANI

Sono quasi 5 anni che le amministrazioni regionali cercano di far costruire ad Albano Laziale, al centro dei Castelli Romani, il grande inceneritore di Cerroni. Mentre provano a farci credere, con la loro propaganda, che l’unico modo per trattare i rifiuti è quello di bruciarli.

Gli inceneritori da rifiuti, anche quelli più moderni di ultima generazione, emettono nell’atmosfera sostanze tossiche prodotte dalla combustione dell’immondizia. Tra queste vi sono cloro, diossine, furani, clorobenzene, metalli pesanti (piombo, cadmio, mercurio,...), acido cloridrico, e molto altro ancora. Oltre a queste sostanze tossiche vi sono anche le più pericolose nanoparticelle, delle dimensioni di un milionesimo di millimetro. Nemmeno i filtri di ultima generazione riescono a contenere la loro pericolosità perchè si accumulano negli organismi, nelle piante che mangiamo ed essendo cancerogene danno vita a tumori ed altre pericolosissime patologie! Le loro piccolissime dimensioni gli permettono di essere trasportate dal vento per kilometri: vivere nel raggio di 50 km da un inceneritore significa aumentare di moltissimo la probabilità di contrarre tumori! Gli inceneritori sono rozze macchine industriali che hanno bisogno di imponenti quantità di acqua che saranno sottratte alle già compromesse falde acquifere dei Castelli Romani.

Per anni comitati popolari si sono battuti contro la costruzione di questo inceneritore che dovrebbe bruciare dalle 160.000 alle 250.000 tonnellate di CDR (parte secca dei rifiuti) all’anno (quando la produzione di CDR di tutti i Castelli romani è di circa 60.000 tonn/anno, le restanti, come dichiarato nel progetto, arriveranno da Roma o altrove!). Dopo anni di battaglie nelle piazze e nei tribunali, il 15 dicembre del 2010 il TAR del Lazio ha emesso una sentenza che bloccava l’impianto per incompatibilità ambientale, dando ragione alle popolazioni e alla resistenza contro questo EcoMostro.

Il 22 marzo scorso, abbiamo appreso che il Consiglio di Stato ha invalidato la precedente sentenza del TAR, sbloccando formalmente il cantiere e sostenendo che le popolazioni non sono legittimate a difendere i territori perché l’unica volontà che conta è quella delle istituzioni regionali che vogliono costruire l’impianto!! Quindi per il Consiglio di Stato l’unico parere che vale è quello dei politici che per far arricchire i loro amici imprenditori di turno, (in questo caso il monopolista dei rifiuti del Lazio Manlio Cerroni che sarà proprietario dell’impianto) sono disposti a calpestare i territori, le loro risorse e le popolazioni che li abitano!

Per noi invece l’unico grado di giudizio che conta è quello popolare e si misura sul terreno della lotta! Non ci siamo mai fermati perché le nostre ragioni sono inoppugnabili: sappiamo che costruire inceneritori serve a trasformare rifiuti urbani in rifiuti tossici ed inquinare irrimediabilmente il nostro territorio. Sappiamo che i rifiuti possono essere trattati con il riciclaggio, il compostaggio, il trattamento meccanico biologico A FREDDO, senza bisogno di nessun bruciatore.

Non resteremo a guardare e non accetteremo questa devastante prepotenza.
Lo faremo per noi e per i nostri figli e nipoti. Non resteremo a guardare mentre proveranno a posare le prima pietra del cantiere. Non glielo permetteremo, bloccheremo i lavori, bloccheremo il cantiere. Questa non è una battaglia che siamo disposti a perdere. Scendiamo nelle piazze, prendiamoci le strade!

14 APRILE ore 15.30

CORTEO CONTRO L’INCENERITORE

ALBANO LAZIALE, partenza da P.zza Mazzini

Coordinamento contro l’inceneritore di Albano
www.noinceneritorealbano.it

Comunicato del comitato NO debito

SABATO 7 APRILE ORE 17
P. ZZA DON FABRIZI GENZANO

Intervengono esponenti del Coord. NO Inceneritore di Albano e del Comitato NO DEBITO

Siamo in primavera ma qualcosa già inizia a cadere: non sono le foglie, bensì le maschere.
Sta cadendo cioè l’illusione che dopo l’oscena decadenza del berlusconismo fosse arrivata al potere finalmente la competenza e l’equità dei tecnici “sopra le parti” del professor Mario Monti.
Ora il fumo dell’esaltazione televisiva comincia a diradarsi e la dura realtà appare in tutta la sua crudezza; la crudezza del puro interesse economico di gruppi ristretti che dominano l’economia europea e italiana.
A questo e solo a questo rispondono le logiche dei provvedimenti che in questi quattro mesi ha preso il governo Monti e le forze politiche che lo sostengono (PDL, PD e Terzo Polo).
Prima è venuta la cosiddetta riforma delle pensioni che ci manderà a riposo a quasi settant’anni, ora invece è il turno dell’articolo 18 che viene depotenziato, consegnando alle aziende in tempi di crisi economica la possibilità di effettuare licenziamenti mirati dei dipendenti scomodi, senza che il giudice del lavoro possa poi reintegrarli.
Non è un caso, per noi, che in questo clima di vendetta di classe contro i poveri, i lavoratori e i cittadini che stanno peggio, si abbatta sui nostri territori la sentenza del Consiglio di Stato in appello sull’inceneritore di Albano, consentendo l’avvio dei lavori e ribaltando la sentenza del TAR in primo grado.
Una sentenza preceduta dalle anticipazioni (assolutamente illegali) del cosiddetto Ministro dell’Ambiente “tecnico” Corrado Clini, già noto per le sue simpatie per il nucleare e per gli OGM.
Ma qual è il rapporto tra opere come l’inceneritore di Albano e il debito pubblico che il governo Monti vorrebbe scaricare sulle nostre spalle? Si tratta di una relazione diretta e indiretta perché il debito è frutto di scelte politiche sbagliate che hanno privilegiato gli inceneritori e posto le amministrazioni (da quarant’anni a questa parte) nella situazione di dover esclusivamente conferire i loro rifiuti in discarica, tra l’altro con costi enormi. E a guadagnarci da tutto ciò è stato solo il Sign. Cerroni e le sue aziende. Del resto l’esempio più lampante di sperpero di denaro pubblico è rappresentato oggi dalla TAV, il cui costo è di almeno una decina di miliardi di euro.
Il tutto mentre vengono tagliate le spese per la sanità e la scuola pubblica e viene affossata la raccolta differenziata porta a porta che è l’unica soluzione al problema dei rifiuti, in grado anche di creare molti posti di lavoro e permettere alla amministrazioni di trasformare i rifiuti in una risorsa per dare maggiori servizi alla popolazione.
E’ per questi motivi che la mobilitazione contro l’inceneritore di Albano va inquadrata in un contesto più ampio di battaglia dei cittadini italiani ed europei per riappropriarsi della sovranità popolare strappata loro dai diktat della Banca Centrale Europea e dei grandi gruppi economici che vogliono decidere sulle nostre teste come e quanto avvelenarci e come quanto impoverirci.
Diciamo basta ora e organizziamo le lotte sul territorio insieme al Coordinamento No Inc. e a tutti coloro che non vogliono chinare la testa: il debito lo paghino gli speculatori non i lavoratori!

SABATO 14 APRILE ORE 15.30, PIAZZA MAZZINI ALBANO: TUTTI AL CORTEO CONTRO LA COSTRUZIONE DELL’INCENERITORE!

Comunicato del comitato NO debito

Intervengono esponenti del Coord. NO Inceneritore di Albano e del Comitato NO DEBITO

Siamo in primavera ma qualcosa già inizia a cadere: non sono le foglie, bensì le maschere.
Sta cadendo cioè l’illusione che dopo l’oscena decadenza del berlusconismo fosse arrivata al potere finalmente la competenza e l’equità dei tecnici “sopra le parti” del professor Mario Monti.
Ora il fumo dell’esaltazione televisiva comincia a diradarsi e la dura realtà appare in tutta la sua crudezza; la crudezza del puro interesse economico di gruppi ristretti che dominano l’economia europea e italiana.
A questo e solo a questo rispondono le logiche dei provvedimenti che in questi quattro mesi ha preso il governo Monti e le forze politiche che lo sostengono (PDL, PD e Terzo Polo).
Prima è venuta la cosiddetta riforma delle pensioni che ci manderà a riposo a quasi settant’anni, ora invece è il turno dell’articolo 18 che viene depotenziato, consegnando alle aziende in tempi di crisi economica la possibilità di effettuare licenziamenti mirati dei dipendenti scomodi, senza che il giudice del lavoro possa poi reintegrarli.
Non è un caso, per noi, che in questo clima di vendetta di classe contro i poveri, i lavoratori e i cittadini che stanno peggio, si abbatta sui nostri territori la sentenza del Consiglio di Stato in appello sull’inceneritore di Albano, consentendo l’avvio dei lavori e ribaltando la sentenza del TAR in primo grado.
Una sentenza preceduta dalle anticipazioni (assolutamente illegali) del cosiddetto Ministro dell’Ambiente “tecnico” Corrado Clini, già noto per le sue simpatie per il nucleare e per gli OGM.
Ma qual è il rapporto tra opere come l’inceneritore di Albano e il debito pubblico che il governo Monti vorrebbe scaricare sulle nostre spalle? Si tratta di una relazione diretta e indiretta perché il debito è frutto di scelte politiche sbagliate che hanno privilegiato gli inceneritori e posto le amministrazioni (da quarant’anni a questa parte) nella situazione di dover esclusivamente conferire i loro rifiuti in discarica, tra l’altro con costi enormi. E a guadagnarci da tutto ciò è stato solo il Sign. Cerroni e le sue aziende. Del resto l’esempio più lampante di sperpero di denaro pubblico è rappresentato oggi dalla TAV, il cui costo è di almeno una decina di miliardi di euro.
Il tutto mentre vengono tagliate le spese per la sanità e la scuola pubblica e viene affossata la raccolta differenziata porta a porta che è l’unica soluzione al problema dei rifiuti, in grado anche di creare molti posti di lavoro e permettere alla amministrazioni di trasformare i rifiuti in una risorsa per dare maggiori servizi alla popolazione.
E’ per questi motivi che la mobilitazione contro l’inceneritore di Albano va inquadrata in un contesto più ampio di battaglia dei cittadini italiani ed europei per riappropriarsi della sovranità popolare strappata loro dai diktat della Banca Centrale Europea e dei grandi gruppi economici che vogliono decidere sulle nostre teste come e quanto avvelenarci e come quanto impoverirci.
Diciamo basta ora e organizziamo le lotte sul territorio insieme al Coordinamento No Inc. e a tutti coloro che non vogliono chinare la testa: il debito lo paghino gli speculatori non i lavoratori!

SABATO 14 APRILE ORE 15.30, PIAZZA MAZZINI ALBANO: TUTTI AL CORTEO CONTRO LA COSTRUZIONE DELL’INCENERITORE!

In preparazione del grande Corteo NO INCENERITORE di sabato 14 aprile con partenza da Albano Laziale P.zza Mazzini ore 15.30, chiamiamo tutti e tutte alla partecipazione ad un'assemblea pubblica sabato 7 aprile a Genzano organizzata dal Comitato NO Debito dove interverranno il giornalista Giulietto Chiesa nonchè artisti locali tra i quali il comico Paolo Pesce a sostegno della vertenza.

SABATO 7 APRILE A GENZANO,
ORE 17 A PIAZZA DON FABRIZI, VICINO AL COMUNE

COMUNICATO STAMPA NO-INC CORTEO 14 APRILE 2012 - FERMIAMO L’ INCENERITORE DEI CASTELLI ROMANI


Sono quasi 5 anni che le amministrazioni regionali cercano di far costruire ad Albano Laziale, al centro dei Castelli Romani, il grande inceneritore di Cerroni. Mentre provano a farci credere, con la loro propaganda, che l’unico modo per trattare i rifiuti è quello di bruciarli.

Gli inceneritori da rifiuti, anche quelli più moderni di ultima generazione, emettono nell’atmosfera sostanze tossiche prodotte dalla combustione dell’immondizia. Tra queste vi sono cloro, diossine, furani, clorobenzene, metalli pesanti (piombo, cadmio, mercurio,...), acido cloridrico, e molto altro ancora. Oltre a queste sostanze tossiche vi sono anche le più pericolose nanoparticelle, delle dimensioni di un milionesimo di millimetro. Nemmeno i filtri di ultima generazione riescono a contenere la loro pericolosità perchè si accumulano negli organismi, nelle piante che mangiamo ed essendo cancerogene danno vita a tumori ed altre pericolosissime patologie! Le loro piccolissime dimensioni gli permettono di essere trasportate dal vento per kilometri: vivere nel raggio di 50 km da un inceneritore significa aumentare di moltissimo la probabilità di contrarre tumori! Gli inceneritori sono rozze macchine industriali che hanno bisogno di imponenti quantità di acqua che saranno sottratte alle già compromesse falde acquifere dei Castelli Romani.

Per anni comitati popolari si sono battuti contro la costruzione di questo inceneritore che dovrebbe bruciare dalle 160.000 alle 250.000 tonnellate di CDR (parte secca dei rifiuti) all’anno (quando la produzione di CDR di tutti i Castelli romani è di circa 60.000 tonn/anno, le restanti, come dichiarato nel progetto, arriveranno da Roma o altrove!). Dopo anni di battaglie nelle piazze e nei tribunali, il 15 dicembre del 2010 il TAR del Lazio ha emesso una sentenza che bloccava l’impianto per incompatibilità ambientale, dando ragione alle popolazioni e alla resistenza contro questo EcoMostro.

Il 22 marzo scorso, abbiamo appreso che il Consiglio di Stato ha invalidato la precedente sentenza del TAR, sbloccando formalmente il cantiere e sostenendo che le popolazioni non sono legittimate a difendere i territori perché l’unica volontà che conta è quella delle istituzioni regionali che vogliono costruire l’impianto!! Quindi per il Consiglio di Stato l’unico parere che vale è quello dei politici che per far arricchire i loro amici imprenditori di turno, (in questo caso il monopolista dei rifiuti del Lazio Manlio Cerroni che sarà proprietario dell’impianto) sono disposti a calpestare i territori, le loro risorse e le popolazioni che li abitano!

Per noi invece l’unico grado di giudizio che conta è quello popolare e si misura sul terreno della lotta! Non ci siamo mai fermati perché le nostre ragioni sono inoppugnabili: sappiamo che costruire inceneritori serve a trasformare rifiuti urbani in rifiuti tossici ed inquinare irrimediabilmente il nostro territorio. Sappiamo che i rifiuti possono essere trattati con il riciclaggio, il compostaggio, il trattamento meccanico biologico A FREDDO, senza bisogno di nessun bruciatore.

Non resteremo a guardare e non accetteremo questa devastante prepotenza.
Lo faremo per noi e per i nostri figli e nipoti. Non resteremo a guardare mentre proveranno a posare le prima pietra del cantiere. Non glielo permetteremo, bloccheremo i lavori, bloccheremo il cantiere. Questa non è una battaglia che siamo disposti a perdere. Scendiamo nelle piazze, prendiamoci le strade!

14 APRILE ore 15.30

CORTEO CONTRO L’INCENERITORE

ALBANO LAZIALE, partenza da P.zza Mazzini

Coordinamento contro l’inceneritore di Albano
www.noinceneritorealbano.it