Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

sabato 28 aprile 2012

'Sporchi da morire' di Carlucci mette sotto accusa gli inceneritori

Tutto ciò che viene bruciato diventa invisibile, trasformandosi in polveri tanto più nocive quanto più sono sottili, e sono tanto più sottili quanto più è alta la temperatura alla quale si inceneriscono i rifiuti. "Difficilmente le nuove generazioni ci perdoneranno per ciò che stiamo facendo loro". Con questa frase nella testa lo scrittore e giornalista Carlo Martigli va alla ricerca delle risposte alle domande che fanno da filo conduttore al documentario di Marco Carlucci, "Sporchi da morire", da domani in 'doppia' distribuzione, sala e home video contemporaneamente, con proiezioni tradizionali e serate-evento in tutta Italia allo scopo di informare la cittadinanza sulla questione inceneritori. E' vero che gli inceneritori fanno male? Quali sono i rischi concreti per la salute? Quali le possibili alternative? Interviste, filmati, reportage esclusivi tra Italia, Stati Uniti, Francia, Inghilterra e Austria compongono questo documentario che è anche un progetto di partecipazione al quale hanno aderito 35.000 persone (i cui nomi scorrono tutti nel corso del film) e che si avvale della consulenza e partecipazione attiva di Stefano Montanari e Antonietta Gatti, ricercatori e studiosi di patologie causate dalle nano-particelle derivanti dagli inceneritori, polveri di dimensioni così microscopiche da poter "entrare all'interno dei globuli rossi e delle cellule che, prolificandosi, possono far entrare in contatto le nano-particelle con il Dna, provocandone la rottura e, quindi, la possibile insorgenza di cancro e di tutta una serie di patologie importanti", spiegano i due ricercatori nel documentario". Si spiegherebbe così anche perché "di cancro si muore sempre meno, ma ci si ammala sempre di più", spiega Montanari fornendo due dati oggi, nel corso dell'anteprima del documentario al Cinema L'Aquila di Roma : "fino al 2011 avevamo il record di incremento dei cancri infantili: +1,9% l'anno, percentuale che a Brescia, dove c'è l'inceneritore piu' grande d'Europa, sale al 4%. A marzo 2011 è stata pubblicata la nuova statistica secondo la quale siamo passati dall'1,9% all'8% di aumento annuo". La tesi del documentario "Sporchi da morire" è che tutto ciò che viene bruciato diventa invisibile, trasformandosi in polveri tanto più nocive quanto più sono sottili, e sono tanto più sottili quanto più è alta la temperatura alla quale si inceneriscono i rifiuti. Come dire: non vediamo più i rifiuti, ma li respiriamo (un inceneritore medio, si racconta nel documentario, immette nell'aria mediamente 200 composti chimici). Motivo per cui gli Stati Uniti non costruiscono più impianti di questo genere dal 1995. In California si punta tutto su riciclaggio e compostaggio; San Francisco è già al 70% di differenziata, così come Palo Alto. Ma anche in Italia qualche modello a cui guardare c'è: la nostra San Francisco si chiama Vedelago, il cui impianto di riciclaggio differenzia producendo anche granulato a matrice plastica, che poi viene immesso nel mercato in quanto materia prima seconda. Il docuementario si avvale dei contributi di numerosi esperti del settore, tra questi da Paul Connet, teorico della strategia "Zero Rifiuti"; Patrizia Gentilini, oncologa e membro dell'associazione Medici per l'Ambiente; i sindaci delle città virtuose della Silicon Valley, Palo Alto e Barkeley; il sindaco di San Francisco Gavin Newson; il biologo Gianni Tamino e il medico oncologo dell'Isde Valerio Gennaro; Dick Van Steenis che ha mappato la ricaduta dell'inquinamento sui bambini inglesi e i rappresentanti di comitati e associazioni internazionali.

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