Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

venerdì 6 aprile 2012

Comunicato del comitato NO debito

SABATO 7 APRILE ORE 17
P. ZZA DON FABRIZI GENZANO

Intervengono esponenti del Coord. NO Inceneritore di Albano e del Comitato NO DEBITO

Siamo in primavera ma qualcosa già inizia a cadere: non sono le foglie, bensì le maschere.
Sta cadendo cioè l’illusione che dopo l’oscena decadenza del berlusconismo fosse arrivata al potere finalmente la competenza e l’equità dei tecnici “sopra le parti” del professor Mario Monti.
Ora il fumo dell’esaltazione televisiva comincia a diradarsi e la dura realtà appare in tutta la sua crudezza; la crudezza del puro interesse economico di gruppi ristretti che dominano l’economia europea e italiana.
A questo e solo a questo rispondono le logiche dei provvedimenti che in questi quattro mesi ha preso il governo Monti e le forze politiche che lo sostengono (PDL, PD e Terzo Polo).
Prima è venuta la cosiddetta riforma delle pensioni che ci manderà a riposo a quasi settant’anni, ora invece è il turno dell’articolo 18 che viene depotenziato, consegnando alle aziende in tempi di crisi economica la possibilità di effettuare licenziamenti mirati dei dipendenti scomodi, senza che il giudice del lavoro possa poi reintegrarli.
Non è un caso, per noi, che in questo clima di vendetta di classe contro i poveri, i lavoratori e i cittadini che stanno peggio, si abbatta sui nostri territori la sentenza del Consiglio di Stato in appello sull’inceneritore di Albano, consentendo l’avvio dei lavori e ribaltando la sentenza del TAR in primo grado.
Una sentenza preceduta dalle anticipazioni (assolutamente illegali) del cosiddetto Ministro dell’Ambiente “tecnico” Corrado Clini, già noto per le sue simpatie per il nucleare e per gli OGM.
Ma qual è il rapporto tra opere come l’inceneritore di Albano e il debito pubblico che il governo Monti vorrebbe scaricare sulle nostre spalle? Si tratta di una relazione diretta e indiretta perché il debito è frutto di scelte politiche sbagliate che hanno privilegiato gli inceneritori e posto le amministrazioni (da quarant’anni a questa parte) nella situazione di dover esclusivamente conferire i loro rifiuti in discarica, tra l’altro con costi enormi. E a guadagnarci da tutto ciò è stato solo il Sign. Cerroni e le sue aziende. Del resto l’esempio più lampante di sperpero di denaro pubblico è rappresentato oggi dalla TAV, il cui costo è di almeno una decina di miliardi di euro.
Il tutto mentre vengono tagliate le spese per la sanità e la scuola pubblica e viene affossata la raccolta differenziata porta a porta che è l’unica soluzione al problema dei rifiuti, in grado anche di creare molti posti di lavoro e permettere alla amministrazioni di trasformare i rifiuti in una risorsa per dare maggiori servizi alla popolazione.
E’ per questi motivi che la mobilitazione contro l’inceneritore di Albano va inquadrata in un contesto più ampio di battaglia dei cittadini italiani ed europei per riappropriarsi della sovranità popolare strappata loro dai diktat della Banca Centrale Europea e dei grandi gruppi economici che vogliono decidere sulle nostre teste come e quanto avvelenarci e come quanto impoverirci.
Diciamo basta ora e organizziamo le lotte sul territorio insieme al Coordinamento No Inc. e a tutti coloro che non vogliono chinare la testa: il debito lo paghino gli speculatori non i lavoratori!

SABATO 14 APRILE ORE 15.30, PIAZZA MAZZINI ALBANO: TUTTI AL CORTEO CONTRO LA COSTRUZIONE DELL’INCENERITORE!

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