Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

mercoledì 21 ottobre 2015

Sabato 24 Ottobre PRESIDIO AI CANCELLI DELLA DISCARICA DI RONCIGLIANO in via Ardeatina km 24,500 Dalle ore 8:00 alle 13:00

  • Per la riapertura della conferenza dei servizi sull’andamento della discarica.
  • Contro il tentativo di nascondere il disastro ambientale portato avanti dalla regione Lazio e dal comune di Albano, per proteggere i profitti di Manlio Cerroni.
  • Contro il progetto di inceneritore e di un eventuale ottavo invaso.
  • Chiudere e mettere in sicurezza la discarica di Roncigliano, continuiamo a lottare per la nostra salue e quella del territorio.

PER L’AUTORGANIZZAZIONE POPOLARE CONTRO DEVASTAZIONE E SPECULAZIONI

mercoledì 14 ottobre 2015

riassunto della seduta della COMMISSIONE SPECIALE sui rifiuti e il BIOGAS tenutasi il 7ottobre al Comune di Velletri ..

..
sulla cui funzione ho sempre espresso il mio scetticismo ben motivato, non per la scelta finale operata (giusta) ma perché priva di potere effettivo nei confronti degli orientamenti di giunta.
Quella di ieri è stata l’ultima seduta. Lunedì prossimo 12 ottobre si riuniranno i capigruppo, non in Comune, ma presso la sede della Volsca !!!
Prima della discussione protocolleranno la relazione finale della Commissione (favorevole ai mini compostatori), quelle eventuali di altri e quella del consigliere Cerini - le famose 5 paginette pro biometano scaricate da internet.
Presente ieri l’assessore all’ambiente Luca Masi che non si smentisce mai, nel senso che come ben ricordiamo nei mesi scorsi è passato dal: la digestione anaerobica (biogas) produce meno CO2 del compostaggio aerobico, al possibilismo, al forse il compostaggio è una soluzione.
Ieri, se ho capito bene, l’ipotetica conversione sulla via di Damasco creduta da qualcuno era un bluff, lui non ha nessuna intenzione di appoggiare il mini aerobico di comunità e credo voglia puntare ancora sulla scala industriale (molte migliaia di mc), magari chissà un bel biometano targato Volsca.
Non l’ha detto direttamente ma sono sintomatiche frasi come ecc. ecc. (forse sono estranei quelli che non piacciono a lui)
Tralascio gli interventi di gran parte degli assessori o consiglieri di maggioranza presenti, da Fiocco a Cavola un vero pianto. Per quest’ultimo dico solo che contestava la bozza della relazione finale perché , come se questo fosse logico. Poverino non mette a fuoco che è impossibile, visto il suo amore sfegatato - in compagnia dei suoi colleghi - per il biogas della municipalizzata.
Taddei ha ricordato giustamente che il progetto di biogas è costato fino ad ora non 30.000E come afferma il presidente Volsca Guidaldi, ma molto, molto di più. Secondo altri oltre 220.000E. Molte migliaia di questi soldi sarebbero finiti nelle tasche della SAIM srl dell'ingegnere inquisito nell'affaire Cerroni, Bruno Guidobaldi. Se questo fatto sarà confermato significherà che Guidaldi MENTE e che la cittadinanza avrebbe già subito un salasso di tutto rispetto con la copertura degli azionisti di maggioranza, i sindaci di Albano e Velletri.

a cura di 
Aldo Garofolo.

Processo Cerroni, le anticipazioni de il Caffè: nuovi clamorosi sviluppi

Fonte: "Il Caffè.it"
Bollette sempre più salate, danni alla salute e all'ambiente, soldi pubblici buttati, marciume nei palazzi del potere, bufale come il 'bio'gas e altri impianti farlocchi per rubare soldi e futuro alla collettività, dai livelli locali a i capi nazionali, scandalosa gestione dei rifiuti nel Lazio. Di questo si è occupata la persona che parla in questo articolo. È uno degli investigatori della monumentale inchiesta su "Cerronopoli", la presunta associazione a delinquere finalizzata al traffico illegale di rifiuti. Molto più di una 'semplice' questione giudiziaria: decenni di storia che dai comuni laziali va su fino ai vertici delle istituzioni, dal cassonetto sotto casa alle emergenze (di solito organizzate a tavolino), sparate a tutto volume in tv e sui giornali, per spartirsi appalti e imporre certe linee gestionali.
Per anni, coi colleghi e coi magistrati, questo professionista delle indagini penali ha «sviscerato», come dice lui, «tutti gli aspetti e i rapporti tra le imprese di Cerroni e la politica». Ha ascoltato e osservato migliaia di ore di conversazioni, pedinato politici, dirigenti pubblici e manager privati, studiato atti. Attività sfociate nell'arresto del 're dei rifiuti' Manlio Cerroni e di parte della sua presunta cupola a gennaio 2014. Quel terremoto che ha fatto tremare la Regione Lazio, molti personaggi nella Capitale più o meno mafiosa, una schiera di ex Ministri, ex presidenti e assessori della Regione Lazio, ex sindaci, ex leader ambientalisti e boss politici, regionali ma pure nella casta paesanotta tra i Castelli Romani, il litorale, Latina e provincia. Il processo è in corso, alla sbarra c'è anche Bruno Landi, luogotenente di Cerroni nell'Agro pontino, 'capo' della discarica di Borgo Montello, al confine con Nettuno. Si capisce perché questo investigatore che qui parla debba farlo nel più stretto anonimato.
Anche perché, racconta oggi, «gli arresti prima e poi il processo hanno segnato sì un momento di presa d'atto e di ufficializzazione di qualcosa che tutti sapevano ma che, contemporaneamente, tutti facevano finta di non vedere. Ma anche che di fatto nulla è ancora cambiato».
Del resto a Latina e Albano le discariche proliferano e certi progetti vanno avanti come schiacciassassi nonostante le contaminazioni e le inchieste penali. Addirittura una nuova gigantesca discarica, ribattezzata dalla gente 'Malagrotta bis', volevano farla in territorio di Velletri confine con Aprilia, sulle falde idriche che dissetano parte dei Castelli Romani, Cisterna e Latina nord, Aprilia, Anzio e Nettuno. Né si ferma la pioggia di progetti nocivi (ad es. i cosiddetti 'bio'gas e gli inceneritori) per spartirsi l'immondizia e accaparrarsi ingenti sussidi pubblici, e il nuovo Piano regionale rifiuti non arriva... «Si tratta di un'eredità significativa che ancora mantiene i suoi effetti. Nel Lazio gli impianti dell'avvocato Cerroni ancora gestiscono una larghissima parte dei rifiuti solidi urbani», spiega l'investigatore. «Il contenuto delle indagini coordinate dalle Procure di Velletri e Roma e portate avanti dal Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente si è palesato inequivocabilmente nel corso delle udienze in corso a Roma - sottolinea il detective -. Laddove hanno testimoniato, gli investigatori hanno ricostruito la fitta rete di penetranti contatti che i collaboratori di Cerroni mantenevano con esponenti della Pubblica Amministrazione a tutti i livelli, Regione, Provincia e Comune. Il tenore delle telefonate intercettate rendeva chiara la portata dell’ingerenza del gruppo imprenditoriale nelle dinamiche amministrative degli enti locali. Questa capacità di orientare le determinazioni di Regione, Provincia e Comune ha origini ben lontane che vanno ricondotte al momento in cui una parte significativa del servizio di gestione dei rifiuti è stata posta nelle mani del soggetto privato che negli anni a seguire, grazie alle importati entrature politiche, è arrivato ad assumere il ruolo di monopolista del settore dello smaltimento e trattamento dei rifiuti solidi urbani. A questo punto viene da sé che in presenza di una leva così importante il soggetto privato può in qualsiasi momento determinare le scelte, anche strategiche, della pubblica amministrazione in tema di gestione dei rifiuti».
Sembra quanto accaduto a Latina, ad esempio, con la municipalizzata dei rifiuti: Comune reso succube di una lobby esterna, governata da potenti pugliesi e napoletani milanesizzati insieme ai cerroniani. Esempio emblematico di quanto la Commissione parlamentare d'inchiesta sul traffico dei rifiuti già nel marzo 2000 affermava: nella relazione approvata all'unanimità, parla di "oligopolio che tende al monopolio".
Un potere che dice chi, come, quando e che prezzo deve gestire i rifiuti. «Difatti - prosegue il nostro intervistato 'speciale' -, come si verificò ad Albano intorno all’anno 2010, Manlio Cerroni giunse ad intimare alla Regione Lazio la chiusura degli impianti di Roncigliano qualora l’ente locale non avesse autorizzato l’ampliamento delle volumetrie della discarica, peraltro già ampiamente superate».
Tutto ciò riporta alla mente certe intercettazioni, come quelle delle legittimissime quanto amichevolissime conversazioni su affari d'immondizia tra il braccio destro di Cerroni, Bruno Landi, e l'ex sindaco di Latina, Giovanni Di Giorgi, ritenute "di rilevante interesse" dalla Procura di Roma. Oppure quelle tra il solito Landi e i due ex consiglieri comunali latinensi, Enzo De Amicis («ricordate de mi' cognato che sta senza lavoro») e Fabrizio Mattioli.
«Dalle intercettazioni - riprende la nostra fonte - Manlio Cerroni appare come un personaggio poliedrico e imprenditorialmente attivo. La lunga permanenza nello scacchiere laziale e non solo, fa di lui un personaggio connotato da ampia trasversalità sotto il profilo dei contatti con esponenti politici ed importati burocrati. Credo che molti di questi abbiano avuto momenti di forte trepidazione allorquando Cerroni fu arrestato, nel gennaio 2014, e si palesò l’esistenza di intercettazioni all’interno degli atti giudiziari. Ma già nel 2013, su importanti settimanali vi furono anticipazioni di brani di telefonate registrate nel 2011 tra lui e l'allora assessore della Provincia di Roma Michele Civita, attuale assessore regionale. La questione è assai ampia e non è escluso che possano presentarsi ulteriori e clamorosi sviluppi». Altre trepidazioni in vista, dunque, per la Casta.
Francesco Buda

noinceneritorealbano.it/ 


Processo rifiuti, effetto Mafia Capitale: udienze a rischio
A rischio il calendario di novembre: le due date dell'11 e del 18, già fissate, potrebbero slittare o essere modificate
Martedì, 13 ottobre 2015 - 18:17:00
di Valentina Renzopaoli
L'ombra del processo per Mafia Capitale, con le sue quattro udienze a settimane ad oggi programmate fino al 22 luglio 2016, si allunga pure sul maxi processo Cerroni che si sta celebrando con il giudizio immediato. A rischio il calendario di novembre: le due date dell'11 e del 18, già fissate, potrebbero slittare o essere modificate. Il giudice del Collegio Stefania Rocchi, che nell'udienza di martedì ha sostituito il presidente Giuseppe Mezzofiore, ha fatto capire che il provvedimento che disciplina le modalità di celebrazione di Mafia Capitale, dovrà essere discusso poiché va ad impattare con tutti gli altri procedimenti in corso.
Intanto martedì è tornato sul banco dei testimoni Massimo Lelli, maresciallo dei Carabinieri del Nucleo Tutela Ambiente, già sentito in precedenza per quanto riguarda le indagini sull'impianto di Albano Laziale della Pontina Ambiente. Con la sua deposizione, come teste del pm Alberto Galanti, è iniziata la discussione del terzo dei cinque filoni di cui è composta l'inchiesta: quello che riguarda il termovalorizzatore di Albano Laziale. Secondo l'impianto accusatorio, funzionari pubblici e politici regionali avrebbero agevolato gli interessi del “Supremo” Manlio Cerroni.
La Regione, attraverso funzionari corrotti, avrebbe messo il Consorzio Co.e.ma, nato nel 2007 dall'unione della Pontina Ambiente, con Ama e Acea, nelle condizioni di costruire un impianto di incenerimento su un terreno della stessa Pontina Ambiente e di usufruire, nell'ambito della gestione di tale impianto, dei contributi pubblici denominati “ CIP 6”, erogati dallo Stato ad aziende produttrici di energia derivante da fonti rinnovabili. Accuse tutte da provare: per ora è solamente iniziata l'elencazione di un infinito numero di conversazioni telefoniche intercettate sulle utenze dello stesso Manlio Cerroni e di altri funzionari pubblici, come Arcangelo Spagnoli, allora responsabile unico del procedimento del Commissario Straordinario per l'emergenza rifiuti della Regione Lazio, deceduto nel 2008.

Albano : cancellare l’inceneritore, chiudere la discarica, impedire la diffusione delle centrali a biomasse, affondare i neo inceneritoristi renzi e galletti

Fra mille difficoltà, le vertenze contro gli affaristi dei rifiuti continuano nel territorio dei Castelli Romani. Tra marzo e giugno i cittadini dei villaggi vicini alla discarica di Roncigliano, più volte hanno bloccato l’attività e imposto ispezioni dei servizi sanitari di prevenzione della ASL; si sono svolte assemblee aperte nel centro storico di Albano; il 2 maggio mille persone hanno percorso in corteo la via Appia da Albano ad Ariccia; in agosto per due giorni abbiamo discusso e presidiato al villaggio Ardeatino.
E sono già fissate altre iniziative per settembre. Nostri interventi tecnici contro nuove discariche e centrali a biomasse a Velletri, Ardea, Aprilia, Artena, hanno impedito o creato problemi a queste nuove dev- astazioni. Ora, sulla vicenda inceneritore di Albano, il TAR ha fatto l’ennesimo favore a Cerroni riconoscendogli ancora un teorico diritto ai CIP 6, anche se a termine. Il 22 novembre prossimo è il limite ultimo dell’AIA con le proroghe della Polverini al seguito. La parola passa adesso a Zingaretti che ha già più volte spergiurato sulla inutilità dell’impianto di Albano. La bozza di decreto attuativo dello Sblocca Italia sui rifiuti in circolazione in questi giorni, promuove il fantasma di questo impianto a sito di interesse nazio- nale strategico, insieme ai quarantadue già all’opera, agli altri cinque autorizzati e non costruiti e ai dodici da costruire ex-novo. Da noi questa follia non passerà, per ragioni politiche e amministrative prodotte da una vertenza che dura da otto anni.
 A livello nazionale, ma anche a Roma- Malagrotta, la questione si pone. È pur vero che i tecnici del Ministero dell’Ambiente riescono a farsi mandare a quel paese da un inceneritorista come De Luca, governatore della Campania. Non dovrebbero quindi avere molto spazio. Ma dipende anche da noi e da quello che sapremo fare. Sul fronte DISCARICA DI RONCIGLIANO, Regione Lazio e Comuni stanno cercando di salvare un morto. A dicembre è arrivata una relazione ARPA LAZIO di verifica dell’AIA del 2009 sul VII invaso. Questo documento elenca più di venti violazioni delle prescrizioni autorizzative che investono tutto l’arco del sistema trattamento rifiuti. La gestione del percolato è fuori controllo, dai pozzi di raccolta alle vasche di stoccaggio, all’allontanamento verso i siti di trattamento. Il TMB non stabilizza l’organico, non produce CDR accettabile dagli inceneritori. Il sistema di raccolta delle acque meteoriche funziona al contrario. L’emissione di odorigeni insopportabili e nocivi è permanente. Mancano le verifiche sulla stabilità dei pendii. Gli sforamenti degli inquinanti in falda hanno superato largamente i 200 episodi.

Sono mancate per cinque anni le verifiche sulle emissioni degli invasi esauriti. L’autorizzazione della centrale a biogas interna è insufficiente e si verificano sforamenti delle emissioni di ossidi di azoto. Di fronte a questo sfacelo la Ragione prima diffida a mettersi in regola in trenta giorni, poi fa finta di niente e riapre una procedura che sposta all’aprile del 2016 il riesame dell’AIA. Volendo comunque salvare un sito già abusato oltre ogni limite. Il Comune di Albano dimentica banalmente che ha aperto da tre anni una conferenza di Servizi sugli inquinanti in falda, e oggi ci promettono di chiudere a breve la pratica (!). Staremo a vedere continuando le mobilitazioni. Detto tutto ciò, cresce o no la nostra capacità di AUTORGANIZZAZIONE POPOLARE? Difficile dire, grazie alle recenti elezioni al Comune di Albano, i fissati con i giochini elettorali sono spariti dal coordinamento. Non è scontato il passaggio da un’esperienza vertenziale ad un progetto di alternativa di Sistema.
NOI CI PROVIAMO.

venerdì 4 settembre 2015

Futuribilepassato: Sblocca Italia e inceneritori, dove sta la coerenz...

Futuribilepassato: Sblocca Italia e inceneritori, dove sta la coerenz...: @ Futuribilepassato | Luca Tittoni. Desidero riprendere il post della Dottoressa Patrizia Gentilini che si sofferma, come spesso avviene ...

mercoledì 22 aprile 2015

SI TORNA A PARLARE DI INCENERITORE

DOPO TANTI ANNI DI MOBILITAZIONE ANCORA C’E' BISOGNO DI OPPORSI

Di nuovo rischio finanziamento pubblico al progetto di inceneritore

L’8 maggio il T.A.R. del Lazio deciderà se il Ministero dello Sviluppo Economico dovrà tornare a finanziare con i “nostri” soldi (ben 500 milioni di euro) il progetto del consorzio CO.E.MA. (capofila Manlio Cerroni) a Roncigliano oppure annullare definitivamente i finanziamenti pubblici a tale progetto che è palesemente un danno per la salute e per le tasche di tutti i cittadini dei Castelli Romani.

Il coordinamento contro l’inceneritore di Albano è riuscito a costituirsi affianco al Ministero dello Sviluppo Economico per “l’annullamento” della convenzione preliminare necessaria all’accesso ai fondi pubblici ed intende fare in modo che questa convenzione venga definitivamente cancellata insieme a questo vergognoso progetto.

Che l’ ”affare inceneritore” sia poco conveniente lo dimostra chiaramente anche il fatto che l’imprenditore di turno non sia disposto a rischiare i propri soldi nella costruzione di tale impianto. Tant’è che il sig. Cerroni (che ricordiamo essere indagato per truffa ai danni dei comuni del bacino della discarica di Roncigliano), anche se aveva tutte le carte in regola per costruire l’inceneritore di Albano, non ha mai avviato i lavori di ”tasca propria”.

La cessione di questi fondi pubblici a Cerroni potrebbe fra l'altro ridare vita all'inceneritore di Malagrotta, i cui progetti di ampliamento ricalcano quello di Albano.

NON VOGLIAMO SPECULAZIONI SULLA NOSTRA SALUTE!

TUTTI E TUTTE IN PIAZZA!!

SABATO 2 MAGGIO ORE 15:00

PIAZZA MAZZINI (ALBANO)

martedì 21 aprile 2015

COMUNICATO IN PROPOSITO ALLE PROSSIME ELEZIONI COMUNALI (MAGGIO 2015)

Come già avvenuto in passato come Coordinamento contro l'inceneritore di Albano ci sembra opportuno chiarire la nostra posizione di totale estraneità alla prossima tornata elettorale amministrativa. In tutti questi anni abbiamo messo in campo una straordinaria forza ed intelligenza collettiva che si è impegnata a respingere le politiche di devastazione ambientale e di nocività, facendo progressivamente i conti con le contraddizioni che vive il nostro territorio.
Siamo uomini e donne da tempo impegnati contro le aggressioni al territorio, coscienti che la forza e l'unità della popolazione nasce solo dal principio della partecipazione in prima persona , senza delegare niente a nessuno. Tutti coloro che hanno cercato consenso facendo finta di condividere e stare al nostro fianco solo per ricostruire una propria parvenza di rappresentanza politica, sono stati nel tempo sbugiardati e sconfitti, non crediamo esistano partiti "amici" del coordinamento, in tanti ci hanno provato a esserne i portabandiera, senza successo.    

                   
Il Coordinamento si è dimostrato in questi anni esempio di autorganizzazione popolare indipendente da qualsiasi organizzazione esterna di qualunque tipo, imprenditoriale, partitica, sindacale , e su questa strada vogliamo continuare ad agire, sarebbe insensato da parte nostra, quindi, dare alcuna indicazione di voto o di astensione dal medesimo. In quanto comitato popolare ogni nostra decisione viene presa direttamente in assemblea in maniera trasparente ed orizzontale.

Sono 8 anni che ci opponiamo e resistiamo alla costruzione dell'inceneritore e per la chiusura definitiva della discarica, 8 anni con continuità praticando l'esperienza assembleare ed autonoma, la partecipazione diretta fuori dalle logiche di rappresentanza partitica o sindacale.

Siamo consapevoli che - chiunque vinca queste elezioni, qualunque composizione si vada a delineare all'interno delle istituzioni - bisognerà continuare a lottare duramente perchè i folli progetti di devastazione del nostro territorio non vengano realizzati! E' proprio nella lotta quotidiana nel territorio che il coordinamento guarda con interesse a tutte le lotte contro ogni tipo di nocività e speculazione nei territori e le lotte che riconducono ad una proposta più generale di trasformazione dell'esistente, mettendo in connessione le lotte di carattere territoriale, quali quelle contro la gestione dello smaltimento dei rifiuti attraverso un sistema di discariche ed inceneritori, la cementificazione selvaggia, l'elettrosmog, ecc. e quelle che riguardano tutti gli altri aspetti della vita sociale. Per questo, sin dalla prima ora, ci siamo dichiarati antifascisti, antirazzisti e antisessisti. Non per piglio ideologico ma perchè nell'impegno in prima persona e attraverso la lotta vogliamo eliminare ogni forma di gerarchia di classe, di razza e di genere, togliere ogni agibilità politica ai mille volti del pensiero e della pratica fascista, razzista e sessista e le conseguenti retoriche securitarie che mirano ad erodere progressivamente gli spazi di partecipazione ed opposizione.

Per tutto questo pensiamo che nei consessi istituzionali ed elettorali nessuno ci rappresenta e ci può rappresentare.

Oggi più che mai dobbiamo rilanciare con forza la nostra battaglia  a livello territoriale

Oggi più che mai dobbiamo moltiplicare i nostri sforzi per continuare la lotta per contrastare le politiche di devastazione e speculazione

Si vince solo con la lotta e la mobilitazione diretta , con l'autorganizzazione come metodo di lotta dal basso in forma partecipata, con l'iniziativa diffusa nel territorio.

SOLO LA LOTTA PAGA!

COORDINAMENTO CONTRO L'INCENERITORE DI ALBANO

giovedì 16 aprile 2015

BIOGAS, BIOMETANO e COCA COLA .. ..

Ormai le PEGGIO SCHIFEZZE ci vengono propinate con la parola magica "BIO" che tutto rende miracolosamente verde, bucolico e pulito.
Il tutto è gestito - con criteri scientifici stile lavaggio del cervello - da una massa di BIO-criminali che stanno programmando di tappezzare l'Italia di mostriciattoli più o meno grandi che digeriscono la parte organica dei rifiuti per dare tanto "BIO"gas con tanti bei MEGAWATT di energia elettrica INCENTIVATA o tanto "BIO"metano altrettanto INCENTIVATO. 

ALLORA NON STUPISCE CHE PER PRODURRE ENERGIA ELETTRICA DAL BIOGAS DEGLI SCARTI DI LAVORAZIONE DEGLI AGRUMI IN SICILIA SI SIA FATTA AVANTI CON I SUOI IMMENSI CAPITALI LA COCA COLA COMPANY.

Questa multinazionale, sempre alla ricerca di affari in giro per il mondo insieme a consorelle del calibro di Monsanto, Mc Donald e Dupont attingerà anch'essa agli incentivi elargiti in Italia a chi recupera energia dai rifiuti organici ed entrerà a pieno titolo nel gruppo delle industrie
 "VERDE BIO". 
 Adesso sì che ci sentiamo più tranquilli!!!!! 


Intanto .. .. .. in un altro luogo dei nostri Castelli Romani:
QUESTA MATTINA 16 aprile, audizione corposa alla Commissione speciale sul biogas Volsca e sul ciclo rifiuti nell’aula consiliare del Comune di Velletri.

Due tecnici altamente qualificati, un architetto e un ingegnere ambientale hanno limpidamente esposto le ragioni che rendono improponibile e pericoloso il progetto di digestore anaerobico biogas della Volsca A.S. Spa e altrettanto le alternative del biometano o dell’aerobico industriale.

Nel frattempo lo sparuto gruppetto di maggioranza tra cui l’assessore all'Ambiente Luca Masi, entrava, usciva, digitava sul telefonino, discuteva d’altro col vicino e infine spariva nei corridoi laterali fregandosene altamente di quanto veniva detto in aula. 

Prova provata, come ho detto in più occasioni, che costoro hanno già deciso. 


Per la seconda volta in 7 giorni il consigliere di “minoranza” CERINI è intervenuto per affermare, ignorando quanto detto prima, la necessità di realizzare un digestore anaerobico a “bio”metano e cercava poi di buttarla in caciara sviando il discorso sull'Ecoparco.
Tale personaggio, oltretutto vicepresidente della Commissione, dopo la sua sparata, dando prova di grande attenzione per le considerazioni che stavano per fare i due tecnici sul punto, ha girato le spalle e si è eclissato, ripresentandosi al termine della seduta e trovando il modo per esibirsi in un repertorio di insulti pesantissimi nei confronti di cittadini del Comitato e degli stessi tecnici con frasi del tipo: ma andate a lavorare – voi ambientalisti mandate la gente in miseria – siete ignoranti etc.
Molto opportunamente l’ingegnere ambientale, rivolto alla Commissione, in chiusura ha precisato che ciò che è legale non sempre coincide con ciò che fa bene alla salute. Quindi il biogas e il biometano a regola d’arte, benché producano rifiuti e inquinanti pericolosi, sono legali quanto il mini compostaggio aerobico che non ne produce nessuno.

LA SCELTA E' POLITICA e quindi sta agli amministratori se scegliere di assecondare le necessità economiche di Volsca o tutelare la salute e il portafoglio dei cittadini con i mini compostatori di comunità, le compostiere e la raccolta differenziata su tutto il territorio.

Per quelli che amministrano Velletri, la differenza di spesa di almeno 16 milioni di euro in più per fare il biogas invece che il mini compostaggio, è un dettaglio trascurabile così come la salute dei cittadini!.
foto di Aldo Garofolo. 
 considerazioni del militante e chimico del Coordinamento No-Inc di Albano 
Aldo Garofolo

Altre importanti iniziative contro discarica e inceneritore di Roncigliano

Nonostante l'amministrazione di Albano vada proclamando che la Regione ha accolto le istanze della cittadinanza, la verità è ben altra:

dopo la relazione dell'arpa (in cui come noto sono state evidenziate numerose violazioni normative e sanitarie) la regione ha emesso una diffida nei confronti della Pontina Ambiente a regolarizzare la gestione del sito in trenta (30)  giorni.... Da allora i giorni trascorsi sono settanta (70) e non è stato regolarizzato un bel niente!
In aggiunta, nella diffida si parla anche di una nebulosa e ambigua riapertura dell AIA (autorizzazione di integrata ambientale) del 2009 per il settimo invaso: vuol dire che non hanno alcuna intenzione di chiuderla questa discarica????

Venerdì 17 aprile dalle ore 16.30   
P.S.Pietro Albano assemblea pubblica
Domenica 19 Aprile dalle 10.30 
                                                                                                                                                                              P.Tommaso Frasconi Genzano di roma assemblea pubblica.
Venerdì 24 aprile dalle 10:00 
Via del Giorgine 129 Direzione territorio,urbanistica,mobiltà rifiuti.
Presidio per un incontro con la nuova dirigente Flaminia Tosini sulla diffida e revisione dall' A.I.A. del 2009 del 7° invaso della discarica di Roncigliano. 
Sabato 2 maggio ore 15:00 manifestazione Albano 

2 MAGGIO 2015, CORTEO CONTRO L'INCENERITORE DI ALBANO

SI TORNA A PARLARE DI

INCENERITORE
NOINC mostro
DOPO TANTI ANNI DI MOBILITAZIONE ANCORA C’E' BISOGNO DI OPPORSI
Di nuovo rischio finanziamento pubblico al progetto di inceneritore
L’8 maggio il T.A.R. del Lazio deciderà se il Ministero dello Sviluppo Economico dovrà tornare a finanziare con i “nostri” soldi (ben 500 milioni di euro) il progetto del consorzio CO.E.MA. (capofila Manlio Cerroni) a Roncigliano oppure annullare definitivamente i finanziamenti pubblici a tale progetto che è palesemente un danno per la salute e per le tasche di tutti i cittadini dei Castelli Romani. 


Il coordinamento contro l’inceneritore di Albano è riuscito a costituirsi affianco al Ministero dello Sviluppo Economico per “l’annullamento” della convenzione preliminare necessaria all’accesso ai fondi pubblici ed intende fare in modo che questa convenzione venga definitivamente cancellata insieme a questo vergognoso progetto.
Che l’ ”affare inceneritore” sia poco conveniente lo dimostra chiaramente anche il fatto che l’imprenditore di turno non sia disposto a rischiare i propri soldi nella costruzione di tale impianto. Tant’è che il sig. Cerroni (che ricordiamo essere indagato per truffa ai danni dei comuni del bacino della discarica di Roncigliano), anche se aveva tutte le carte in regola per costruire l’inceneritore di Albano, non ha mai avviato i lavori di ”tasca propria”.
La cessione di questi fondi pubblici a Cerroni potrebbe fra l'altro ridare vita all'inceneritore di Malagrotta, i cui progetti di ampliamento ricalcano quello di Albano.
NON VOGLIAMO SPECULAZIONI SULLA NOSTRA SALUTE!

TUTTI E TUTTE IN PIAZZA!!


LogoNoInc1SABATO 2 MAGGIO ORE 15.00

PIAZZA MAZZINI (ALBANO)

mercoledì 1 aprile 2015

3 Aprile ore 08.30 sit-in cittadino davanti Giudice di Pace Penale di Genzano

Comunicato stampa
L'assessore della giunta Marini, Cladio Fiorani, querela Daniele Castri, "voce" pubblica e storica del Comitato No-Inc.

Comitati e cittadini rispondono con un sit-in in programma per venerdì 3 Aprile alle 08.30 davanti al Giudice di Pace di Genzano.

 L’Assessore all’Ambiente di Albano, Claudio Fiorani, ha querelato la “voce” pubblica e storica del comitato No Inc, Daniele Castri, sostenendo che nel settembre 2011 gli avrebbe detto: «vergogna, leccaculo. Ti taglio a metà e ti butto nella discarica di Roncigliano.» Ora, la vicenda è finita nelle mani del Giudice di Pace Penale di Genzano. Venerdì prossimo 3 aprile alle ore 8,30 si terrà la prima udienza del processo. «In realtà – sostiene Castri – la querela ha una natura esclusivamente ritorsiva. E’ lo stesso Assessore a rivelarlo. Difatti, davanti ai Carabinieri di Albano nel dicembre 2011 (doc. 1), Fiorani afferma: “il Castri alludeva al fatto che io avrei nascosto, nel corso delle mie mansioni da assessore all’Ambiente, dei documenti relativi al ricorso al Tar contro la realizzazione della discarica. Si tratta di frasi diffamatorie che non trovano riscontro nella realtà e prive di fondamenta tenuto conto per altro che i documenti citati erano pubblici e visionabili sui siti istituzionali.”» 
Ma è davvero così? 

La storia del VII invaso: 
 I “documenti” di cui parla Claudio Fiorani – che prima di essere nominato Assessore, era uno dei fondatori del comitato No Inc - sono però proprio quelli che hanno permesso alla società Pontina Ambiente, Gruppo Cerroni, di avviare il cantiere per costruire nell’estate 2011 la prima metà del VII invaso della discarica di Roncigliano. L’ultima maxi-buca situata a 175 metri dalla case di Albano ed Ardea, contro il limite di legge di 1000 metri. La gigantesca voragine è oggi divenuta “epicentro” dello storico “Processo Cerroni”, oggetto delle indagini della D.I.A., Direzione Investigativa Antimafia, e delle Procure di Velletri e Roma.
I documenti in questione, all’epoca non disponibili sul sito istituzionale, giunsero al Comune di Albano il 13 settembre 2010 (doc n. 2), e vennero consegnati al comitato No Inc solo il 5 gennaio 2011, con 112 giorni di ritardo (quando il termine per presentare un ricorso amministrativo al Tar Lazio, Tribunale Amministrativo Regionale, è di 60 giorni). In questi 112 giorni, l’Amministrazione Marini, pur conoscendo l’importanza degli atti pervenuti, scelse: sia di non divulgarli pubblicamente; sia di non farne parola coi comitati locali; sia, in ultimo, di non presentare alcun ricorso amministrativo per fermare l’avvio del cantiere.
Il ricorso No-INC: 
 Nonostante il compromettente ritardo nella condivisione dei documenti, dopo il 5 gennaio 2011 il comitato No Inc dovette quindi correre ai ripari dapprima cercando in Regione i progetti preliminare, definitivo ed esecutivo del VII invaso, poi predisponendo una complessa relazione tecnica sulle distanze dalle abitazioni con strumentazioni sofisticate e costose, e infine depositando il ricorso al Tar nell’aprile 2011.
L'assessore Fiorani "S"delegato dal sindaco Marini:
 Quando la notizia del deposito del ricorso No Inc divenne pubblica, il sindaco di Albano Marini revocò la delega ai rifiuti all’Assessore Fiorani e, di lì a breve, convocò una seduta straordinaria della Conferenza dei dieci Sindaci che sverzano i propri rifiuti nella discarica Roncigliano. In tale incontro, otto dei sindaci presenti decisero di costituirsi “ad adiuvandum”, ovvero in appoggio “esterno”, al ricorso amministrativo del comitato No Inc contro il VII invaso. La delega ai rifiuti del Comune di Albano passò quindi nelle mani del consigliere Luca Andreassi. Per dovere di cronaca, va ricordato che in quello stesso periodo l’Assessore Fiorani ricopriva anche il ruolo di “responsabile regionale dei rifiuti di SEL” (doc. n. 3).
Lo stop del TAR: 
Il 30 ottobre 2011, la I° sezione Ter del Tar Lazio ha respinto (doc. 4), in via preliminare, il ricorso No Inc a causa della “tardività del gravame”, ovvero a causa del ritardo con cui il ricorso è stato presentato. Nei giorni e settimane successive, Daniele Castri, fu inevitabilmente critico sui mezzi d’informazione nei confronti dell’Assessore Fiorani (doc. 5).
Il sito per la trasparenza sul tema rifiuti!  
La gravità di quanto accaduto e l’onere di aver compromesso forse irrimediabilmente il ricorso del No Inc, ha spinto a metà novembre 2011 un consigliere di maggioranza a chiedere formalmente e pubblicamente al sindaco Marini: “la pubblicazione di atti e documenti sul sito del Comune di Albano per rendere accessibili, velocemente, per tutti i cittadini, i documenti inerenti le problematiche igienico-sanitarie, i rifiuti, l’elettrosmog, la qualità dell’aria e dell’acqua” (doc. 6). E’ solo da questo momento che il nuovo delegato ai rifiuti, Luca Andreassi, avviò sul sito internet comunale una pagina istituzionale dedicata alla trasparenza. Infatti, appena poche settimane prima l’Amministrazione Marini aveva avuto una nuova e clamorosa “svista”: i documenti regionali che autorizzavano la società Pontina Ambiente a costruire la seconda metà del VII invaso (doc. 7), giunti in Comune il 10 agosto 2011, vennero consegnati al comitato No Inc il 20 ottobre 2011. Questa volta il ritardo è di 70 giorni, sempre oltre i 60 entro cui è possibile presentare un ricorso al Tar Lazio.

                                                               Una ritorsione politica: 
 «A dicembre 2011, prima di depositare la querela contro Castri – sostiene un testimone che presto riferirà al Giudice di Pace - Fiorani mi contattò affinché io chiedessi al referente legale del comitato No Inc di abbassare i toni mediatici contro di lui, in caso contrario l’Assessore “s-delegato” avrebbe presentato querela. Castri invece continuò a battersi per difendere ambiente, salute e legalità, senza risparmiarsi, non accettò quindi l’intimidazione, e la querela partì. E’ evidente che si tratta di una ritorsione politica.»

                                                              Sit In Pubblico e Pacifico:
 Dopo aver promosso decine di ricorsi amministrativi e querele penali contro il “sistema Cerroni”, Daniele Castri è ora trascinato in Tribunale da un Amministratore Pubblico che annovera, ad oggi, prima un allontanamento dal comitato No Inc, poi una revoca della delega ai rifiuti da parte del Sindaco Marini, in ultimo un’iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura di Velletri per “concorso in abuso d’ufficio continuato”.
In concomitanza con l’udienza di venerdì 3 aprile, dalle ore 8,30, davanti al portone d’ingresso del Giudice di Pace di Genzano, in piazzale Nicola Ottavio, si terrà un SIT-IN, autorizzato e pacifico, alla presenza di comitati e cittadini. Daniele Castri ha chiamato come testimoni: la dirigente dell’Ufficio Protocollo del Comune di Albano - Mariella Sabadini, i sindaci di Albano Nicola Marini, di Ariccia Emilio Cianfanelli, Genzano Flavio Gabbarini, e altre 11 persone.


Velletri, fuori controllo la discarica sulle falde

Acquitrini scuri e maleodoranti, un'antica sorgente perenne di profondità (quella detta “di Gavignano”) che dà non più acqua cristallina ma un liquido di colore scuro e con puzza pestilenziale. La rete di captazione del gas sprigionato dai rifiuti putrescenti, danneggiata e che appare fuori uso.  La centralina di controllo della qualità dell’aria distrutta.  Stracolmi di liquidi dall’odore nauseabondo i “pozzi-spia”, che dovrebbero servire a verificare cosa succede là sotto e che la falda acquifera su cui hanno scaricato montagne d'immondizia per anni non sia contaminata.  

E ancora: rifiuti edili sparsi ovunque e rete di recinzione bucata, con persone ed animali liberi di entrare ed uscire a proprio piacimento.   Questo c'è sopra le falde di Carano.  Come sia messa la pancia del terreno lì sotto, non si sa.  


È lo spettacolo che ci siamo trovati davanti nell'ex discarica comunale di Lazzaria-Colle Rosso, a Velletri, a due passi dal carcere e dalla via Cisternense.  Un reportage che il Caffè ha realizzato al seguito di una nutrita delegazione di cittadini, preoccupati per la riserva idrica su cui insiste il vecchio cimitero dei rifiuti.  Le possibili ricadute riguardano un'area ampia, visto che quelle falde là sotto danno da bere non solo a campi e a porzioni di popolazione tra Velletri e Cisterna, ma servono anche gli acquedotti pubblici di Aprilia, Anzio e Nettuno.  Proprio qui accanto, molto presto dovrebbe sorgere il mega impianto per “bio” gas da rifiuti della municipalizzata Volsca Ambiente e Servizi spa, di proprietà dei Comuni di Albano, Velletri e Lariano.  


Chiusa nel 1999, la discarica comunale di Colle Rosso è divenuta oggetto di una recente querela-denuncia penale, inviata dal locale comitato No Biogas - No Discarica alle Procure della Repubblica di Roma e Velletri e alla Procura Antimafia, per lo “stato di totale abbandono e pericolo per residenti e coltivazioni in cui si trova”. 


 «Qui manca tutta una serie di presidi di sicurezza che, secondo la legge n. 36/2003, dovrebbero funzionare minimo 30 anni e mai davvero attivati in questo sito!», sostiene il Presidente del Comitato Gianluca De Felice, allibito di fronte allo spettacolo riscontrato con gli altri cittadini.

«Secondo Regione e Comune è tutto in regola.  
Ma i rischi ci sono e non interviene nessuno. 
 Tranne i vigili urbani, per prendere le nostre generalità. 
 Ma vi pare normale?».  
Gli agenti della Polizia Locale hanno anche scattato foto al sito.  
Si attende il loro verbale.  
Cosa ci sarà scritto? 

di  Daniele Castri legale del Coordinamento NO-INC di Albano

mercoledì 11 febbraio 2015

CHIUDERE E METTERE IN SICUREZZA LA DISCARICA DI RONCIGLIANO!

I controlli 2014 di Arpa Lazio su impianti e invasi della discarica intercomunale di Roncigliano della Pontina Ambiente dell’inquisito Manlio Cerroni, benché parziali, hanno accertato un livello incredibile di violazioni delle prescrizioni previste nell’Autorizzazione Integrata Ambientale del 2009.

E’ l’ennesima conferma delle nostre ripetute denuncie. Gli effluvi maleodoranti che si diffondono intorno alla discarica, l’inquinamento crescente delle acque di falda, gli effetti micidiali sulla salute dei residenti, erano e sono la conseguenza diretta della gestione criminale dell’intero impianto.

NON C'E' UNA SOLA ATTIVITA' DELLA DISCARICA 
CHE SIA RISULTATA "NORMALE".

- Rifiuti classificati come “non pericolosi” senza fare le analisi. 
- Smaltimento rifiuti non autorizzati. 
- Mancate relazioni sui quantitativi in entrata-uscita dal TMB. 
- Porte e finestre aperte, anziché chiuse e in depressione. 
Libera uscita di puzze e veleni. 
- VII° invaso con due enormi laghi di acque stagnanti. 
- Mai monitorate le emissioni dei sei vecchi invasi. 
- Sistemi di captazione delle acque, del percolato e del biogas irregolari. 
- Per il terzo anno consecutivo trovato l’idrocarburo cancerogeno 1,2-diclorometano nell’acqua del pozzo F1B a valle della discarica, quattro volte il limite di legge. 
- L’acqua in uscita dal depuratore e destinata al fosso è fuori limiti per Solidi Sospesi, ferro, alluminio. 
- L’acqua in arrivo dal ruscellamento dei vecchi invasi è una miscela esplosiva: fuori limite Solidi Sospesi, ferro, alluminio, BOD5, COD, piombo, rame, Idrocarburi totali. 
- Fuori limite gli ossidi di azoto NOx emessi al camino dagli impianti di combustione della Marco Polo Engineering. (ennesima dimostrazione di quanto sono innocui gli impianti a biogas) .. 

Adesso sappiamo da dove viene il ferro e altri metalli pesanti trovati in falda.  Altro che “origine naturale”. 

Mentre il sindaco del Comune di Albano riconvoca, dopo un letargo di un anno, una Conferenza dei Servizi ad oggi inconcludente, la Regione Lazio, ricevuto il dossier esplosivo dell’Arpa, anziché disporre la chiusura immediata per disastro ambientale e gestione illegale di tutto il complesso di Roncigliano, invia alla Pubblica Amministrazione alcune prescrizioni per adeguare impianti e invasi entro un mese.  Delegato ai rifiuti Andreassi e sindaco Marini sono soddisfatti!

Ci prendono per il culo. 
In trenta giorni i soldatini di Cerroni dovrebbero rimediare 
al disastro irreversibile provocato in decenni. 
Non accadrà mai. 


L’UNICA SOLUZIONE È CHIUDERE E AVVIARE 
IMMEDIATAMENTE LA BONIFICA DEI SITI. 

Stà a noi continuare con più vigore la Lotta! 
COORDINAMENTO NO-INC DI ALBANO


lunedì 2 febbraio 2015

VELLETRI: conferenza stampa dei Medici per l'Ambiente - ISDE

I Medici per l'Ambiente Contro la centrale a biogas di Velletri: "Inutile e fortemente dannosa per la Salute "    

Si è svolto sabato 24 gennaio a Velletri un convegno sul tema “Rifiuti e inquinamento: quali conseguenze per la salute e l’ambiente ?”.
Il convegno organizzato dal Coordinamento contro l’inceneritore di Albano e dal Comitato Alternativa sostenibile, con l’adesione del Comitato No biogas e Discarica di Velletri e del Coordinamento regionale Rifiuti ed Energia, ha avuto per tema la discussione e l’approfondimento delle ragioni dell’opposizione al progetto per la realizzazione di una centrale a biogas alimentata da Forsu (Frazione organica dei rifiuti solidi urbani) – oltre 33 mila tonnellate per anno – , con produzione, per successiva combustione, di energia elettrica, nel comune di Velletri.

L’incontro ha visto una partecipazione numerosissima ed attenta di cittadini preoccupati per le possibili conseguenze della messa in opera di questo impianto: inquinamento dell’aria, dell’acqua, inquinamento acustico, aumento del traffico veicolare e i possibili danni alla salute. Numerosa e solidale anche la presenza di vari comitati provenienti da molte zone della regione Lazio ed impegnati in difesa dell’ambiente e della salute; presenti inoltre esponenti delle Istituzioni locali e nazionali. Gli interventi della dottoressa Antonella Litta e del dottor Mauro Mocci dell’Associazione italiana medici per l’Ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment) hanno aperto l’incontro ponendo bene in evidenza la stretta relazione tra ambiente e salute e i rischi che impianti come quello proposto per Velletri possono determinare in termini di malattie e danni gravi ed irreversibili per l’ambiente, a seguire gli interventi di Aldo Garofalo e di Giancarlo Ceci hanno evidenziato in modo specifico le criticità tecnico-ambientali, autorizzative e legali dell’impianto in questione e di altri con le stesse caratteristiche.

Da tutti gli interventi è emersa con chiarezza l’inutilità e la dannosità per salute e ambiente delle centrali a biogas, a biomasse e degli impianti di biodigestione anaerobica che vengono da diverso tempo proposti su tutto il territorio nazionale per conseguire, una volta realizzati, importanti incentivi economici in quanto spacciati per fonti energetiche autenticamente rinnovabili quando in realtà lo sono soltanto formalmente. I relatori hanno ribadito quindi la necessità di una rigorosa e corretta gestione dei rifiuti che, se realizzata attraverso la raccolta differenziata e “porta a porta”, insieme ad una reale politica del riuso, del risparmio, del riciclo e della riduzione dei rifiuti, e soprattutto dei materiali da imballaggio, non avrebbe bisogno della realizzazione di impianti di incenerimento, bio-digestione anaerobica e nuove discariche.

Dal convegno anche la riflessione condivisa che spesso è proprio dalle mancate e parziali attuazioni delle leggi in materia di ambiente e salute e degli articoli della Costituzione da parte delle istituzioni preposte che si è generata la grave situazione sanitaria vissuta dalle popolazioni della regione Lazio; in termini di malattie cardiovascolari, cronico-degenerative e neoplastiche ( si veda il Piano di previsione Regionale 2010-2012); situazione connessa anche al gravissimo stato di inquinamento ambientale del territorio laziale, un inquinamento che deve essere assolutamente ridotto in tempi brevi anche respingendo progetti di nuovi impianti a forte impatto ambientale e sanitario come quello proposto per Velletri.

Nelle conclusioni del convegno la necessità di attuare come prima e vera forma di prevenzione a tutela della salute delle persone e in particolare della salute dei bambini interventi appropriati e tesi a ridurre l’esposizione a tutte quelle sostanze inquinanti che contaminano e alterano gravemente e irreversibilmente aria, acqua, suolo e cibo e nella riduzione delle spese militari una tra le tante possibili fonti di finanziamento per gli interventi e le opere di bonifica ambientale e sostegno ai servizi di prevenzione, diagnosi e cura.

Anche da questo incontro un forte e condiviso appello perché nella Regione Lazio si dia la priorità, il massimo dell’attenzione e dell’impegno a programmi di tutela e bonifica ambientale, per il miglioramento della qualità dell’aria, per la sorveglianza dello stato di salute delle popolazioni residenti e perché si rifiuti decisamente e senza tentennamenti ogni altra scelta, struttura e/o impianto ad alto impatto ambientale e sanitario.

Comunicato Stampa del 30 gennaio a cura deil'Associazione Italina dei  Medici per l'Ambiente

(International Society of Doctors for the Environment ) di Viterbo