Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

martedì 28 febbraio 2012

DOSSIER: le bugie sui "termovalorizzatori" o meglio INCENERITORI

Fonte: nota di  Eco(R)esistenza  il 22 febbraio 2012 


Leggi e divulga questo dossier contro la disinformazione di chi vorrebbe convincere i cittadini che avere a pochi km da casa - in alcuni casi a poche centinaia di metri - un cancrovalorizzatore non sia dannoso per la salute! (poi magicamente l'incidenza di tumori aumenta vertiginosamente... ma è un caso!)

Chiamare "termovalorizzatori" gli inceneritori è un modo per farli percepire meno dannosi ai cittadini... l'unica cosa che valorizzano è il CANCRO, visto che bruciando i rifiuti questi vengono immessi nell'aria sotto forma di "polveri sottili" dannosissime per la salute e cancerogene.   

Ma come sappiamo intorno a questo business ci girano fior di miliardi, pertanto c'è chi li difende a spada tratta,come il celebre oncologo Veronesi che Beppe Grillo ha definito "la faccia buona del cancro" Analizziamo di seguito le menzogne più gravi in materia di inceneritori, a cura di fiorigialli.it



Il termine "termovalorizzatore" è inappropriato e fuorviante tanto che anche la Comunità Europea è intervenuta sull'argomento diffidando le amministrazioni del nostro Paese a utilizzare una simile locuzione. Ben sanno a Bruxelles che in un inceneritore viene valorizzato ben poco ... e tu?

I^ Bugia: dalla combustione dei rifiuti con gli inceneritori, si recupera energia elettrica.

Smentita: Questi impianti hanno un rendimento energetico molto basso e di conseguenza anche il recupero di energia è molto basso. Ciò è dovuto al fatto che il combustibile (i rifiuti) utilizzato dagli inceneritori è molto eterogeneo e per mantenere elevata la temperatura del forno è necessario immettere del combustibile fossile. In Italia 52 inceneritori attivi producono solo lo 0,85% dell'energia immessa in rete (Fonte Enel). Troppo poco se si dovesse fare una seria analisi dei costi/benefici. Non dimentichiamo, per esempio, che il mancato recupero di materiale, l'elevato livello di inquinamento prodotto dalla combustione con relativi costi sanitari a carico della popolazione basterebbero per far precipitare in un profondo "rosso" la gestione economica di questi impianti. Caso unico in Europa i costi di produzione con questa tecnica sono mascherati dai forti stanziamenti pubblici e senza questi contributi (i CIP6... una vera manna) gli inceneritori diventerebbero subito "archeologia industriale".

II^ Bugia: se non si utilizzano gli inceneritori occorre aprire nuove discariche.

Smentita: posta in questi termini la questione, che ha un vago sapore ricattatorio, denota invece una notevole debolezza di pensiero perché non tiene in alcun conto che il riciclaggio è una realtà nota oramai da parecchi anni. E' stato ampiamente dimostrato che i cittadini si sono fatti carico del problema passando in tempi rapidissimi da una raccolta pressoché indifferenziata ad un sistema porta-a-porta con risultati di eccellenza vicini al 75%. Adesso tocca ai politici-amministratori dar prova di essere all'altezza della situazione attuando dei piani di riciclo che possono raggiungere livelli attorno al 95% come dimostrato dal Comune di Ponte nelle Alpi. L'obiettivo finale è quello di raggiungere, nel volgere di pochi anni, il traguardo dei "Rifiuti Zero" che consentirebbe di eliminare le discariche se anche le industrie cominciassero a fare la propria parte progettando imballaggi e sistemi totalmente riciclabili.

III^ Bugia: gli inceneritori risolvono definitivamente il problema dei rifiuti togliendo dalla vista lo spettacolo indecoroso di materiali putrescenti.

Smentita: "Nulla si crea, Nulla si distrugge, Tutto si trasforma". Anche i rifiuti non sfuggono a questa legge e quindi ... si "trasformano" in qualcosa di molto inquietante. L'atmosfera viene usata come discarica a cielo aperto e grazie alle sue caratteristiche i fumi contaminanti (6300 mc/ton) si possono diffondere in un'area vastissima con buona pace di tutti coloro che abitando ad una certa distanza da questi impianti pensano di esserne risparmiati. Inoltre le ceneri della combustione, pari ad un terzo dei rifiuti in entrata, sono tossico nocive e devono essere poste in discariche speciali oppure inviate in appositi impianti di trattamento che in una infernale girandola di camion alla fine si ritroveranno sempre delle scorie pericolosissime da smaltire. Ne consegue che affermare pubblicamente che gli inceneritori eliminano le discariche è "millantato credito" (reato penale) perché è esattamente vero il contrario...

IV^ Bugia: siamo in emergenza: se non si fanno inceneritori le discariche si esauriranno nel giro di poco tempo.

Smentita: se emergenza c'è stata, c'è o ci sarà, è in buona parte dovuta a coloro che adesso vogliono gli inceneritori, che hanno visto e continuano a vedere nei rifiuti una ghiotta occasione di guadagno e di carriera. Guardando i telegiornali tutti hanno avuto modo di constatare che il fenomeno dell'emergenza si è verificato in zone geograficamente vessate dalla malavita e dal malgoverno. L'emergenza è quindi un chiaro segnale che indica la presenza di una infiltrazione criminale nel territorio. C'è un altro particolare non insignificante che denota la malafede di simili argomentazioni: per costruire un inceneritore ci vogliono diversi anni quindi non è di certo una soluzione indicata per risolvere emergenze a cui non si dovrebbe mai arrivare se viene subito adottata una corretta politica di gestione come già descritto.

V^ Bugia: Gli inceneritori di ultima generazione sono talmente sofisticati da non emettere sostanze tossiche. Infatti il monitoraggio all'uscita dal camino con le apparecchiature più sofisticate non rivela tali sostanze.

Smentita: Questa è una favola bella e buona. Come già spiegato, con la combustione i rifiuti non svaniscono nel NULLA e materiali inerti, come la plastica, si trasformano in sostanze tossiche (es. diossina). Poiché non esistono filtri che possano fermare del tutto queste sostanze, una buona parte (non una piccola parte) viene immessa in atmosfera con buona pace di tutte le apparecchiature disponibili. Difatti se non vuoi rilevare una sostanza metti degli apparecchi di misurazione poco sofisticati e sensibili che non sono in grado di rilevare la presenza di sostanze pericolose all'uscita dai camini poiché sono diluite in enormi quantità di gas; se invece utilizzate le stesse apparecchiature poco sensibili a controllare l'accumulo di sostanze nocive nelle vicinanze degli inceneritori vi accorgerete che ne potrete rilevare la cospicua presenza. Ciò è risaputo da chi dovrebbe tutelare la salute della popolazione ed è stato confermato dai rilevamenti eseguiti dall'ARPAV a Pederobba (TV).

VI^ Bugia: i comitati ambientalisti terrorizzano i cittadini sulla questione degli inceneritori.

Smentita: i comitati reputano di dover supplire a quanto non viene fatto dalle istituzioni per contrastare le informazioni inesatte e ambigue, se non mendaci, che riguardano gli inceneritori e su cui poggia l'incastellatura politica ed economica che sostiene la loro costruzione adducendo il pretesto dell'emergenza. I comitati reputano principalmente che il "Principio di Precauzione" sia un diritto irrinunciabile su questioni che riguardano la salute di centinaia di migliaia di persone ... chi prenderà delle decisioni "irreversibili" quali l'incenerimento dovrà essere considerato come persona informata sui fatti e di conseguenza ne dovrà rispondere prima o poi.

VII^ Bugia: molto si sta facendo per il problema dei rifiuti, anche in termini di sensibilizzazione dell'opinione pubblica, al fine di minimizzare la quantità dei rifiuti e le dimensioni degli impianti di incenerimento.

Smentita: il danaro pubblico viene stanziato per piani in cui la spesa più grossa è quella destinata all'incenerimento, una minore (spesa) alle tecniche di riciclaggio, ed una assolutamente nulla nelle tecniche di informazione e di produzione di beni durevoli, considerate, invece, primarie dalla Comunità Europea. Le cifre della bugia: ben l'80% della cifra stanziata è destinata agli inceneritori attraverso i contributi CIP6 e quant'altro ... Solo il resto, considerato invece obiettivo primario dalla CE, è destinato alle tecniche di riduzione dei rifiuti da smaltire. NULLA è destinato alla ricerca medica in questo settore. NULLA è destinato ai piani di monitoraggio della salute dei cittadini posti nelle vicinanze degli inceneritori. NULLA è destinato all'istituzione di un fondo per le spese mediche eventualmente sostenute dai cittadini. I banchetti di informazione ed eventuali conferenze vengono realizzati esclusivamente su base VOLONTARIA e con esborsi quasi sempre personali.

VIII^ Bugia (molto grave): gli inceneritori non nuocciono alla salute.

Smentita: è la principale menzogna che viene detta da cinquanta anni a questa parte quando si vuole costruire un inceneritore proponendolo come una novità tecnologica. Molte ricerche sull'impatto sanitario provocato dagli inceneritori sono state fatte anche in Italia. Nel 2006 il Notiziario della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale riportava: "Gli inceneritori producono ceneri e immettono nell'atmosfera milioni di metri cubi al giorno di fumi inquinanti, contenenti polveri costituite da nanoparticelle di metalli pesanti, idrocarburi policiclici, policloro-bifenili, benzene, diossine estremamente pericolose perché persistenti ed accumulabili negli organismi viventi". Per questioni di spazio ne ho citato solo una ma una raccolta di dozzine di pubblicazioni, i cui titoli sono stati inviati ai Ministri dell'Ambiente e della Sanità, smentisce la più grossa e pericolosa bugia: quella che gli inceneritori sicuramente non fanno male. Problemi di respirazione, asma e cancro non sono certo resi minimi con la presenza di inceneritori. Questa bibliografia è a disposizione di tutti, sanitari, cittadini e politici.

IX^ Bugia: molti studiosi di prestigio sostengono che non esiste alcuna correlazione tra inceneritori e tumori.

Smentita: attualmente gli studiosi favorevoli all'incenerimento traggono il vantaggio di occupare le posizioni di prestigio nei consigli di amministrazione di enti ed istituzioni che si occupano e controllano l'ambiente; per contro occorre far notare che chi è contrario senza ambiguità, non e' mai presente in modo significativo in queste posizioni. I siti su cui costruire gli inceneritori sono i più dannosi per la salute. Infatti l'iter burocratico legato alle leggi attuali identifica i siti in aree senza interesse agro-silvo-pastorale, dove siano già presenti servizi (acqua, luce, gas, etc.) e viabilità, in zone industriali preferibilmente dismesse. Ciò corrisponde, nella maggior parte dei casi, nelle periferie delle città o nelle grandi cinture cittadine, in aree fortemente abitate ma soprattutto inquinate. E' facile in questi casi addossare di volta in volta la colpa di emissioni nocive al traffico, al riscaldamento domestico e a fabbriche con forte impatto ambientale. I criteri di correttezza e trasparenza sono solo legati agli atti pubblici che , come abbiamo già visto non contemplano il principio di precauzione né tantomeno l'accumulo delle sostanze nocive nel terreno.

X^ Bugia: comunque in ogni momento la popolazione è invitata a controllare i progetti e verificare l'efficienza e la sicurezza degli impianti.

Smentita: Qui rasentiamo l'ipocrisia perché il controllo dei progetti, dell'efficienza e della sicurezza, è effettuato da istituzioni che non sono tenute in alcun caso a sottoporlo a chiunque ne faccia richiesta ed è dimostrato dal fatto che molti incidenti verificatesi hanno trovato impreparati perfino gli addetti ai lavori. E' già molto difficile immaginare un cittadino che in una visita guidata possa porre delle domande pertinenti, figuriamoci lo stesso cittadino che si metta a controllare i progetti e verificare gli impianti. Poche persone accuratamente selezionate vi sono ammesse a queste visite. Tale tecnica di persuasione è oggetto di approfonditi studi di psicologia e scienze politiche ed è adottata comunemente al solo fine dell'approvazione burocratica degli impianti. Anche ammesso che fossero ritenuti pericolosi dalla popolazione durante il funzionamento, non esiste ALCUN strumento giuridico in grado di fermare un inceneritore neanche per pochi giorni. Ad hoc è stata approvata una legge che punisce coloro che denunciano la pericolosità addebitando loro tutti i costi di fermata dell'impianto. Quindi una volta innescato un inceneritore si è vincolati a non spegnerlo più dati gli enormi interessi in gioco. Ciò ci fa capire che il profitto fine a se stesso è di gran lunga più importante della salute dei cittadini. D'altronde questa è la tipica mentalità del capitalismo all'italiana che privatizza i profitti e socializza le perdite. Questo è il futuro che alcuni politici e patrioti nostrani immaginano per noi.

Chiamiamoli con il loro nome: INCENERITORI! 
Se vi capita, su Facebook o altrove, di imbattervi in articoli propagandistici delle lobby che sostengono che i "termovalorizzatori" non fanno male, pubblicate nei commenti o dove potete questo articolo...

Procura, indagine sulle nuove discariche "Irregolarità nella scelta di Corcolle e Riano"


da http://roma.repubblica.it/
 

  


"Falso materiale e ideologico" i reati ipotizzati. Le due aree dovrebbero entrare in funzione al posto di Malagrotta che a giugno dovrà chiudere. Sotto inchiesta in particolare la correttezza delle indicazioni fornite dagli esperti al prefetto e commissario straordinario Giuseppe Pecoraro sulla distanza dai centri abitati e dello stato del sottosuolo. Nei giorni scorsi già effettuati sopralluoghi in Regione: acquisiti documenti e ascoltati come testimoni alcuni funzionari regionali
Falso materiale e ideologico. Questi i reati ipotizzati dalla procura di Roma per le presunte irregolarità legate all'individuazione dei siti alternativi alla discarica di Malagrotta, ovvero Corcolle-San Vittorino e Riano. I siti dovrebbero ospitare i rifiuti prodotti da Roma dopo la chiusura di Malagrotta prevista per giugno.

Il fascicolo fa riferimento a presunte irregolarità sull'individuazione dei siti di Corcolle-San Vittorino - non lontano da Tivoli e a poco più di 700 metri da Villa Adriana, patrimonio dell'Unesco - e di Riano Flaminio a nord della Capitale, zona di pregio ambientale, per il post Malagrotta. Nell'ambito degli accertamenti i carabinieri del Noe sono stati incaricati di verificare se le indicazioni fornite dagli esperti al commissario straordinario Giuseppe Pecoraro, corrispondano al reale e in particolare in merito ai rispetto dei criteri stabiliti sotto il profilo della distanza dai centri abitati e dello stato del sottosuolo. Criteri che secondo molti non sarebbero stati rispettati.

Gli accertamenti, scaturiti da una serie di esposti, sono coordinati dal procuratore aggiunto Roberto Cucchiari e affidate ai sostituti
Maria Cristina Palaia e Alberto Galanti. Si vuole fare chiarezza anche sui motivi per i quali, secondo i denuncianti, in un documento della Regione sulla localizzazione dei siti sia stata depennata un'area nel comune di Allumiere e poi inserita quella di Corcolle, quasi confinante con l'area archeologica di Villa Adriana.

Anche per questo motivo gli investigatori si sono recati negli uffici della Regione per acquisire documenti, mentre alcuni funzionari sono stati sentiti come testimoni. Il fascicolo processuale aperto a piazzale Clodio è per il momento contro ignoti.

[...]

sabato 25 febbraio 2012

Domani l’Italia che Resiste in Val Susa


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Eccoci finalmente qui a meno di 24 ore dalla manifestazione Bussoleno Susa, indetta dalle amministrazioni comunali valsusine e dal Movimento Notav.
Sappiamo che da tutta Italia, chi resiste alle speculazioni, chi s’impegna per un futuro diverso per il nostro paese domani ci sarà. Venire in Valle domani significa testimoniare l’appoggio alla nostra lotta, alle nostre ragioni facendole proprie ed esportandole nei propri territori.
Vogliamo impedire la Torino Lione perchè è giusto! Sono molte le ragioni che abbiamo presentato e presentiamo da 22 anni e non ci stancheremo mai di continuare a farlo. Oggi più che mai con un governo che chiede solo sacrifici, con la casta sempre più agguerrita, impedire uno spreco di denaro pubblico di tal portata è la vera manovra finanziaria che serve all’Italia.
In questi giorni ancora una volta non si è fatto altro che parlare della Valle come un problema di ordine pubblico, come focolaio di estremismi, con un problema da risolvere. Noi rigiriamo a chi ci accusa queste definizioni, perchè siamo la dimostrazione di come un movimento popolare possa occuparsi del suo destino e del suo paese, lottando contro un sistema di sviluppo nemico dell’ambiente e del suo popolo.
Lasciamo a chi di dovere mestare del torbido, noi domani saremo in marcia per un futuro diverso da quello che ci vorrebbero imporre con filo spinato e manganelli.
A chi tifa per il “morto”, a chi piacciono le manette, a chi trasuda cemento, a chi alimenta le speculazioni finanziaria, a chi va in banca come se andasse in chiesa diciamo: FERMARCI E’ IMPOSSIBILE! e libertà per tutti i notav!

venerdì 24 febbraio 2012

COMUNICATO del COORDINAMENTO NO-INC di Albano:

La lotta contro l' inceneritore è una lotta che non fa spalla a nessun partito politico, istituzione, o simili. 

E' una lotta autorganizzata che rifiuta ogni delega, quindi se vogliamo vincerla dobbiamo partecipare tutti/e direttamente!!
Raccolta fondi straordinaria! Dobbiamo raggiungere 2000 euro percoprire le spese legali.
Aiutaci anche tu, clicca sul nostro sito alla voce sottoscrivi per fare una piccola donazione.


PROSSIME INIZIATIVE

ASSEMBLEA PUBBLICA:
23 Febbraio ore 21:00 all'OK Club di Cancelliera

CENA DI AUTOFINANZIAMENTO:  
25 Febbraio ore 20:30 Via di Montagnano 16

ASSEMBLEA PUBBLICA:  
2 Marzo ore 17:00 sala circoscrizionale di via Rocca di Papa, Cecchina

Solidarietà con la popolazione che porta avanti la lotta No TAV in Val di Susa !!

Inceneritore Albano, perchè non venne considerato il parere della ASL?

DANIELE CASTRI .. referente legale del No-Inc .. il Coordinamento Contro l'Inceneritore di Roncigliano .. Albano Laziale .. è da anni impegnato nella salute pubblica e ambientale dei Castelli Romani:

(clicca qui per leggere le sue dichiarazioni sulle omissioni del parere dalla ASL. rese alla stampa.)

A tutti i cittadini dei Castelli Romani, leggete e divulgate questo articolo!

    Disastro Regione Lazio, presunte irregolarità nella scelta dei siti di Corcolle e Riano

     

    28 febbraio 2012 .. il D-Day dei rifiuti: il Consiglio di Stato è chiamato a pronunciarsi circa l'inceneritore dei Castelli  Romani.  Abbiamo fatto Tutto quello che potevamo per difendere il nostro Territorio .. se esiste Giustizia Questo impianto Deve essere nuovamente bocciato.
     
    Avviso a tutti i lettori, da oggi per ogni info circa l’inceneritore di Albano e la discarica di Albano ci trovate agli indirizzi www.differenziati.org e www.differenziati.com. PASSAPAROLA!

    (Fonte articolo,clicca qui
    Falso materiale e ideologico. 
    Questi i reati ipotizzati dalla procura di Roma per le presunte irregolarità legate all’individuazione dei siti alternativi alla discarica di Malagrotta, ovvero Corcolle-San Vittorino e Riano. I siti dovrebbero ospitare i rifiuti prodotti da Roma dopo la chiusura di Malagrotta prevista per giugno.

    Il fascicolo fa riferimento a presunte irregolarità sull’individuazione dei siti di Corcolle-San Vittorino – non lontano da Tivoli e a poco più di 700 metri da Villa Adriana, patrimonio dell’Unesco – e di Riano Flaminio a nord della Capitale, zona di pregio ambientale, per il post Malagrotta. Nell’ambito degli accertamenti i carabinieri del Noe sono stati incaricati di verificare se le indicazioni fornite dagli esperti al commissario straordinario Giuseppe Pecoraro, corrispondano al reale e in particolare in merito ai rispetto dei criteri stabiliti sotto il profilo della distanza dai centri abitati e dello stato del sottosuolo. Criteri che secondo molti non sarebbero stati rispettati. Gli accertamenti, scaturiti da una serie di esposti, sono coordinati dal procuratore aggiunto Roberto Cucchiari e affidate ai sostituti Maria Cristina Palaia e Alberto Galanti. 

    Si vuole fare chiarezza anche sui motivi per i quali, secondo i denuncianti, in un documento della Regione sulla localizzazione dei siti sia stata depennata un’area nel comune di Allumiere e poi inserita quella di Corcolle, quasi confinante con l’area archeologica di Villa Adriana. Anche per questo motivo gli investigatori si sono recati negli uffici della Regione per acquisire documenti, mentre alcuni funzionari sono stati sentiti come testimoni. Il fascicolo processuale aperto a piazzale Clodio è per il momento contro ignoti.

    “Sono sicuro che la Procura di Roma farà rapidamente chiarezza sulle denunce fatte per la scelta dei siti alternativi a Malagrotta. E’ fondamentale andare avanti nelle procedure per aprire questi centri di raccolta dei rifiuti in modo da chiudere il prima possibile Malagrotta. Mi auguro che il senso di responsabilità collettivo eviti di creare nuovi polveroni polemici che rischiano di ritardare e confondere gli atti amministrativi necessari ad attuare il piano rifiuti”, così ha commentato il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Pd e ambientalisti all’attacco: “Regione allo sbando”.


    Associazione Differenziati

    mercoledì 22 febbraio 2012

    Anonymous Italia - Denuncia Facebook



    boycott facebook .. .. join in to diaspora* .. se può !

    sabato 18 febbraio 2012

    I privatizzatori ci riprovano! Giù le mani dai referendum e dalla democrazia

    Comunicato stampa


    Mentre è in corso la discussione nella Commissione Industria Commercio e Turismo del Senato sul decreto liberalizzazioni il Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua scrive a senatori e senatrici denunciando l'ennesimo tentativo di cancellazione dell'esito dei referendum dello scorso 12 e 13 giugno.
     
    Diversi emendamenti presentati al decreto chiedono modifiche all'articolo 25, di fatto riproponendo l'obbligo di privatizzazione nella gestione del servizio idrico integrato eliminando l'esclusione del servizio idrico integrato dall'art. 4 del Decreto legge 13/08/2011 n. 138. Inoltre si cerca di escludere dal patto di stabilità le sole società "in house", mantenendo invece sotto i vincoli sanciti da suddetto patto l'unica vera forma di gestione pubblica: quella tramite aziende speciali e consortili. Infatti le aziende speciali che gestiscono servizi di pubblica utilità vanno escluse dal Patto perché questo impedirebbe la realizzazione di investimenti atti a garantire l'accesso dei cittadini ai servizi essenziali.

    Si tratta dell'ennesimo attacco alla volontà di 26 milioni di cittadini che hanno votato per l'affermazione dell'acqua come bene comune e diritto umano universale e per la sua gestione partecipativa e senza logiche di profitto. Le stesse persone hanno votato anche la difesa dei servizi pubblici locali dalle strategie di privatizzazione.

    Noi non ci stiamo, nessuna "esigenza" di qualsivoglia mercato può impunemente violare l'esito di una consultazione democratica, garantita dalla Costituzione, nella quale si è espressa senza equivoci la maggioranza assoluta del popolo italiano.

    Il Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua rinnova il suo impegno in difesa del voto referendario chiedendo a tutti i senatori e alle senatrici della Commissione Industria Commercio e Turismo di prendere immediatamente posizione contro questi emendamenti ammazza-referendum e di muoversi in sintonia con la volontà del popolo italiano.
    Roma, 14 febbraio 2012

    Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

    Bocciata dal referendum, la privatizzazione dell’acqua rispunta nel pacchetto Monti


    Emendamenti "bipartisan" puntano a rimettere sul mercato i servizi idrici, nonostante l'esito opposto del voto. A guidare l'assalto al Senato, Enzo Ghigo (Pdl) e i democratici Morando e Bosone

    Negli emendamenti al decreto privatizzazioni presentati in Senato nei giorni scorsi si nasconde il tentativo – sostenuto soprattutto dal Pdl – di riproporre, ancora una volta, la privatizzazione dell’acqua. La discussione sul pacchetto Monti – che dovrà essere convertito in legge nei prossimi giorni –  è la ghiotta occasione per garantire ai grandi gruppi multinazionali dei servizi, veri giganti finanziari, l’apertura del mercato italiano dei beni comuni.

    La battaglia parlamentare si sta giocando sull’articolo 25 del decreto Monti, che ha dato seguito agli ultimi provvedimenti sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali del governo Berlusconi. Qui si parla di cultura, di trasporto, di reti e di acqua. Servizi che le stesse grandi corporation chiamano “l’essenziale per la vita”. Per ora nelle due sedute della commissione Bilancio del Senato questo nodo cruciale non è stato ancora affrontato. I lavori di discussione degli emendamenti proseguirà nei prossimi giorni.

    La complessa legge sulle liberalizzazioni ha la struttura di una matrioska. Per quanto riguarda i servizi pubblici locali le norme rimandano sostanzialmente al decreto sviluppo del governo Berlusconi, che a sua volta richiama il pacchetto anticrisi varato il 13 agosto. Come dei novelli alchimisti, i senatori hanno dato sfogo alla fantasia, colpendo virgole, singole parole, pezzi di frasi che apparentemente sembrano innocue. In realtà all’interno delle centinaia di pagine depositate in commissione Industria ci sono vere e proprie trappole mortali. E, spesso, incostituzionali, considerando che su questo tema si è svolto un referendum popolare.

    Degni di nota sono tre emendamenti, che puntano alla privatizzazione forzata dell’acqua. L’articolo quattro del decreto 138 di Ferragosto introduceva in sostanza l’obbligo per i comuni di cedere ai privati le aziende ancora pubbliche incaricate di gestire i servizi pubblici. In quell’articolo, nell’ultimo comma, il governo escludeva però il servizio idrico dalla ventata di privatizzazioni. Almeno tre emendamenti presentati oggi in Senato puntano ad eliminare questa esclusione, con il conseguente obbligo di cessione della gestione degli acquedotti ai privati.

    Particolarmente attivo in questo senso è il senatore del Pdl Enzo Ghigo, firmatario degli emendamenti 25.62 e 25.119. Nel primo emendamento, Ghigo gioca con le parole, parlando di liberalizzazione del servizio idrico, per evitare la parola privatizzazione, da attuare – scrive – “solo qualora l’iniziativa pubblica non risulti idonea a garantire i bisogni della comunità”. Nell’emendamento 25.119 il discorso è invece più diretto: il comma 34 dell’articolo quattro sulle privatizzazioni – richiamato e incluso nel decreto Monti – viene radicalmente cambiato, eliminando l’esclusione dell’acqua dall’obbligo di cessione ai privati. In sostanza si ripropone tout court la legge Ronchi-Fitto, il cui articolo 18bis è stato abrogato dalla consultazione referendaria.

    Punta al sodo il senatore del Pd Enrico Morando, firmatario dell’emendamento 25.0.2. Nel testo si chiede l’inserimento di un nuovo articolo nel decreto sulle liberalizzazioni, il 25 bis. Obiettivo dichiarato è la revisione della tariffa dell’acqua, reintroducendo – con altre parole – almeno parte della remunerazione del capitale investito abrogata dal secondo quesito dei referendum di giugno.

    Morando, nel testo presentato al Senato, chiede di riconoscere ai gestori il “costo finanziario della fornitura del servizio”, mantenendo sempre e comunque “l’equilibrio economico finanziario” della gestione. Ovvero i due pilastri del sistema privato dell’acqua. E’ firmato dal senatore Daniele Bosone, Pd, un altro emendamento che ripropone una norma contenuta nella bozza del decreto Monti, poi cassata dopo l’opposizione del movimento per l’acqua pubblica. L’emendamento 25.105 prevede in sostanza che i servizi idrici possono essere gestiti solo da società di capitale, azzerando di fatto l’esperienza della giunta De Magistris, che nei mesi scorsi ha deliberato la creazione di un ente non economico – Abc Napoli – per sostituire la Arin Spa nella gestione dell’acqua.

    mercoledì 15 febbraio 2012

    MALEDETTI IMBROGLIONI !!!


    E-mail  
    Dopo il collaudo farsa del luglio 2011 sul primo lotto del VII invaso della discarica di Roncigliano, per il secondo e  ultimo lotto siamo arrivati al collaudo per…   corrispondenza!

    Il geologo Nolasco, uomo di fiducia di Cerroni,  aveva inviato la proposta di documentazione del cosiddetto collaudo, il 20 dicembre precedente. 

    In questo modo,  il 20 gennaio, i funzionari di Regione, Provincia e Comune di Albano laziale, invece di sottoscrivere  il collaudo, hanno fatto una gita in discarica e dimostrato così che Regione, Provincia e Comune in questo caso non sono organi preposti al controllo, ma semplici “caselle postali”.

    E pensare che, questa volta, la Provincia aveva diffidato la Pontina Ambiente a sanare i danni provocati alle falde idriche:ARPA aveva analizzato finalmente a novembre i pozzi spia della discarica e, guarda caso, i limiti risultavano superati per BENZENE, TRIBROMETANO, FLUORO, DIBROMOCLOROMETANO, FERRO, ARSENICO e MANGANESE.

    Il Comune di Albano, oltre tutto, non poteva sottoscrivere il collaudo come aveva fatto nel luglio scorso perché finalmente l’Ufficio urbanistico aveva  misurato la distanza  del terrapieno dall’Ardeatina, ratificando i 17 metri,  tre di meno del necessario, cioè un abuso  e una violazione evidenti che restano sorprendentemente e misteriosamente senza sanzione.
    Malgrado tutto ciò, ancora una volta il collaudo viene fatto: i comuni continuano a sversare, Cerroni ad  incassare, i cittadini a crepare.

    Abbiamo risposto con un presidio il 20 gennaio, un blocco in discarica il 3 febbraio scorso, un nuovo presidio il 7 febbraio sotto il Comune. Veniamo a sapere adesso che tredici di noi sono stati denunciati dalla PS per liniziativa del 3 febbraio.

    Stiamo presentando un nuovo ricorso al TAR contro questo ultimo imbroglio del collaudo e per questo, entro fine febbraio, abbiamo bisogno di 2500 euro.  
    Ne abbiamo finora raccolti 1200: adesso ci serve il resto.

    Non ci possiamo nemmeno considerare soddisfatti che il Comune di Albano abbia dato corso alla procedura di infrazione convocando la Conferenza dei Servizi, visto che la Regione è restata latitante, insieme alla Provincia. Questa procedura complessa inoltre, potrebbe durare più di un anno e si potrebbe arrivare a sancire che, sì, la Pontina Ambiente ha contaminato le falde idriche, ma i controlli (in applicazione di una legge davvero orrenda, la 152/2006) devono essere demandati allo stesso che ha causato la contaminazione!

    Non abbiamo bisogno di un anno per dire che le ditte di Cerroni hanno contaminato le falde! Ora c’è il  BENZENE, ma due anni fa era  il CLOROFORMIO;  in altri momenti i NITRITI e l’AMMONIACA;  in altri ancora INQUINAMENTO BATTERICO,  ogni tanto PERCOLATO lasciato sfociare liberamente nei fossi… e quindi nella nostra falda acquifera.
    Che altro dobbiamo aspettare?

    DIAMO CONTINUITAALLA MOBILITAZIONE DI MASSA  PER OTTENERE CHIUSURA E BONIFICA DELLA DISCARICA DI RONCIGLIANO E LA DEFINITIVA CANCELLAZIONE DELLINCENERITORE.

    Coordinamento No-Inc di Albano

    NO INCENERITORE CASTELLI ROMANI - ALBANO LAZIALE

    giovedì 9 febbraio 2012

    Piano Rifiuti: una doppia faccia Tutta da decifrare

    Gran bell'articolo sulla stampa locale di Maria Lanciotti .. .. ..

    Scorie radioattive e siti nucleari: quali novità in Italia?

    Avviso a tutti i lettori, da oggi per ogni info circa l’inceneritore di Albano e la discarica di Albano ci trovate agli indirizzi www.differenziati.org e www.differenziati.com. 

    (Fonte articolo, clicca qui) “Accelerazione delle attività di disattivazione e smantellamento dei siti nucleari”, recita l’ articolo 24 del decreto legge sulle liberalizzazioni (Dl n.1/2012) approvato il 24 gennaio scorso dal governo Monti. Un tema controverso quello dello smaltimento delle scorie nucleari, a cui pochi giornali hanno dato spazio. Wwf, Greenpeace e Legambiente avevano subito risposto in modo chiaro alla scelta dell’esecutivo, inviando una lettera al Presidente del Consiglio in cui si sottolineano i rischi di una tale semplificazione del processo burocratico per la messa in sicurezza delle scorie. Una decisione che riaccende una questione su cui i cittadini si sono espressi nei referendum di giugno dello scorso anno, ribadendo la loro contrarietà e preoccupazione verso l’energia nucleare (lo avevano già fatto in modo chiaro nel 1987). Con il decreto legge i depositi provvisori di rifiuti radioattivi si trasformano in stabili, oltre a permettere la nascita di nuovi siti di ‘stoccaggio’ che possono essere autorizzati senza il consenso delle amministrazioni locali. Non è la sola novità nel campo dello smaltimento di rifiuti nucleari. Il 2 febbraio, infatti, la Sogin ha reso noto di aver stipulato un accordo d’intesa con la Assistal (Associazione nazionale costruttori d’impianti) per agevolare le imprese che costruiscono impianti per l’attività di bonifica ambientale dei siti nucleari e la messa in sicurezza dei rifiuti. Una serie di accorgimenti e di controlli che dovrebbe servire a rendere più agevole lo smantellamento dei rifiuti nucleari quindi. Verrà organizzata “una conferenza annuale sullo stato di avanzamento delle attività di bonifica ambientale dei siti nucleari e sulle policy di acquisti e appalti” oltre “la pubblicazione di una newsletter Sogin rivolta alle associazioni” si legge nel comunicato stampa. Inoltre, “nel campo della formazione saranno promossi seminari e incontri one to one rivolti alle imprese per la qualificazione in Sogin e iniziative sul tema della sicurezza da sviluppare con la Scuola italiana di Radioprotezione, Sicurezza e Ambiente di Sogin”. Già perché i rifiuti da smaltire sono ancora quelli ad alta radioattività prodotti dalle quattro centrali attive in Italia dalla fine degli anni sessanta alla fine degli ottanta, a Borgo Sabatino, una frazione di Latina, a Sessa Aurunca (Caserta), Trino (Vercelli) e in provincia di Piacenza, a Caorso. Oltre ai rifiuti degli impianti Enea di Saluggia in provincia di Vercelli, a Casaccia, una frazione del comune di Roma, a Rotondella (Matera) e in provincia di Alessandria, l’impianto di fabbricazioni nucleari di Bosco Marengo. Ma non solo, gli scarti radioattivi (anche se a media e bassa attività) si producono continuamente; sono infatti generati dalle attività nucleari in ambito industriale, medico e di ricerca. Nata nel 1999 da un ramo dell’Enel, la Sogin è una società statale con il compito di bonificare i siti nucleari e di mettere in sicurezza i rifiuti radioattivi del nostro paese. Si finanzia tramite il cosiddetto “onere nucleare”, una tassa che grava sulla bolletta elettrica di tutti noi consumatori, introdotta nel 2000 con un decreto del Ministero dell’Industria. In particolare, la società deve provvedere alla sistemazione e all’allontanamento del combustibile esaurito, alla gestione delle scorie in fase di esercizio e alla gestione dei rifiuti nucleari che si produrranno in seguito allo smantellamento delle centrali. La Sogin mise a punto un progetto di “smantellamento accelerato”, che avrebbe consentito l’eliminazione delle scorie in vent’anni, una novità assoluta rispetto al procedimento standard (“smantellamento differito”) che prevede un lasso temporale di smaltimento che varia dai sessanta ai cento anni. Un traguardo forse un po’ troppo ambizioso, come ha ammesso nel 2007 l’ingegnere Massimo Romano: “le attività di progettazione e committenza si sono rivelate più complesse di quanto originariamente prefigurato”.

    Associazione Differenziati

    mercoledì 8 febbraio 2012

    Questi ultimi giorni .. ..

    Dopo lo scempio sotto gli occhi di tutti del primo sub-lotto del VII invaso della discarica di Roncigliano, dopo lo scandaloso collaudo del secondo sub-lotto fatto via posta (mediante l'invio dei documenti richiesti per la banditesca operazione), dopo le allarmanti analisi delle acque dei pozzi spia attorno all'impianto, non abbiamo alcuna intenzione di fermare la lotta !


    Per questo Venerdì 3 Febbraio eravamo davanti all'entrata della discarica a bloccare gli autocompattatori, al freddo e sotto la pioggia dalle ore 6:00 a mezzogiorno.

    Per questo motivo Martedì 7 Febbraio si è tenuto un presidio del Coordinamento Contro l'Inceneritore davanti il comune di Albano dove era in corso la conferenza dei servizi dei sindaci del territorio.
    Durante queste iniziative il Coordinamento voleva ancora una volta sollecitare risposte ai quesiti in merito alla discarica di Roncigliano.
    Il sindaco Marini si è chiuso nella sua stanza senza dare segno di vita. sono passati dirigenti di comuni e ASL e "concessa" una  delegazione di due persone che  è stata rifiutata. le forze dell'ordine erano in eccesso e più o meno congelate.
    Ribadiamo, quindi, ancora una volta la nostra determinazione di portare avanti una lotta in continuità e autonomia da partiti e istituzioni, in una battaglia difficile, ma ampiamente condivisa  in tutto il paese.

    Coordinamento No-Inc di Albano

    martedì 7 febbraio 2012

    UNADIKUM !!!



    Hasta Vicoria, Siempre !! STOP alle Stragi Israeline contro l'intero Popolo Palestinese .. STOP al GENOCIDIO di un Popolo che ha deposto le armi .. Ora .. Stay Human

    lunedì 6 febbraio 2012

    Presa Diretta 5-02-2012 - rettifica discarica di Roncigliano.wmv



    Puntata di Presa diretta del 5 febbraio 2012

    lo studio di avvocati Barenghi che difende il signor Cerroni ce l'ha con Presa Diretta per la sequenza sul percolato nel fosso di Valle Caia accanto alla discarica di Roncigliano .. .. .. Bravo Iacono !!

    A proposito il Coordinamento No-Inc ha pubblicato ieri le Analisi Tecniche sull'inquinamento della falde acquifere e saranno di estremo interesse per il Consiglio di Stato che si dovrà pronunciare il 28 febbraio:


    Rullo di tamburi .. ..  Abbiamo l'onore di pubblicare l'ennesima relazione tecnica sull'inquinamento delle falde acquifere al di sotto della discarica di Roncigliano:
    buona lettura !!

    http://www.noinceneritorealbano.it/index.php?option=com_content&view=article&id=806:sulla-relazione-tecnica-integrativa
     

    Sulla relazione tecnica integrativa

    Rullo di tamburi.... Abbiamo l'onore di pubblicare l'ennesima relazione tecnica sull'inquinamento delle falde acquifere al di sotto della discarica di Roncigliano.
    Buona lettura

    Relazione tecnica integrativa


    Gennaio 2012
    Oggetto: contaminazione delle acque sottostanti e limitrofe alla discarica di Roncigliano (Albano Laziale)


    Un’ampia rassegna delle pubblicazioni internazionali (review) condotta da Slack e collaboratori (2005) evidenzia chiaramente che gli idrocarburi benzene, tri-bromo-metano e bromo-cloro-metano riscontrati dall’Arpa Lazio (prot. 0092747 del 18/11/2011) nelle acque sotterranee dei pozzi (piezometri di monitoraggio) D e C sono compresi nell’elenco dei composti organici frequentemente trovati nei rifiuti solidi urbani e nei percolati da essi prodotti, come mostrato dalla sottostante tabella, parzialmente tratta dai citati autori a pag.127. I ricercatori rilevano che la loro provenienza è legata a prodotti diversi, compresi quelli utilizzati in ambito industriale, artigianale e domestico che finiscono in discarica come rifiuti solidi urbani (RSU).

    Table 1
    Xenobiotic organic compounds frequently found in MSW and co-disposal landfill leachates with a possible origin in HHW
    Composti organici frequentemente trovati nei RSU e nei percolati di discarica con possibile origine nei rifiuti domestici pericolosi.

    A differenza del pozzo D che viene considerato a monte, malgrado la sua limitata distanza dal VI° invaso, il pozzo C è pienamente all’interno dell’area della discarica e in particolare si colloca a ridosso e immediatamente a valle di tutti gli invasi ad eccezione del VII°. La presenza di idrocarburi alogenati cancerogeni in quantità da 5,7 a 8,5 volte sopra il limite fissato per legge (D.Lgs. 152/06) è con alte probabilità l’ennesimo segnale di ricorrenti episodi inquinanti riconducibili alla discarica stessa.                    Nel pozzo D il benzene ha superato di tre volte il limite.

    Questa tipologia di sostanze è affine per origine e tossicità con quelle in precedenza riscontrate da Arpa Lazio ed Ecocontrol nei pozzi A,B,D (cloroformio, tricloroetilene e tetracloroetilene) e anch’esse sono riportate nell’elenco di tab.1 come frequenti e caratteristiche dei percolati di discarica nonchè presenti nelle acque sottostanti.

    Gli stessi autori Slack et al., a pag. 129, tab.2 della review riportano l’elenco dei metalli pesanti e le loro concentrazioni nei percolati che, come si vede comprendono anche l’arsenico, trovato in quantità eccedente dall’Arpa (prot. 0092747 del 18/11/2011) nei pozzi G,H,E. Anche se presenti in quantità relativamente basse rispetto ad altri cationi, i metalli pesanti sono elementi dotati di elevata tossicità.

    Table 2
    Heavy metal concentration ranges detected in landfill leachates
    Range dei metalli pesanti trovati nei percolati di discarica 
    (vedere le 2 tabelle pubblicate sul sito: http://www.noinceneritorealbano.it/ che poi sono quelle effettuate la dove su Presa Diretta Iacono è stato attaccato dagli avvocati dei criminali inquinatori)
    Il contenuto del percolato in metalli pesanti (cromo, cadmio, nichel, piombo etc.) è molto variabile nel tempo (Slack et. al. 2005). In particolare i lavori di Suna Erses e Onay (2003) dimostrano che il 90% dei metalli pesanti disciolti nel percolato durante la cosiddetta fase acida diventano insolubili e precipitano sotto forma di sali o complessi organici nella successiva fase metanogena; pertanto la loro presenza o infiltrazione in falda è legata ai cicli biochimici dei rifiuti e spesso ha andamento discontinuo, proprio come più volte accertato da Arpa Lazio dal 2003 in poi nei pozzi spia.

    Suna Erses A, Onay TT. In situ heavy metal attenuation in landfills under methanogenic conditions. J Hazard Mater 2003;B99: 159–75.

    Il ferro, non compreso nell’elenco di tabella 2, figura insieme al manganese, calcio, sodio, potassio etc. tra i metalli particolarmente abbondanti nei percolati ed è da molti considerato elemento caratterizzante dei percolati da RSU.
    Gli accertamenti di Arpa Lazio, effettuati il 6-8 settembre 2011 e il 5 ottobre 2011 sulle acque sotterranee dei pozzi G,H,E, hanno ancora una volta evidenziato la presenza abnorme di ferro (fino a 8,6 volte oltre il limite di legge nel pozzo H e 9,7 volte nel pozzo G) esattamente come certificato dall’Ecocontrol nei pozzi F,G,D a gennaio 2010, aprile e luglio 2011.

    Le ricerche recentissime di Varank e collaboratori (2011) hanno dimostrato che il ferro si solubilizza e passa nel percolato in grande quantità nella fase acidogenica. L’infiltrazione di percolato nelle acque sotterranee, compresa quindi quella dei macrocostituenti inorganici, non viene eliminata del tutto neanche con sistemi avanzati di rivestimento e di adsorbimento.

    G. Varank , A. Demir, S. Top, E. Sekman, E. Akkaya, K. Yetilmezsoy, M. S. Bilgili. Migration behavior of landfill leachate contaminants through alternative composite liners. Science of the Total Environment 409 (2011) 3183–3196.


    Velletri, 4 febbraio 20112

    Coordinamento No-Inc di Albano

    FACEBOOK DECIDE PER NOI ...


    pratica fessbucchiana adottata anche nei confronti di Differenzia-ti No Inceneritore regà .. ALZIAMO LA VOCE !! non deve passare inosservato tutto questo !!
     
     
     
    Capita spesso, mentre si viaggia su questo Social Network di incontrare persone, a cui dare amicizia.
    Ma da oggi è impossibile, perchè Facebook ci fa da padrino! Non ci permette nemmeno di aggiungere amici.
    Se no ci mette in castigo, non pe...
     
     
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