Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

martedì 28 febbraio 2012

Procura, indagine sulle nuove discariche "Irregolarità nella scelta di Corcolle e Riano"


da http://roma.repubblica.it/
 

  


"Falso materiale e ideologico" i reati ipotizzati. Le due aree dovrebbero entrare in funzione al posto di Malagrotta che a giugno dovrà chiudere. Sotto inchiesta in particolare la correttezza delle indicazioni fornite dagli esperti al prefetto e commissario straordinario Giuseppe Pecoraro sulla distanza dai centri abitati e dello stato del sottosuolo. Nei giorni scorsi già effettuati sopralluoghi in Regione: acquisiti documenti e ascoltati come testimoni alcuni funzionari regionali
Falso materiale e ideologico. Questi i reati ipotizzati dalla procura di Roma per le presunte irregolarità legate all'individuazione dei siti alternativi alla discarica di Malagrotta, ovvero Corcolle-San Vittorino e Riano. I siti dovrebbero ospitare i rifiuti prodotti da Roma dopo la chiusura di Malagrotta prevista per giugno.

Il fascicolo fa riferimento a presunte irregolarità sull'individuazione dei siti di Corcolle-San Vittorino - non lontano da Tivoli e a poco più di 700 metri da Villa Adriana, patrimonio dell'Unesco - e di Riano Flaminio a nord della Capitale, zona di pregio ambientale, per il post Malagrotta. Nell'ambito degli accertamenti i carabinieri del Noe sono stati incaricati di verificare se le indicazioni fornite dagli esperti al commissario straordinario Giuseppe Pecoraro, corrispondano al reale e in particolare in merito ai rispetto dei criteri stabiliti sotto il profilo della distanza dai centri abitati e dello stato del sottosuolo. Criteri che secondo molti non sarebbero stati rispettati.

Gli accertamenti, scaturiti da una serie di esposti, sono coordinati dal procuratore aggiunto Roberto Cucchiari e affidate ai sostituti
Maria Cristina Palaia e Alberto Galanti. Si vuole fare chiarezza anche sui motivi per i quali, secondo i denuncianti, in un documento della Regione sulla localizzazione dei siti sia stata depennata un'area nel comune di Allumiere e poi inserita quella di Corcolle, quasi confinante con l'area archeologica di Villa Adriana.

Anche per questo motivo gli investigatori si sono recati negli uffici della Regione per acquisire documenti, mentre alcuni funzionari sono stati sentiti come testimoni. Il fascicolo processuale aperto a piazzale Clodio è per il momento contro ignoti.

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