Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

venerdì 6 novembre 2009

Sempre sulle Reti Gas ... ...





Rete Italiana di Economia Solidale


Le relazioni tra GAS e produttori
dai patti territoriali all'avvio di Distretti di economia solidale

4^Festa dei GAS Marchigiani, domenica 7 giugno ‘09

I Patti territoriali (due esempi):

Tra passata e futuro avviato nel 2005 dalla rete di economia solidale Trentino Arcobaleno.
Partendo dalla semplice considerazione che ogni anno molte famiglie trentine fanno la passata di pomodoro in casa, quasi sempre acquistando il prodotto da fuori regione - nonostante in Trentino si producano pomodori da passata, biologici e di ottima qualità - nasce questa proposta di acquisto collettivo in rete.
Gli ingredienti principali sono la conoscenza del territorio e la conoscenza dei bisogni dei
consumatori consapevoli; i primi passaggi di questa attivazione sono:
  • l’individuazione di produttori interessati a produrre pomodori biologici in base ad un accordo in cui si stima in inverno la quantità di prodotto che si acquisterà in estate, pianificando di conseguenza la produzione;
  • il coinvolgimento di consumatori interessati e disponibili ad effettuare un pre-ordine della quantità di pomodori che useranno, “costringendoli” a ragionare in anticipo sui bisogni.

Si è cominciato dalla raccolta degli ordini tra i consumatori facendo riferimento ad un prezzo predefinito e richiedendo il versamento di un anticipo del 20%. A marzo i produttori hanno la garanzia di avere il loro prodotto venduto e, di contro, i consumatori prenotano i pomodori con un prezzo pattuito e svincolato dalle influenze e oscillazioni del mercato. Pomodori rigorosamente certificati da un ente esterno come prodotti biologici e quindi più rispettosi per l’ambiente e per la salute; senza produzione di rifiuti perché si usano imballaggi riutilizzabili.
Il progetto nel 2006 ha coinvolto 4 aziende agricole biologiche e vari gruppi d’acquisto solidale, per un coinvolgimento totale di 349 persone che hanno acquistato 22 tonnellate di pomodori.
Nell’evoluzione del progetto oltre all’attenzione a preservarne lo spirito si è cercato di migliorarne gli aspetti organizzativi e a rendere i costi sostenibili, principalmente prevedendo un piccolo ricarico dedicato a pagare una persona. Si è passati quindi da una gestione basata su volontariato ad una strutturazione che permetta la sostenibilità complessiva della filiera, che poi è stata allargata anche ad altri prodotti offerti dal territorio.

Spiga & Madia promosso dal DES Brianza per sperimentare una filiera corta, locale, solidale, trasparente.
L'idea di fondo è stata quella di ricostruire una filiera del pane, dal frumento alla molitura alla cottura, di qualità biologica, nel raggio di pochi chilometri. Questa proposta ha incrociato interessi e motivazioni di vari attori:
  • una famiglia proprietaria di terreni che non vuole perseguire la conversione delle terre da agricole ad edificabili ed anzi vuole convertirle alla coltivazione biologica;
  • una cooperativa sociale agricola che da anni coltiva biologico, dando lavoro a soggetti svantaggiati;
  • le famiglie della locale rete di GAS, che esprimono una domanda di pane e di farina;
  • un mulino ed un forno a conduzione familiare disponibili a collaborare.
E’ stato quindi steso un progetto, con tanto di piano finanziario, e un “Patto di collaborazione ed economia solidale” con cui consumatori, produttori, distributori e proprietari dei terreni, si sono reciprocamente impegnati ad "accordarsi fiducia" per realizzare filiere corte di produzione, coltivazioni e produzioni a basso impatto ambientale, sviluppo di occupazione per soggetti svantaggiati e parziale condivisione sia dei rischi d'impresa (caparra sull'acquisto) che sugli utili (Fondo di Solidarietà).
Nel 2006, mentre il grano veniva seminato, le famiglie dei 15 GAS coinvolti compilavano il loro ordine, anticipando una quota con la quale sostenere la produzione. Nell’estate 2007 sono stati raccolti 240 quintali di granella, e oggi ogni settimana le 140 famiglie aderenti ricevono a casa la loro pagnotta co-prodotta, ad un costo molto inferiore di quello di mercato.
Sul piano del consumo, in prospettiva, vi è l’esplicita ricerca del superamento della figura del “consumatore” in quanto utente passivo, per approdare a quella di “co-produttore”, di soggetto cioè che, da un bisogno concreto, fa nascere progetti e ne condivide con il produttore la realizzazione.

Proprietà salienti dei patti territoriali:
  • progettazione partecipata, a partire dalla “domanda” qualificata dei consumatori responsabili collaborando per soddisfare insieme le esigenze gli uni degli altri;
  • corresponsabilità, condividendo gli investimenti e il rischio d'impresa (prefinanziamento e impegno all'acquisto), cercando un equilibrio tra servizi erogati e mutuo volontariato;
  • importanza delle relazioni, per cui i progetti hanno potuto funzionare grazie alla fiducia reciproca piuttosto che alle garanzie economiche.
  • riappropriazione della capacità di decidere, o almeno di incidere, su tutte queste caratteristiche: cosa produrre, a che costo, con quali mezzi e criteri, a vantaggio di chi.
  • trasparenza del prezzo, che rispecchia il costo di produzione e non è dovuto alle logiche del mercato della domanda e dell’offerta;
  • destinazione, quando è possibile, di una piccola quota di questo prezzo a un fondo da utilizzare per convertire o creare altre produzioni che servano per soddisfare le esigenze dei consumatori della zona;
  • inserimento lavorativo, quando possibile, di soggetti deboli e svantaggiati.

Criticità dei patti territoriali:
  • il trasporto e la distribuzione della merce richiedono un certo livello organizzativo;
  • la capacità di pianificazione va affinata con la sperimentazione e richiede una flessibilità nel processo;
  • il livello di motivazione dei produttori e la loro capacità di rispondere alla pianificazione richiede un monitoraggio accurato;
  • i bisogni diversificati dei consumatori, anche sullo stesso prodotto, richiedono un processo di rieducazione al consumo per ricalibrare la falsa “libertà di scelta” prodotta dal modello del supermercato;
  • la condivisione del rischio, in particolare con l’anticipo sulla produzione, richiede un affinamento e una maggiore responsabilizzazione dei consumatori.

Esistono poi diversi esempi in cui si sta sperimentando questo approccio in filiere più complesse - vestiario, energia, telefonia – in cui servono grandi numeri e maggiori investimento in termini di conoscenza e relazione per costruire risposte significative.
Un riferimento importante a cui ispirarsi è sicuramente quello dell'open source maturato in campo informatico, che dimostra come la cooperazione e la condivisione possano essere più efficienti e desiderabili della competizione e della piena concorrenza.

I Distretti d’Economia Solidale

"Strategia delle reti" come pista di lavoro, cioè rafforzare e sviluppare le realtà di economia solidale attraverso la creazione di circuiti economici (ma anche sociali e culturali), in cui le diverse realtà si sostengono a vicenda creando insieme spazi di mercato (e di socialità e informazione) finalizzato al benessere di tutti.
Lo sviluppo dei distretti avviene con la prospettiva di valorizzare le risorse del luogo, creare occupazione e difendere le fasce deboli della popolazione.
Parte dalle diverse realtà che già operano nei territori, come ad esempio gruppi di acquisto solidali, botteghe del mondo, realtà della finanza etica e del turismo responsabile, piccoli produttori biologici, cooperative sociali e cooperative che offrono servizi e beni di consumo, artigiani, commercianti, lavoratori autonomi, associazioni e gruppi informali che condividono le regole dell’economia solidale.
La creazione di questo circuito tra le diverse realtà dell’economia solidale rafforza chi vi partecipa perché le risorse immesse nel circuito rimangono al suo interno; in questa prospettiva, quindi, almeno una parte degli utili realizzati all’interno del circuito vengono impiegati per rafforzare le realtà esistenti, o per creare o convertire altre realtà, e realizzare così in modo solidale i prodotti ed i servizi cui i consumatori hanno bisogno.
Si prevede anche che i prodotti ed i servizi non disponibili all’interno di un distretto vengano scambiati, a livello paritario, con gli altri distretti o con altre realtà di economia solidale presenti nel territorio.
Quello dei DES è quindi un esperimento in corso e non esistono ricette, o procedure definite, su come si possano nel concreto costruire i distretti e come questi debbano funzionare.

Iniziative tipiche: fiere, mercati, empori, convegni, seminari, scuole, incontri e manifestazioni varie, pubblicazione di guide, mailing list, sportelli informativi

Criteri condivisi:
  • adesione ai principi dell’economia solidale,
  • definire autonomamente l'estensione territoriale,
  • essere presenti con una sede operativa all’interno del territorio,
  • utilizzo degli utili per lo sviluppo del distretto, quindi una parte dei profitti o delle risorse delle realtà aderenti deve essere utilizzata per lo sviluppo del distretto stesso,
  • trasparenza informativa su attività, bilancio e meccanismi di formazione del prezzo.

Criteri “a tendere”, importanti ma non vincolanti da subito:
  • contratti di lavoro che siano stabili e qualificati,
  • partecipazione dei lavoratori nelle decisioni,
  • rispettare la legislazione in vigore

Come si finanzia un DES:
  • Quota annuale di adesione, differenziata per tipologia di soggetti e destinata a sostenere la gestione delle strutture, gli organi ed i servizi del distretto.
  • Quota per l’acquisto di valuta complementare (monete locali), in modo da avviare il volano virtuoso degli acquisti interni al distretto.
  • Fondo di promozione e solidarietà, costituito da eventuali contributi e donazioni esterne verso i DES più una percentuale minima stabilita sugli utili di bilancio dei produttori e sulle quote di risparmio negli acquisti dei consumatori;  rappresenta un patto ed un legame forte di reciprocità tra i consumatori e i soggetti economici. per interventi di solidarietà e mutuo aiuto tra i soggetti del Distretto in caso di emergenze, per interventi di start-up per nuove realtà produttive volte a soddisfare una domanda di consumo espressa ed inevasa, per interventi di supporto al rilevamento di aziende in crisi ad opera dei lavoratori (es. start-up, ricostituzione/aumento di quote di capitale, parziale o totale riconversione produttiva, formazione dei lavoratori, ecc.), per azioni di solidarietà con le fasce deboli della cittadinanza (es. reddito minimo vitale, reddito di cittadinanza, prestito d’onore, ecc.).
  • Raccolta di risparmio etico dei partecipanti al distretto che dovrebbe finanziare a condizioni agevolate gli investimenti produttivi all’interno del distretto.
  • Finanziamenti di enti pubblici, o privati, a progetti specifici elaborati e proposti dal DES e da esso gestiti e cogestiti.

Punti di forza:
  • accresciuta sensibilità da parte dell’opinione pubblica nei confronti del consumo critico e dell’economia solidale,
  • la positività del progetto dei distretti permette di coagulare molte energie,
  • buona gestione delle dinamiche relazionali grazie all’orizzontalità della rete e alle limitate dimensioni territoriali.

Punti di debolezza:
  • tempo e risorse che le persone, spesso su base volontaria, riescono a mettere a disposizione per lo sviluppo del distretto,
  • risorse economiche disponibili nella fase di implementazione limitate rispetto agli obiettivi ed ai compiti che si prefiggono i distretti,
  • livelli diversi di coinvolgimento delle realtà,
  • tenere insieme la partecipazione e la conduzione di progetti operativi,
  • tenere insieme realtà di diverso livello come singoli, realtà produttive e associazioni di produttori o di consumatori;
  • mancanza di una strategia di fondo di ampio respiro,
  • difficoltà ad instaurare nuove relazioni economiche e a rafforzare in modo strutturale le relazioni esistenti tra i soggetti del distretto,
  • non esiste un modello di rete condiviso, ma proposte diversificate, manca la capacità di collaborare, integrare le proprie proposte e imparare a rinunciare ad una parte di sé,
  • manca un bilancio delle preesistenti reti di economia alternativa,
  • mancano “figure” con competenze specifiche (ad esempio facilitatori per la gestione delle reti).
  • mancano attività di studio, ricerca e autoformazione a supporto delle attività dei DES,
  • difficoltà ad arrivare ad un governo consensuale e alla distribuzione degli incarichi

Siti di riferimento:
Rete di Lilliput: www.retelilliput.org
Rete dei GAS italiani: www.retegas.org
Rete italiana di economia solidale: www.retecosol.org
Trentino Arcobaleno – DES Trento: www.trentinoarcobaleno.it
DES Brianza: www.retecosol.org (sezione Documenti / Distretti / Brianza)
L’isola che c’è – DES Como: www.lisolachece.org
Progetto “Cambieresti”: www.cambieresti.net
Progetto Equal “Nuovi Stili di Vita”: nsv.biclafucina.it

Bibliografia:
Andrea Saroldi, “Costruire economie solidali”, EMI 2003
Euclides A. Mance, “La rivoluzione delle reti. L`economia solidale per un`altra globalizzazione”, EMI 2003
Davide Biolghini, “Il popolo dell`economia solidale. Alla ricerca di un`altra economia”, EMI 2007
Marco Servettini, “Dai consumatori responsabili ai co-produttori”, Marco Servettini, DES Como

Rete Gas = Rete di Economia Solidale

http://www.retecosol.org/docs/CartaRes0703.pdfhttp://it.redtram.com/sources/retecosol.org/5/

COSA S'INTENDE PER PERMACULTURA?

La permacultura è un processo integrato di progettazione che dà come risultato un ambiente sostenibile, equilibrato ed estetico.
Applicando i principi e le strategie ecologiche si può ripristinare l'equilibrio di quei sistemi che sono alla base della vita.
La permacultura è la progettazione, la conservazione consapevole ed etica di ecosistemi produttivi che hanno la diversità, la stabilità e la flessibilità degli ecosistemi naturali.
La permacultura è essenzialmente pratica e si può applicare a un balcone, a un piccolo orto, a un grande appezzamento o a zone naturali, così come ad abitazioni isolate, villaggi rurali e insediamenti urbani.
Allo stesso modo si applica a strategie economiche e alle strutture sociali.
La permacultura si può definire una sintesi di ecologia, geografia, antropologia, sociologia e progettazione.
Permacultura: agricoltura permanente per una cultura permanente. Una cultura umana non può sopravvivere a lungo senza la base di una agricoltura sostenibile e una gestione etica della terra.
Permacultura: pensare sentire inventare progettare il nostro essere integrati nel mondo. Disegnare il proprio sistema di vita, la propria casa, il territorio che la circonda, in modo armonico, in modo consapevole. Consentire al proprio essere nella vita di pensarsi da sé, non di essere pensato da altri. Sostituendo al dominio l'ascolto, alla violenza la curiosità, alla fretta la speranza.
Permacultura è la progettazione di una interazione consapevole ed efficiente fra l'uomo e l'ambiente.
Permacultura è ecologia coltivata.
La permacultura è la progettazione e la gestione ecosostenibile e integrata degli insediamenti umani e produttivi nel territorio agro-ambientale.
La Permacultura non è una serie di teorie o metodi, ma un modo di pensare, in maniera sempre nuova e flessibile.
Autore: ND
Fonte: www.permacultura.it
Data: ND
Luogo: Italia
Link: www.permacultura.it/definizioni.html

I miei Complimenti .. Vi riporto un Grande .. tratto da: '.. Mistero Buffo ..'

Nascita del giullare

Mistero buffo (1969) Dario Fo

- Oh, gente, venite qui che c'è il giullare! Giullare son io, che salta e piroetta e che vi fa ridere, che prende in giro i potenti e vi fa vedere come sono tronfi e gonfi i palloni che vanno in giro a far guerre dove noi siamo gli scannati, e ve li faccio sfigurare, gli tolgo il tappo e... pffs... si sgonfiano. Venite qui che è l'ora e il luogo che io faccia da pagliaccio, che vi insegni. Faccio il saltino, faccio la cantatina, faccio i giochetti! Guarda la lingua come gira! Sembra un coltello, cerca di ricordartelo. Ma io non sono stato sempre... e questo che vi voglio raccontare, come sono nato.
Non che io non sono nato giullare, non sono venuto con un soffio dal cielo e, op! sono arrivato qui: «Buongiorno, buonasera». No! Io sono il frutto di un miracolo! Un miracolo che è stato fatto su di me! Volete credermi? È cosí! Io sono nato villano.
Villano, contadino proprio. Ero triste, allegro, non avevo terra, no! Ero arrivato a lavorare, come tutti in queste valli, dappertutto. E un giorno sono andato vicino a una montagna, ma di pietra. Non era di nessuno: io l'ho saputo. Ho chiesto: «No! Nessuno vuole questa montagna! »
Allora io sono andato fino in cima ho grattato con le unghie e ho visto che c'era un po' di terra, e ho visto che c'era un filino d'acqua che scendeva, e allora ho cominciato a grattare. Sono andato in riva al fiume, ho schiantato queste braccia, ho portato la terra (alla montagna), c'erano i miei bambini, mia moglie. È dolce mia moglie, bianca che è, ha due seni tondi, e l'andamento morbido che ha, che sembra una giovenca quando si muove. Oh! è bella! Le voglio bene io e voglio parlarne.
La terra ho portato su con le braccia e l'erba (cresceva velocemente) faceva: pff... e veniva su di tutto. E dài che era bello, era terra d'oro! Piantavo la zappa e... pff... nasceva un albero. Meraviglia era, quella terra! Era un miracolo! C'erano pioppi, roveri e alberi dappertutto. Li seminavo con la luna giusta, io conoscevo (io sapevo), e cresceva roba da mangiare, dolce, bella, buona. C'era cicorino, cardi, fagioli, rape, c'era di tutto. Per me, per noi!
Oh, ero contento! Si ballava, e poi pioveva sempre per dei giorni e il sole scottava e io andavo, venivo, le lune erano giuste e non c'era mai troppo vento o troppa nebbia. Era bello! bello! Era terra nostra. Bello era questo gradinone. Ogni giorno ne facevo uno, sembrava la torre di Babele, bella con queste terrazze. Era il paradiso, il paradiso terrestre! Lo giuro. E tutti i contadini passando dicevano:
- Che culo che hai, boia, guarda: da una pietraia l'hai tirata fuori! Me disgraziato che non l'ho pensato!
E avevano invidia. Un giorno è passato il padrone di tutta la valle, ha guardato e ha detto:
- Da dove è nata questa torre? Di chi è questa terra?
- Mia, - gli ho detto, - l'ho fatta io con queste mani, non era di nessuno.
- Nessuno? È una parola che non c'è, nessuno, è mia!
- No! non è la tua! Sono andato anche dal notaio, non era di nessuno. Ho chiesto al prete, era di nessuno e io l'ho fatta, pezzo per pezzo.
- È mia, e tu me l'hai a dare.
- Non posso dartela, padrone... io non posso andare sotto gli altri a lavorare.
- Io te la pago! ti do denaro, dimmi quanto vuoi.
- No! No, non voglio denaro, perché, se mi dài i soldi, poi non posso comprare altra terra coi soldi che mi dài e devo andare ancora a lavorare sotto agli altri. Non voglio io, non voglio!

AFFINCHE' OGNUNO DI NOI POSSA FAR SUE QUESTE PAROLE .. :)

Fai sentire la Tua Voce sul Cambiamento Climatico

Fai sentire la tua voce sul cambiamento climatico
Fai sentire la tua voce ai capi di Stato di tutto il mondo in occasione della COP15, la più importante conferenza sul cambiamento del clima del decennio
Al momento le nazioni sono impegnate nel trovare un accordo sulla protezione del mondo e noi vogliamo raccogliere la tua opinione a 360°.
Che cosa si deve fare? In che modo sei colpito da questo problema? Sei d’accordo sulla necessità di agire?
Inviaci un video con il tuo pensiero, le tue opinioni e domande.
I migliori contributi saranno mandati in onda durante il dibattito COP15 su CNN/YouTube del 15 dicembre.http://www.youtube.com/watch?v=qa_Hf0jHct4

giovedì 5 novembre 2009

INFUTURIAMOCI .. anche in Valle .. si Può .. si Deve .. 6 ..

http://www.youtube.com/watch?v=1G6PIA7sd28

INFUTURIAMOCI .. anche in Valle .. si Può .. si Deve .. 5 ..

http://www.youtube.com/watch?v=1G6PIA7sd28

INFUTURIAMOCI .. anche in Valle .. si Può .. si Deve .. 4 ..

http://www.youtube.com/watch?v=A9gqg_Q3PGk

INFUTURIAMOCI .. anche in Valle .. si Può .. si Deve .. 3 ..

http://www.youtube.com/watch?v=A9gqg_Q3PGk

INFUTURIAMOCI .. anche in Valle .. si Può .. si Deve .. 2 ..

http://www.youtube.com/watch?v=1l7JVoWeOi0

INFUTURIAMOCI .. anche in Valle .. si Può .. si Deve .. 1 ..

http://www.youtube.com/watch?v=icZFYghEeUE

'.. Saper Agire ..' - Lao Tzu - Tao Te Ching

Preserva l'Uno dimorando nelle due anime:
sei capace di non farle separare?
Pervieni all'estrema mollezza conservando il ch' i :
sei capace d'essere un pargolo?
Purificato e mondo abbi visione del mistero:
sei capace d'esser senza pecca?
Governa il regno amando il popolo:
sei capace di non aver sapienza?
All'aprirsi e al chiudersi della porta del Cielo
sei capace d'esser femmina?
Luminoso e comprensivo penetra ovunque:
sei capace di non agire?
Fa vivere le creature e nutrile,
falle vivere e non tenerle come tue,
opera e non aspettarti nulla,
falle crescere e non governarle.
Questa è la misteriosa virtù.