Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

domenica 30 maggio 2010

Petizione: A come AMIANTO

Petizione A...come Amianto
[ 721 persone hanno firmato la petizione ]
Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Gentile Presidente Berlusconi, alla luce di quanto ho scoperto durante lo studio per scrivere il testo teatrale A come Amianto, unito ai cittadini che hanno sottoscritto l’appello che segue chiediamo:

- La bonifica immediata dei siti “a rischio dispersione amianto” come previsto dalla Legge 257 del 1992. Ricordiamo che sul territorio nazionale sono presenti 32 milioni di tonnellate di amianto che vanno rimosse da scuole (come l’asilo di Villa Gordiani a Roma ecc.), o da fabbriche dismesse (come la Fibronit di Bari ecc.), o da palazzi (come quelli in via Feltrinelli a Milano);

- La messa in sicurezza di cave di amianto (come quella di Balangero in provincia di Torino) e di aree dove l’amianto–tremolite si disperde nell’aria in maniera naturale come accade a Seluci di Lauria,  Castelluccio Superiore e a Viggianello in provincia di Potenza.

- La scelta di sistemi di smaltimento sicuri e risolutivi dell’amianto tra le tipologie attualmente disponibili, cioè la discarica e l’inertizzazione, attraverso appositi forni, con la garanzia dell’assenza di inquinamento causato da percolazioni in falda, scorrimento superficiale ed emissione in atmosfera. È inoltre necessario commisurare la grandezza degli impianti alle quantità di materiale presente nell’area per evitare la realizzazione di megadiscariche, come quelle in provincia di Cremona e Brescia, spesso imposte in modo autoritario, in favore d’impianti locali di più modesta portata e più sicuri.

- Garantire la massima trasparenza nell’iter di localizzazione e realizzazione degli impianti di smaltimento, la sola che consente reale partecipazione del pubblico;
senza, è impossibile la realizzazione di forni e discariche.

- Che venga emesso il decreto attuativo in grado di sbloccare i 50 milioni di euro approvati e stanziati dal Governo Prodi che serviranno come Fondo per le vittime dell'amianto.
Ulderico Pesce
Firma la petizione

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