Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

sabato 5 gennaio 2013

Arsenico nell’acqua: nel Lazio è allarme. Scattano le ordinanze dei sindaci

(Fonte articolo clicca qui)

Allarme arsenico nell’acqua nel Lazio e in particolare nel viterbese e in alcuni comuni della provincia di Roma. 

Molte famiglie dal 1° gennaio non possono più bere l’acqua del rubinetto di casa e dellefontanelle pubbliche perché contiene arsenico e fluoruro in quantità superiori ai limiti di legge. 

Una situazione che interessa diverse decine di comuni (guarda l’elenco). 

Il divieto di bere l’acqua dell’acquedotto colpisce una quarantina di comuni e quasi 300mila persone solo nella Tuscia. 

Il contenuto di arsenico e fluoruro è presente infatti in quantità superiori ai limiti di legge, che sarebbero di 10 microgrammi/litro per l’arsenico, e 1,5 microgrammi per il fluoruro. Una situazione che non è certo una novità, visto che è dal 2001 che regioni e territori chiedono deroghe alla legge. 

Il problema è che il termine concesso per la terza e ultima deroga è scaduto il 31 dicembre 2012 e i lavori di adeguamento probabilmente non termineranno prima del 2014. 

Così dal primo gennaio sono scattate le ordinanze dei sindaci delle province di Roma e Viterbo che, secondo le indicazioni dell’Istituto superiore di Sanità, vietano di bere l’acqua del rubinetto, di usarla per cucinare, lavarsi i denti e fare la doccia a persone con patologie cutanee. 

Un’esposizione prolungata all’arsenico tramite acqua potabile e cibo può causare cancro, lesioni cutanee, malattie cardiovascolari, danni al sistema nervoso e diabete, è infatti l’allarme che arriva dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).  «Il problema – critica Bengasi Battisti, sindaco di Corchiano (Vt) – è che le limitazioni d’uso dell’Iss ci sono state consegnate il 28/12, sono generiche e non sappiamo come rispondere a molte domande dei cittadini. 

Solo nel viterbese sono 32 i comuni interessati e 220mila gli abitanti». 

Ma non mancano criticità anche nella provincia di Latina, segnala Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio.  «Anche se si continua a dire che è tutto risolto lì – spiega – gli ultimi prelievi fatti a dicembre indicavano la presenza di valori fuori legge in 43 comuni delle province di Viterbo e Latina». 

Di fatto il Lazio, aggiunge Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente «è l’unica regione che non è riuscita a rientrare nei parametri stabiliti, non facendo investimenti per potabilizzatori. 

Anche le aziende alimentari ne saranno colpite. 

E il problema non è di facile risoluzione, visto che per molti interventi ancora non si è proceduto al bando di appalto e la fine dei lavori è prevista per il 2014». 

Tutto ciò ha già avuto un impatto sulla salute. 

Uno studio del Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario della regione Lazio, pubblicato ad aprile 2012, ha registrato infatti tra il 2005 e 2011, nei comuni dove la concentrazione di arsenico è superiore a 20 microgrammi, un aumento della mortalità per tutti i tipi di tumore (in particolare polmone e vescica), ipertensione, ischemia cardiaca e diabete nella provincia di Viterbo e del 12% per i tumori in quella di Latina. 

Anche se questi risultati dovranno essere confermati da studi successivi, l’Oms e lo Iarc (International agency research on cancer) hanno già accertato che l’arsenico è un elemento cancerogeno. 

Gli effetti di un’esposizione prolungata da acqua e cibo si hanno dopo almeno 5 anni, e iniziano dalla pelle, con cambiamenti nella pigmentazione, lesioni cutanee su mani e piedi che possono essere precursori di un cancro alla cute. 

«L’allarme lanciato dall’Oms non è altro che l’ulteriore conferma del grande pericolo per la salute di migliaia di abitanti della nostra Regione – dichiara in una nota il candidato del centrosinistra alla regione Lazio, Nicola Zingaretti -. Giusto ieri avevo denunciato il rischio che il Lazio sta correndo a causa della presenza di arsenico nelle acque in alcune zone del viterbese e basso Lazio ed ero stato addirittura criticato da alcuni esponenti di destra e della Giunta Polverini che hanno governato in questi anni senza fare nulla per risolvere una drammatica emergenza. 

Questa gravissima situazione rappresenta uno dei tanti problemi lasciati in eredità da questa destra fallimentare che saremo costretti ad affrontare con immediati investimenti per restituire ai cittadini il diritto all’acqua potabile nelle loro case».

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