Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

mercoledì 2 giugno 2010

Raccolta e stoccaggio: Spariti milioni di euro

I raggiri: La relazione di magistrati, questori e prefetti
Fondi Ue volatilizzati, autorizzazioni scadute, consumi falsificati.Corriere della Sera Roma
Sabato 29 maggio 2010, pagina 3
Truffe allo Stato, distrazioni di fondi Ue, precari controlli ambientali. Tutto fra Roma e province. E' lo scenario attorno alla raccolta e allo stoccaggio della spazzatura secondo quel che martedì hanno raccontato magistrati, questori e prefetti del Lazio alla commissione sul ciclo dei rifiuti.

A Frosinone la procura indaga sulle attività della Saf, la società pubblica (i proprietari sono Provincia e comuni) che gestisce la discarica di Colfelice. Buona parte dei 26 milioni di euro inviati dalla Ue e passati per la Regione Lazio sarebbero stati «distratti».

«I soldi avrebbero dovuto garantire l'adeguamento dell'impianto - ha spiegato il questore Alfonso La Rotonda ma la squadra mobile e la guardia di finanza hanno scoperto che i lavori effettuati sono stati ben pochi. E certificati in maniera differente da quel che effettivamente è stato verificato».

A Colleferro, ha raccontato il pm della procura di Velletri Giancarlo Cirieffi, si indaga su una truffa ai darmi dello Stato che ha visto l'azienda a capitale pubblico che gestisce i due termovalorizzatori dichiarare un consumo di metano inferiore a quello effettivo, incassando fondi pubblici non dovuti per 43 milioni di euro.

Adesso la difesa degli indagati - in sostanza alcuni dirigenti della società commissariata dopo le indagini - sollecita la derubricazione del reato di truffa. Siccome i due impianti sono in vendita (circostanza di cui i parlamentari della commissione non sapevano nulla) gli effetti dell'inchiesta potrebbero danneggiare la trattativa.

Si è scoperto inoltre che i termovalorizzatori di Colleferro a lungo hanno lavorato con autorizzazioni regionali provvisorie se non addirittura scadute.

Sono state bruciate tonnellate di rifiuti «senza che si sia saputo cosa sia finito nell'atmosfera», è la sintesi di Cirielli.

E a Latina è il questore Nicola D'Angelo a segnalare un pericolo nella discarica di Borgo Montello dove in un incavo sarebbero interrati da anni - la segnalazione è di un pentito di camorra - rifiuti tossici.

Un rapporto dell'Enea parla genericamente di «massa metallica sotterrata».
«Non è nelle mie competenze, ma da poliziotto - osserva D'Angelo, investigatore che arrestò numerosi boss della Magliana - andrei a vedere di cosa si tratta di preciso».

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