Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

lunedì 8 agosto 2011

Repubblica: Acea, arriva la stangata sull´acqua Chiesto un aumento del 10 per cento

L´Acea chiede gli aumenti: "Tredici centesimi in più al metro cubo". Il presidente Cremonesi: "Serviranno per ristrutturare la rete idrica". Con la semestrale crollo dell´utile netto della società. Il rincaro dovrebbe servire per ristrutturare la disastrata rete idrica


Batte cassa il presidente di Acea. Insoddisfatto per una semestrale che ha registrato il crollo dell´utile netto (-24% a 55 milioni) e del Mol (-7%), anche a causa della flessione dei consumi elettrici, Giancarlo Cremonesi tira fuori dal cilindro una proposta destinata a pesare esclusivamente sulle tasche dei cittadini: aumentare il prezzo dell´acqua. Un piccolo ritocco, 13 centesimi al metro cubo, necessario per ristrutturare la disastrata rete idrica.

Il sasso è stato lanciato lunedì scorso dal palco di CortinaIncontra, la manifestazione che mixa economia e mondanità organizzata dai coniugi Cisnetto nel cuore della valle ampezzana. «L´acqua in Italia è più a buon mercato che in tutto l´Occidente», ha premesso l´ex leader dei costruttori romani, aggiungendo poi che tutto il mondo delle «multiutility sta impostando un lavoro sulla rete idrica senza costi per lo Stato». E siccome è ora che «vengano riconosciute nelle tariffe gli investimenti che siamo pronti a fare, chiediamo un aumento da 1,30 euro a 1,43 euro a metro cubo, 13 centesimi di cui una famiglia neanche si accorgerebbe». Qualcosa più di un´idea, dal momento che già «a settembre, con questo piccolo aumento, si potrebbero aprire cantieri per ammodernare la rete idrica per alcuni miliardi di euro», ha concluso Cremonesi.

Una proposta che non trova ostacoli da parte del governo. «Cremonesi ha ragione», ha infatti subito replicato il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli. «Il tema ha degli aspetti sociali molto forti per cui l´acqua da noi ha sempre avuto un prezzo "politico". Tutto ciò però ci è costato molto perché abbiamo un sistema degli acquedotti obsoleto che ci fa perdere il 42% dell´acqua».

Contrarissimo il Pd. «Invece di mettere le mani nelle tasche dei cittadini Cremonesi farebbe bene a fare mea culpa per capire come sia stato possibile, in soli sei mesi di gestione, far scendere l´utile netto della semestrale del 24,2% sebbene abbia ereditato dalla gestione Mangoni un utile di 186mln di euro», attacca il vicepresidente della commissione Bilancio, Alfredo Ferrari. «Prima di cercare all´esterno soluzioni, sarebbe meglio fare autocritica e chiarire quali siano le politiche aziendali».

di Giovanna Vitale (07 agosto 2009)

Fonte: http://roma.repubblica.it/dettaglio/acea-arriva-la-stangata-sull%C2%B4acqua-chiesto-un-aumento-del-10-per-cento/1690776



Comitato Acqua Pubblica Velletri

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