Inside. La crisi economica riduce la produzione dei rifiuti dei romani.
Già all'inizio del mese la Regione Lazio e il prefetto-commissario sapevano che a Malagrotta erano in corso lavori di ottimizzazione per recuperare spazi, ma hanno taciuto coscienti che era l'unico modo per evitare il disastro annunciato per i primi giorni del 2012.
Il Consiglio dei Ministri prorogando l'emergenza virtuale è intervenuto per salvare il prefetto e tutti gli atti compiuti
di Fabio Carosi
Tutto già scritto. Come in un film sull'orrore della burocrazia regionale che di giorno si mostra determinata al cambiamento delle regole del gioco e di notte accetta l'aiuto del demonio.
La sentenza del Consiglio di Stato che ha bloccato per poche ore i “poteri emergenziali” del prefetto era attesa e nota a tutti. Così come la reazione del Governo che ha prorogato la finta emergenza nella Provincia di Roma e la successiva proroga per altri 6 mesi della discarica di Malagrotta.
Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, già all'inizio di dicembre la Colari del “demone Cerroni” aveva offerto una via d'uscita alla Regione Lazio e al piano strampalato di individuazione delle discariche, tant'è che aveva notificato la disponibilità di Malagrotta ad accogliere più di un milione di nuove tonnellate di rifiuti, rimodellando il profilo della discarica e compattando con maggiore “aggressività” le colline artificiali. Dunque, nuovo spazio, senza toccare minimamente le “quote”, cioè l'altezza della discarica autorizzata dalla stessa Regione.
Poi c'è la crisi economica ed è l'altro motivo che ha permesso alla Colari di rimodulare la capacità residua della discarica, calcolando spazio utile almeno per altri 6 mesi. E forse anche di più. Dal mese di ottobre, infatti, a Roma la produzione dei rifiuti ha avuto un “crollo” del 15 per cento, inequivocabilmente legato alla diminuzione dei consumi alimentari dai parte dei cittadini. E così, paradossalmente, la congiuntura economica ha aiutato la città ad allungare il calendario di chiusura dell'impianto più grande d'Europa.
Tutto noto, dunque, già dall'inizio del mese, ma opportunamente occultato da Regione, Prefetto e “soggetto attuatore” che hanno preferito proseguire sulla via già segnata. E la riprova che tutti sapevano tutto è nel rinvio della votazione sul Piano Rifiuti, opportunamente spostato dalla presidente Renata Polverini al prossimo 18 gennaio. Guarda caso il giorno dopo quel 17 gennaio 2012, quando il Consiglio di Stato ha fissato la discussione dell'istanza cautelare presentata dalla Colari contro la dichiarazione dello stato di emergenza.
Ora è chiaro che l'intero modello prospettato da Regione e Comune non ha come fine ultimo la soluzione della gestione dei rifiuti di Roma ma solo l'eliminazione del monopolista Cerroni e la sostituzione di Malagrotta con una o più discariche temporanee e ottenere così il tempo necessario per individuare un nuovo “monopolista di fiducia”. Se ne sono accorti tutti, Governo compreso, che con un nuovo decreto a superato il Consiglio di Stato. E non perché a Roma ci sia un'emergenza ma perché diversamente avrebbe vanificato tutti gli atti che portano la firma di Giuseppe Pecoraro. Compreso il budget iniziale di 2 milioni di euro che la Regione gli ha affidato tramite il soggetto attuatore.
La presidente Polverini ostenta sicurezza e distacco:
"Se tutto prosegue come e' il cronoprogramma, sei mesi potrebbero essere troppi altrimenti è il tempo che il prefetto ha stimato come utile", ha detto in trasferta a Frosinone - avevamo individuato un percorso con tempi che hanno subito un rallentamento da parte del Consiglio di stato. Auspichiamo - ha concluso - che con la decisione di merito si possa proseguire con la stessa tempistica". E sul Piano Rifiuti ha annunciato che il 18 gennaio diventera' legge, siamo gia' in contatto con la commissione europea". "La gestione commissariale e' affidata a un commissario di governo che agisce solo con il supporto delle struttura tecnica della Regione e dei comuni. Il piano invece e' indipendente dalla gestione dell'emergenza".
L'ultima parola è stata quella dell'avocato Manlio Cerroni che ha replicato alle accuse del presidente dei Vervi, Nando Bonessio:
“Bonessio non perde occasione di chiamarmi monopolista fingendo di ignorare che in effetti il nostro è un monopolio alla rovescia, cioè a favore dell’utente. Infatti, gli utenti di Roma pagano con Malagrotta per il servizio di smaltimento dei rifiuti indifferenziati in discarica un prezzo inferiore, meno della metà, a quello che pagano tutti gli altri utenti italiani: il servizio industriale, come è noto a Bonessio, costa quasi il doppio. E allora sono io a chiedere a Bonessio: non crede che se i romani ricevessero dal monopolista Acea le bollette dell’acqua a un prezzo dimezzato rispetto agli altri utenti italiani, al mattino sarebbero all’Ostiense a ringraziare la Dirigenza dell’azienda? Così invece non è per Malagrotta; anziché ringraziamenti, riceviamo solo … calci.
Per quanto mi riguarda io posso e debbo solo far sapere ai romani che la Dirigenza e le Maestranze di Malagrotta, che si sono impegnate e hanno lavorato alacremente dallo scorso settembre per un recupero di volumetrie, sono fiere e orgogliose di aver salvato Roma all’alba del nuovo anno dall’emergenza rifiuti: Napoli insegna. Il tutto con economie ingenti per la Città”.
pensiero personale:
- Se è così per gli invasi di malagrotta .. poveri noi sull'invaso di Roncigliano !!
- BASTA con le ecomafie sui Rifiuti .. Vogliamo la differenziata porta a porte, che oltre a generare occupazione .. tende ad arrivare a Rifiuti Zero ed alla valorizzazione dei rifiuti .. i rifiuti sono Oro !! strappamoli dalle mani dei monopolisti delle ecomafie e facciamoli diventare remunerativi per noi e per le nostre amministrazioni .. pratichiamo il ReUse .. in tutti i modi possibili ed immaginabili e togliamoli dagli artigli quanto è possibile ed impossibile ricavar da essi .. fino ad arrivare a rifiuti Zero: "niente si butta .. tutto si ricicla"