Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

mercoledì 28 dicembre 2011

L’Abruzzo sceglie la via degli inceneritori (?)


Per dare una speranza di vita ai Castelli Romani ed ai suoi cittadini dobbiamo vincere la battaglia contro l’inceneritore di Cerroni, Marrazzo e Polverini. Per farlo abbiamo bisogno del tuo aiuto, informati e non delegare, partecipa attivamente.

(Fonte articolo, clicca qui)

“Assistiamo a sterili, fuorvianti e superficiali dibattiti su inceneritori e localizzazioni, senza pensare minimamente che le tecniche di valorizzazione energetica, per esempio, sono così ampie da rispondere in modo esaustivo alle esigenze e ai bisogni di ogni specifico territorio. Ciò che importa è informarsi” aveva detto l’assessore regionale Mauro Di Dalmazio, replicando alle accuse del centrosinistra. “La Giunta regionale – dice Rifondazione comunista – è abituata a offendere l’opposizione e in generale chiunque la critichi. Non fa eccezione l’assessore Di Dalmazio che ha bollato le nostre critiche alla politica pro-inceneritori del centrodestra con dichiarazioni un pò troppo boriose per una compagine che sui rifiuti è finita sotto inchiesta. Di Dalmazio è sfortunato perché noi rifondaroli siamo gente che studia e si informa. Abbiamo quindi fatto qualche approfondimento sull’Interreg ‘Waste to Energy’ con il quale l’assessore Di Dalmazio sta facendo un tour promozionale nelle 4 province abruzzesi. Vengono fuori – secondo Rifondazione – interessanti particolari”.

WASTE TO ENERGY tradotto significa ENERGIA DA RIFIUTI. La società METRON srl di Mosciano S.Angelo (TE) segue il Progetto W2E – Waste to Energy INTERREG IVC per la Regione Abruzzo. Ecco cosa scrivono nel loro sito: “Il 31 gennaio 2010 è stato approvato il progetto “W2E – Waste to Energy” nell’ambito del programma europeo INTERREG IVC. Il progetto ha durata 30 mesi. L’obiettivo generale è quello di scambiarsi conoscenze e buone pratiche sulle tecniche in materia di trasformazione dei rifiuti in energia, e sviluppare piani di azione regionali al fine di migliorare il recupero dei livelli di energia nelle regioni partner del progetto. Per raggiungere tale obiettivo, il progetto è diviso in 3 fasi: sviluppo di strategie regionali per conferire i rifiuti non in discariche, ma in centri appositi per la trasformazione in energia; condivisione su modalità con cui si può incrementare la produzione di energia sostenibile dalla risorsa “rifiuto” e contribuzione allo sviluppo di economie a bassa emissione di CO2 nei Paesi partner del progetto. il progetto coinvolge 8 partner di 6 differenti Paesi europei: Svezia, Regno Unito, Abruzzo, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Romania”.In sintesi l’Abruzzo ha scelto di far parte di un Interreg volto a promuovere gli inceneritori piuttosto che il riuso e il riciclo. Vediamo ora quali sono i partner da cui dovremmo imparare… La contea inglese di Cumbria è partner della Regione Abruzzo nell’Interreg che si chiama Waste to Energy: http://www.waste-2-energy.eu/partners/partners.asp . Questa provincia porta il 54% di rifiuti in discarica e solo il 46% è avviato al riciclo, compostaggio e riuso. Tra i 358 distretti e provincie inglesi si colloca al 98° posto. Ecco il link con i dati aggiornati a novembre 2011 sulla raccolta rifiuti in INGHILTERRA: http://www.guardian.co.uk/news/datablog/2011/nov/04/recycling-rates-england-data . Quindi sono sotto gli obiettivi comunitari di molto e anche al di sotto di molti comuni abruzzesi. Pur essendo una delle regioni più belle della Gran Bretagna dal punto di vista naturalistico la Cumbria non è certo una capofila della riconversione ecologica dell’economia visto che ospita anche una centrale nucleare tristemente (3 incidenti nucleari con conseguente cambio nome del sito, tra i dieci luoghi più radioattivi della Terra, avete mai sentito parlare di Sellafield?). Ora questi vengono a fare i professori in Abruzzo. Perché? La provincia di Cumbria ha affidato per 700 milioni di sterline l’appalto per la gestione dei rifiuti per 25 anni ad una società che si chiama SHANKS. Questa società ha una partnership tecnologica con la società italiana ECODECO per la costruzione di impianti MTB in Inghilterra e, in particolare, proprio uno in Cumbria: “Inoltre Ecodeco sta costruendo due impianti, della capacità massima di 75.000 t/anno ciascuno, a Rockliffe-Carlisle e Barrow in Furness nella regione di Cumbria”. http://www.ecodeco.it/home/cms/ecodeco/chi_siamo/eventi/nuovo_impianto.html . ECODECO è una società del gruppo A2A, che possiede il 100% delle azioni. A2A gestisce l’inceneritore di Brescia e quello di Acerra. ECODECO l’abbiamo già sentita nominare nell’inchiesta RE MIDA. Antonio Vercesi è funzionario della ECODECO e autore degli appunti sullo schema politico/affaristico che avrebbe portato alla realizzazione degli inceneritori. ECODECO è la società che voleva vendere a Di Zio (e Venturoni) la tecnologia per l’inceneritore da fare a Teramo. Nelle intercettazioni dell’inchiesta Re Mida due funzionari della Ecodeco srl commentano tra loro: «Stiamo facendo un affare dieci volte più grosso… L’unico posto in Italia dove puoi fare un inceneritore nei prossimi cinquant’anni è in Abruzzo… ». A2A oggi detiene il 100% del capitale di Abruzzoenergia S.p.A. In data 27 luglio 2011 A2A S.p.A. ha acquistato il residuo 5,05% delle quote di minoranza. Tra i soci di minoranza c’era Ambiente Spa. Inoltre dal sito di DECO si legge “DECO S.p.A. rappresenta il partner di importanti società quali Abruzzo Energia. S.p.A.”: http://www.decogroup.it/pdf/brochure_istituzionale_Deco.pdf . ABRUZZO ENERGIA avrebbe dovuto secondo la ricostruzione della Procura di Pescara gestire un termovalorizzatore in Abruzzo. La A2A (attraverso AbruzzoEnergia) ha in corso il contestatissimo progetto di elettrodotto Villanova-Gissi e inoltre è coinvolta nel business della produzione di energia in montenegro, che ha attirato l’attenzione di diverse inchieste giornalistiche, la cui energia verrà esportata verso l’Abruzzo con il cavo Tivat-Montenegro che sbarcherà a Pescara e che sarà realizzato da Terna.

E’ tutto casuale? E’ lecito chiedersi come mai si chiami a pontificare una contea inglese che non arriva neanche agli obiettivi previsti dalle direttive comunitarie?

_(Fonte articolo, clicca qui) Superare le criticità del ciclo dei rifiuti in Abruzzo per trasformarle in opportunità. È su questa scommessa che si misura l’impegno dell’assessore Mauro Di Dalmazio, che auspica un clima politico aperto alla discussione, senza contrapposizioni ideologiche. L’obiettivo è quello di traghettare il vecchio sistema degli Ato (ambiti territoriali ottimali) su un percorso, già tracciato che prevede una nuova legge e un programma di investimenti. A che punto è la legge? «Il disegno di legge di cui si discute in Abruzzo riguarda sostanzialmente un adempimento della norma nazionale, del marzo 2010, che abolisce gli Ato e individua una sola autorità con nuovi soggetti cui è demandato il compito di gestire il ciclo integrato dei rifiuti. In Abruzzo abbiamo individuato Province e Comuni quali enti titolari, ridisegnando gli ambiti in modo più conforme alle necessità del territorio, ma anche indicato poteri di surroga per evitare le inerzie del passato. La legge è un aspetto che definisce l’organizzazione, il problema vero, per noi cruciale, è quello di superare le criticità dell’attuale sistema». Sistema definito ai limiti del collasso, se non una vera e propria emergenza conclamata. «Abbiamo ereditato una situazione difficile, costellata dall’inerzia. In Abruzzo mancano gli impianti, perché i vecchi soggetti attuatori non li hanno realizzati. Tant’è che siamo riusciti a recuperare circa 16 milioni di euro non spesi per fare discariche, centri di trattamento per il compostaggio, piattaforme ecologiche e di stoccaggio per la differenziata. Venuti meno gli impianti, ecco spiegata l’attuale fase critica, con sindaci che spesso sono costretti a inviare i rifiuti fuori regione facendo così lievitare i costi di gestione. Un altro forte elemento di criticità è stata la bassa percentuale di raccolta differenziata, che ora però sta crescendo». Come si va oltre le criticità del sistema? «Principalmente, muovendosi nel solco delle direttive europee e della normativa nazionale, poi completando il ciclo integrato dei rifiuti». Cos’è il ciclo integrato? «È quello che ci chiede l’Europa: ridurre la produzione dei rifiuti, differenziare e riciclare, perché la raccolta differenziata senza riciclo è necessaria ma non sufficiente; c’è poi la valorizzazione energetica, che non equivale necessariamente a realizzare inceneritori, in quanto esistono altre tecniche; infine, la parte residuale dei rifiuti da conferire in discarica. Questo è il ciclo ottimale delineato dall’Ue al quale bisognerà conformarsi, senza contrapposizioni, trasformando la questione rifiuti da problema a risorsa».Il terreno di scontro riguarda la valorizzazione energetica, qual è l’orientamento della Regione? «Il salto culturale che noi chiediamo è evitare di mettere, l’una contro l’altra, le fasi (differenziata contro valorizzazione), perché sono entrambe necessarie per un ciclo integrato virtuoso. Siccome non c’è alcun sistema al mondo che possa differenziare i rifiuti al 100%, ecco perché diventa ineludibile la valorizzazione energetica». Saranno realizzati termovalorizzatori in Abruzzo? «Ripeto, c’è bisogno innanzitutto di alzare la differenziata, che attualmente è intorno al 30% e portarla almeno al 40%, che è la soglia minima per avviare la valorizzazione energetica. Nel 2010, siamo cresciuti del 4% e finiremo il 2011 con un incremento vicino al 6%. Per arrivare al 40% abbiamo previsto investimenti per circa 12 milioni di euro, attinti dal Fas, finalizzati alla sola differenziata a partire dall’inizio del 2012. Aggiungereno altri fondi per sostenere la realizzazione di centri di stoccaggio (circa 16 milioni di euro) e compostaggio. Complessivamente, investiremo circa 25 milioni di euro sul ciclo dei rifiuti. Poi lavorereremo sui centri del riuso, che servono a ridurre la produzione dei rifiuti». Torniamo alla valorizzazione energetica, quali passi sono stati fatti per cercare la soluzione migliore? «Ci siamo rivolti al Cnr per avere un parere sulle tecnologie esistenti al mondo, le meno impattanti e le più produttive per una regione come l’Abruzzo. I risultati dello studio Cnr saranno presentati tra dicembre e gennaio in tutte le Province. Si comincerà il 15 dicembre a Chieti e il 16 a Teramo, perché vogliamo sollecitare il massimo confronto possibile su questo tema. I risultati del Cnr saranno portati anche al vaglio del Patto per lo Sviluppo, proprio perché tutte le parti sociali possano prendere coscienza della migliore soluzione possibile». Non teme le pressioni delle lobby che premono sui termovalorizzatori?«La sollecitazione di un confronto il più possibile allargato risponde proprio all’esigenza di tenere le lobby fuori dalla porta. Poi toccherà anche ai nuovi gestori del ciclo integrato individuare gli impianti più idonei».Gli impianti saranno a gestione pubblica o privata? «La legge prevede che quando si faranno le gare per il ciclo integrato dei rifiuti, tutti gli impianti dovranno essere compatibili con gli indirizzi della nuova legge. I finanziamenti regionali saranno comunque orientati a finanziare impianti pubblici».


associazione DIFFERENZIATI

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