Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

domenica 18 marzo 2012

Reazioni politiche alle parole del Ministro Clini sull’inceneritore di Albano

 

(Fonte articolo,clicca qui) Ci auguriamo che le vie brevi del Ministro Clini siano malinformate, perché il gassificatore di Albano, così come qualsiasi altro nuovo inceneritore nel Lazio, è assolutamente inutile o produttivo di politiche contro la differenziata e il riciclo dei materiali. Cerchiamo di spiegare il perché: attenendoci ai numeri riportati nel Piano rifiuti da poco approvato dalla maggioranza Polverini, la produzione della spazzatura per l’anno 2012, senza nessuna riduzione, è di 3.455.869 tonnellate. La Raccolta differenziata prevista dal 2012 al 2017 è pari al 65%, quindi circa 2.246.315 tonnellate di materiale riciclabile e 1.209.554 tonnellate di indifferenziata. Quest’ultima quantità è utile per calcolare il CDR (combustibile derivato da rifiuti) da inviare agli inceneritori. Considerando che dell’indifferenziato inviato agli impianti di trattamento meccanico biologico circa il 35% viene trasformato in combustibile, risulta che verranno prodotte 423.344 tonnellate di CDR. Visto che nel piano dei rifiuti è riportata una capacità di incenerimento pari a 707.900 entro il 2014, considerando che per costruire un nuovo inceneritore ci vogliono dai due ai tre anni, la portata massima entro il 2014, senza la costruzione di Albano, è ben superiore alle 423.334 di combustibile prodotto. A questo punto qualche “maligno” potrebbe contestare il dato del 65% di raccolta differenziata, ma facendo un calcolo a ritroso è possibile dedurre la percentuale minima di riciclo entro la quale la capacità degli impianti di incenerimento sono comunque sufficienti: ebbene questa percentuale è del 41% Il calcolo, si noti bene, è stato fatto considerando le discariche solo di servizio, proprio come ci impone l’Europa. Visto che per costruire un inceneritore ci vogliono circa trentasei mesi, volete che la Giunta Polverini in questo lasso di tempo non riesca a raggiungere il 40% di Raccolta differenziata in tutto il Lazio? Se no, allora si vuole una politica di inceneritori e contro la differenziata e il riciclo dei materiali.

(Fonte articolo, clicca qui) C’è anche un piccolo giallo nell’audizione del ministro dell’Ambiente Corrado Clini in commissione Ecomafie. Clini, infatti, ha rivelato che «sono state sbloccate le procedure per il termovalorizzatore di Albano». Dopo che la giunta Marrazzo aveva dato le autorizzazioni per la costruzione dell’inceneritore, il Tar aveva bloccato tutto dando ragione ai comitati e ai sindaci di zona. Secondo Clini, il ricorso al Consiglio di Stato avrebbe dato, invece, il via libera ai lavori. «Ho avuto notizie ma per le vie brevi», ha spiegato il ministro. «Era pendente una procedura del Consiglio di Stato che è stata sbloccata e quindi la costruzione dell’impianto può riprendere». Soddisfatto il sindaco, Gianni Alemanno: «Se le indiscrezioni sono vere si tratterebbe di una buona notizia». Alla Regione, però, «non risulta una sentenza depositata», afferma Renata Polverini. E i comitati partono all’attacco: «Le affermazioni di Clini costituiscono violazione di segreto istruttorio, di segreto della camera di consiglio e integrano ipotesi di abuso di potere». Contrari all’inceneritore anche i Radicali: «È inutile e produce politiche contro la differenziata».

(Fonte articolo, clicca qui)“Il problema dei rifiuti di Roma deve essere risolto a Roma, dove territorio e condizioni geomorfologiche consentono di farlo. Riteniamo inaccettabili le parole del ministro Clini che ha anticipato la sentenza del Consiglio di Stato sul termovalorizzatore di Albano annunciando il via libera alla realizzazione della struttura. Non mettiamo in dubbio l’affidabilità delle sue ‘vie brevi’ ma riteniamo che un ministro dovrebbe parlare solo sulla base di fatti certi e sentenza pubbliche. Non vorremmo che questa sua esternazione non fosse altro che un tentativo di influenzare l’esito della sentenza stessa. Rimane il fatto che il piano regionale dei rifiuti, dopo i pasticci di Corcolle e Riano fatti dal sindaco Alemanno e dalla governatrice Polverini, non si deve risolvere come sempre a danno della Provincia di Roma, portando cioè i rifiuti della Capitale ad Albano e a Colleferro nella Valle del Sacco”. Lo dice Renzo Carella deputato del Pd.

(Fonte articolo,clicca qui) In riferimento alla recenti dichiarazioni sull’inceneritore di Albano, il Comune non può e non deve, come istituzione, rispondere alle indiscrezioni che da qualche giorno circolano sui media. Anche perché ci lascia perplessi l’ipotesi che il Consiglio di Stato possa ribaltare una sentenza così fortemente motivata e dettagliata come quella del Tar Lazio che ne ha bloccato la costruzione. L’amministrazione comunale, con la consueta tranquillità, attende che il Consiglio di Stato si pronunci, consapevoli che solo i fatti valgono, e non le inutili discussioni correlate alle “voci”.

(Fonte articolo, clicca qui) “Ci aspettavamo che il ministro Clini assicurasse un intervento per il rispetto, da parte della Regione e del Comune di Roma, delle disposizioni europee e nazionali che prevedevano il 65% della raccolta differenziata entro la fine dell’anno”. E’ quanto afferma il capogruppo regionale della Federazione della Sinistra, Ivano Peduzzi. “Ci inquieta, invece, che i poteri forti e gli interessi che si muovono intorno alle scelte di realizzare discariche e inceneritori, vengano rappresentati da questo Ministro, addirittura anticipando sentenze e, forse, cercando di condizionarne l’esito. Siamo fiduciosi nell’operato nella magistratura e e auspichiamo un giudizio autonomo a conferma della sentenza del Tar che ha bocciato la procedura autorizzativa, motivandone tutte le ragioni”.“Ribadiamo, in ogni caso, che tale bocciatura è già stata data dai cittadini e dalle comunità locali e siamo per questo preoccupati che, anche sui rifiuti nel Lazio, il Governo riproponga il modello No Tav”, conclude Peduzzi.

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