Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

mercoledì 14 marzo 2012

Rifiuti, due ipotesi e un salvagente

intanto rispunta la proroga di Malagrotta

_(Fonte articolo,clicca qui) Prima riunione, ieri sera, della commissione insediata dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, per risolvere il rebus discariche del Lazio a un passo dall’emergenza. Coordinata dal segretario generale del Ministero, vi partecipano i tecnici di Comune, Provincia e commissario per l’emergenza rifiuti (vale a dire del prefetto Giuseppe Pecoraro). Il 22 marzo ci sarà un nuovo vertice con Clini: ci sono nove giorni per decidere. Avendo ben chiaro che il 30 giugno scade l’ultima proroga di Malagrotta e sarà assai arduo trovare qualcuno che si prenda la responsabilità di firmarne un’altra: il presidente della Regione, Renata Polverini, ha già detto che non lo farà; Pecoraro a questo punto non sembra disponibile. Il prefetto ribadisce le due scelte fatte per i siti: Corcolle e Quadro Alto (Riano). Ma ormai, anche alla luce dei vincoli posti dal Ministero per i Beni culturali, su Corcolle si va verso i titoli di coda.  Ieri il ministro per i Beni culturali, Lorenzo Ornaghi, lo ha detto senza timidezze: «Che si riesca a difendere e ad avere successo per Villa Adriana è un motivo di felicità per tutto il ministero, oltre che di soddisfazione per tutti i cittadini. Fin dal sorgere della vicenda il Mibac ha tenuto costantemente sotto controllo la questione e, su mia decisione, ha esercitato i suoi poteri di vincolo senza alimentare polemiche inutili». In sintesi: Corcolle addio. Ed era la soluzione per i quali i tempi sarebbero stati più rapidi.
Anche su Quadro Alto, la presenza di una falda acquifera (ma non solo) potrebbe convincere Clini a suggerire soluzioni differenti. Come se ne esce? Cosa succederà ai rifiuti del Lazio dal primo luglio? Ieri dal Veneto i primi schiaffi. L’assessore regionale all’Ambiente, Maurizio Conte: «Dopo le risorse per Roma capitale ci toccherà pure sborsare un’infinità di quattrini per Roma pattumiera e magari accettare proni i loro rifiuti. Così non sarà. Con i cospicui finanziamenti statali ricevuti da Alemanno e chi lo ha preceduto l’autosufficienza nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti non è stata raggiunta». In sintesi: il Veneto non accoglierà i rifiuti del Lazio. Al di là delle polemiche, ora sono due le soluzioni praticabili: la prima guarda a Pian dell’Olmo, alla cave nel territorio di Roma (ma molto vicine a Riano). Questa tesi ieri è stata sostenuta anche dal capogruppo in Comune del Pd, Umberto Marroni: «Dopo che le amministrazioni di centrodestra hanno portato il sistema rifiuti regionale e romano in emergenza è necessario voltare pagina e aprire un tavolo con Governo, istituzioni e forza di maggioranza ed opposizione per affrontare le priorità, fra cui l’individuazione di un sito idoneo per una discarica temporanea, valutando l’ipotesi delle cave di Pian dell’Olmo, ed uno definitivo per inerti e Fos». La seconda, forse più probabile, è quella molto temuta dagli abitanti di Malagrotta e di tutta l’area di Valle Galeria: Monti dell’Ortaccio (a ridosso di Malagrotta), dove di fatto una discarica è già pronta. Ieri il presidente del Municipio XV, Gianni Paris, ha chiesto di incontrare Clini: «Tornare a prendere in considerazione Monti dell’Ortaccio è aberrante, è un crimine».

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