Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

giovedì 10 maggio 2012

IL GASSIFICATORE DI MALAGROTTA E' ROTTO

                                                                                                                                        (Fonte articolo, clicca qui) “Il gassificatore di Malagrotta e’ fermo dal 10 ottobre 2011. Le 60 persone che lavoravano al funzionamento della prima linea di gassificazione sono da allora senza lavoro. Nel marasma che ha investito Malagrotta nessuno, ne’ i media e ne’ le istituzioni, ha portato in evidenza la situazione paradossale per cui da una parte si vuole costruire un nuovo impianto, ad Albano, mentre dall’altro si manda in malora l’impianto piu’ nuovo fra quelli presenti nel Lazio, quello di Malagrotta, disperdendo le capacita’ acquisite negli anni da questi 60 operatori, che, nel momento in cui il gestore ha fermato l’impianto, sono stati messi sotto cassa integrazione”. Lo hanno dichiarato i consiglieri regionali Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, appartenenti alla lista Bonino Pannella, Federalisti Europei.
“A questo punto – continuano i Radicali – la realta’ supera qualsiasi fantasia: infatti l’INPS non avrebbe ricevuto nessuna comunicazione per garantire loro gli ammortizzatori sociali. Quindi, mentre il gestore dell’impianto, il proprietario di Malagrotta e la Presidente della Regione Lazio litigano e si contendono l’affaire rifiuti, vi sono persone che vivono da mesi senza stipendio e senza ammortizzatori sociali”.
“Chiediamo all’Assessore dei Rifiuti Pietro Di Paolo e all’Assessore al Lavoro e Formazione Mariella Zezza – concludono – il motivo del mancato funzionamento della prima ed unica, linea di gassificazione a Malagrotta, il perche’ si e’ pronti a costruire un impianto di gassificazione ad Albano quando, ad oggi, quello di Malagrotta non e’ funzionante, ma soprattutto chiediamo cosa si intenda fare rispetto alla grave situazione dei sessanta lavoratori che, ad oggi, non usufruiscono di nessun ammortizzatore sociale”.

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