Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

venerdì 25 maggio 2012

Una discarica a 750 metri dalla Versailles dei romani

_Inceneritori bocciati senza se e senza ma fatti miracolosamente riapprovare in tutta fretta e discariche tra antiche rovine romane. Benvenuti nel governo dei tecnici e delle banche.
_(Fonte articolo, clicca qui) Il Presidente del Consiglio ha confermato la sua piena fiducia al prefetto Pecoraro sulla gestione dei rifiuti della capitale e la discarica si avvicina sempre più a Corcolle. Contro: i ministri dei Beni culturali e dell’Ambiente, il sindaco, il presidente della Provincia, 77 europarlamentari e soprattutto il movimento di intellettuali, ambientalisti e cittadini che si allarga sempre di più. Questa sera raduno davanti a Villa Adriana e sabato 26 maggio, alle 10, un’altra manifestazione. Se il Prefetto e il presidente della Regione credono che la battaglia per la nuova discarica della capitale sia vinta grazie al placet, dato dal Presidente del Consiglio, non hanno calcolato il compatto movimento di protesta che da mesi è coeso nella difesa del territorio e di Villa Adriana. E non sono solo i cittadini che vivono a pochi passi dal sito nel quale si riverseranno “temporaneamente” i rifiuti della città, ma rappresentanti del mondo della cultura nazionale e mondiale. Impensabile ipotizzare per un francese, per un tedesco persino per un giapponese che un’istituzione ratifichi la costruzione di una discarica nell’area nella quale sorge un bene riconosciuto patrimonio dell’UNESCO. E’ come se davanti al Colosseo si attrezzasse un mercato di souvenir e un fast food mobile; come se a Villa Borghese si costruissero dei palchi sui pini secolari; come se Fontana di Trevi diventasse un centro commerciale all’aria aperta… Perché chi vive all’altro capo del mondo capisce che tutto ciò sarebbe inaccettabile e chi, con la macchina blu, può ritrovarsi tutti i giorni comodamente tra la meraviglia, lo ritiene fattibile e, quando può evitarlo, non capisce e ratifica Una prima risposta netta arriva da Andrea Carandini, che ieri ha rifiutato l’invito rivoltogli dal ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi, a far parte del nuovo Consiglio superiore dei beni culturali del quale era stato presidente. Un rifiuto maturato anche in seguito alla fiducia di Monti al prefetto. “Non si può costruire una discarica a 750 metri dalla Versailles dei Romani ”, ha chiosato l’archeologo. Il campanello di allarme è arrivato anche al ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri che chiede un ”approfondimento da parte del consiglio dei ministri”. Non si arresta però il coro di proteste dal mondo della cultura e dell’ambientalismo, fuori e dentro la politica. Il sindaco e la Provincia di Roma hanno ribadito il loro no a Corcolle. Unica a confortare la scelta di Pecoraro il presidente della Regione Lazio. Cultura e salute dei cittadini non sembrano elementi ostativi ai progetti in corso. Legambiente fa infatti notare che sotto il sito c’è il condotto dell’Acqua marcia che porta l’acqua a Roma” e ”la falda sotterranea” che alimenta i pozzi di Acea, cioè i rubinetti della capitale. Lo ha fatto notare anche l’altro ministro contrario, il titolare dell’Ambiente, Corrado Clini. Palazzo Chigi risponde anche a questa obiezione, ribadendo il ”convincimento che il commissario sapra’ salvaguardare con le opportune opere le falde, ed evitare altre forme di inquinamento assicurandosi che nella discarica venga depositato solo materiale gia’ trattato”. Chissà cosa risponderà il premier anche ai 77 europarlamentari di diversi Paesi che, su iniziativa di Guido Milana, gli hanno inviato una lettera di protesta? Intanto i cittadini sono pronti a difendere anche fisicamente il proprio territorio con sit in e manifestazioni. Per sabato mattina se ne prepara una importante, appena possibile, si comunicheranno indicazioni precise.

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