Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

mercoledì 13 giugno 2012

Lettera aperta e Comunicato stampa del Coordinamento Romano Acqua Pubblica



 
Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci.
 
Questo dicevamo un anno fa, esultando a Piazza bocca della Verità in una foto chiara e nitida di una vittoria popolare del referundum sull'acqua. Una vittoria costruita negli anni, metro per metro, territorio per territorio.
Un movimento ricco e vario, dalle parrocchie ai centri sociali, caparbio e determinato, radicale nella sua critica e nella sua proposta: gestione dall'acqua fuori dal mercato e in mano ad una nuova partecipazione dei cittadini e delle cittadine.
Oggi, chi ha costruito quella vittoria, insieme a 1.200.000 romane e romani, deve difendere quella volontà dal tentativo di ignorarala e tradirla.
Lo stiamo facendo in questi ultimi 2 mesi come sappiamo fare: per strada parlando con ogni singola persona, organizzando dibattiti ed incontri, costruendo una mobilitazione che cresce ogni giorno.

Stiamo difendendo quella vittoria e quella volontà dalla Giunta comunale di Roma di Alemanno e dalla sua maggioranza che, abbiamo detto più volte, si sta rinchiudendo in una strada solitaria ed autoritaria che calpesta la volontà di tutti noi.

Lo ha fatto la prima volta proponendo la delibera 32 in cui si propone la vendita del 21% di ACEA, SPA già privata che, in questo modo, sarebbe completamente relegata agli appetiti del mercato e degli squali che lo abitano. Non abbiamo difficoltà a dire che in questa decisione pesano i due maggiori azionisti insieme al Comune di Roma: il gruppo legato a Caltagirone e la multinazionale francese GDF-Suez.

Una seconda volta è stata calpestata, in questi due mesi, con tutte le falsità sugli obblighi di legge che sono state dette, affermate e ribadite dal sindaco Alemanno, dai suoi assessori e dai consiglieri di maggioranza.

La terza volta con le scene che in quest'ultima settimana abbiamo visto in Campidoglio; una maggioranza che forza il regolamento comunale per imporre una sospensiva per rimandare la discussione degli odg presentati dalle opposizioni a dopo l'approvazione della delibera 32, di fatto rendendo inutile la discussione stessa.

Fino a lunedì 11 giugno, con la votazione della sospensiva realizzata a sorpresa, mentre era in corso una bagarre nella quale i consiglieri di maggioranza in Campidoglio hanno aggredito fisicamente anche i comuni cittadini che stavano protestando. Si è raggiunto il livello più basso: hanno forzato il funzionamento del Consiglio comunale, ritenendo valida una votazione avvenuta con modalità illegittime.

GUARDA IL VIDEO: LA FALSA DEMOCRAZIA

GUARDA IL VIDEO: "GLI ANTIDEMOCRATICI"

Potranno provare a spiegarla come vogliono ma, la verità, è che il centrodestra di Roma sta privatizzando ulteriormente l'acqua regalandola ai privati e ignorando la volontà dei cittadini. Compreso chi l'ha votato.

Quello che si sta calpestando è una scelta fatta a chiare lettere, in nome di interessi economici ed elettorali.

Non sappiamo di fronte alla rottura palese delle norme democratiche come i cittadini possano imporre, a quelli che dovrebbero essere i propri rappresentanti, di rispettarli.

Sappiamo che quel meccanismo è ufficialmente ignorato, che il livello della rappresentanza è stato rotto preferendo il mercato, le sue regole ed opportunismi, scegliendo che sia quello a regolare gli interessi collettivi.

Ma sappiamo già quali sono le facce che stanno sorridendo in questo momento.

Sappiamo che i prossimi appuntamenti in Campidoglio saranno determinanti e che abbiamo la possibilità di manifestare, di presentarci dove non ci vogliono per fare i loro affari.

Sappiamo che, se siamo insieme, siamo una forza inarrestabile.

Per questo facciamo appello a tutta la cittadinanza perchè si mobiliti e, da ogni strada e da ogni territorio, fino al centro di Roma e alla piazza del Campidoglio, si alzi forte la voce in difesa di questa collettvità fatta di migliaia di persone, della loro quotidianità ai tempi della crisi; una città a cui vengono chiesti sacrifici e accettazione dei privilegi di pochi; a cittadini di questa città a cui viene chiesto di sacrificare la propria sovranità.

A questa stessa città, fatta di uomini e donne, noi chiediamo di difendere e costruire i propri stessi diritti, la possibilità di tutelare quello che è di tutti/e e, soprattutto, la dignità del proprio futuro.

Coordinamento Romano Acqua Pubblica


Comunicato stampa: Il Consiglio Comunale a porte chiuse: ennesimo scempio alla democrazia

Ieri in Campidoglio abbiamo assistito alla totale sospensione di tutte le più elementari regole democratiche che dovrebbero essere garantite nella gestione della cosa pubblica. Sono almeno quattro gli scempi di democrazia di cui siamo stati testimoni.

Il primo scempio è quello a cui assistiamo ormai da settimane: l'ostinata volontà del Sindaco Alemanno e della sua maggioranza a voler vendere il 21% di Acea in barba al milione e duecentomila romani e ai ventisette milioni di italiani che un anno fa, grazie al referendum, hanno scelto una gestione pubblica e partecipata del servizio idrico.

Il secondo scempio è stata la costante e scandalosa forzatura dei regolamenti dell'organo di cui i consiglieri capitolini fanno parte. Si tenta con ogni stratagemma di aggirare e ingannare le regole del Consiglio Comunale, prima cercando di impedire la partecipazione del pubblico, poi rimandando la discussione degli ordini del giorno presentati dalla minoranza a quando la vendita di Acea sarà già stata discussa, infine approfittando della confusione (e qui si giunge al punto più basso della storia del Consiglio Comunale romano) per far passare la proposta della maggioranza con una votazione avvenuta in piena rissa e che presenta forti dubbi di legittimità.

Il terzo scempio è l'aggressione fisica del pubblico che aveva pacificamente e giustamente occupato l'aula per denunciare la totale follia di quanto stava avvenendo. Travolti da italico ardore e nostalgie giovanili i consiglieri di maggioranza si sono scagliati contro i colleghi dell'opposizione e contro gli attivisti del Coordinamento Romano Acqua Pubblica.

Il quarto scempio è di oggi ed è la scandalosa decisione di far svolgere il Consiglio comunale di domani a porte chiuse: un affronto alla partecipazione dei cittadini all'amministrazione, un modo per scaricare sui cittadini presenti in aula il pietoso spettacolo offerto dai consiglieri di maggioranza fatto di risse, sgambetti e palesi irregolarità.

Noi non assisteremo alla palese e duratura mortificazione della democrazia. Non accettiamo la logica violenta ed arrogante di certi consiglieri. Non rinunceremo alla presenza in Consiglio che è nostro diritto e dovere civico. Noi torneremo in Campidoglio, pacifici ma determinati per dire che l'acqua non si vende e che Acea deve tornare pubblica.

Coordinamento Romano Acqua Pubblica


http://www.ateneinrivolta.org/

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