Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

venerdì 15 giugno 2012

primo ricorso no inc all'unione europea


costruzione dell’Inceneritore di Albano: assenza delle prescritte gare d’appalto pubbliche (europee e nazionali), violazione delle norme sulla concorrenza e richiesta illegittima di contribuzione pubblica (Cip 6 e certificati verdi).

Col decreto n. 147 del 28 Dicembre 2007, difatti, l’allora Commissario straordinario dell’emergenza rifiuti della Regione Lazio (nonché Presidente della Regione) Piero Marrazzo, assegnò al Co.E.Ma. (Acea, Ama e Pontina Ambiente di Cerroni), in assenza d’una gara d’appalto “aperta” , ovvero d’una gara d’appalto pubblica ed europea, l’incarico per la costruzione dell’inceneritore di Albano.

Il beneficiario diretto, il consorzio pubblico/privato Co.E.Ma. - istituito su proposta dello scomparso Assessore ai rifiuti della Regione Lazio Mario Di Carlo (vedi fuori onda di Report) – nacque, anch’esso, in assenza d’una regolare gara d’appalto pubblica e nazionale:

ovvero con un atto privato sottoscritto il 15 Febbraio 2007 presso il Notaio Dott. Cerasi di Roma. L’art. 6, 2°comma, dello Statuto Co.E.Ma. prevede, inoltre, come se non bastasse: “il consorzio provvederà a realizzare direttamente od a coordinare l’esecuzione delle singole fasi di costruzione dell’impianto attraverso l’affidamento diretto alle imprese consorziate, ovvero a società comunque facenti parte dei rispettivi gruppi …”.

Si tratta, in sostanza, di tutti affidamenti diretti: sia per l’appalto principale sia per i relativi sub-appalti. Le leggi nazionali ed europee impongono, viceversa, per Enti, Consorzi e Società a partecipazione statale, appalti e sub-appalti aperti, attraverso l’uso di gare ed appalti pubblici

A ciò s’aggiunge un’altra anomalia, tutta Italiana: quella di utilizzare la contribuzione pubblica (Cip 6: il 7% della bolletta elettrica) destinata alle energie verdi e rinnovabili anche per la costruzione degli inceneritori. Questa consuetudine, per nostra fortuna, venne bloccata nel corso del 2008 da una direttiva U.E..

Tale direttiva è divenuta vincolante per tutti gli Stati membri a partire dal 1 Gennaio 2009. Unica eccezione gli impianti di incenerimento che, entro e non oltre il 31 Dicembre 2008, fossero già definitivamente approvati a livello amministrativo o che si trovassero in fase di cantierizzazione. Fu così che Marrazzo, in tutta fretta - nonostante il periodo commissariale si fosse concluso il 30 Giugno 2008 -  firmò l’Ordinanza n. Z-0003 del 22 Ottobre 2008. Ordinanza che permetteva - anche se l’approvazione amministrativa dell’inceneritore di Albano non si era ancora conclusa - di avviare, in modo fittizio (il cantiere, ancora oggi, non ha avuto inizio!!) la cantierizzazione per la costruzione dell’impianto di Roncigliano. Col fine evidente, neanche a dirlo, di rientrare, almeno formalmente, nei termini della direttiva U.E. ed accaparrarsi, costi quel che costi, i fondi pubblici. Il cantiere fantasma, tra l’altro, come confermato dai verbali della Polizia Municipale di Albano, consistette nella “sola posa della rete di recinzione nel terreno”: 6 paletti - di numero - ed una rete metallica. Su questi e soli presupposti, nel mese di Giugno 2009, il Co.E.Ma. sottoscrisse presso il GSE (gestore del servizio elettrico nazionale) - proprio in virtù dell’Ordinanza di Marrazzo n. Z-0003 del 22 Ottobre 2008, più volte citata anche nei bilanci ufficiali del consorzio - una convenzione preliminare per il riconoscimento degli incentivi Cip-6 (per la costruzione dell’impianto di incenerimento) e per il riconoscimento dei certificati verdi (incentivi statali per l’energia elettrica prodotta dall’impianto).

L’ordinanza di Marrazzo n. Z-0003 del 22 Ottobre 2008 è stata bocciata, perché firmata “fuori tempo massimo”, sia dal Tar Lazio sia dal Consiglio di Stato e, con essa, la relativa cantierizzazione fittizia.

Con quali modalità d’affidamento, quindi, chiediamo innanzitutto alla U.E., è stato assegnato l’incarico relativo alla costruzione dell’inceneritore di Albano? Su quali presupposti, chiediamo ancora, tutti i soldi pubblici Cip 6 (necessari a costruire l’impianto di Albano) e tutti i soldi pubblici dei certificati verdi (per l’energia elettrica prodotta dall’impianto) sono stati richiesti presso il  Gestore del Servizio Elettrico Nazionale?

Il primo ricorso No Inc alla U.E. - per violazione delle direttive comunitarie  e delle norme nazionali in tema di gare d’appalto, concorrenza pubblica e contribuzione pubblica (Cip 6  e certificati verdi)  - verrà depositato, inoltre, contestualmente, sotto forma di esposto, anche presso l’Autorità Nazionale di Vigilanza sui Lavori Pubblici ed all’Agenzia Nazionale sulla Concorrenza.

Restiamo in attesa, inoltre, di conoscere: sia l’esito della denuncia penale nei confronti del Ministro Clini (violazione del segreto della camera di consiglio ed abuso d’ufficio) spostata, per competenza, dalla Procura di Roma al Tribunale dei Ministri; 
sia l’esito della denuncia penale nei confronti di alcuni dirigenti della Regione Lazio (omissione e falso in atto pubblico ed abuso di potere e d’ufficio) depositata, alcune settimane fa, presso gli organi competenti della Procura di Roma.


Coordinameto No-Inc di Albano  

http://www.noinceneritorealbano.it/

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