Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

lunedì 9 gennaio 2012

LO SCENARIO del PIANO RIFIUTI del Lazio

QUALCHE PASSO INDIETRO PER COMPRENDERE LO STATO DELL'ARTE RIFIUTI dell'OGGI ..

La vicenda del Piano Rifiuti del Lazio, la chiusura di Malagrotta, l'individuazione dei siti per lo stoccaggio temporaneo e l'individuazione dei siti dei nuovi impianti di incenerimento, sono nella "potestà" cioè nell'attribuzioni della legislazione deputata alle regioni. Questa competenza viene introdotta con la modifica del titolo V della Costituzione con la legge "Bassanini"  (2003).
Più precisamente la competenza dei rifiuti è in regime di "legislazione concorrente" ciò significa che in presenza di una legge quadro Nazionale le Regioni devono, tenendo conto dei principi generali fare la legge regionale, armonizzando gli obbiettivi anche alle Direttive Comunitarie Europee.
A seguito della legge Regionale che fissa il perimetro delle proprie competenze è in realtà il Piano Rifiuti Regionale che definisce compiutamente l’individuazione dei sito (discariche) e la programmazione degli impianti.

LA REGIONE LAZIO NON HA PROMULGATO UNA LEGGE REGIONALE SUI RIFIUTI.

La legislazione regionale è ferma alla legge Hermanin del 1998.
Da quella data sono state emanate diverse direttive dalla Comunità Europea accolte nel DLgs. del 3 Dicembre 2010 n 205 cosiddetto DLgs Prestigiacomo che innalza la R.D. al 65%, ma introduce la deroga (sine die) Infatti l’Ass. Visconti del comune di Roma si è appellato a questa, sostenendo che l’AMA non è in grado prima del 2017 di portare la RD al 50 %!!
Ma non è finita !
La Direttiva Comunitaria la 2008/98/ce (ricordiamo che in quanto direttiva) non ha valenza di legge ma sono gli stati membri che devono adoperarsi per armonizzare la legislazione Nazionale al fine di raggiungere gli obbiettivi condivisi in sede U.E. Nel caso specifico il raggiungimento della differenziata  entro il 2012 al 60%.
- Precisamente per Dicembre 2011 il 60% di raccolta differenziata dei rifiuti con conseguente diminuzione dello smaltimento dei rifiuti stessi.

OGGI IL QUADRO E’ IL SEGUENTE: 
 
LA REGIONE OVVERO LA MAGGIORANZA CHE GOVERNA VUOLE APPROVARE PRIMA IL PIANO RIFIUTI E POI FARE LA LEGGE 
 
cercando di andare in deroga alle direttive comunitarie e senza tenere conto che nel frattempo la comunità europea ha aperto da anni un procedimento di infrazione su Malagrotta; che significa multe che pagano i cittadini perché non si sono raggiunti gli obiettivi di raccolta differenziata.

QUALI SONO LE ALTERNATIVE? COME VANNO SMALTITI I RIFIUTI CORRETTAMENTE.

1- Prima di tutto è necessario ridurre i rifiuti alla fonte, eliminando imballaggi superflui, evitando l'utilizzo di materiali non riciclabili. (Berlino in 5 anni ha ridotto i rifiuti del 25%).
Quando facciamo la spesa dobbiamo cercare di comprare prodotti più riciclabili e scegliere quelli con meno confezioni o imballaggi.
2- Riusare i materiali, lo stato la regione deve incentivare il vuoto a rendere per il vetro, il PET ed altri materiali, premiando a livello economico le aziende ed i privati che lo fanno.
Chi compra una bottiglia e la riconsegna al negozio dopo averla usata, deve avere uno sconto sul prezzo totale.
3- Raccolta differenziata porta a porta, con la quale si può arrivare in meno 6 mesi al 60 - 70% di rifiuti riciclati, abbassando i costi e diminuendo i rifiuti. Questa raccolta prevede di togliere i cassonetti a campana dalle strade in quanto ogni casa avrà i sui cassonetti differenziati e gli operatori ecologici passeranno a casa periodicamente a ritirare i prodotti separati in maniera corretta. Ogni cittadino verrà istruito ad una educazione al riciclaggio e ad una maggiore selezione dei materiali. 
 
E' necessario che le amministrazioni investano nella costruzione di impianti specifici per il tipo di raccolta compiuta obbiettivi:

• si riducono i rifiuti alla base, perchè si diventa più sensibili all'acquisto di prodotti con meno imballaggi (circa del 20%)
• si aumenta enormemente la percentuale di raccolta differenziata (da un 20% con i cassonetti a un 60-70%)
• si riducono i costi procapite del servizio di igiene urbana
4- Compostaggio domestico ed industriale, che permette di trasformare la frazione umida dei rifiuti (scarti alimentari) in compost per usi agricoli, ovvero in ottimo terriccio! E' necessario che vengano costruiti impianti di compostaggio (tra l'altro di facilissima realizzazione) in grado di valorizzare gli scarti umidi e destinarli ad altri usi.
[Ricordiamo che il compost costituisce il 30% dei rifiuti totali.]
5- Trattare il residuo non riciclato (che va dal 30 al 20%) con impianti di TMB a freddo (Trattamento Meccanico Biologico) che comprendono la bioessicazione. Con questi impianti il residuo viene ulteriormente differenziato, l'umido è destinato a compost di seconda generazione ed il secco, attraverso processi meccanici e di bioessicazione, viene trasformato in sabbie utilizzabili nell'industria. Con queste sabbie sintetiche, è possibile costruire mattoni, tavoli e sedie in plastica, ricopertura di manti stradali e riempimenti di vecchie cave.
6- Convertire i vecchi impianti di incenerimento in centri di compostaggio, riciclaggio ed impianti per il TMB a freddo. Questo tipo di impianti sono più piccoli di quelli di incenerimento, meno costosi, creano più occupazione ed hanno un impatto ambientale pressoché nullo!!!

Con questo tipo di soluzioni è possibile arrivare a gestire i rifiuti senza inceneritori e senza discariche. In poco tempo, si potrebbe arrivare all' obbiettivo “rifiuti zero” come accade già in altre grandi città del mondo che usano le soluzioni suddette.

IL PIANO REGIONALE RIFIUTI

IL Piano Regionale Rifiuti   del 30/05/2011, in discussione presso la Commissione Ambiente, viene redatto in presenza di una Legge (la numero 27 del Luglio 1998 “(Disciplina regionale della gestione dei rifiuti”) ormai superata, sia in termini di conoscenze nel settore sia in termini normativi. La normativa italiana ha infatti innovato la disciplina del settore già nel 2006 con il Dlgs 152 “Testo Unico Ambientale” in cui la parte IV è dedicata ai rifiuti. La più recente Direttiva Europea (2008/98/CE) ha comportato l’aggiornamento italiano con la 205/2010 che innova la 152 confermando gli obiettivi di Legge sulla Raccolta Differenziata al 65% ma introducendo il concetto di possibile deroga, assente nella Direttiva Europea, a cui il Comune di Roma ha fatto ricorso.
Il nuovo obiettivo percentuale  è in discussione ad un tavolo aperto presso il ministero dell’Ambiente.
Considerando che il Comune di Roma produce oltre il 75% dei rifiuti del Lazio, è chiaro che concedendo una deroga sulla quantità di differenziata da produrre, non si potrà mai realizzare davvero una seria raccolta differenziata nella nostra regione.
Contemporaneamente la recente nomina di un Commissario (il Prefetto Pecoraro) , basata su un Piano ancora in discussione  e a sua volta basato su un vuoto legislativo, appare priva di fondamento giuridico e sembra utilizzata solamente per sollevare i politici dai loro doveri di  decisione.
A fronte di questa situazione richiediamo con forza:
• la prevenzione della produzione dei rifiuti (almeno -.100/kg/anno/procapite)
• il supporto al riuso dei beni e  al loro avvio al mercato dell’usato (almeno il 15% di quanto arriva nelle isole ecologiche)
• la diffusione della raccolta differenziata domiciliare (cd “porta a porta”) con il rapido raggiungimento del 65% di legge
• l’adozione di tecnologie atte al trattamento della frazione residua
• impiantistica di supporto (Compostaggio, Centri di Riciclo ecc.) piccola e distribuita nel territorio

Questi gli obiettivi di una nuova Legge e di un conseguente nuovo Piano, obiettivi che comunque possono, già con la cornice legislativa attuale, iniziare ad essere perseguiti.


Coordinamento Rifiuti Zero del Lazio

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