Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

martedì 21 agosto 2012

Nella scelta della nuova discarica di Roma l’Europa ci osserva e ci valuta

I clamorosi errori, le incredibili incompetenze, le carte taroccate della Regione Lazio per arricchire il monopolio del signor Cerroni
 
A seguito dei numerosi suggerimenti e commenti pervenuti in questi giorni al nostro blog,
abbiamo approfondito la singolare procedura seguita dalle Istituzioni della Repubblica Italiana per la scelta del nuovo sito che dovrà sostituire la discarica di Malagrotta del signor Cerroni 
 
 
 
 
 La Commissione Europea ci osserva e presto partiranno le sanzioni alla Repubblica Italiana per l’irregolare gestione della discarica di Malagrotta e delle altre discariche del Lazio (sempre di proprietà del signor Cerroni).

L’articolo è stata predisposto commentando solo materiale ufficiale, evitando di attingere alle innumerevoli “veline” diffuse e pubblicate sulla stampa.
In particolare è stata utilizzata la relazione predisposta dalla Commissione Parlamentare dal titolo molto chiaro: 
 
RELAZIONE TERRITORIALE SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI NELLA REGIONE LAZIO.
Va sottolineato che quello di cui stiamo parlando sono considerate dalla Commissione Parlamentare “attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella Regione Lazio”.
La Commissione Parlamentare ha dedicato un intero capitolo della relazione per cercare di chiarire il mistero del documento di «Analisi preliminare di individuazione di aree idonee alla localizzazione di discariche per rifiuti non pericolosi» predisposto dalla regione Lazio.
I siti individuati nel documento di analisi preliminare sono i seguenti:

S1  Corcolle – San Vittorino;
S2  Osteriaccia (via Leopoli);
S3  Pizzo del Prete – Le Macchiozze;
S4  Quadro Alto;
S5  Procoio Vecchio – Pian dell’Olmo;
S6  Monti dell’Ortaccio;
S7  Castel Romano – Quartuccio.
Il documento di analisi preliminare della Regione Lazio è centrale in questa vicenda in quanto l’ordinanza OPCM 3963 del 6 settembre 2011 del Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Silvio Berlusconi, vincola di fatto il Commissario delegato a scegliere il nuovo sito tra quelli riportati nel suddetto documento di analisi preliminare della Regione Lazio.
Anche la nuova ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Mario Monti, vincola di fatto il nuovo Commissario delegato, il Prefetto a riposo Goffredo Sottile, a scegliere il nuovo sito tra quelli riportati nel suddetto documento di analisi preliminare della Regione Lazio.
La Commissione Parlamentare ha rilevato subito gravissime irregolarità, bacchettando la Regione Lazio: “Occorre evidenziare che nel documento di analisi preliminare inviato alla Commissione non sono indicati i nominativi dei soggetti che hanno curato la pratica presso la Regione, né il documento risulta sottoscritto da alcuno.  Non è, poi, nota la data nella quale è stato redatto”.

NDR: Stiamo dicendo che a due Presidenti del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana è stata fatta firmare un’ordinanza di nomina del Commissario delegato, prima il Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro e poi in sostituzione il Prefetto a riposo Goffredo Sottile, con il vincolo di effettuare la scelta del sito sostitutivo di Malagrotta sulla base di un documento senza data, senza nominativi dei soggetti che hanno curato la pratica e senza la firma di alcuno?
La cosa è molto grave e la Commissione Parlamentare sulle attività illecite nella gestione dei rifiuti ha voluto, quindi, approfondire le seguenti questioni:
“– per quale motivo sia stato redatto il documento di analisi preliminare da parte della regione;
– quali attività istruttorie la regione Lazio abbia posto in essere per l’individuazione dei siti tra i quali, prioritariamente, il commissario straordinario deve effettuare la scelta;
– quale valenza abbia, nel contesto procedimentale, il documento in questione”.
La Commissione Parlamentare ha appositamente audito l’assessore regionale all’ambiente Pietro Dipaolantonio, nonché il direttore delle attività produttive e rifiuti della regione Lazio, Mario Marotta.
Alle domande del presidente della Commissione, il direttore Marotta ha così risposto:
«Il tutto nasce da un documento negativo del comune di Roma, che afferma che, sulla base dei criteri di localizzazione fissati dalla prima deliberazione della giunta regionale del 2010, non ci sono siti idonei in tutto il territorio di Roma (...). La competenza, ai sensi del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, non è neanche del comune di Roma, ma è incardinata nelle funzioni e nelle attribuzioni che la Costituzione riconosce alla provincia, sentito il comune (...). A seguito di ciò, abbiamo cominciato a cercare dati utili nelle documentazioni regionali, compresi – come qualcuno ha riportato – gli studi effettuati da periti e soggetti privati depositati e quindi legittimamente utilizzabili dalla regione Lazio (...) qualora in futuro la regione avesse voluto esercitare un potere sostitutivo diretto (...). La regione Lazio valuta, quindi, tutta la documentazione, che parte dallo stesso studio del comune di Roma. In pratica, senza dubitare della validità tecnica di quel documento, ci siamo permessi di revisionarlo e, difatti, i sette siti si ritrovano pedissequamente nello studio del comune di Roma. Successivamente, li abbiamo revisionati, evidenziando alcune criticità (...)».
L’assessore regionale all’ambiente Pietro Dipaolantonio ha sottolineato alla Commissione Parlamentare il “dequalificato” lavoro prodotto dagli uffici della Regione Lazio affermando che:  “non esistono verifiche tramite sopralluoghi preliminari, men che meno indagini svolte preventivamente all’individuazione dei siti effettuate da parte della regione Lazio.  La documentazione utilizzata per la redazione dell’analisi preliminare, per la quasi totalità, è reperibile su siti Internet pubblici”.
NDR:  Stiamo dicendo che il Comune di Roma ha predisposto un documento in cui boccia i sette siti perché assolutamente inidonei.  La Costituzione della Repubblica Italiana attribuisce la funzione di scelta del sito alla Provincia di Roma, sentiti i Comuni interessati.  La Regione Lazio, senza avere alcuna funzione delegata, predispone un improvvisato documento di analisi preliminare riproponendo i sette siti già bocciati dal comune di Roma. 
Il documento di analisi preliminare si basa sulle precise indicazioni del signor Cerroni e su materiale reperito liberamente su Internet.  Tale documento diventa vincolante su ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri per la scelta del nuovo sito per la discarica di Roma.
Dopo queste illuminanti audizioni, la Commissione Parlamentare sulle attività illecite nel ciclo dei rifiuti è arrivata a conclusioni pesantissime:
  •    “Il documento di Analisi preliminare della regione, pur richiamato nell’ordinanza di nomina del commissario straordinario, risulta essere del tutto inadeguato sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista giuridico”.
  •    “La Commissione non può che evidenziare che tale documento preliminare, ripreso nell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, ha poi condizionato le successive fasi della procedura, non avendo le strutture commissariali proceduto all’analisi di altri siti rispetto a quelli ivi indicati”.
  •    “Tutti i siti indicati nel documento di analisi preliminare presentano rilevanti criticità”.
  •    “Resta, in ogni caso, difficilmente comprensibile la logica posta alla base di un’ordinanza che dispone che la scelta del sito debba avvenire prioritariamente tra i siti indicati dalla regione Lazio nel documento di analisi preliminare, documento di carattere meramente compilativo e non preceduto da alcuna attività istruttoria sostanziale”.
In questo contesto solo una sola cosa è chiara e comprensibile: come spiegato dall’assessore regionale “il consorzio Co.La.Ri. (NDR: il signor Cerroni) nel 2009 ha presentato tre differenti istanze di autorizzazione per realizzazione di discariche per rifiuti urbani e assimilabili (non recuperabili e non trattabili in impianti tmb) nelle località «Monti dell’Ortaccio», «Quadro Alto» nel comune di Riano (provincia di Roma) e per la realizzazione di «discarica per rifiuti speciali non pericolosi» nel comune di Roma,
 in località «Pian dell’Olmo»”.
Purtroppo è chiaro a tutti che il vero piano per l’individuazione delle nuove discariche è stato scritto e dettato alla Regione Lazio dal signor Cerroni.
Dopo il fallimento del Commissario delegato Giuseppe Pecoraro, il Prefetto che per sottrarsi all’imbarazzante abbraccio del signor Cerroni voleva portare i rifiuti di Roma a ridosso del sito archeologico di Villa Adriana, altre teste cadono.
Il dirigente del settore rifiuti della Regione Lazio, Mario Marotta, dopo la brillante figuraccia alla Commissione Parlamentare si è dimesso il primo agosto. 
Anche il capo area ha lasciato. 
Di fatto il settore rifiuti della Regione Lazio è sguarnito e non è facile trovare un dirigente che voglia occupare quel posto, 
la materia è rovente anche a causa delle numerose inchieste della procura.
Coinvolgere le massime cariche dello Stato (il Presidente del Consiglio dei Ministri, prima l’On. Silvio Berlusconi e poi l’On. Mario Monti, il Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, il prefetto a riposo Goffredo Sottile) in questa ridicola commedia e in questo sporco gioco organizzato solo per arricchire il monopolio del signor Cerroni lede e mortifica pesantemente il ruolo delle istituzioni, offende la democrazia, indigna la sensibilità e l’intelligenza di tutti i cittadini.
 
Creare situazioni di preoccupazione delle popolazioni e problemi di ordine pubblico nei territori con proposte di siti alternativi a Malagrotta palesemente inidonei, già bocciati dal Comune di Roma, è un atto gravissimo di disonestà morale e di indecente irresponsabilità istituzionale.


Il futuro di Roma, del Lazio e dell’Italia non può essere costruito su “attività illecite nella gestione dei rifiuti” 
 
(la vicenda di Napoli è di grande insegnamento).
Le regole democratiche vanno immediatamente ripristinate.
La corretta gestione dei rifiuti non è un problema da affidare ad un Prefetto a riposo!!!
Come previsto dalla Costituzione Italiana, la Provincia di Roma deve individuare il nuovo sito insieme ai Comuni interessati, in modo trasparente e con la partecipazione dei cittadini e delle popolazioni.
Se il Presidente della Provincia di Roma, 
Nicola Zingaretti, non è in grado di svolgere tale funzione prevista dalla Costituzione deve semplicemente trarne le conseguenze e rassegnare le proprie dimissioni.



Ristabilire le regole democratiche, dare trasparenza alle procedure, garantire la partecipazione delle popolazioni e dei territori è in questo momento fondamentale per il futuro di Roma, 
del Lazio e dell’Italia.

2 commenti:

  1. Post interessante.

    Grazie mille per il commento, CIAO!!!

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  2. Sono me mi .. a ringraziarTi/Vi di seguire il mio blogspot Lario .. gradirei da tutti Voi una più attiva partecipazione dato che a mio parere un blog vive e cresce nei commenti sviluppando un dialogo .. per esempio .. NON HO RIPORTATO LA FRASE CON LA QUALE DANILO CONCLUDEVA : ".. Come ci ha ricordato il Presidente On. Mario Monti, la Commissione Europea ci osserva e ci valuta".
    NON SONO ASSOLUTAMENTE D'ACCORDO e volevo scriverne il motivo sia Là che Qua .. mi scuso per non averlo ancora fatto ma mi è mancato (e ancora mi manca) il tempo .. LO FARO' PERCHE' A MIO GIUDIZIO VA CONTRO LA MIA ETICA PERSONALE E DI LOTTA SIA DEI NO-INC MA, SOPRATUTTO DEI NO-DEBITO, entrambi Coordinamenti di Lotta Castelli-Litoranea .. ..

    per ora contraccambio il graditerrimo tuo e Ti invio un affettuoso saluto :-)

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