Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

sabato 28 luglio 2012

Decreto elettriche, spunta l'incentivo per bruciare rifiuti indifferenziati

Il decreto sulle rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico mette in crisi le rinnovabili ma in compenso elargisce incentivi a chi brucia i rifiuti indifferenziati. 

Nel testo specifiche tariffe per incentivare l'energia elettrica prodotta bruciando "rifiuti non provenienti da raccolta differenziata".

Mette in crisi le rinnovabili vere, tagliando loro le gambe con la burocrazia, ma in compenso elargisce incentivi a chi brucia rifiuti indifferenziati. 

Il decreto sulle rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico, infatti, prevede specifiche tariffe per incentivare l'energia elettrica prodotta bruciando rifiuti "non provenienti da raccolta differenziata".

Gli impianti al di sotto dei 300 kW che bruciano immondizia sono incentivati addirittura più generosamente di un piccolo impianto fotovoltaico sul tetto di una casa:  prendono 257 euro a MWh per 20 anni, per le taglie più grandi si scende a 145 euro/MWh.

Inoltre viene riconosciuto un periodo transitorio di 6 mesi contro i 4 delle altre fonti rinnovabili.


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