Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

martedì 10 luglio 2012

Ponte nelle Alpi comune più riciclone d’Italia 2010, 2011 e 2012


I sindaci dei Castelli Romani, a partire da quello di Albano Laziale, dovrebbero andare a scuola a Ponte nelle Alpi.

Complimenti a Ezio Orzes alla Ponte Servizi e a tutta la sua squadra.


(Fonte articolo, clicca qui) Il Nord Est, con Ponte nelle Alpi (Belluno) da record per il terzo anno consecutivo, il Piemonte, la Lombardia, Salerno al Sud e le Marche come novità. Questa la geografia 2012 dei virtuosi nella raccolta differenziata dei rifiuti. A delinearla è Legambiente che domani, a Roma, premierà i comuni ‘ricicloni’, quelli che hanno raggiunto, già nel 2011, la quota di almeno il 65% di raccolta differenziata, richiesta per legge solo dal 2012. Il Nord Italia, nel censimento del Cigno verde, si aggiudica il podio per la gestione dei rifiuti, con Ponte nelle Alpi, in provincia di Belluno, per la terza volta al primo posto della classifica stilata dall’associazione ambientalista. Ben 1.123 comuni vincono l’appellativo di ‘ricicloni 2012′ per aver superato il 65% di raccolta differenziata, mentre sono 833 quelli che si confermano “zoccolo duro” del concorso, comparendo da tre anni consecutivi nelle graduatorie. Tra le grandi città, Milano è stabile attorno al 34 % e nell’autunno 2012 avvierà la raccolta dell’organico da cucina in alcuni quartieri. Al Sud si mantiene alta Salerno con il 68% di raccolta differenziata. Torino, pur non entrando nella graduatoria dei comuni ‘ricicloni’, supera in media il 40% di raccolta grazie al solo risultato della raccolta porta a porta in alcuni quartieri, mentre nel resto della città la percentuale è ferma sotto il 30% circa. Sempre al palo Roma che, dopo l’esaurimento della discarica di Malagrotta, “é scandalosamente in emergenza”, commenta Legambiente. “La ‘pattuglietta’ di pionieri dei primi anni della ricerca ora è diventata un ‘pattuglione’ che tira la volata – osserva Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente – ma un migliaio di comuni è fermo all’anno zero. L’aspetto significativo è che il gruppo intermedio, in fase di transizione verso l’efficienza, in tempi brevi riesce a raggiungere il vertice. Un esempio sono i quartieri di Torino dove è partito il porta a porta e che già sono oltre il 60%, le recenti sperimentazioni di Napoli, il riavvio a Milano dell’organico”.
_(Fonte articolo, clicca qui) Ponte delle Alpi, in provincia di Belluno, per la terza volta consecutiva è il comune italiano più “riciclone”. Lo comunica in una nota Legambiente che domani premierà a Roma i comuni italiani che si sono distinti nella gestione dei rifiuti. Ben 1.123 comuni vincono l’appellativo di ricicloni 2012 per aver superato il 65% di raccolta differenziata, mentre sono 833 quelli che si confermano ”zoccolo duro” del concorso, comparendo da tre anni consecutivi nelle graduatorie. “Comuni ricicloni 2012″ di Legambiente, giunto alla diciannovesima edizione, premia i comuni che hanno raggiunto, già nel 2011, la quota di almeno il 65% di raccolta differenziata, richiesta per legge solo dal 2012 (era del 60% lo scorso anno). Il risultato è positivo. Se ai 1.123 comuni ricicloni (1 comune su 7 pari al 13% dei comuni italiani) aggiungessimo i 365 che hanno comunque superato il 60% di raccolta differenziata richiesto dalla normativa per il 2011, arriveremmo alla quota di 1.488 comuni in regola con la legge dello Stato (1 Comune su 5 pari al 18% dei comuni italiani). Dai dati raccolti si riscontra, inoltre, rispetto all’anno precedente un calo della produzione dei rifiuti del 4,4%. «Segno evidente di crisi – commenta Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente – di ”decrescita infelice”. Ma anche frutto delle iniziative volte al contenimento della produzione dei rifiuti intraprese da progettisti, produttori, comuni virtuosi, cittadini attenti al valore d’uso delle cose che si comprano e si gettano. Insomma dalla crisi usciremo diversi da come siamo entrati. Sono passati circa 30 anni da quando si sono varate in Italia le fondamenta giuridiche e industriali del settore rifiuti e già tutto cambia. Allora si regolamentavano discariche e inceneritori. Oggi nella “green economy” del riciclaggio operano migliaia di aziende nuove o rinnovate, decine di migliaia di occupati, servizi, imprese sociali e attività di ricerca: in tutto 5mila imprese e 150mila occupati, secondo in Europa solo alla Germania. Non si parla più solo di settore rifiuti, ma di una parte importante del settore manifatturiero e dei servizi in generale, per l’attivazione del quale il ruolo dei consorzi è stato fondamentale». Il dossier Comuni Ricicloni 2012 restituisce un’Italia a due velocità. «La pattuglietta di pionieri dei primi anni della ricerca ora è diventata un pattuglione che tira la volata – osserva Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente – ma un migliaio di comuni è fermo all’anno zero. L’aspetto significativo è che il gruppo intermedio, in fase di transizione verso l’efficienza, in tempi brevi riesce a raggiungere il vertice. Un esempio sono i quartieri di Torino dove è partito il porta a porta e che già sono oltre il 60%, le recenti sperimentazioni di Napoli, il riavvio a Milano dell’organico». Milano è stabile attorno al 34 % e nell’autunno 2012 avvierà la raccolta dell’organico da cucina in alcuni quartieri. Al Sud si mantiene alta Salerno con il 68% di raccolta differenziata. Torino – che non entra nella graduatoria dei comuni ricicloni – supera in media il 40% di raccolta grazie al solo risultato della raccolta porta a porta in alcuni quartieri, mentre nel resto della città la percentuale è ferma sotto il 30% circa. Sempre al palo Roma, si legge nella nota di Legambiente, che dopo l’esaurimento della discarica di Malagrotta è scandalosamente in ”emergenza pattume”. Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Lombardia e Piemonte le top 5, con alcune variazioni interessanti come il Trentino che sale del 2,7%. Novità della Toscana con l’introduzione di un sistema di raccolta porta a porta in alcuni comuni delle province di Firenze e Pistoia. Tra le altre Regioni a segnare decisi cambi di tendenza si distinguono le Marche con un segno positivo pari a 6,13% e la Sardegna con il segno negativo del 6,35%. Tra i capoluoghi segnalati solo due contano più di 100mila abitanti: Salerno e Novara. Pordenone rimane per il secondo anno consecutivo in vetta alla classifica e Salerno è l’unico capoluogo di Provincia del sud. Per il quarto anno consecutivo, nessuno tra i capoluoghi del centro Italia supera la soglia prevista. Continua il trend dei migliori sistemi di gestione dei rifiuti urbani nel nord est del Paese con l’arrivo tra i primi 30 in classifica di due comuni piemontesi. L’anno scorso bisognava scendere fino alla 45a posizione, prima di incontrare un comune che non fosse veneto o trentino.Nel dossier compaiono anche quattro storie – Ponte nelle Alpi, Parma, Salerno e Treviso – per raccontare progetti di raccolta e differenziazione, che mettono in luce aspetti di interrelazioni interessanti con altri comparti. Come succede a Parma con le cooperative sociali coinvolte nella filiera o a Treviso con i consorzi.


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