Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

martedì 18 settembre 2012

ATTENZIONE, AVVISI PER TUTTA LA CITTADINANZA:
  1.  Domenica 23 settembre, ASSEMBLEA PUBBLICA AI FONTANILI DI CANCELLIERA, via della Torre, ore 10:30
  • 29-30 settembre, DISCAMPING AL VILLAGGIO ARDEATINO, via Ardeatina km 24,500
Ama, Acea e Pontina Ambiente (società del gruppo Cerroni) formano il Consorzio Co.E.Ma, il consorzio deputato a costruire ancora oggi il “gassificatore” dei Castelli Romani

  • Ama, vertice in Campidoglio, si punta ad un manager interno. Clicca qui.
  • Rifiuti, bufera sul contratto Ama-Colari. Interviene Alemanno. Clicca qui.
  • Rifiuti, De Priamo: “Blocco contratto Ama è bene per la città”. Clicca qui.
  • Ama, ecco il ribaltone, via il manager Cappello. Clicca qui.
(Fonte articolo, clicca qui) L’Ama si stava impegnando a pagare 500 milioni di euro per i prossimi dieci anni al consorzio Colari e il sindaco di Roma non ne sapeva nulla. Lo ha scoperto ieri mattina quando ha letto sul Messaggero il resoconto del consiglio di amministrazione. E la notizia, evidentemente, non gli è piaciuta affatto: dopo alcune telefonate di fuoco, e gli attacchi dell’opposizione, ha deciso di convocare per domani mattina i vertici dell’azienda municipalizzata «per un immediato chiarimento». Il caso è esploso giovedì scorso durante l’ultima riunione del consiglio di amministrazione della municipalizzata. Nella sede di via Calderon de la barca erano presenti quattro dei cinque componenti. Mancava soltanto Gianni De Ritis (Pdl). Tra i vari argomenti all’ordine del giorno è spuntata l’approvazione del contratto con Colari. A presentarla l’amministratore delegato Salvatore Cappello che ha gestito la trattativa con il consorzio «monopolista» guidato da Cerroni. Quando gli altri consiglieri hanno letto le clausole contrattuali hanno alzato le barricate: l’Ama si vincolava al pagamento di cinquanta milioni di euro l’anno, per dieci anni, a Colari per il trattamento meccanico-biologico (tmb) dei rifiuti da conferire in discarica. Ma non solo. In dieci anni, in cui tutto può cambiare, l’Ama potrebbe anche riuscire a realizzare altri impianti di Tmb oltre a quelli già esistenti al Salario e a Rocca Cencia. Impianti che quindi potrebbero non rendere necessario il ricorso a quelli di Colari (Malagrotta 1 e Malagrotta 2). «Come può l’Ama stabilire oggi di aver bisogno di quegli impianti per così tanto tempo?» avrebbero chiesto i consiglieri Teresa Fasoli (Pd) e Stefano Commini (Udc). E ancora: «Con un contratto così vantaggioso- hanno sottolineato – si va a favorire un soggetto che già si trova in posizione decisamente dominante rispetto al settore in cui opera. Così si rischia di non rispettare la legge sulla concorrenza». A sorpresa si è schierato contro l’approvazione del contratto anche il presidente di Ama Piergiorgio Benvenuti che ha condiviso le perplessità e ha proposto di richiedere delle consulenze legali esterne. Soltanto a questo punto l’amministratore delegato Cappello ha deciso di sospendere l’approvazione del contratto e di rinviare la discussone alla prossima riunione del cda prevista per il 28 settembre. «È inammissibile – commenta il consigliere comunale del Pd, Athos De Luca che ha presentato un’interrogazione urgente al sindaco- che Ama stia al ricatto della Colari e stipuli un contratto capestro di 10 anni, del valore di circa 500 milioni, con un soggetto privato, senza fare una gara e senza aver fissato il prezzo con la Regione». Più duro il capogruppo in Campidoglio dell’Udc Alessandro Onorato: «Se il sindaco ne era a conoscenza si dimetta – ha commentato – Se non lo era, prenda provvedimenti immediati e cambi l’amministratore delegato di Ama. Non è accettabile infatti regalare alla Colari di Cerroni un contratto per l’utilizzo degli impianti di tmb del valore di 500 milioni e della durata di 10 anni, periodo entro cui Roma dovrebbe diventare totalmente autosufficiente nella gestione dei rifiuti». Onorato va oltre: «In Ama si sta per consumare l’ennesimo blitz per piazzare altri uomini vicini al Campidoglio – denuncia – L’azienda si sta infatti attivando per assumere due nuovi manager, uno dei quali andrebbe a ricoprire una nuova funzione creata ad hoc nell’ultima ridefinizione della macrostruttura: il capo della nuova struttura denominata Relazioni Internazionali». La vicenda ha fortemente irritato l’assessore all’Ambiente Marco Visconti ma soprattutto il sindaco che in serata ha diramato un comunicato: «Ho appreso questa mattina sui giornali la forma e il dettaglio della delibera che è stata sottoposta al Cda di Ama per utilizzare i Tmb di proprietà di società dell’avvocato Cerroni – si legge nel comunicato – È noto a tutti che per garantire il trattamento della più alta percentuale dei rifiuti della città di Roma e necessario attivare subito al massimo livello tutti gli impianti disponibili, che attualmente sono due di proprietà di Ama e due di proprietà Cerroni – continua -. Non conosco il modo con cui l’Amministratore delegato di Ama ha tradotto questa necessità in una forma contrattuale. Per questo motivo ho convocato nel mio ufficio il presidente di Ama, Piergiorgio Benvenuti e l’amministratore delegato, Salvatore Cappello, per un immediato chiarimento».

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