Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

mercoledì 5 settembre 2012

I PARTITI RUBANO ALTRI SOLDI PUBBLICI

Pensioni da fame.


di Gianni Lannes
10 milioni di italiane e italiani vivono al di sotto della soglia di povertà materiale. E la schiera di chi non ce la fa aumenta sempre più. Le tasse sono all’80 per cento. E c’è chi si suicida dinanzi al Parlamento nell’indifferenza di questi papponi istituzionali. Le giovani generazioni non hanno futuro economico. Eppure, dicono loro dai salotti tv al popolo bue: “fate sacrifici”. E ancora tanti, troppo a battere le mani. Parassiti che vivono di rendita alle nostre spalle. E nessuno si ribella. Ecco l’ultima inquietante notizia: mentre milioni di famiglie italiane a stento arrivano alla fine della settimana, i soliti noti mangiano a quattro ganasce il nostro sangue. In un Paese serio, insomma, in uno Stato di diritto, si chiama furto legalizzato.
A pagare è soltanto il silente elettorato che aveva bocciato con il referendum elettorale qualsiasi elargizione di quattrini pubblici ai comitati d’affari, meglio noti come partiti, così come li aveva definiti nel 1981 Enrico Berlinguer. 
Pdl e Pd sgraffignano 20 milioni di euro, la Lega prende il doppio di quanto ha speso. I rimborsi alle liste "nate e morte" per le elezioni, da "Io amo la Lucania" di Allam a "La Puglia per Vendola". I rimborsi elettorali.   Sono tutti contenti per avere intascato ben più di quanto hanno speso per le elezioni regionali del 2010. E mancano all’appello ancora le prossime rate.
I dati sui rimborsi (che sono, ad oggi, i finanziamenti ai partiti "mascherati") per il 2010 e il 2011, certificati dalla Corte dei conti, parlano chiaro. I "big" Pdl e Pd ricevono oltre 20 milioni di euro a testa, a fronte però di una spesa quasi identica per il Pdl e, invece, di un bell'incasso di 6 milioni per il Pd. La Lega fa il botto: a fronte di circa 4,5 milioni di spese accertate, incassa 9,5 milioni. Non male anche l'Idv, mentre l'Udc è spendacciona e va in negativo.
La Corte dei conti ha formulato 133 rilievi "sia nei confronti delle formazioni regionali o provinciali che al livello nazionale". Insomma, qualcosa non quadra. Peraltro, 21 partiti hanno presentato dichiarazioni sbagliate. In particolare, "in 14 casi la non regolarità riguarda somme per le quali, alla data di chiusura dei lavori, non era stata fornita la prova dell'avvenuto pagamento delle relative fatture". Come a dire, prima prendo e dopo forse pago. 
Ma la parte, per così dire, divertente, è ancora un'altra e riguarda il denaro che incasseranno per 5 anni le liste approntate ad hoc per le elezioni regionali, quindi nate e morte, che magari hanno preso una manciata di voti, ma che hanno diritto al sacrosanto rimborso. Per esempio, la lista "Io amo la Lucania" di Magdi Cristiano Allam ha incassato 41 mila euro a fronte di 3 mila di spese. E poi ci sono le liste collegate al candidato, come "La Puglia per Vendola" con un rimborso di 388 mila euro a fronte di 27 mila di spese, oppure la lista "Scopelliti presidente" con un rimborso di oltre 400 mila euro per soli 7 mila euro di spese. Addirittura, ci sono liste come "Alleanza di popolo", che sosteneva Caldoro in Campania, oppure "Autonomia e diritti", che supportava Loiero in Calabria, che non hanno dichiarato spese e hanno avuto oltre 100 mila euro la prima e 200 mila la seconda di rimborsi. Divertente per loro: per noi, assolutamente una sconfitta di democrazia.

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